Archivi categoria: Riflessione

LA LEOPOLDA E IL SALTO DELLA QUAGLIA

LA LEOPOLDA E IL SALTO DELLA QUAGLIA

Il messaggio che il nostro Leader ha lanciato dalla prima “Leopolda”, evento volto, badate bene, “alla formazione politica di tutti i cittadini italiani”, è stato inequivocabile ed esplicativo della strategia renziana; per la parte di concittadini che non l’avesse capita prima, ora ha l’elemento che gli mancava. In parole povere il teorema del Matteo, di una logica sconcertante, è questo:
“Considerando che la sinistra non ha mai governato, ha perso in quasi tutte le elezioni, quindi sono quarant’anni che fa opposizione, per vincere dobbiamo fare politica di destra.”
Geniale! Deve averlo concepito intorno al fuoco dei campi scout insieme alla Mogherini, Boschi, Picierno e tutta l’allegra brigata. L’uovo di Colombo! Anzi della quaglia, accompagnato dal classico salto che questo simpatico pennuto compie per disorientare gli inseguitori prima di fermarsi e acquattarsi. Da ciò deriva il modo di dire ad indicare persona che cambia repentinamente “posizione”.
D’ora in avanti invece di lamentarci, noi poveri inetti dovremmo porci la domanda: “Ci avremmo mai pensato?”

Mauro Giovanelli – Genova
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INCROCI OBBLIGATI

INCROCI OBBLIGATI

Strana la vita, il tizio della foto di sinistra adesso sembra niente, eppure… è stato qualcosa. Quello dell’immagine a destra al momento è qualcosa ma… sembra niente.
“Ha da passà ‘a nuttata”.

Mauro Giovanelli – Genova
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LE SIRINGHE DI RENZI MATTEO

LE SIRINGHE DI RENZI MATTEO

A chi l’aveva fischiato dal loggione durante una rappresentazione, Ettore Petrolini, nostro grande attore romano del primo ventennio, disse: “io nun ce l’ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t’hanno buttato de sotto”.
Quando sento la guida scout Renzi dire a destra e manca, dagli studi Mediaset, che le Regioni non devono effettuare tagli ma eliminare gli sprechi, mica lo contesto. Ha ragione! E mentre enfatizza, neppure avesse scoperto l’acqua calda, che non capisce come una siringa in Sicilia possa costare il doppio rispetto alla Toscana, addirittura mi inchino. Bravo! Intelligente il ragazzo. E perspicace.
Infatti io non ce l’ho con lui ma con tutti quelli, giornalisti, conduttori televisivi, insomma chiunque ne abbia facoltà, che non lo buttano di sotto, con la dialettica intendo, sbattendogli in faccia gli sprechi della Politica di casa che in questo Paese, rispetto al resto del globo, ha il maggior numero di persone impegnate. Una quantità imprecisata ma altissima per la sicurezza, addirittura esorbitante tra amministrativi, tecnici, dirigenti, assistenti, fattorini, commessi (da 99 mila €uro anno), uscieri, medici, infermieri, addetti alla buvette, baristi, postini, camerieri, autisti, cuochi, barbieri (arrivano a 136 mila €uro anno), elettricisti, giardinieri, idraulici, tappezzieri e via di questo passo fino agli incaricati alla ricarica degli orologi a pendolo.
Che non ci sia uno, dico uno, un solo professionista dell’informazione che gli faccia notare, e pretenda spiegazione, di non comprendere perché gli stipendi dei parlamentari in Italia siano il doppio rispetto al resto del Pianeta ed abbiamo la Presidenza della Repubblica più costosa della Terra, pure se confrontata con le monarchie e gli Stati a governo centralizzato.
Stiamo parlando di qualcosa di più di qualche scatola di siringhe? O no? In parole povere vorrei mettere in chiaro una cosa, caro Matteo, e lo faccio subito:
“Io nun ce l’ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t’hanno buttato de sotto”. A parole s’intende, quantomeno a gestacci.

Mauro Giovanelli – Genova
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Pubblicato su “Il Secolo XIX” del 24 ottobre 2014 pag. 47 con il titolo “Le sringhe in Sicilia e gli sprechi dell’Italia” e su “Il Segno” 1/30 novembre 2014 pag. 2 con il titolo “Caro Matteo, io nun ce l’ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t’hanno buttato de sotto” – http://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it

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LA COMUNIONE… A CHI?

LA COMUNIONE… A CHI?

Accesa la Tv vengo sopraffatto dalla voce minacciosa di Mentana: “si sta affrontando uno dei temi più spinosi!”
Ho sobbalzato pensando a un’imminente invasione dell’ISIS. Precipitarmi in camera e indossare la kefiah è stato un tutt’uno, quando mi giunge la notizia: “il Sinodo sulla famiglia si è spaccato, il Papa apre al sacramento per i separati e divorziati ma i cardinali sono divisi.”
Che spavento! Mentre mi ricomponevo un dubbio si è insinuato nella mente: “ma… i pedofili, prelati e non, mafiosi, corrotti, gay hanno diritto di ricevere la comunione?”

Mauro Giovanelli – Genova
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LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL

LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL

Interessante e concreto il dibattito di ieri sera a “Otto e Mezzo”, ascoltare Alessandra Moretti mi ha rinfrancato. Ecco una sintesi delle sue dichiarazioni:
Dobbiamo abbassare i toni, così come abbiamo abbassato il cuneo fiscale.” – Antonio Padellaro cerca di evidenziare che nulla però si è alzato, ma lei continua imperterrita. – “Di che cosa stiamo parlando? Ci siamo presi mille giorni, non so se mi spiego. Sono stata fraintesa, cercherò di esprimermi meglio, non volevo parlare di questo, gli ottanta euro, qualcosa è stato fatto…
Tutto chiaro no? L’avreste mai pensato? Siamo a posto! Ed è pure una bella donna, peccato solo che sogghigni come la Picierno, del resto… nessuno è perfetto.

Mauro Giovanelli – Genova
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GLI INDISPENSABILI: ELKANN, MARCHIONNE, MONTEZEMOLO & C.

GLI INDISPENSABILI
ELKANN, MARCHIONNE, MONTEZEMOLO & C.

Osservando le facce, espressione supponente e, a dirla proprio tutta, non proprio da intelligentoni, ciò che mi stizzisce degli appartenenti alla nutrita tribù dei Marchionne e Montezemolo è il sospetto che siano convinti di essere indispensabili. Quindi non si interrogano circa la montagna di soldi che incassano, gli sono dovuti, ritengono di avere il diritto di percepire mille, diecimila volte quanto basterebbe ad altrettante famiglie per sopravvivere cent’anni, credono di stare dalla parte illuminata dall’energia che emanano, poco importa se una marea di gente si dibatte nell’oscurità della disperazione. Logica e inquietante conseguenza del precedente postulato è la percezione che neppure siano sfiorati dal dubbio che potrebbe non essere il migliore dei mondi possibili la comunità dove i capaci ed efficienti sbaraglino i “normali”. Del resto è così, intendiamoci, tutto conforme alle regole che ci siamo dati, quindi la domanda non è se sia legalmente giusto, dobbiamo chiederci se sia o meno moralmente legittimo. Mi vengono in mente le parole di Sam Peckimpah: “Se questo mondo è tutto per i vincitori, che cosa rimane ai perdenti? Qualcuno deve pur tenere fermi i cavalli.” A mio avviso in tale metafora c’è l’essenza dei rapporti fra umani; il grande regista aveva formulato, alle soglie degli anni ’70, il più semplice e limpido chiarimento circa l’inasprirsi dei conflitti di questo inizio secolo. Rifletteteci, vi accorgerete che è filosofia pura. La gran parte della popolazione del pianeta, il 98%, è stanca di fare il “palo” a quel 2% che sta rapinando le risorse a disposizione e che da solo detiene più della metà della ricchezza della Terra (World Institute for Development Economics Research delle Nazioni Unite con sede a Helsinki – n.d.a.).
Quello con il maglione, naturalizzato canadese, strapagato italiano e fiscalizzato svizzero dov’è che sono andati a pescarlo? In una delle tante colture di cereali dello Saskatchewan? Mi turba la sua camminata da Velociraptor, infatti si muove con astuzia e strategia di caccia, testa china come se cercasse qualcosa che ha smarrito dai giorni delle scuole elementari, che so, un lapis, il temperamatite; mani giunte stile parroco di campagna, concentrato non su come salvare anime ma sul modo di sfruttare al meglio risorse umane e, invece del breviario, consulta grafici. L’altro è tutto un programma, personalmente l’avrei lasciato alla Ferrari, per il fisico naturalmente, è uno che fende l’aria, sottile, parte frontale con aerodinamica di un falco, il posteriore piatto alla maniera di spoiler ultima generazione, infatti ha testé dimostrato di avere ottima tenuta quando si trova nelle curve. E poi è elegante, irreprensibile, rappresentativo. Andiamo! Converrete anche voi che se vedeste Marchionne dietro il banco di una salumeria mentre affetta mortadelle, grembiulone e mozzicone della matita all’orecchio, non ci fareste caso, ma… Luca Cordero stonerebbe, lo riconoscereste subito, è “scolpito” per stare ai boxes delle rosse. Non ho dubbi! Ha patito una vera ingiustizia a prendersi quei 27 milioni di buonuscita più 13 di qualcosa e altri 13 di qualcos’altro. No! Gli hanno fatto un torto, uno come lui, sempre ben sistemato, il look intendo, impeccabile, poi immagino sia composto pure mentre fa i suoi bisogni, mi riferisco a quello fisiologico pesante. Adesso penserete che io abbia esternato un’insulsaggine, invece vi invito a ponderare su questo concetto figurativo, come le immagini virtuali che ci propina Renzi con le sue slides, e mi appello alla vostra fantasia per esortarvi a cercare di immaginarli seduti sulla tazza i soloni, nessuno escluso, che ogni giorno cercano di instillarvi la loro verità dal piccolo schermo, dal balcone, o da qualsiasi altra finestra, vedrete che vi appariranno sotto una diversa luce, come foste in piedi sulla scrivania del professor Keating. Tanto per dare completezza a questa interessantissima parentesi, ad esempio Sergio me lo immagino più sbracato nel corso di tale incombenza, anche se, contrariamente all’aspetto, molto contenuto nella quantità, si vede dalla pettinatura, inoltre non credo vi si attardi molto, la considera una perdita di tempo, a mio avviso nemmeno legge, conta i rotoli di carta igienica di cui è di certo stracolmo il suo bagno, impilati alla stregua di coils di lamierino per auto. Luca Cordero lo immagino invece rilassato in quel momento: Diabolik in una mano e l’altra a ritoccarsi i capelli davanti agli innumerevoli specchi di cui è sicuramente dotato il suo “salotto buono”, nemmanco sul trono può tollerare di essere spettinato.
Entrambi emanazioni di John Philip Jacob Elkann, imprenditore italiano, attualmente presidente della Fiat S.p.A., uno che conta; nel 2012 ha partecipato alla riunione del Gruppo Bilderberg presso Chantilly, Virginia, USA., i cui partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici, insomma decidono i destini del mondo, stabiliscono chi sono i buoni e i cattivi, il convegno annuale degli imprescindibili. Anche il fratello, Lapo Edvard Elkann è un manager e imprenditore italiano. L’avreste detto? La verità per favore, siete sorpresi, confidavate che almeno lui facesse l’idraulico. È amministratore e fondatore di Italia Independent Group e consulente di Ferrari. Nel 2005 fu ricoverato in gravi condizioni per abuso di cocaina dopo una notte in compagnia di un trans, fosse capitato al portinaio di un qualsiasi condominio minimo si troverebbe a contendersi una panca della sala d’aspetto della stazione. E la sorella, Ginevra Elkann? Parrebbe che la cinematografia italiana non potesse fare a meno di lei, mica come comparsa, ci mancherebbe, solo la produttrice. E quando a questi gli scappa non corrono il rischio di dover aspettare, eh no! Vivono in dimore, cosa pensavate, ai vostri bilocali con bagno unico lungo e stretto? Questi hanno le toilettes perfino nelle scuderie. Mi si potrebbe obiettare: chi ci dice non siano all’altezza. Vero! Ma quanti altri potrebbero esserlo allo stesso modo? La replica: però, in fondo, con i loro soldi ci fanno quello che vogliono. Già, non fa una piega, solo che questi industriali nati, nipoti di Gianni Agnelli, impresario con la predisposizione a privatizzare gli utili e socializzare le perdite attraverso gli aiuti di stato e la cassa integrazione sempre garantita, i cui rampolli si affidano oggi ai Marchionne e Montezemolo per spostare la produzione dove meglio gli aggrada, dunque io dico che una parte della liquidazione elargita al fighetto di Maranello, del sontuoso stipendio all’italo-canadese nonché dei privilegi tutti concessi ai Qui, Quo, Qua nostrani, ebbene una porzione di quei soldi e facilitazioni se li incamerano alla faccia nostra.
E sono anche ingrati verso coloro che hanno assoldato per fare la guardia all’esterno della banca, impegnati e vigili, nell’illusione di spartire un bel gruzzolo. Il film termina sempre allo stesso modo: i peones scalzi, sconsolati, sombrero stretto fra le mani, attendono il diradarsi della polvere. Nella fretta di montare sui purosangue di famiglia e darsi alla fuga, a volte capita di trovare a terra qualche monetina andata perduta dagli indomiti cavalieri della globalizzazione.

P. S.
Apprendo, con desolazione per lui, che Luca Cordero di Montezemolo è stato designato presidente di Alitalia Spa. Meglio che niente…

Mauro Giovanelli – Genova
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TELEGIORNALI E PREMÎ

TELEGIORNALI E PREMÎ

Notizia del TG 2 RAI del 5 settembre 2014:
“Fisco: nei primi sei mesi dell’anno aumentate del 12,4% le entrate derivanti dalla lotta all’evasione”.
Subito dopo compare la striscia:
“Blocco salari statali: Renzi dice sì al dialogo ma niente ricatti”.
Allora… ci prendono in giro? Veramente? E i giornalisti che ci stanno a fare? O sono fessi, o servi del potere, non c’è altra spiegazione. Anzi no, ce n’è una terza, la più probabile purtroppo: potrebbero essere entrambe le cose insieme.
Prima domanda: il 12,4% di che? Semplice la risposta: delle entrate derivanti dalla lotta all’evasione nel primo semestre, ma forse qualche ministro non sarebbe stato così pronto a replicare. È quindi d’uopo passare al quesito successivo.
Seconda domanda: a quanto ammonta il 12,4% di cosa non ci è dato sapere, ovvero delle entrate scaturenti dalla lotta all’evasione nel primo semestre?
Terza domanda: basterebbe l’importo che non si conosce, corrispondente al 12,4% di ciò che non ci è dato sapere, ovvero delle entrate provenienti dalla lotta all’evasione nel primo semestre, per evitare il blocco dei salari degli statali (fermi dal 2009 n.d.a.)?
Quarta domanda (questa è difficile): con l’eventuale importo che non si conosce, desumente dall’ipotetico aumento del 12,4% delle entrate che potrebbero discendere dalla lotta all’evasione anche nel secondo semestre 2014, non si potrebbe programmare l’abrogazione della famigerata legge Fornero sulle pensioni?
Se la guida Renzi Matteo dovesse rispondere alla prima interpellanza vincerebbe un tostapane da campo, alla seconda si aggiungerebbe il materassino gonfiabile a bocca, alla terza torcia elettrica con batterie non esaurite e… qualora facesse filotto una bambola gigante vestita da scout non gliela toglierebbe nessuno, gonfiabile e trombabile.

Mauro Giovanelli – Genova
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ADDIO PROF. KEATING

ADDIO PROF. KEATING

Mia opinione è che gran parte dei giornalisti delle maggiori testate nazionali (soprattutto quelle che in un modo o nell’altro usufruiscono di finanziamenti pubblici), i più quotati conduttori televisi e gli ospiti di questi ultimi, tecnici delle relazioni, esperti di marketing, massmediologi, banchieri, tuttologi, opinionisti, pubblicisti, critici e acritici, imprenditori, manager pubblici e privati, intellettuali o presunti tali, siano tutti sdraiati sulle Larghe (capienti appunto) Intese.
Strano non abbiano avuto almeno il buon gusto di evitare facile retorica sulla tragica scomparsa, ahimè, di Robin Williams. Loro, al contrario dell’inarrivabile prof Keating, non salgono mai in piedi sulla cattedra a traguardare le cose da diverso punto di vista anzi, per sentenziare e predicare moderazione da tale pulpito, vi si incuneano opportunamente, quando addirittura non ci si mettono sotto a presidio dei loro lauti stipendi.
Ma è giusto così, non è più tempo di eroi e in questo Paese vige pur sempre la regola del “tengo famiglia”, mai come oggi “allargata” alle intese perfette.

Mauro Giovanelli – Genova
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O CAPITANO! MIO CAPITANO! È GIUNTO UN SEGNALE DI TREGUA

O CAPITANO! MIO CAPITANO!
È GIUNTO UN SEGNALE DI TREGUA

Un fatto eccezionale, mai accaduto prima in Italia e nel mondo. L’11 agosto 2014 i telegiornali nazionali, a reti unificate, hanno dato notizia dell’improvvisa e tragica scomparsa di Robin Williams. Lo scarno comunicato, buttato giù da un cronista che desidera mantenere l’anonimato, è stato il seguente:
È morto un uomo e un grande attore, ha portato con sé i personaggi che avrebbe ancora potuto interpretare privandoci quindi, per qualche anno a venire, di chissà quali invenzioni. Ci ha lasciato Braccio di Ferro, Peter Pan, l’enigmatico Walter Finch, il Killer di “Insomnia”, Mrs. Doubtfire e tanti altri indimenticabili ma, sopra a tutti, il professor John Keating de “L’attimo fuggente”, la persona che ogni bambino sognerebbe di diventare da grande e qualsiasi anziano avrebbe voluto essere. La triste circostanza ci vede concordi nel non diramare, in segno di lutto, aggiornamenti di affari interni. Al brevissimo compendio delle più importanti notizie di politica estera seguirà un accurato profilo dell’artista con spezzoni dei suoi migliori film. Confidiamo che il nostro pubblico apprezzi e condivida.
Ero rimasto strabiliato, commosso, qualcosa di inusuale è accaduto, un segnale forte. Giusto così, avevo pensato, tanto domani gli interventi sullo spread, le borse, la velocità di Renzi, il patto del Nazareno, Tavecchio, ecc. saranno più o meno gli stessi. Mi strinsi nella poltrona, gambe allungate sul tavolino in attesa di gustarmi la scena del prof. Keating in piedi sulla scrivania, alto, rassicurante, irraggiungibile… la voce monocorde di qualche renziano che stava pontificando sul nulla mi ha svegliato. Peccato! Era solo un bel sogno.

Mauro Giovanelli – Genova
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