MA CHE COMPASSO! IL PENDOLO DI FOCAULT…

MA CHE COMPASSO!
IL PENDOLO DI FOCAULT…

L’ultima strofa di una mia poesia, titolo “IDONEA DESTINAZIONE” così fino a ieri recitava:

“————–
A parer mio le gambe della donna
sono aste del compasso
che nello spazio siderale misura le coordinate
fra “benvenuto” e “addio”.
La tua assoluzione o la condanna.”

Infatti non più tardi di ieri una gentile amica mi segnalò di ricordare che nel film “L’uomo che amava le donne (L’homme qui aimait les femmes)” di Truffaut, 1976/77, dal protagonista (Charles Denner) viene pronunciata la seguente frase:

“Le gambe delle donne sono come dei compassi che misurano il globo terrestre in tutti i sensi, dandogli il suo equilibrio e la sua armonia.”

Per le molte coincidenze che, se da una parte mi gratificano dall’altra risultano indigeste, ho riflettuto, rivisto interamente il filmato inviatomi (della pellicola non ricordavo tale locuzione) e verificato che il doppiaggio rispecchiasse la versione italiana. Anche se il mio pensiero allarga gli orizzonti uscendo dal Pianeta il termine “compasso”, di cui non esistono sinonimi appropriati, ormai risultava inadatto. Ho pure pensato che per la gente sarebbe stato più facile e piacevole credere a Truffaut… Bah! Necessitava uno strumento di calcolo o verifica composto da aste o similari che per l’utilizzo debbano aprirsi e chiudersi e riassumesse, ampliandolo ulteriormente, il mio concetto. Mica facile!
Immediatamente… “Il pendolo di Focault” esposto al museo della tecnica di Parigi e romanzo (bellissimo) di Umberto Eco! Illuminazione!
Ecco il risultato:

“————–
A parer mio le gambe della donna
sono gli estremi limiti del piano di oscillazione
del pendolo divino che dell’Universo misura
il senso di rotazione, sono la differenza
fra “Benvenuto” e “Addio…
…………..
La tua assoluzione o la condanna.”

Voi cosa ne pensate?

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Locandina del film ““L’uomo che amava le donne (L’homme qui aimait les femmes)” di Truffaut, 1976/77

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IDONEA DESTINAZIONE

IDONEA DESTINAZIONE

Le gambe della donna
mai dovrebbero scendere gradini,
qualche volta salirli,
due, tre al massimo
e solo quando indossa la gonna.

Non sono state concepite
per lo sforzo, lavoro pesante,
attraversare sentieri tortuosi,
strade infangate, pericolose,
essere sottoposte a grandi fatiche.

Secondo il mio modo di vedere
dovrebbero stare accoccolate
su un comodo divano o,
quando restano sedute,
con spigliatezza accavallate.

Come manager in carriera, nell’esporre
le opportune direttive ai collaboratori,
neppure troppo ferme, in piedi,
tanto meno in piazza sul palco, se idealista,
tesa ad imporre la propria opinione.

Pertanto la donna mai dovrebbe cucinare,
sopportare fumi e calore,
tanti sono gli uomini a ciò idonei
indegni di ricoprire altri ruoli
persino quello di stirare o rammendare.

Proprio perché prezioso ai figli, il loro tempo
poterlo dedicare alla lettura, cultura,
conoscenza, preparazione per arricchire
quanto già ha loro donato la natura:
Istinto, maternità, temperamento.

A parer mio le gambe della donna
sono gli estremi limiti del piano di oscillazione
del pendolo divino che dell’Universo misura
il senso di rotazione, sono la differenza
fra “Benvenuto” e “Addio…
…………..
La tua assoluzione o la condanna.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Gambe di donna – nudo artistico arte bianco e nero 

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CHISSÀ CHI!

CHISSÀ CHI!

«Per rendere consapevoli di non essere “Chissà chi!” coloro (female e male) che si ritengono “Chissà chi!” solo per il fatto di poter esibire titoli onorifici (dott., prof., ing., arch., avv., a.d., pres., on., denaro, potere, ecc.) si corre il rischio di apparire “Chissà chi!”.
Chissà chi potrebbe risolvere questo dilemma.»

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: A sinistra una scena tratta dal capolavoro “I soliti ignoti” di Mario Monicelli – A destra Pier Paolo Pasolini e Franco Citti

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IL GRAPPOLO

IL GRAPPOLO

“Quando mi imbatto nell’imbecille di turno (female e male) in un primo momento cerco sempre di farglielo capire ma, nell’arco di pochi secondi, ad egli se ne associano altri formando un vero e proprio “grappolo” che si auto alimenta. Bizzarro non aver ancora compreso che, essendo imbecilli, mai potrebbero intendere che sto cercando di aiutarli.
Forse è per ciò che la mia anormale normalità potrebbe essere intesa come presunzione.
Per l’ennesima volta dovrò rileggere Edmond Rostand”

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Opera di Kenne Gregoire

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FORZA E FRAGILITÀ

FORZA E FRAGILITÀ

“Detesto chi non si espone mai completamente nascondendo almeno una frazione di sé dietro nebulose e mai dimostrate convinzioni. In questo modo si auto conferisce Potere. Forse sta in ciò la mia forza e, allo stesso tempo, dolorosa fragilità.”

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Gustav Klimt – “La filosofia”

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FORSE…

FORSE…

Qui siamo nel cuore della Terra, forse…
Potremmo pure essere in un angolo del paradiso perduto,
il solo posto che ci consenta
di traguardare l’inferno patito.
Qui siamo dove la Speranza potrebbe rinascere,
lassù, in alto, dove i toni di grigio sono tenue parvenza di luce
disegnando l’embrione del viso di un angelo
per morire nel secondo girone
compreso fra la brumosa distesa
ed il femore di un dio accattone.
Qui siamo nell’illusione svanita laggiù,
in basso, oscuro androne
di ombre lamentose.
Qui siamo ai confini dell’Eden
dove gli alberi della Conoscenza
hanno lasciato la loro impronta
generata dal buio della mente.
Qui siamo dove c’è Tutto!
O forse… Niente.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Fulvio Leoncini – “Forse un paesaggio”, 2016 – Tecnica mista su tela dimensioni cm 64×36 – Collezione Mauro Giovanelli

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LA BESTIA DENTRO

LA BESTIA DENTRO

Chi determina follia e normalità? E in che consisterebbe quest’ultimo “stato” della mente? Quindi del “comportamento”? Ossia la capacità di sapersi adattare a codici e tradizioni ovvero stabilire il grado di attitudine ad essere ammaestrati? Solo per portare un banalissimo esempio per quanto mi riguarda il vero maniaco sessuale è colui che in vita sua ha conosciuto una sola partner. Detentore dell’infallibilità, nessun dubbio, ripensamento, emozione… Solo fermezza!
Che sconforto la bestia dentro. Eppure in giro si va propugnando che così deve essere. O no?

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI ARTISTA POST CONTEMPORANEO – “La bestia dentro”

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IL TEMPO DELLE LUCCIOLE…

IL TEMPO DELLE LUCCIOLE…

Quando mele e ciliegie
avevano il verme
ti baciavo le palpebre,
labbra avvertivano pupille
muoversi nel tuo buio,
le mie mani percepivano
ogni brivido del carezzevole
meraviglioso corpo.
Sempre più arrendevole.
E l’erba emanava intenso
odore di muschio
mentre le tue braccia
mi afferravano con appetito.
Il momento di aprire
la vetrosa arbanella
della nonna era giunto,
il tenue lumeggiare delle lucciole
in un soffio svaniva.
Così accoglienti tenebre
spalancavano il firmamento.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

L’immagine in evidenza dovrebbe essere evidente.

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