“DIO NON GIOCA A DADI CON L’UNIVERSO” (*)

“DIO NON GIOCA A DADI CON L’UNIVERSO” (*)

Il sabot dello chemin de fer contiene sei mazzi, ciascuno 52 carte, totale 312, più una neutra che interrompe la sequenza, giacché la sua comparsa segnala essere giunti alla duecentesima estrazione e il colpo che si sta giocando sarà l’ultimo della “taglia”, dopodiché esse saranno tutte nuovamente mischiate per ricominciare da capo. Perché questo? Evitare che chi avesse eccellente memoria, quindi ricordando le duecento già estratte, sia privilegiato nel considerare le probabilità di uscita delle rimanenti 112. E fanno 313 carte totali, una per “solidarietà” verso i più deboli. Il gioco si sviluppa in senso antiorario, come la rotazione della Terra intorno al proprio asse. Un anno comprende 365 giorni, un mazzo esatto in più. Ogni 22 agosto dovrebbe estrarsi l’ultima carta, “Rien ne va plus, les jeux sont faits”. Altro giro. Invece nella nostra società globale la taglia non si mischia in anticipo onde evitare vantaggi ai più favoriti, altrimenti dovremmo interromperci il 233esimo giorno e fare un consuntivo, verificare anomali sociali e rimediare. Pensate quante cose potrebbero accadere nel restante periodo.
Quindi molto più serio e “democratico” lo chemin de fer dove le regole sono precise, inconfutabili, valgono per tutti, al contrario della continua finzione cui ci stiamo adeguando in ogni campo. Persino il giorno più corto dell’anno, quello che corrisponde al Solstizio d’Inverno, che si verifica tra il 21 o il 22 dicembre ci piace festeggiarlo nove giorni prima, il 13, la notte di Santa Lucia quando essa morì nel 304 d. C. durante le persecuzioni dell’imperatore Diocleziano. Questo “stacco” lo dobbiamo a Papa Gregorio XIII che nel 1582, con la bolla papale “Inter gravissimas”, promulgata a Villa Mondragone, impose il passaggio direttamente dal 4 al 15 Ottobre, togliendo quindi 10 giorni dal calendario giuliano, tale era la sfasatura accumulata negli oltre 10 secoli precedenti, quando il solstizio coincideva proprio con la dipartita della Beata. Il calendario gregoriano è quello ufficiale nella maggior parte del Mondo.
Molto accorti i papi nel gestire il tempo. Villa Mondragone… Monte Porzio Catone, presso Frascati a Roma… fu residenza di papa Clemente VIII che, spalleggiato da tal Roberto Bellarmino, gesuita, vescovo e dottore della Chiesa Cattolica, fatto santo, mummificato ed esposto, per la venerazione dei fedeli, nella terza cappella di destra della diocesi di Sant’Ignazio di Loyola, in Campo Marzio, sempre a Roma, poco distante da Campo de’ Fiori dove il più grande filosofo mai esistito fu arso vivo per eresia, dopo otto anni di duro carcere e supplizi da parte del Sant’Uffizio. Quando si parla di questo episodio, il più turpe della storia dell’umanità, e tantissimi altri commessi dai Pontefici, occorre essere precisi, come essi lo sono stati con i calendari. Infatti il 22 dicembre 1920 papa Benedetto XV promulgò il decreto della eroicità delle sue virtù, sempre dell’inquisitore Roberto Bellarmino parliamo; il 13 maggio 1923, durante il pontificato di Pio XI, fu celebrata la sua beatificazione e il 29 giugno 1930, dopo sette anni, fu canonizzato. Ancora più rapida la nomina a Dottore della Chiesa, conferitagli il 17 settembre 1931 sempre da Pio XI. La sua festa liturgica è attualmente il 17 settembre quando avvenne il suo trapasso, chissà per quale direzione… mentre il 13 maggio segna la sua beatificazione. Come ho detto importante è la scrupolosità. Egli è patrono della Pontificia Università Gregoriana, dei catechisti, degli avvocati canonisti, dell’arcidiocesi della città di Cincinnati negli USA.
Direte che c’entra, lo vedremo, anche se per ora, per l’esattezza, avendo ubicato la mummia nella terza cappella di destra della basilica anzidetta, ed essendo io entrato, chissà perché, in un clima gaudente (capita quando cerchi di nascondere lo sdegno) mi verrebbe da dire:
“Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo? No, mi permetta. No, io… scusi, noi siamo in quattro. Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribài con cofandina? Come antifurto, per esempio. No, aspetti, mi porga l’indice; ecco lo alzi così… guardi, guardi, guardi. Lo vede il dito? Lo vede che stuzzica? Che prematura anche? Ma allora io le potrei dire, anche con il rispetto per l’autorità, che anche soltanto le due cose come vicesindaco, capisce? No, no, no, attenzione! Noo! Pàstene soppaltate secondo l’articolo 12, abbia pazienza, sennò posterdati, per due, anche un pochino antani in prefettura… senza contare che la supercazzola prema turata ha perso i contatti col tarapìa tapiòco… dopo antani, come se fosse antani, anche per il direttore, la supercazzola con scappellamento a destra, per due, grazie” (1)
Questa è divagazione? Bestemmia? Nonsense? Ma non rispecchia il consorzio umano dove finzione, ipocrisia, trucco, stratagemmi, imbrogli, incomprensioni trovano terreno fertile? Dobbiamo stare alle regole che ci siamo dati? Quindi alle feste comandate farci tanti begli auguri? Felice Natale, buon anno, serena Pasqua, trascorri un ottimo ferragosto… e sarebbe un guastafeste chi, in tali circostanze, dovesse dire, così tanto per, che la prima cosa che dovrebbe fare un cardinale appena eletto Capo della Chiesa Cattolica, sarebbe quella di rivalutare Giordano Bruno, un genio indiscusso, chiedergli scusa e perdono per averlo bruciato vivo, averci privato di chissà quali altre invenzioni, prostrarsi di fronte al suo talento e lasciare Roberto Bellarmino dove si trova per la famosa regola d’oro… chi osasse tanto passerebbe per maniaco?
E se uno qualunque aggiungesse, puro azzardo questo, di augurarsi che per gli anni a venire sarebbe giunto il tempo di passare dalle parole ai fatti come, ad esempio, che il Vaticano rinunciasse “motu proprio” all’otto per mille in modo da “alleggerire” il carico fiscale degli italiani, mettere a disposizione l’enorme patrimonio immobiliare di cui dispone, esigere che venga tassato su ogni proprietà che occupi suolo pubblico italiano, luoghi di culto compresi, pure le chiese intese come edifici che, nel nostro Paese, si aggirano intorno alle 36 mila, così a valere per tutte le confessioni, come del resto è imposto ai cittadini comuni e persone giuridiche. Convocare i Capi di Stato e colloquiare direttamente con loro sbattendogli in faccia i reali interessi per cui fanno politica e organizzano “esportazione di democrazia” o “missioni di pace”… solo dove c’è abbondanza di materie prime, nonché risorse energetiche. Dichiarare apertamente che i Palestinesi sono stati espropriati di gran parte del loro territorio, che qualsiasi persona di buon senso sa benissimo cosa si nasconde dietro il terrorismo e i continui conflitti in Medio Oriente. Fare piazza pulita nello IOR, liberarsi della moltitudine di cardinali e vescovi dai quali è circondato, coloro che tutto perseguono meno che la Parola di Cristo, schierarsi davvero e concretamente con i deboli, invitare e sollecitare i “mass media” ad una “informazione” giusta, imparziale, “civile”, denunciare ad ogni omelia gli spudorati stipendi dei parlamentari italiani, i più alti del Pianeta, e i vergognosi benefici di cui godono… invece di riceverli in udienza con tutti gli onori. Adesso che l’attuale Capo del Governo va dicendo ai quattro venti che tante cose sono state realizzate (come da copione) e l’anno prossimo sarà quello dei “valori”, mi sembrerebbe il momento giusto.
Insomma ci sarebbe molto da fare, senza alcun dubbio. Gesù buttò all’aria i banchi dei pubblicani e commercianti cacciandoli dal Tempio… senza pensarci due volte.
“Dio non gioca a dadi con l’Universo” fu la celebre affermazione di Albert Einstein (*) mentre era in procinto di sviluppare ed elaborare la teoria della Relatività. Il Potere non applica le regole eque e precise dello chemin de fer, aggiungo io, neppure inserisce una carta neutra tanto per ridurre un poco la sproporzione fra deboli e privilegiati. Si muove a caso, a vanvera, un tanto al chilo nel depredare il popolo a favore di una minuscola porzione di autoproclamatisi “eletti”.
Se per caso vi avessi annoiato, o indotti a pensare che con la testa non ci sia poi tanto o, ancora peggio, vi avessi guastato la giornata, chiedo scusa e… tanti auguri per gli anni a venire.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine ricavata dal web – Fotomontaggio eseguito dall’Autore

(1) da “Amici miei” – film italiano del 1975 – diretto da Mario Monicelli – La sequenza di frasi sono del Conte Lello Mascetti magistralmente interpretato da Ugo Tognazzi.

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TERRORISMO… DIPENDE DAI PUNTI DI VISTA

TERRORISMO… DIPENDE DAI PUNTI DI VISTA

Dipende dai punti di vista. Ad esempio il terrorismo è affatto inutile per chi lo osserva dall’angolo laggiù in fondo, fetido e scuro, dove viscide pantegane con sembianze del genere “homo” entrano ed escono freneticamente dai luoghi di riunione, nauseabonde caditoie rugginose e marcescènti…

Mauro Giovanelli – Genova
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FULVIO LEONCINI – Artista toscano – Fotografia e tecnica digitale

FULVIO LEONCINI – Fotografia e tecnica digitale

Tutto combacia Fulvio, hai trovato la chiave di lettura del nostro inconscio, la combinazione che spalanca la visuale sull’intera umanità, senza appannamenti, ciò che davvero siamo nel momento in cui, come dice il grande Pitigrilli, “l’angolo morto della lotta per la sopravvivenza si restringe al punto da infrangere la tregua del vivere civile, il senso di amicizia, la solidarietà.” Eccellente!

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI Artista toscano – Fotografia e tecnica digitale

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UNO È L’INTERO

UNO È L’INTERO

Amore,
solo amore.
In questo istante
trascorso nel silenzio
dell’inconcludenza,
e nel successivo,
adesso,
anch’esso fuggito.
Mentre scrivo
scorrono attimi
inarrestabili
e silenziosi.
Amore,
sempre amore.
Per te.
“Tanti sono gli uomini
a questo mondo…”,
mi dicesti
una volta,
neanche troppo tempo fa.
Ora tarda, acquazzone,
chiusi in auto,
vetri appannati.
Non concludesti la frase,
necessità di fare pipì,
di ciò mi informasti
con soavità, uscendo.
Accoccolata come una ranocchia,
mutandine a mezza coscia,
stavi espellendo
tutto lo champagne,
non più ghiacciato.
Scesi con il tuo ombrello
mi inginocchiai dinanzi,
proteggendoti,
eravamo a fianco
della vettura,
ti fissavo, mi guardavi.
La pioggia battente sulla tela
unica intrusa
a ricordarci di non essere
lontani, in un punto remoto
di questo Universo
solo nostro.
Il braccio si protese
fra le tue gambe,
e il liquido caldo
fu fonte sorgiva
che riempì il palmo
della mia mano
fattasi coppa.
Aumentò il piacere
di saperti mia,
e solo il bello mi apparteneva.
Mi sovvenne il Petrarca
“Mostrar la palma aperta…”
così, al femminile, i grandi
definivano la superficie
opposta al dorso delle estremità,
che pure questo offrii
al battesimo tuo
che infuse calore,
e il gocciolar dalle punte delle dita
amabile visione.
Come tu facesti
molte volte con me.
Ricordi? Ti piaceva
guardare, frapporti al getto,
poi accarezzavi il sesso
e ogni volta esclamavi:
“Ma con tutti quelli
che ci sono a questo mondo
perché voglio solo lui?
Lo ambisco, lo amo
come fosse un altro di te.
Irrinunciabile.”
Oggi è amore,
ricordi, nostalgia,
sofferenza,
assenza, inutilità.
I secondi scorrono,
monchi di una metà.
Non so dove sei.
Affronto i giorni,
mattina che fugge,
pomeriggio pura formalità,
pausa fugace la sera.
Il buio della notte
comprime i ricordi,
dilata i sogni,
è ingannatore,
bugiardo, dà la speranza
di un domani diverso
ma il pensiero
non è negligente.
La mia mente è la prora
di un battello infernale
al centro di perfide
tempeste che si susseguono.
Due masconi
le mie tempie che pulsano,
a intervalli schiaffeggiate
dai tuoi gesti,
buccia di pesca la pelle,
il modo di offrirti,
adorarmi,
frangenti implacabili,
ondate di dolore pungente
che travolgono
e si allontanano…
tra un gorgogliare di schiuma
bianca, effervescente,
bolle e bollicine,
chiazze,
come vino spumante versato
sbadatamente a terra,
o urina benedetta,
…per ritornare con più forza,
violenza inaudita
mettendo a dura prova
l’involucro
e il meccanismo interno.
Quante mi passano accanto,
incrociano la mia vita! Ma…
perché voglio solo te?
E tutto ciò che ti porti appresso?
Qual è il mistero?
La dualità
che diventa armonia,
fusione.
Ecco cos’è! Ho trovato.
L’incastro perfetto della loghia 22,
testo gnostico di Tommaso,
l’autentico insegnamento
del Rabbi Jeoshu ha Nozri:
“Allorché di due farete uno…
troverete l’entrata del Regno”

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: opera di Kenne Gregoire

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VOLVER

VOLVER

Dio non esiste,
quindi
neppure il Demonio.
I dèmoni sì.
Ti entrano dentro
all’improvviso,
senza bussare,
non li senti ma…
s’impossessano
della mente,
portano ricordi
tuoi e suoi.
Nulla gli sfugge,
loro sanno
della vita, la morte,
dolore, gioia,
esaltazione, pena,
orgasmo, quiete…
e altro ancora.
Tutto.
Del resto
ti sono figli,
tu li hai generati.
Questo succede
quando sei sbadato
e lasci qualcosa di
troppo
importante.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Fulvio Leoncini artista toscano – Fotografia ad intervento digitale

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MANCANZA

MANCANZA

Vorrei sapere
se capita pure a voi.
Ci sono momenti
in cui ho contezza
del volume,
non la mole,
neppure la massa,
più corretto dire
cubatura
o tutte le cose insieme.
L’estensione che occupo
nello spazio,
la porzione
infinitesimale,
quel tanto che basta
a definire me.
Per ora.
Lo penso spesso
anche degli altri
quando mi aggiro
tra la folla.
Meglio ancora mentre,
seduto su una panchina,
lascio che defluisca dinnanzi.
Noi siamo ciò
che occupiamo
e
a pensarci bene
non è una situazione
confortante.
Condannati all’instabilità,
in senso strutturale intendo.
Importante no?
E terribile!
Ciò che pensiamo,
sogni, speranze, ambizioni,
non potranno essere
supportati a lungo.
Come il diamante,
forma allotropica
del carbonio
i cui atomi,
disposti in reticoli cristallini,
realizzano un volume
che cattura luce
e la irradia.
Ma attimo dopo attimo
tende all’appiattimento
diventerà grafite,
bidimensionale,
scura, poi…
neppure più quello.
Materia!
Di ogni cosa resterà
materia,
forse,
senza riverberi,
concetti,
ricordi,
brillantezza.
In questi istanti
intuisco il nulla.
Allora devo correre
da te.
Sei a letto, dormi,
mi spoglio,
scivolo con cautela
sotto le coperte,
mi avvicino
al tuo corpo.
Il calore
che avverto
mi dona
l’eternità.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Opera di Jean-Michel Basquiat

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JE SUIS…

JE SUIS…

Adesso molti cominceranno a dire: “Io sono Lussemburgo”, “Je suis Luxembourg”, “I’m Luxembourg”, ed è giusto, è accaduta l’ennesima strage di “persone occidentali”, un ulteriore schiaffo alla “blindatura” di cui sproloquiano i vari leader di partiti che da questi fatti drammatici attingono nuova linfa per obiettivi puramente elettorali, null’altro. Sono vicino ai parenti delle vittime del tristissimo accadimento odierno come mi sento altrettanto colpito dalle quotidiane notizie che ci informano della inarrestabile moria di bambini, donne, uomini che stanno fuggendo dalla guerra. Per tralasciare la Palestina e altri “siti” infuocati.
Si vocifera di un possibile “attacco” a Roma e come prevenire tale evenienza, contrastarla, cautelarci poiché, al contrario alle rassicurazioni di Alfano, c’è chi ritiene che la situazione di molti quartieri ne “La grande bellezza” sia fuori controllo per assenza completa di ogni tipo di sicurezza e rispetto della legge. Io mi fido più di costoro.
Se così fosse… da un punto di vista pratico, dell’emergenza, non sarebbe solo un problema di alcuni rioni della Capitale, bensì dell’intero Paese in cui tale latitanza di “protezione” dei centri urbani e mancato rispetto della legge è ai massimi livelli ossia dai centri di Potere finanziario e politico discende fino alle periferie e campagne. Non a caso l’Italia è testé entrata nella top ten delle Nazioni più corrotte e ignoranti del Pianeta. Ben “protetti” sono i nostri Governanti con tanto di scorte e auto blu superblindate.
Cercando di essere un po’ lungimiranti mi permetto di aggiungere che nel celebrare il funerale del comunismo e la conseguente caduta del muro di Berlino, nel 1989 ebbe inizio la fine del “sistema” economico su cui si reggevano e tutt’ora vengono puntellati i rapporti internazionali. Il “capitalismo” o “liberismo” o come diavolo lo si vuol chiamare è un malato in fase terminale e porterà tutti al massacro qualora non si dovessero adottare le necessarie contromisure. Non è sostenibile un Mondo dove all’ 1% dell’intera popolazione spetta la metà della ricchezza globale e il resto delle risorse è in mano a un quinto degli abitanti. O no?
L’ignoranza e il fanatismo religioso, di qualsiasi fede esso si colori, faranno il resto.

Mauro Giovanelli – Genova
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CONTRATTEMPI

CONTRATTEMPI

Due volte!
Riprendermi ciò
che sempre ho avuto.
Andare lontano,
disgiungermi,
coprire distanze,
cercare.
Colpa mia se
ogni volta
è svanito.
Importante curare
i dettagli,
metodo pratico,
veloce,
bagagli stipati
nella memoria.
In un solo sguardo
muti saluti
agli affetti importanti.
Territorio isolato,
indugio un istante,
non è semplice avviarsi.
La scelta
trascina qualcosa.
Tremore,
aroma di erba bagnata,
Foglia dispersa
portata dal vento
mi afferra e si acquieta.
Avverto profumi
nell’aria,
in cielo
nuvole bianche mai viste,
dense, massicce.
Fragore del vuoto,
ricordi, immagini, istanti di gioia.
Non ho valutato
un aspetto,
diventa opprimente,
si insinua,
scava il cervello,
lo soffri per gli altri.
Può avere importanza?
È opportuno rinviare:
neppure uno scritto
ho lasciato.
Sono presente,
stanco, svogliato.
Alzo la testa,
mi sta dinanzi,
è capitato,
neppur l’ho cercata.
Però la sentivo.
Un’altra di lei!
Senza dubbio.
La pelle, il sangue,
gli occhi, armonia,
non mentono mai.
Com’è accaduto?
Il senso del mio tragitto,
dal prima
all’oltre che attende,
di colpo svanisce.
Anni vitali,
attrazione, passione violenta,
sesso sfrenato senza pudore,
intesa perfetta,
soavità, desiderio,
calore, amore.
Ho vinto di nuovo!
Mi sento immortale.
Ma il tempo…
questo concetto
che non riesco a ghermire
mi segue.
Perché non rimane
fra quanti mai nati?
Bella domanda,
non sarebbero tali,
dunque è compagno
molesto
di un percorso
che non ho reclamato.
Gualcisce consistenze,
nulla gli sfugge,
penetra ovunque,
mi tiene per mano,
pigramente uccide
e spegne la luce.
Nella penombra decido:
lo devo annientare,
stavolta…
vietato esitare.
Felice, risoluto,
giornata perfetta,
mi godo i parenti,
la gente, spuma del mare,
strade, viali alberati, amici,
mi incanto
a guardare vetrine,
risate insolenti,
un caffè da gustare
tutto è plausibile ormai.
Sono partito!
Viaggio stupendo,
ogni cosa sbiadisce,
turbinio convulso
in abissi accoglienti,
lontananze prive
di diversità,
mi sento al caldo
e sicuro.
D’improvviso
son sveglio.
Cazzo!
Mi hanno bloccato.
Eppure…
neanche due righe
avevo lasciato.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: L’inizio di una storia sulla pelle. @marchiaturificio ‪#‎educazionesiberiana ‪#‎storiesullapelle ‪#‎marchiaturificio ‪#‎tattoo ‪#‎siberiancriminaltattoo

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NON È MAI ACCADUTO

NON È MAI ACCADUTO

Se della vita
ho capito tutto,
quanto mi basta,
ciò che ho conosciuto,
vissuto,
è consono,
chiaro,
inequivocabile.
La visione
del percorso umano
è a tal punto nitida,
abbagliante
da scorgerne pure
il futuro…
Se non vedo
altri miraggi
da inseguire
in questo viaggio
che si riduce,
senza sosta,
ad attraversare
varchi,
entrare e uscire,
porte da aprire
e chiudere,
penetrare, venire,
staccarsi,
riaversi.
Abbandonare,
lasciarsi qualcosa
alle spalle,
andare incontro
a qualcos’altro…
Se il bagaglio
che ho accumulato
è impegnativo,
pesante,
stracolmo di sogni,
speranze,
compiacimenti,
ricordi,
rimpianti,
melanconia,
bene e male,
dubbi e certezze,
alternanze di
eccitazione e
mancanza…
Se più nulla
mi stupisce,
un gabbiano
che vola basso
sfiorando,
con abilità,
i marosi,
il deserto,
Petra,
basalti,
Leptis Magna,
nuvole,
Teotihuacan,
calore del sole,
il confortevole
abbraccio
del mare…
Allora è il momento
di partire,
guardare oltre,
abbandonare l’intero,
portando con me
un inconsistente
frammento
del dubbio che,
solo per te Amore,
potrei sbagliare.
Anche se mai
è accaduto.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Fulvio Leoncini artista toscano – 13 stazioni per Lady Cahatterley – cm. 30 x 30 – tecnica mista

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