Archivi categoria: Cinema

Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci

Anni ’70 divorati dall’esistenzialismo di Camus, Sartre, eviterei di inserire Moravia che, pur leggendolo avidamente, l’ho sempre percepito… Commerciale. Piuttosto Elsa Morante, la moglie, e la sua “Storia”. Grande scrittrice, autentica, senza fronzoli, forzature, sciolta. Neppure Pasolini, troppo realista, al confine, immenso, non catalogabile, che ci lasciò nel 75. Piuttosto Pratolini ed il suo “Cronaca Familiare”, sempre troppo poco citato.
Tornando al film… Un capolavoro, assoluto, è la vita, nuda e cruda, così come è, ci devasta ma troviamo in essa scintille di amore, eternità. Fotografia splendida, inquadrature perfette, scenografia suggestiva… Sarebbe ingiusto accostare alcune immagini a “Deserto rosso” di Antonioni. Due giganti.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA

VIA COL VENTO

VIA COL VENTO

A parer mio la frase più celebre del colossal “Via col vento” è quella che pronuncia Ashley Wilkes (Leslie Howard) a Rossella O’Hara (Vivien Leigh) e Melania Hamilton (Olivia de Haviland) quando quest’ultima, raggirata dall’amica, sgrida il marito per essersi rifiutato di lavorare per lei ad Atlanta:

“E va bene… Siete in due contro di me…”

Mitica!

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Locandina del film “Via col vento”

RIPRODUZIONE RISERVATA

MA CHE COMPASSO! IL PENDOLO DI FOCAULT…

MA CHE COMPASSO!
IL PENDOLO DI FOCAULT…

L’ultima strofa di una mia poesia, titolo “IDONEA DESTINAZIONE” così fino a ieri recitava:

“————–
A parer mio le gambe della donna
sono aste del compasso
che nello spazio siderale misura le coordinate
fra “benvenuto” e “addio”.
La tua assoluzione o la condanna.”

Infatti non più tardi di ieri una gentile amica mi segnalò di ricordare che nel film “L’uomo che amava le donne (L’homme qui aimait les femmes)” di Truffaut, 1976/77, dal protagonista (Charles Denner) viene pronunciata la seguente frase:

“Le gambe delle donne sono come dei compassi che misurano il globo terrestre in tutti i sensi, dandogli il suo equilibrio e la sua armonia.”

Per le molte coincidenze che, se da una parte mi gratificano dall’altra risultano indigeste, ho riflettuto, rivisto interamente il filmato inviatomi (della pellicola non ricordavo tale locuzione) e verificato che il doppiaggio rispecchiasse la versione italiana. Anche se il mio pensiero allarga gli orizzonti uscendo dal Pianeta il termine “compasso”, di cui non esistono sinonimi appropriati, ormai risultava inadatto. Ho pure pensato che per la gente sarebbe stato più facile e piacevole credere a Truffaut… Bah! Necessitava uno strumento di calcolo o verifica composto da aste o similari che per l’utilizzo debbano aprirsi e chiudersi e riassumesse, ampliandolo ulteriormente, il mio concetto. Mica facile!
Immediatamente… “Il pendolo di Focault” esposto al museo della tecnica di Parigi e romanzo (bellissimo) di Umberto Eco! Illuminazione!
Ecco il risultato:

“————–
A parer mio le gambe della donna
sono gli estremi limiti del piano di oscillazione
del pendolo divino che dell’Universo misura
il senso di rotazione, sono la differenza
fra “Benvenuto” e “Addio…
…………..
La tua assoluzione o la condanna.”

Voi cosa ne pensate?

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Locandina del film ““L’uomo che amava le donne (L’homme qui aimait les femmes)” di Truffaut, 1976/77

RIPRODUZIONE RISERVATA 

IL CRETINO PARTE III – VERITÀ e LEALTÀ

IL CRETINO PARTE III
VERITÀ e LEALTÀ

Vi sto chiedendo se, con feroce puntualità, capiti inaspettatamente pure a voi di imbattervi in “combriccole” dove non si riesca più a comprendere chi siano i “finti” amici e/o gli irrazionali avversari che squallidamente, a quota periscopica, trascorrono il loro tempo lanciando siluri a “destra e manca” (titolo di un mio libro) al solo scopo di “apparire” importanti, anzi “indispensabili”. Di più: “protagonisti” e “geniali”.
Avverto quindi la necessità di puntualizzare alcuni particolari indubbiamente sconosciuti a molti:
In veste di conduttore e critico nell’agosto scorso ho avuto il privilegio, SU INSISTENZA DI QUALCUNO/A, di partecipare ad un evento dedicato a degna e bellissima persona oltre che grande uomo.
Per libera scelta e solo in virtù di quanto nel passato ho ricevuto in termini artistici da un genio della cinematografia NON HO PERCEPITO ALCUN COMPENSO per tale incarico anzi è stato pure grande piacere provvedere personalmente al viaggio e la permanenza in loco gustando A MIE SPESE le prelibatezze della splendida regione in cui ho soggiornato 32 ore escluse 16 ore di treno (aerei strapieni).
Ho dedicato molto del mio tempo a far sì che le cose andassero nel migliore dei modi pur in intervalli ristrettissimi nonché SORPRESE, INIMMAGINABILI IMPREVISTI organizzativi pre, durante e post rassegna. Ricoprendo nella circostanza il ruolo di Comandante dell’astronave (carica già sperimentata in passato nei due anni da ufficiale) me ne sono assunto ogni responsabilità e, senza tirare in ballo la compagnia di bandiera, timoniere, nostromo, capitano in seconda, ecc. (del tipo “Schettino” tanto per intenderci) ho pure tamponato la falla aperta da altri e respinto i marosi dei soliti “professionisti” della “critica a cielo coperto”.
Di questa bellissima avventura, a mio avviso e NONOSTANTE TUTTO, ho redatto un libro che parrebbe stia suscitando impensabili e contorte… come dire? Immaginazioni? Se tali fossero scaturiscono da persone incapaci di pensare (e tacere).
Or dunque: Tutto quanto redatto dal sottoscritto (poesie, commenti critici, interventi, esposizioni, esegesi, spiegazioni e quant’altro) fa capo esclusivamente al medesimo, il solo a detenerne LA PROPRIETÀ INTELLETTUALE. La differenza fra una “brochure” (compilata sempre con mio materiale per un NUMERO LIMITATISSIMO di copie) ed un libro con tanto di codice ISBN e Copyright è semplice. La prima viene fatta stampare su MIA CONCESSIONE come da pregressi accordi fra terzi (che ignoro), mentre un volume di 80 pagine può essere acquistato da chiunque ed in qualsiasi momento per proprio uso personale. In sostanza è qualcosa che perdura nel tempo e focalizza gli accadimenti di quel caldo, intimo, distintivo e “sorprendente” avvenimento.
A tal proposito prego vivamente di evitare il “KILLERAGGIO POSTALE” nei miei elaborati come incresciosamente avvenuto nella presentazione del libro testé citato. Commissione perpetrata per mano di certo G.P. con linguaggio sgangherato di stampo mafioso. Indubitabile che costui, mai visto e conosciuto, abbia agito su “invito” di QUALCUNO/A (credo di conoscere il/la mandante).
Se certuni godono nel partecipare a funerali muniti di pailettes, cotillons e stelle filanti si accomodino ma restino fuori dal mio salotto.
Grazie per l’attenzione.

P.S. Prego il/la destinatario/a del materiale da me inviatogli/le di restituirlo ad avvenuta stampa della brochure e comunque non oltre il 31 dicembre 2017.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Domenico Cambiaso – Porto di Genova – metà 800 circa

RIPRODUZIONE RISERVATA

SCRIVO A PASOLINI

“SCRIVO A PASOLINI”
Articoli, commenti, poesie, riflessioni

►CODICE ISBN: 9788892329935

ACQUISTO:

►IN TUTTE LE LIBRERIE La FELTRINELLI
►ON-LINE sul sito www.lafeltrinelli.it
►ON-LINE sul sito www.ilmiolibro.it
►ON-LINE su IBS.it

Profilo dell’Autore (di Dario Rossi Speranza):

Mauro, sei proprio una cara persona, ricca di risorse e di sorprese, come non volerti bene! Il tuo magma intellettuale si auto produce senza pause in grande prodigalità e così accade che la tua copiosa messe venga giù come un fiume carsico che filtra in ogni dove e non conosce ostacoli. Nell’impeto e nel volume di questo tuo precipuo tratto ti vedo, se me lo concedi, molto somigliante al massivo impatto e nella “follia” del geniale padre di Zarathustra, novello Nietzsche postmoderno, anche alquanto nichilista ed esistenziale, con il quale condividi la gran Virtù di scrivere, argomentare e produrre Senso pure “senza pensare” come confessava alla sua rigorosa Coscienza il grande intellettuale di Röcken. Ma non sarò di certo io a censurare la tua iperattività caro amico, perché noi siamo involontari complici dell’aggressione totale ai Saperi ed alla Conoscenza! Troppo simili per non sostenerci a vicenda sino all’ultima strenua parola immagine o pensiero! Anche se il Filosofo asseriva che “nessuno è perfezione”, noi tendiamo sovente a quella, la lambiamo pericolosamente e veniamo costantemente molestati dal suo pensiero. Ma non per nutrire scioccamente i nostri rispettivi Ego, giammai potremmo essere vanagloriosi o peggio narcisi, ma solo per rendere più fruibile ed allettante la nostra produzione e per sopravvivere a noi stessi provando a vincere la Caducità dell’Essere, del Vivere e delle Cose tutte attraverso la Ricerca senza tregua della Bellezza, Verità e Conoscenza Universale che da Forma incolore senza consistenza quale oggi noi siamo si traduca in Essenza primigenia di ogni inizio, a dispetto di quel Dio troppo assente nella drammatica Vicenda Umana…
Dario Rossi Speranza

CINEMA & ARTE

“CINEMA & ARTE”

►CODICE ISBN: 9788892335547

ACQUISTO:

►IN TUTTE LE LIBRERIE “La FELTRINELLI”
►ON-LINE sul sito www.lafeltrinelli.it
►ON-LINE sul sito www.ilmiolibro.it
►ON-LINE su IBS.it
CINEMA & ARTE

(Mostra arte contemporanea)
agosto 2017 teatro “Grandinetti” – Lamezia terme
partecipazione straordinaria opere di CARLO RAMBALDI

ESPONGONO: Cosimo Allera – Elisa Donetti – Elisabetta Macrì (in arte Lisam Perla) – Enrico De Sisto – Fabrizio Gatta – Giacomo Mozzi – Gianfranco Bianchi – Lino Monopoli – Lorenzo Bersini – Luciano Cantoni – Luciano Tigani – Marco Creatini – Maria Pia De Micheli – Mario Longhi – MBU-69 Artist – Nino Romano – Nuccio Gambacorta – Valeria Ballestrazzi Balleva – Jessica Spagnolo

INDICE
PRESENTAZIONE
RINGRAZIAMENTI
COSÌ EBBE INIZIO…
POESIA “DANIELA”
MAX BARONI “poeta del respiro”
GABRIELLA SPADARO, MIRELLA AVENOSO e PAOLA FORTUNA
POESIA “FOSSI SPECCHIO”
POESIA “AL LIMITE”
NELLO SPAZIO NESSUNO PUÒ SENTIRTI URLARE
POESIA “DAL PALCO…”
COMMENTO CRITICO PER CIASCUN ARTISTA
DIETRO LE QUINTE (ma non proprio)
COSÌ SI CONCLUSE…
POESIA “BALLERINA”
MAURO GIOVANELLI intervista LORENZO BERSINI
THE END

“CINEMA & ARTE” di Mauro Giovanelli – Genova

Introduzione, presentazione ed Autore Prof. Mauro Giovanelli – Genova

“…Esistono due modi
per non apprezzare l’Arte.
Il primo consiste nel non apprezzarla.
Il secondo nell’apprezzarla con razionalità.”
(Oscar Wilde)

Annunziata staltari celea
Associazione culturale “Gli artisti del quadrifoglio”
E
Angela Maioli parodi
ARTEPOZZO “ENERGIE D’ARTE CONTEMPORANEA”

presentano

“CINEMA & ARTE”
(Mostra collettiva di arte contemporanea)
Dal 5 al 27 agosto 2017 presso teatro “Grandinetti” – Lamezia terme CZ

Con la partecipazione straordinaria della pittura del grande maestro Carlo rambaldi

Introduzione, conduzione ed Autore prof. Mauro Giovanelli – Genova

Espongono

Cosimo Allera – Elisa Donetti – Elisabetta Macrì (in arte Lisam Perla) – Enrico De Sisto – Fabrizio Gatta – Giacomo Mozzi – Gianfranco Bianchi – Lino Monopoli – Lorenzo Bersini – Luciano Cantoni – Luciano Tigani – Marco Creatini – Maria Pia De Micheli – Mario Longhi – MBU-69 Artist – Nino Romano – Nuccio Gambacorta – Valeria Ballestrazzi (Balleva) – Jessica Spagnolo

CON LA FATTIVA COLLABORAZIONE DI:

Daniela Rambaldi, vicepresidente del Museo “Fondazione Rambaldi” E MADRINA DELL’EVENTO – Giuseppe Lombardi, direttore “Fondazione Rambaldi” – Ing. Francesco Grandinetti, “Teatro Grandinetti” Lamezia Terme – Sebastiano Catte, giornalista Ethos Edizioni – miraggiodilux Lucio Russo ph

ED IL PREZIOSO CONTRIBUTO DI:

Max Baroni, poeta del respiro – Gabriella Spadaro, danzaterapeuta – Mirella Avenoso, danzaterapeuta – Paola Fortuna, danzaterapeuta
COSÌ EBBE INIZIO…

Marilina

…proprio in quel momento
sciolsi le briglie del pensare,
sguinzagliai ogni nozione
per cedere il mio universo
a differente emozione.
Allora mi persi
nell’appurare quanto,
con la propria esistenza,
ciascuno potrebbe offrire.
L’istante che notai franchezza
priva di recitazione,
eleganza innata,
si respira, percepisce,
procede inosservata,
stile che nella natura
mimetizza ogni movenza,
bellezza di scultura
eseguita da sommo maestro.
Nella realizzazione
egli guardò al Cielo
dissipando l’ispirazione.
Semplicità fattasi arte pura.
Fu al calar della sera
che vidi Marilina.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
TUTTI I DIRITTI RISERVATI ALL’AUTORE

“Nello spazio nessuno può sentirti urlare.”

Spente le luci della sala cinematografica è questa la tagline che nel comparire improvvisamente sullo schermo smorza ogni brusio. La frase breve e diretta riassume in modo istantaneo quanto ci verrà proposto dalle immagini a seguire costringendo lo spettatore a raddrizzarsi verso lo schienale della poltrona per rimanervi inchiodato fine alla fine del film. “ALIEN”! Del grande Ridley Scott, forse il più celebrato, discusso e rivisitato in successive opere non meno coinvolgenti, è uno dei tanti capolavori di questo regista. Non oserei neppure relegare tale pellicola nel genere fantascienza poiché tratta sì di un futuro ormai alle porte ma scava passato e presente del nostro inconscio riportando a galla paure e incubi ancestrali, senso del vuoto, spazio infinito, mistero, buio, ignoto minaccioso e angosciante.
Tutto ciò grazie ad uno dei maggiori artisti cui il nostro Paese ha dato i natali: Carlo Rambaldi nato a Vigarano Mainarda (Ferrara) il 15 settembre 1925 e morto a Lamezia Terme il 10 agosto 2012 dove viveva. Noto a livello internazionale per le sue opere in campo cinematografico vinse tre premi Oscar per i migliori effetti speciali prima in “King Kong” di John Guillermin del 1976, “Alien” (1979) ed in ultimo “E.T. the Extra Terrestrial” (1982) di Steven Spielberg. Emozionando il mondo intero con quest’ultimo lavoro, probabilmente la sua opera migliore, ha voluto dissipare nell’azzurro delle pupille della creatura protagonista venuta dall’abisso degli spazi siderali ogni timore instillato dal predatore Xenomorfo privo di occhi visibili.
Diplomato geometra e laureatosi all’Accademia di belle arti di Bologna, nel 1956 Carlo Rambaldi inizia a frequentare gli ambienti della produzione cinematografica italiana per il film Sigfrido di Giacomo Gentilomo e successivamente lavorando al seguito di registi dello spessore di Mario Monicelli, Marco Ferreri, Pier Paolo Pasolini, Dario Argento, sempre con Spielberg per “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (1977) e “Dune” (1984) di David Lynch. Egli è stato il primo e forse unico autore di effetti speciali obbligato a provare dinanzi a un giudice la natura artificiale di quanto realizzato nei film. Infatti per la scena della vivisezione canina in “Una lucertola con la pelle di donna” (1971) di Lucio Fulci, quest’ultimo venne citato in tribunale con l’accusa di crudeltà verso gli animali. Fulci sarebbe andato incontro ad una severa condanna penale qualora Rambaldi non avesse fornito alla Corte la “prova provata” delle sue capacità di far apparire come “veri” i fantocci di cani utilizzati per le riprese. È un di più sottolineare che quando nel 1971 venne riaperta l’istruttoria in merito alle circostanze sulla morte di Giuseppe Pinelli, il magistrato inquirente dispose un esperimento giudiziale per ricostruire le modalità di caduta del corpo ed a Carlo Rambaldi fu commissionato il manichino che duplicasse in ogni minimo particolare le caratteristiche della vittima. Tutto questo la dice lunga sulla creatività dell’artista.
Successivamente negli USA, ad Hollywood, Carlo Rambaldi affinerà il suo ingegno mediante l’utilizzo della meccatronica (effetti speciali ottenuti con l’unione di meccanica ed elettronica).
È stato membro del “Comitato d’Onore dell’Ischia Film Festival” e “Accademia ACT Multimedia” di Cinecittà nonché giurato della manifestazione di Assisi, il “Calendimaggio”. Dopo la sua morte il Comune calabrese di Motta Santa Lucia (Catanzaro) creò il “Premio alla memoria di Carlo Rambaldi”, futura collaborazione fra il Comune e la “Fondazione Rambaldi” la cui onorificenza fu ritirata dalla figlia Daniela Rambaldi per mani del Sindaco Amedeo Colacino.
Oggi per la prima volta in esclusiva mondiale saranno proposte le opere pittoriche di questo Maestro degli effetti speciali grazie ad Annunziata Staltari e Angela Artepozzo rispettivamente della “Associazione Culturale-Internazionale Artisti del Quadrifoglio” e “Organizzazione Artepozzo”. Due persone attive nel mondo dell’arte, tenaci, appassionate, capaci, competenti ed esse stesse autrici.
Scontato e quasi imperativo il fatto che sia proprio la città di Lamezia ad ospitare questa prima mostra dal titolo “Arte e Cinema” circa l’attività pittorica di Carlo Rambaldi avendo egli stretto da sempre un forte legame affettivo con la Calabria dove decise di trascorrere gli ultimi anni di vita pur essendo nato in provincia di Ferrara. Quindi Lamezia come prima tappa per l’esposizione delle opere del “padre” di E.T. ha un significato particolare che “Artepozzo” e “Quadrifoglio”, in collaborazione con Daniela Rambaldi vicepresidente del Museo intitolato al padre, il 5 agosto prossimo sanciranno al teatro Grandinetti esibendo la multiforme creatività del nostro genio oltre ad esecuzioni di altri pittori, scultori e fotografi invitati dagli organizzatori a condividere l’evento.
Poco o niente conosco circa l’aspetto del tutto artistico di Carlo Rambaldi ed in “rete” è pressoché impossibile trovare immagini dei suoi lavori giustamente custoditi con avvedutezza dalla figlia Daniela. Meglio così, ci sono state regalate ulteriori ed inedite emozioni e nel silenzio e rispetto di questo grande Artista abbiamo avuto modo di valutarne appieno la grandezza.

Adesso la commemorazione del nostro geniale Carlo Rambaldi si sta allontanando nello spazio e nel tempo lasciandosi dietro una scia luminosa di speranza per le generazioni future. Come già riferito sembrerebbe che con il suo ultimo lavoro il Maestro abbia voluto dissipare nell’azzurro delle pupille di ET ogni timore instillato dal predatore Xenomorfo privo di occhi visibili (Alien)”. Accanto ai suoi lavori sono infatti esposte opere di artisti contemporanei, giovani e meno giovani, pittori, fotografi, scultori i quali proseguiranno il viaggio intrapreso dal papà di Daniela in compagnia della più rassicurante e sperduta creatura aliena che fantasia e inventiva di sceneggiatori e registi siano mai stati in grado di proporre.

Sono stato chiamato, e volentieri ho accolto, ad introdurre l’evento assumendone il grande privilegio e responsabilità. Spero di essere stato all’altezza, cosa facilissima da realizzare se, fatto neppure più unico di questi tempi, non avessi incontrato persone di rara squisitezza dunque mai avrei potuto correggere la rotta rifugiandomi, come alcuni critici “accreditati” potrebbero permettersi di fare, in facili, acuminati, offensivi e supponenti interpretazioni. Mi sono pertanto adeguato alla figura di presentatore “indebitato” (con me stesso), se non altro per la commozione, partecipazione ed entusiasmo che ho avuto modo di percepire. Ovviamente ho pure attraversato banchi di pulviscolo cosmico, scorie e materiali di rigetto delle implosioni di corpi vaganti collassati; rientra nei limiti della normalità che qualcosa si perda nello spazio interstellare. Verso il nulla che l’ha generata.
Dunque ho virato sulle opere del Maestro Carlo Rambaldi (Vigarano Mainarda – Ferrara, 15 settembre 1925 – Lamezia Terme, 10 agosto 2012) per “atterrare” su una base spaziale abitata da moderno impressionismo, espressionismo, futurismo “statico” ed esecuzioni di scenari fantasiosi che di certo costellavano la mente di questa personalità unica. Il fatto che tuttora tali panorami possano sussistere è discorso da non affrontare in questa sede.
Nella stupefacente Regione che ci ha accolto, micro e macro “Cosmo” di bellezze naturali, paesaggistiche, coste, mare, arte, sole, colori e antichità che qui riflettono al massimo grado ogni tesoro della nostra Penisola ho avuto modo di sognare con l’amabilissima Daniela Rambaldi, vicepresidente della “Fondazione Carlo Rambaldi”. Il dott. Giuseppe Lombardi direttore della medesima che ringrazio di cuore per le istintive parole spese nei miei riguardi al Red Carpet. Annunziata Staltari Celea (Associazione Artisti del Quadrifoglio), tenace, meravigliosa persona, intellettualmente e moralmente pulita, onesta nel racchiudere in sé tutte le sfaccettature di questo grande patrimonio che ci è stato dato custodire e godere. Angela Maioli Parodi (Artepozzo Energie d’Arte Contemporanea) grazia ed eleganza, il modo delicato di porgerti un bicchier d’acqua narra di antiche leggende e passa inosservato ai più come falena nelle notti senza luna, il suggerimento che ti sfiora leggero. Max Baroni, poeta, danzatore, fantasista e giovane amico conosciuto da sempre. Unitamente al corpo di ballo formato dalle bravissime Mirella Avenoso e Paola Fortuna l’evento ha avuto inizio con una performance suggestiva, interpretata stupendamente, perfetta! Così come l’amica scrittrice e danzaterapeuta Gabriella Spadaro che nel “dietro le quinte” non si è risparmiata affinché tutto procedesse per il meglio.
Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

DAL PALCO…

Verrà quel momento siderale
e il buio, l’oscurità, sarà
profonda come il Male,
quasi da sembrare giorno
maligno, tutto in esso
annullato, stelle, galassie,
ammassi di materia
tornati allo stadio primordiale,
inizio, altro risorgimento cosmico.
Pensieri, sogni, speranze,
arte e cultura, le liriche ed i canti,
guerre, invidia, opere magistrali
più non saranno. Neppure mai esistiti.
Ma… un segnale, seppur tenue
come il vagito neonatale,
persisterà nell’etere,
visione! Senza occhi ad osservarla,
abbagliante, inarrestabile, coraggiosa,
composta dall’invenzione di Max Baroni,
dolcezza senza pari Mirella Avenoso,
generosità, fratellanza Gabriella Spadaro,
lo sguardo di seta, penetrante,
scudisciate plananti su pubblico silente,
come di tappeto volante che ovunque si posa
e s’invola all’istante, sfuggente,
permane: Paola Fortuna.
E il mio genio.
Non diranno alcunché questi nomi
ma saranno qualcosa da cui ripartire,
volare verso accoglienti approdi,
rinascita.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
TUTTI I DIRITTI RISERVATI ALL’AUTORE

Artisti contemporanei che ci hanno accompagnato:

Cosimo Allera. Le sue opere in ferro sono tese al superamento del “volume” al fine di raffigurare l’inconscio del soggetto riprodotto cui tende ad imprimere vita e movimento. Futurismo ed espressionismo nuova generazione. Nell’opera esposta al teatro Grandinetti risalta la tendenza al superamento di una fase che, attraverso la particolare lavorazione del metallo, tende a dare “corpo” alla materia inerte.
Mauro Giovanelli – Genova
– Ho visto negli occhi dell’artista Elisa Donetti l’avvilimento di chi subisce grave ingiustizia. Come negli attimi di vita, emozioni, gesti che fissa con insolita maestria nei suoi dipinti ad olio trovando ispirazione dal palcoscenico della quotidianità. Ho avuto l’impulso di abbracciarla, consolarla quasi fosse bambina, il viso di una dolcezza incantata, sembrerebbe vivere nel mondo che ha iniziato ad elaborare con collage di frammenti opportunamente preparati ed inseriti a mosaico sul supporto. I suoi màndala perenni, da non dissolversi ad esecuzione avvenuta per ricordare la caducità delle cose bensì elaborato della crescita interiore di Elisa, spinta che la riconduce alla fiaba. Nell’opera esposta ho avuto modo di osservare guarnizioni metalliche che vibrando si distanziano dalla base, applicazioni che vorrebbero evidenziare realisticamente la prospettiva del suo sogno. In effetti anche nelle sue figure ad olio si avverte distacco dalla realtà, momenti di sospensione dal quotidiano del personaggio rappresentato.
Mauro Giovanelli – Genova

Elisabetta Macrì (in arte Lisam Perla) e l’immaginario pittorico accessibile, confortevole, pervaso da porte, varchi, accessi, volte, scalinate che consentono o impediscono l’accoglimento di ogni visione onirica di cui l’opera è pervasa.
Mauro Giovanelli – Genova

Enrico De Sisto e l’onda d’urto del primo impatto avuto con “Fulmine sul monte Terminillo” e “Curva bianconera”. Mi sono aggrinfiato alle sfere che forse solo io vedo, masse esoteriche incombenti sulle figure in basso, agnelli e “la morte nell’anima” del pubblico “tifoso”. Eccellente.
Mauro Giovanelli – Genova

Fabrizio Gatta, fotografo e video maker. Oltre alla sua indiscutibile professionalità, indagatore del mondo di cui le più svariate situazioni riesce a fissare in immagini atte a definirne il contesto attraverso lo “scatto” appropriato, è pure esploratore della “figura” femminile, mistero che pone fra due vetrini per analizzarne al microscopio polarizzatore ogni più recondito recesso carnale e spirituale. Quanto esposto e prodotto nel corso dell’evento non credo necessiti di ulteriori commenti.
Mauro Giovanelli – Genova

Giacomo Mozzi. Immagini, immagini, lettere, numeri, colori, bianco e nero, istanti eterni scompigliarono l’intelletto mentre mi imbattei nelle fotografie di un video maker il cui stile mi pareva aver già avuto modo di apprezzare, professionista abile nel fissare il momento dell’accadimento, ricordo l’adolescente che cerca di attirare l’attenzione, nel salutare desidera essere ammirato prima del tuffo, una delle tante prodezze che dovrà affrontare nella vita rappresentata dall’onda, come queste che mi stanno travolgendo, che sta accumulando energia per metterlo a dura prova. Bella persona Giacomo, esperto, schivo, umile, competente, sensibile eppur attento e di grande bravura. Ho ammirato il suo progetto “50 mm” dal titolo adeguato a quanto sto narrando “Una vita sempre in giro” di cui ho il privilegio di possedere, per sua generosità, la 1/50: Giacomo Mozzi.
Mauro Giovanelli – Genova

Gianfranco Bianchi. Tentativo di riprodurre la leggendaria costruzione tradizionalmente attribuita all’architetto Dedalo? Groviglio per esprimere complessità e mettere a dura prova la capacità di discernimento anche dell’osservatore dalla mente raffinata? In questo caso obiettivo raggiunto ed in merito a quanto mi si para dinanzi preferisco lasciare la parola ai critici personali dell’esecutore il manufatto. Personalmente sbircio e passo oltre.
Mauro Giovanelli – Genova

Lino Monopoli. Artista “dal multiforme ingegno”, eclettico cultore di Pinocchio, ovvero il protagonista de “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” capolavoro di Carlo Collodi (Carlo Lorenzini) ha fatto sua l’affermazione di un grande filosofo: “Non è necessario leggere tanti libri, basta un solo buon testo se di esso ci si è appropriati del profondo contenuto”. Forse è Plinio il Vecchio(ma non lo giurerei) lo stesso di “Nessun libro è così brutto da non servire in qualche modo”… Impropriamente indicato come romanzo per bambini “Pinocchio” è filosofia allo stato puro, distillato dei più significativi concetti di come intendere la vita in società non inquinati da ridondanti ulteriori nozioni, stratificazioni del pensare, incrostazioni culturali. Dal pragmatico Mastro Ciliegia all’irascibile Mastro Geppetto, poeta, romantico sognatore che in un coccio di legno intuisce fattezze umane, coglie l’opportunità di realizzare poesia ovvero “creare”. Il Grillo Parlante la coscienza, il proprio io, “l’altro da sé” con cui quotidianamente combattiamo. La Bambina dai Capelli Turchini è l’approdo cui giungere per trovare il proprio equilibrio. Poi i coprotagonisti, ogni tentazione e insidia che inevitabilmente impattiamo nel corso della vita, personificati dal Gatto e la Volpe, Pescecane, Mangiafuoco, il Pescatore verde, l’omino di Burro, Lucignolo. Di Lino ho visto molte creazioni, tutte suggestive ed attraenti, direi quasi provocatorie, di certo affascinanti. Le sue sculture sono talmente “vere” e “vive”, realizzate con indubbia maestria, così pregne di significati da sconfinare nella metafisica. Lino si impegna personalmente e con vigore a diffondere la propria arte presso scuole e vari istituti di istruzione al fine di far comprendere agli alunni e studenti che vivere non è solo gioco e spensieratezza. Egli concentra la sua arte pure traguardando la varia umanità, compone disegni ed effettua ritratti sui mezzi pubblici a persone sconosciute sperimentando tecniche miste con chine ed olio. Complimenti.
Mauro Giovanelli – Genova

Lorenzo Bersini… Lorenzo Bersini! Immagini dalle tonalità argentee, luminescenti, acquose, colori tanto più “inventati” quanto reali nell’armonia delle variegate composizioni alchemiche, immagini cui l’artista imprime forza vitale estrema, il senso del divenire nelle multiformi impercettibili soste esistenziali, amore, stupore, disorientamento, passione, bellezza e ammirazione della donna e tutto quanto in essa si celi. Vigore creativo, quasi rabbia nell’imprimere passione ai volti, estrarre da essi l’anima, il pensiero, ogni desiderio indicibile finanche a loro stesse. Con maestria e realismo magici è sorprendente che tutto ciò fuoriesca da supporti in carta artistica 30% cotone.
Mauro Giovanelli – Genova

Luciano Cantoni. Il gesto! Ed ogni espressione che contrassegna gli attimi della nostra esistenza. L’inconsapevolezza del movimento quando non siamo noi a volerlo. Nasce istintivo dagli impulsi che riceviamo nella quotidianità che ci circonda. Cenni che sono alfabeto del vivere, segnali dello stato d’animo che ci hanno colti impreparati, anche un silenzio ridondante in cui d’improvviso ci troviamo immersi si riverbera nella mimica del corpo. L’inevitabile cambiamento di una situazione che rappresenta “nicchia” del reale, l’essere scalfiti dalla inarrestabile mutevolezza del tutto, instabilità dei nostri affetti, incostanza del tempo siderale, il dolore e la gioia, effimeri entrambi, la veglia ed il torpore che ad essa ci rapisce forse per imitare il sonno eterno, prova generale dell’ultimo traguardo.
Mauro Giovanelli – Genova
Luciano Tigani, colori tenui, delicati, impressi al supporto con massima cura e attenzione del dettaglio. L’osservatore è costretto a percorrere ogni scorcio poiché lasciano intuire ciò che potrebbe celarsi oltre i confini della tela. Fiumi e tracciati che ci indirizzano, in silenzio, in un luogo di certo inquilino della nostra mente.
Mauro Giovanelli – Genova

Marco Creatini, metafisica, inconscio, superamento del limite, sogno, eternità… fuggevole eternità, ingannevole, mutevole, avvolgente e scoprente. Con evidenti richiami al “classico” l’Autore cerca di afferrare l’allucinazione per raggiungere spazi in cui fermarsi a contemplazione del Tutto.
Mauro Giovanelli – Genova

Maria Pia De Micheli. Cercare! Sempre. L’investigazione costante, senza sosta. Mai fermarsi, il miraggio fa muovere le cose di questo mondo ed è possibile trovarne le chiavi di lettura nel castello incantato che si erge sia “oltre” le miserie umane sia nel bar affollato, fra moltitudine di persone ciascuna di esse in religioso raccoglimento nell’origliare il silenzio della loro quotidiana fatica di vivere.
Mauro Giovanelli – Genova

Mario Longhi ci guida nelle opposte direzioni che dall’uomo (siamo noi misura di riferimento dell’Universo?) si dipartono alla ricerca della prova inconfutabile dell’esistenza di “qualcosa al di là” che dia infine contezza della reale massa che rappresentiamo nel Cosmo.
Mauro Giovanelli – Genova

MBU-69 Artist Opera innovativa sotto tutti gli aspetti. Attraente, accattivante. Nostalgico e promettente percorso nel mondo di un’arte da troppo tempo sottovalutata se non ignorata: Il fumetto. Non ho avuto modo di ammirarla come merita, ogni volta che abbandonavo il campo in esplorazione una forza magnetica mi riportava dinanzi al quadro per ritrovare altri ricordi, sensazioni. Neppure ho potuto verificare gli innumerevoli autori disposti con maestria in una magico collage “imballato” con spago come un tempo si usava per le gonfie valige dei “migranti” italiani. Guido Crepax, Hugo Pratt, Jean Giraud (Moebius) e, andando più indietro, “Il grande Blek”, “Capitan Miki”, Tex Willer, Rolad Eagle, Liberty Kid, Nembo Kid… Ce ne sarebbe da scrivere. Non posso evitare la citazione di Umberto Eco “Quando mi voglio rilassare leggo Hegel, se desidero impegnarmi Corto Maltese di Hugo Pratt”. Bella invenzione.
Mauro Giovanelli – Genova

Nino Romano. “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino ha tagliato la mia vita (intendo proprio la mia). Pure il tratturo appena accennato in “Campo di grano” del Maestro Van Gogh, percorso che lo perderà nel nulla. Anche i binari attirano la nostra attenzione, in quel punto specifico dove si incontrano, all’infinito, sfuggente realtà (non potrebbe essere altrimenti), percezione nell’immobilità. Inganno. Nel cercare di avvicinarlo si allontana indefinitamente. Nino ambisce a tale meta che troverà solo “al limite”(1) dove “c’è… Tutto!”(1). Lo si intuisce e questo dà respiro alla nostra anima, seda l’irrequietezza ma… Sarà sufficiente?
(1) Poesia “Al limite” Mauro Giovanelli – Genova

Nuccio Gambacorta “Noi siamo nulla, precipitammo nella tenebra e saremo annientati. Eppure in questa tenebra, pensa, teniamo il perno segreto di un’idea che fuori, viva, al sole gira negli anni a venire.”(Stephen Spender). Non sarà, caro amico, che attraverso i tuoi dipinti tu stia cercando di afferrare quel perno. Magari cercandolo nella valigetta di un uomo che, nell’opera esposta al Grandinetti di Lamezia, indifferente e compassato attraversa ogni dimensione onirica? La domanda: “Alice nel Paese delle Meraviglie è… morta?” Perché solo attraverso il suo specchio potremmo raggiungere la dimensione cui ciascuno di noi aspira. Mi ci sono trovato dinanzi. Non è piano, avevo un metro nella mano destra ed osservavo la mia immagine distorta oltre confine cui riferivo il suo metro essere più corto del mio. Per di più ribaltato. “No!” mi rispondeva. “Guarda!” e misurò la lunghezza del tavolo. “Tre metri. Prova tu!” Misurai il tavolo che proprio tre metri risultò essere. Al di là tutto è conformato secondo altre leggi, proprio come da questa parte. L’uomo del dipinto varca entrambe le dimensioni, possiede il passaporto per attraversare indifferentemente ogni estensione, conosce la combinazione pertanto entra ed esce con disinvoltura mentre sembrano immobili gli ippocampi antropomorfi, cavalli alati, arcobaleno, il castello fatato che poggia al termine della folta chioma di altra figura umana alterata dal “mondo di mezzo”. Sullo sfondo lo statico profilo dell’incombente metropoli.
Mauro Giovanelli – Genova

A destra il dipinto dell’artista Nuccio Gambacorta – A sinistra la poesia del fratello Rocco declamata nel corso dell’evento

Valeria Ballestrazzi (Balleva). Non credo di essere l’unico a contemplare nelle opere dell’artista una “Golconde” di sfere, bolle di sapone fluttuanti nella “schermata”. Non statiche come gli omini in bombetta (cadenti? Ascendenti?) dell’opera di Magritte ma librate nell’aria. Alla figura geometrica si aggiunge il gioioso tumulto di flora e fauna pervasi dal baluginare di colori maestosi, benevoli, frangenti che investono l’osservatore quasi a volerlo trascinare all’interno del dipinto. Le forme interagiscono fra loro in perfetta assonanza ed ogni singolo cromatismo potrebbe determinare imprevedibilmente il futuro che immagino coloratissimo e movimentato per questa artista.

Jessica Spagnolo percorre la realtà pittorica ricca di luci e ombre al fine di condurla alla figura quale soggetto predominante dei suoi quadri. Per quanto mi riguarda è sufficiente osservare il suo “Finalmente albeggia” al fine di comprendere la forza espressiva che l’artista riesce ad imprimere. Nello sguardo del nomade, volto circondato dai mirabili panneggi della kefia bianca, vedo la luce del sole, ne avverto il primo calore, ogni riverbero che preannuncia la sua totale comparsa, non il nostro astro, un altro si leverà alto sull’orizzonte, più grande, implacabile, vitale. Nello sguardo del nomade ravviso meraviglia, vedo bontà in continuo conflitto con il male che la definisce e identifica. Oltre i confini della nostra “civiltà” il quotidiano avvenimento è “stupore”, ringraziamento, curiosità, incredulità, vita e morte. Lo sguardo del nomade, il profilo di tre quarti nel gioco della fioca luce e penombra che, all’interno della tenda, proprio quelle tonalità assumono, i riflessi ed i riverberi della pupilla… Nello sguardo di quel nomade vedo la mia ansia di ritornare nel deserto, nel sud/est del Sahara, accanto alle eterne grotte che custodiscono graffiti dei nostri progenitori. Questo ed altro vedo nello sguardo di quel nomade. Nell’opera a destra, “Sospiri vi è “l’intero” che sopravvive all’estremo. In particolare il viso dell’uomo ha connotazioni che mi hanno ricondotto ai volti, o ciò che ne è rimasto, delle mummie dei faraoni egizi che, da solo e in tutta tranquillità, ho avuto modo di osservare nell’apposita sala al secondo piano del Museo del Cairo. Il profilo del naso dell’uomo e le labbra, di entrambi in quest’ultimo caso, danno la percezione che la decomposizione abbia avuto inizio. Non solo del corpo.
Mauro Giovanelli – Genova

Dietro le quinte (ma non proprio):

Ing. Francesco Grandinetti “Teatro Grandinetti” Lamezia terme. La targa in marmo esposta a fronte del teatro recita: «La costruzione del teatro Grandinetti ad opera di FRANCESCO GRANDINETTI nato a Sambiase nel 1897 iniziò alla fine degli anni ‘30 è continuò, tra mille difficoltà per il reperimento dei materiali, durante il periodo della II guerra mondiale. Il teatro Grandinetti è stato inaugurato il 6 gennaio 1946. FRANCESCO GRANDINETTI aveva già costruito nel 1919 un altro teatro a Sambiase, ora Lamezia Terme. Lamezia Terme, dicembre 2009»
È indubbio quanto la famiglia Grandinetti abbia in tutti i modi coltivato il proprio senso del vivere civile, amore per la cultura sotto qualsiasi forma essa possa manifestarsi ed attaccamento alla città natale cui ha in tutti i modi contribuito a conferire lustro. Persone d’altri tempi che hanno messo a disposizione della comunità il loro spirito imprenditoriale.
In questa circostanza corrono dunque obbligo e condivisione rivolgere il più sentito ringraziamento all’ing. Francesco Grandinetti la cui totale disponibilità ha consentito di realizzare l’evento che resterà impresso nella storia di Lamezia, della regione Calabria, e ovunque nel mondo.
Sono certo di interpretare il pensiero di Daniela Rambaldi, Annunziata Staltari, Angela Artepozzo, Giuseppe Lombardi, gli artisti e collaboratori tutti nel renderli partecipi di questo atto di ossequio.
Un’ultima individuale considerazione… Mi domando come sia possibile non apprezzare il clima che si respira già nel momento in cui ci si trova nei pressi del teatro Grandinetti. Appena si accede all’interno è come viaggiare nel tempo. Le luci, lo stile liberty baroccheggiante, il palco, le “quinte”, i loggioni, il soffitto a cassettoni ti fanno vedere signore “…vestite di voile e di chiffon…” che si accomodano nelle poltrone accompagnate dalla voce di Achille Togliani. Per quanto conosca di Carlo Rambaldi, lettura, biografia, sue realizzazioni, film, opere pittoriche ammirate ed in gran parte da ciò che mi è stato narrato dall’amica Annunziata Staltari Celea la quale ha avuto il privilegio di conoscerlo, sostengo che il Maestro, per la grande semplicità che lo caratterizzava, avrebbe voluto essere celebrato con la manifestazione di sincero affetto organizzata da Angela ed Annunziata esattamente svoltasi come e dove avvenuta, senza ridondanza alcuna, istrionismo, appariscente finzione, ivi compresi gli intoppi, ritardi, eccezioni enumerati minuziosamente da virtuosi del bulino (utensile per incisione a mano su materiali vari al fine di asportare bavature, smussare spigoli, ecc. In paletnologia, lama di selce a forma di scalpello, propria del Paleolitico superiore). L’elaboratore Hal 9000, e concludo, del capolavoro di Stanley Kubrick “2001 odissea nello spazio” sbagliò nel fornire un dato all’equipaggio dell’astronave “Discovery One” in viaggio verso Giove poiché aveva raggiunto la fallibile perfezione di “Homo”. Lo stesso regista che in “Shining” evidenzia la labilità della mente umana quando il soggetto si trova solo dinanzi al proprio limite di individuo ed artista così che negli spazi tombali del gigantesco albergo cerca di ritrovare immaginari percorsi che gli forniscano l’alibi per sopprimere i solo testimoni del suo fallimento. Ma anche questa è un’altra storia… Per quella magnificamente svoltasi fra le mura del teatro Grandinetti il mio personale “grazie” all’ing. Francesco Grandinetti che mi ha onorato della sua amicizia.
Mauro Giovanelli – Genova

– Il mio sentito ringraziamento all’amico e, senza enfasi alcuna, grande giornalista Sebastiano Catte il cui prezioso, umile e costante contributo ha permesso di dare meritata e dovuta risonanza mediatica dell’evento. Ciao Sebastiano, un abbraccio anche a nome di Angela e Annunziata e, sono convinto, di tutti i protagonisti e comprimari di questa magnifica avventura.
Mauro Giovanelli – Genova

– Ciao Lucio [miraggiodilux (Lucio Russo ph)] autore delle immagini esposte in questo libro. Piacere averti conosciuto in questa speciale circostanza non solo per la tua simpatia, pure la pazienza di effettuare diversi scatti al sottoscritto prima di decidere quale fosse la giusta rappresentazione (a me apparivano tutte eccellenti). Se possiedo una foto insieme alla madrina Daniela Rambaldi lo devo a te che hai avuto la sensibilità di richiederla.
Mauro Giovanelli – Genova

COSÌ SI CONCLUSE...
BALLERINA

Ballerina con passo leggero,
danza la vita.
Dolce musica ti accompagni
nell’armonia della tua ritmica.
Balla, balla questa lirica
dedicata al cinema, l’arte, l’amore.
Un fantastico brano,
flessuoso come il tuo corpo,
ispira inediti passi,
con le tue note e oscillazioni,
incontri dell’anima,
riverbero di ogni bramosia,
sfiori sensazioni,
fai battere il cuore,
brividi di forti emozioni.
Accarezzi pensieri
fai volare come il vento
nell’universo onirico.
Sfumature della creatività fai vivere
leggiadra come sei!
Tocchi il cielo di poesie e luce,
fai oltrepassare le barriere del talento
come profondo respiro.
Esalti il mondo fantasioso
abitato da genialità e invenzione,
dal grande Maestro dei sogni…
Carlo Rambaldi.

Simona Rea – Sora Frosinone e Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Sono a tutti riconoscente, di cuore. Esperienza indimenticabile. Nel salutarvi desidero citare il grande Pier Paolo Pasolini con cui il Maestro Carlo Rambaldi ebbe modo di collaborare:

“Il cinema è un’esplosione del mio amore per la realtà”
Pier Paolo Pasolini – Empirico eretico

Da oggi possiamo affermare che il cinema è anche esplosione di amore per il sogno. L’arte il solo strumento che ci permetterà di realizzarlo.

Lamezia Terme (RC), 27 agosto 2017

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

THE END

Immagini in evidenza relative all’evento servizio fotografico miraggiodilux (Lucio Russo ph)
RIPRODUZIONE RISERVATA ALL’AUTORE – PUBBLICAZIONE AUTORIZZATA CONGIUNTAMENTE AD ASSOCIAZIONE CULTURALE “ARTISTI DEL QUADRIFOGLIO” E ARTEPOZZO “ENERGIE DI ARTE CONTEMPORANEA” E LIMITATA ALLA SOLA ELABORAZIONE 2017 DEL CATALOGO INERENTE L’EVENTO “CINEMA & ARTE” TENUTOSI A LAMEZIA TERME RC, 5÷27 AGOSTO 2017

INDICE

PRESENTAZIONE

RINGRAZIAMENTI
COSÌ EBBE INIZIO…
POESIA “DANIELA”
NELLO SPAZIO NESSUNO Può SENTIRTI URLARE
POESIA “DAL PALCO…”
artisti contemporanei che ci hanno accompagnato
Cosimo Allera
Elisa Donetti
Elisabetta Macrì (in arte Lisam Perla)
Enrico De Sisto
Fabrizio Gatta
Giacomo Mozzi
Gianfranco Bianchi
Lino Monopoli
Lorenzo Bersini
Luciano Cantoni
Luciano Tigani
Marco Creatini
Maria Pia De Micheli
Mario Longhi
MBU-69 Artist
Nino Romano
Nuccio Gambacorta
Valeria Ballestrazzi (Balleva)
Jessica Spagnolo
Dietro le quinte (ma non proprio)
COSÌ SI CONCLUSE…
POESIA “BALLERINA”
TUTTI I DIRITTI RISERVATI PAG. 33
THE END
ILLUSTRAZIONE DELLA COPERTINA: OPERA PITTORICA DEL MAESTRO CARLO RAMBALDI

Impaginato dall’Autore nel mese di novembre 2017 presso lo studio del medesimo in Genova (Italy).

Edizione                                       Anno
___________________________ 
0                                                       2017

CARLO RAMBALDI

CARLO RAMBALDI

“Artepozzo Energie d’Arte Contemporanea”
VIII edizione “Sintonia Immaginifica”
Inaugurazione mostra d’arte 21 ottobre 2017
“Chiesa dei Confratelli di San Rocco” – La Morra (Cuneo)
Estratto dalla relazione del prof. Mauro Giovanelli – Genova
— ° —
Per la loro disponibilità e presenza si ringraziano il sindaco del Comune di “La Morra” sig.ra Maria Luisa Aschieri, l’Assessore alla Cultura nonché il parroco don Massimo della “Chiesa dei Confratelli di San Rocco”
— ° —
Domenica 5 novembre si conclude l’ottava edizione di “Sintonia Immaginifica” a cura de “Associazione Artepozzo Energie d’Arte Contemporanea”. Nella seducente e storica ambientazione della chiesa dei “Confratelli di San Rocco” a La Morra (Cuneo) anche quest’anno sono quindi esposte opere di selezionati artisti contemporanei i quali arricchiscono le antiche e suggestive mura proponendo uno spaccato dell’estro italiano (pittura, fotografia nonché lettura e interpretazione di brani poetici).
Presidente di “Artepozzo” e promotrice dell’evento Angela Maioli Parodi a tal punto innamorata delle Langhe da considerare imprescindibile impegno rispettare il tradizionale appuntamento autunnale sia con l’Amministrazione, la Curia ed i cittadini dello storico e ridente Comune, sia verso i turisti che in questa stagione non rinunciano ad assaporare il clima, l’aroma ed il gusto del pregiatissimo vino ivi prodotto”.
— ° —
…e fu tra le mura barocche della chiesa di San Rocco, dopo aver superato il maestoso, pregevole settecentesco portone finemente intagliato che mi ritrovai dinanzi una distesa. Avrebbe potuto essere mare, savana, candido deserto, prateria, pianoro innevato, ma… neppure il turbinio di numeri e lettere di ogni alfabeto e idioma che innanzi a me emergevano e si inabissavano tra incongrui flutti e maestose colline di vigneti, vigneti e ancora vigneti avrebbe potuto darmi indicazioni utili quando finalmente realizzai che tale luogo di culto fu edificato intorno al 1716 come ex voto per volontà dei Confratelli Turchini o Blu in quanto La Morra, questo rammentai essere il nome del Comune, non fu toccato dalla peste del 1630, epidemia che nel periodo ‘629/‘633 colpì diverse zone dell’Italia settentrionale e grandiosamente descritta da Alessandro Manzoni ne “I promessi sposi” nonché nel saggio critico “Storia della colonna infame”. Sapevo essere costruzione terminata nel 1750, anno in cui furono compiute le sue eleganti linee barocche, a navata unica che si allunga nell’abside per accogliere la pala d’altare del “pittore di Mondovì” (1786), con la Vergine, S. Rocco e veduta della contrada. La volta a cupola, affrescata da Pietro Paolo Operti di Bra, illustra la Gloria del Santo. Cerco di raccapezzarmi fra equazioni, iperboli, asintoti, dex e sigma, in quel confortevole approdo (A Mora [a’mʊra] che significa “recinto per le pecore”). Da subito mi sfuggì il senso, la consapevolezza di essere stato trascinato in quel turbinio di colori, ipotesi, significati dunque, nel cercare di mettere ordine nella mia mente e come la situazione richiedeva, procedetti in rigoroso ordine alfabetico ad esaminare opere suggestive dalle quali venni circondato, elaborate da un gruppo di artisti i cui nomi suonavano inconsueta armonia sebbene discosti dal cuore di marosi e frangenti dai quali venni investito, l’attenzione fu catturata da due dipinti del Maestro, Direttore d’orchestra e ospite d’onore Carlo Rambaldi, tre volte premio Oscar per gli effetti speciali di altrettanti memorabili film. Un senso di quiete, direi coraggio e speranza mi assalì alla vista dei suoi due angeli, Madonne con il Bambino in braccio, figure celestiali che infondono dolcezza, senso di protezione, aureole a forma di gusci fossili, conchiglie, ammoniti del lontano Triassico, pennellata decisa, senza titubanza, concreta e surrealistica. Magica.
Angela ed il sottoscritto ringraziano di cuore Daniela Rambaldi, vicepresidente della “Fondazione Carlo Rambaldi”, per aver concesso la disponibilità ad esporre tali opere. Con l’occasione un caro saluto ad Annunziata Staltari Celea della “Associazione Culturale Artisti del Quadrifoglio”, cara nostra amica e ideatrice della mostra tenutasi lo scorso mese di agosto a Lamezia Terme in onore del nostro genio degli effetti speciali.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Due opere del Maestro Carlo Rambaldi esposte a La Morra.

RIPRODUZIONE RISERVATA – PUBBLICAZIONE AUTORIZZATA A DANIELA RAMBALDI E “FONDAZIONE CARLO RAMBALDI”

CARLO RAMBALDI “Arte e Cinema” – 5-27 agosto 2017 teatro Grandinetti, Lamezia Terme – Fine prima parte

CARLO RAMBALDI
“Arte e Cinema” dal 5 al 27 agosto 2017 teatro Grandinetti di Lamezia Terme
Fine prima parte

Daniela Rambaldi vicepresidente del Museo “Fondazione Rambaldi” – Annunziata Staltari “Associazione Artisti del Quadrifoglio” – Angela Artepozzo “Associazione Artepozzo” – Giuseppe Lombardi direttore “Fondazione Rambaldi”Ing. Francesco Grandinetti “Teatro Grandinetti” Lamezia Terme – Max Baroni – Gabriella Spadaro – Mirella Avenoso – Paola Fortuna – Cosimo Allera – Elisa Donetti – Elisabetta Macrì (in arte Lisam Perla) – Enrico De Sisto – Fabrizio Gatta – Giacomo Mozzi – Gianfranco Bianchi – Lino Monopoli – Lorenzo Bersini – Luciano Cantoni – Luciano Tigani – Marco Creatini – Maria Pia De Micheli – Mario Longhi – MBU-69 Artist – Nino Romano – Nuccio Gambacorta – Valeria Ballestrazzi (Balleva) – Jessica Spagnolo – Sebastiano Catte giornalista – miraggiodilux Lucio Russo ph – Simona Rea coautrice della poesia “Ballerina”

COSÌ EBBE INIZIO:

Marilina

…proprio in quel momento
sciolsi le briglie del pensare,
sguinzagliai ogni nozione
per cedere il mio universo
a differente emozione.
Allora mi persi
nell’appurare quanto,
con la propria esistenza,
ciascuno potrebbe offrire.
L’istante che notai franchezza
priva di recitazione,
eleganza innata,
si respira, percepisce,
procede inosservata,
stile che nella natura
mimetizza ogni movenza,
bellezza di scultura
eseguita da sommo maestro.
Nella realizzazione
egli guardò al Cielo
dissipando l’ispirazione.
Semplicità fattasi arte pura.
Fu al calar della sera che
che vidi Marilina.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Lamezia Terme (RC), 5 agosto 2017
Dedicata ad una persona speciale.

“Nello spazio nessuno può sentirti urlare.”
Spente le luci della sala cinematografica è questa la tagline che nel comparire improvvisamente sullo schermo smorza ogni brusio. La frase breve e diretta riassume in modo istantaneo quanto ci verrà proposto dalle immagini a seguire costringendo lo spettatore a raddrizzarsi verso lo schienale della poltrona per rimanervi inchiodato fine alla fine del film. “ALIEN”! Del grande Ridley Scott, forse il più celebrato, discusso e rivisitato in successive opere non meno coinvolgenti, è uno dei tanti capolavori di questo regista. Non oserei neppure relegare tale pellicola nel genere fantascienza poiché tratta sì di un futuro ormai alle porte ma scava passato e presente del nostro inconscio riportando a galla paure e incubi ancestrali, senso del vuoto, spazio infinito, mistero, buio, ignoto minaccioso e angosciante.
Tutto ciò grazie ad uno dei maggiori artisti cui il nostro Paese ha dato i natali: Carlo Rambaldi nato a Vigarano Mainarda (Ferrara) il 15 settembre 1925 e morto a Lamezia Terme il 10 agosto 2012 dove viveva. Noto a livello internazionale per le sue opere in campo cinematografico vinse tre premi Oscar per i migliori effetti speciali prima in “King Kong” di John Guillermin del 1976, “Alien” (1979) ed in ultimo “E.T. the Extra Terrestrial” (1982) di Steven Spielberg. Emozionando il mondo intero con quest’ultimo lavoro, probabilmente la sua opera migliore, ha voluto dissipare nell’azzurro delle pupille della creatura protagonista venuta dall’abisso degli spazi siderali ogni timore instillato dal predatore Xenomorfo privo di occhi visibili.
Diplomato geometra e laureatosi all’Accademia di belle arti di Bologna, nel 1956 Carlo Rambaldi inizia a frequentare gli ambienti della produzione cinematografica italiana per il film Sigfrido di Giacomo Gentilomo e successivamente lavorando al seguito di registi dello spessore di Mario Monicelli, Marco Ferreri, Pier Paolo Pasolini, Dario Argento, sempre con Spielberg per “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (1977) e “Dune” (1984) di David Lynch. Egli è stato il primo e forse unico autore di effetti speciali obbligato a provare dinanzi a un giudice la natura artificiale di quanto realizzato nei film. Infatti per la scena della vivisezione canina in “Una lucertola con la pelle di donna” (1971) di Lucio Fulci, quest’ultimo venne citato in tribunale con l’accusa di crudeltà verso gli animali. Fulci sarebbe andato incontro ad una severa condanna penale qualora Rambaldi non avesse fornito alla Corte la “prova provata” delle sue capacità di far apparire come “veri” i fantocci di cani utilizzati per le riprese. È un di più sottolineare che quando nel 1971 venne riaperta l’istruttoria in merito alle circostanze sulla morte di Giuseppe Pinelli, il magistrato inquirente dispose un esperimento giudiziale per ricostruire le modalità di caduta del corpo ed a Carlo Rambaldi fu commissionato il manichino che duplicasse in ogni minimo particolare le caratteristiche della vittima. Tutto questo la dice lunga sulla creatività dell’artista.
Successivamente negli USA, ad Hollywood, Carlo Rambaldi affinerà il suo ingegno mediante l’utilizzo della meccatronica (effetti speciali ottenuti con l’unione di meccanica ed elettronica).
È stato membro del “Comitato d’Onore dell’Ischia Film Festival” e “Accademia ACT Multimedia” di Cinecittà nonché giurato della manifestazione di Assisi, il “Calendimaggio”. Dopo la sua morte il Comune calabrese di Motta Santa Lucia (Catanzaro) creò il “Premio alla memoria di Carlo Rambaldi”, futura collaborazione fra il Comune e la “Fondazione Rambaldi” la cui onorificenza fu ritirata dalla figlia Daniela Rambaldi per mani del Sindaco Amedeo Colacino.
Oggi per la prima volta in esclusiva mondiale saranno proposte le opere pittoriche di questo Maestro degli effetti speciali grazie ad Annunziata Staltari e Angela Artepozzo rispettivamente della “Associazione Culturale-Internazionale Artisti del Quadrifoglio” e “Organizzazione Artepozzo”. Due persone attive nel mondo dell’arte, tenaci, appassionate, capaci, competenti ed esse stesse autrici.
Scontato e quasi imperativo il fatto che sia proprio la città di Lamezia ad ospitare questa prima mostra dal titolo “Arte e Cinema” circa l’attività pittorica di Carlo Rambaldi avendo egli stretto da sempre un forte legame affettivo con la Calabria dove decise di trascorrere gli ultimi anni di vita pur essendo nato in provincia di Ferrara. Quindi Lamezia come prima tappa per l’esposizione delle opere del “padre” di E.T. ha un significato particolare che “Artepozzo” e “Quadrifoglio”, in collaborazione con Daniela Rambaldi vicepresidente del Museo intitolato al padre, il 5 agosto prossimo sanciranno al teatro Grandinetti esibendo la multiforme creatività del nostro genio oltre ad esecuzioni di altri pittori, scultori e fotografi invitati dagli organizzatori a condividere l’evento.
Poco o niente conosco circa l’aspetto del tutto artistico di Carlo Rambaldi ed in “rete” è pressoché impossibile trovare immagini dei suoi lavori giustamente custoditi con avvedutezza dalla figlia Daniela. Meglio così, ci sono state regalate ulteriori ed inedite emozioni e nel silenzio e rispetto di questo grande Artista abbiamo avuto modo di valutarne appieno la grandezza.

Adesso la commemorazione del nostro geniale Carlo Rambaldi si sta allontanando nello spazio e nel tempo lasciandosi dietro una scia luminosa di speranza per le generazioni future. Come già riferito sembrerebbe che con il suo ultimo lavoro il Maestro abbia voluto dissipare nell’azzurro delle pupille di ET ogni timore instillato dal predatore Xenomorfo privo di occhi visibili (Alien)”. Accanto ai suoi lavori sono infatti esposte opere di artisti contemporanei, giovani e meno giovani, pittori, fotografi, scultori i quali proseguiranno il viaggio intrapreso dal papà di Daniela in compagnia della più rassicurante e sperduta creatura aliena che fantasia e inventiva di sceneggiatori e registi siano mai stati in grado di proporre. Splendida Daniela Rambaldi, cordialità, simpatia, eleganza e bellezza stupefacenti.

Sono stato chiamato, e volentieri ho accolto, ad introdurre l’evento assumendone il grande privilegio e responsabilità. Spero di essere stato all’altezza, cosa facilissima da realizzare se, fatto neppure più unico di questi tempi, non avessi incontrato persone di rara squisitezza dunque mai avrei potuto correggere la rotta rifugiandomi, come alcuni critici “accreditati” potrebbero permettersi di fare, in facili, acuminati, offensivi e supponenti interpretazioni. Mi sono pertanto adeguato alla figura di presentatore “indebitato” (con me stesso), se non altro per la commozione, partecipazione ed entusiasmo che ho avuto modo di percepire. Ovviamente ho pure attraversato banchi di pulviscolo cosmico, scorie e materiali di rigetto delle implosioni di corpi vaganti collassati; rientra nei limiti della normalità che qualcosa si perda nello spazio interstellare. Verso il nulla che l’ha generata.
Dunque ho virato sulle opere del Maestro Carlo Rambaldi (Vigarano Mainarda – Ferrara, 15 settembre 1925 – Lamezia Terme, 10 agosto 2012) per “atterrare” su una base spaziale abitata da moderno impressionismo, espressionismo, futurismo “statico” ed esecuzioni di scenari fantasiosi che di certo costellavano la mente di questa personalità unica. Il fatto che tuttora tali panorami possano sussistere è discorso da non affrontare in questa sede.
Nella stupefacente Regione che ci ha accolto, micro e macro “Cosmo” di bellezze naturali, paesaggistiche, coste, mare, arte, sole, colori e antichità che qui riflettono al massimo grado ogni tesoro della nostra Penisola ho avuto modo di sognare con l’amabilissima Daniela Rambaldi, vicepresidente della “Fondazione Carlo Rambaldi”. Il dott. Giuseppe Lombardi direttore della medesima che ringrazio di cuore per le istintive parole spese nei miei riguardi al Red Carpet. Annunziata Staltari Celea (Associazione Artisti del Quadrifoglio), tenace, meravigliosa persona, intellettualmente e moralmente pulita, onesta nel racchiudere in sé tutte le sfaccettature di questo grande patrimonio che ci è stato dato custodire e godere. Angela Maioli Parodi (Artepozzo Energie d’Arte Contemporanea) grazia ed eleganza, il modo delicato di porgerti un bicchier d’acqua narra di antiche leggende e passa inosservato ai più come falena nelle notti senza luna, il suggerimento che ti sfiora leggero. Max Baroni, poeta, danzatore, fantasista e giovane amico conosciuto da sempre. Unitamente al corpo di ballo formato dalle bravissime Mirella Avenoso e Paola Fortuna l’evento ha avuto inizio con una performance suggestiva, interpretata stupendamente, perfetta! Così come l’amica scrittrice e danzaterapeuta Gabriella Spadaro che nel “dietro le quinte” non si è risparmiata affinché tutto procedesse per il meglio.

DAL PALCO…

Verrà quel momento siderale
e il buio, l’oscurità, sarà
profonda come il Male,
quasi da sembrare giorno
maligno, tutto in esso
annullato, stelle, galassie,
ammassi di materia
tornati allo stadio primordiale,
inizio, altro risorgimento cosmico.
Pensieri, sogni, speranze,
arte e cultura, le liriche ed i canti,
guerre, invidia, opere magistrali
più non saranno. Neppure mai esistiti.
Ma… un segnale, seppur tenue
come il vagito neonatale,
persisterà nell’etere,
visione! Senza occhi ad osservarla,
abbagliante, inarrestabile, coraggiosa,
composta dall’invenzione di Max Baroni,
dolcezza senza pari Mirella Avenoso,
generosità, fratellanza Gabriella Spadaro,
lo sguardo di seta, penetrante,
scudisciate plananti su pubblico silente,
come di tappeto volante che ovunque si posa
e s’invola all’istante, sfuggente,
permane: Paola Fortuna.
E il mio genio.
Non diranno alcunché questi nomi ma…
saranno qualcosa da cui ripartire,
volare verso accoglienti approdi.
Rinascita.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Lamezia Terme (RC), 5 agosto 2017

Gli artisti contemporanei che ci hanno accompagnato:

Cosimo Allera. Le sue opere in ferro sono tese al superamento del “volume” al fine di raffigurare l’inconscio del soggetto riprodotto cui tende ad imprimere vita e movimento. Futurismo ed espressionismo nuova generazione. Nell’opera esposta al teatro Grandinetti risalta la tendenza al superamento di una fase che, attraverso la particolare lavorazione del metallo, tende a dare “corpo” alla materia inerte.

– Ho visto negli occhi dell’artista Elisa Donetti l’avvilimento di chi subisce grave ingiustizia. Come negli attimi di vita, emozioni, gesti che fissa con insolita maestria nei suoi dipinti ad olio trovando ispirazione dal palcoscenico della quotidianità. Ho avuto l’impulso di abbracciarla, consolarla quasi fosse bambina, il viso di una dolcezza incantata, sembrerebbe vivere nel mondo che ha iniziato ad elaborare con collage di frammenti opportunamente preparati ed inseriti a mosaico sul supporto. I suoi màndala perenni, da non dissolversi ad esecuzione avvenuta per ricordare la caducità delle cose bensì elaborato della crescita interiore di Elisa, spinta che la riconduce alla fiaba. Nell’opera esposta ho avuto modo di osservare guarnizioni metalliche che vibrando si distanziano dalla base, applicazioni che vorrebbero evidenziare realisticamente la prospettiva del suo sogno. In effetti anche nelle sue figure ad olio si avverte distacco dalla realtà, momenti di sospensione dal quotidiano del personaggio rappresentato.

Elisabetta Macrì (in arte Lisam Perla) e l’immaginario pittorico accessibile, confortevole, pervaso da porte, varchi, accessi, volte, scalinate che consentono o impediscono l’accoglimento di ogni visione onirica di cui l’opera è pervasa.

Enrico De Sisto e l’onda d’urto del primo impatto avuto con “Fulmine sul monte Terminillo” e “Curva bianconera”. Mi sono aggrinfiato alle sfere che forse solo io vedo, masse esoteriche incombenti sulle figure in basso, agnelli e “la morte nell’anima” del pubblico “tifoso”. Eccellente.

Fabrizio Gatta, fotografo e video maker. Oltre alla sua indiscutibile professionalità, indagatore del mondo di cui le più svariate situazioni riesce a fissare in immagini atte a definirne il contesto attraverso lo “scatto” appropriato, è pure esploratore della “figura” femminile, mistero che pone fra due vetrini per analizzarne al microscopio polarizzatore ogni più recondito recesso carnale e spirituale. Quanto esposto e prodotto nel corso dell’evento non credo necessiti di ulteriori commenti.

Giacomo Mozzi – Parafrasando Wystan Hugh Auden “Se un’attraente natura vedrai/corri verso lei e vivila se puoi,/sia essa mare in tempesta,/dune del deserto,/cime tempestose./ Senza timore ma da sfrontato, da subito./ Realizza dunque all’istante/ qualsiasi sogno la tua mente vagheggi./ Non abbiamo visioni nella tomba.” Libera interpretazione della lirica: “The moment”
Giacomo è fotografo video maker, abile nel fissare il momento dell’accadimento, l’adolescente che cerca di attirare l’attenzione, nel salutare desidera essere ammirato prima del tuffo, una delle tante prodezze che dovrà affrontare nella vita rappresentata dall’onda che sta raccogliendo energia per metterlo a dura prova. Bella persona Giacomo, esperto, schivo, umile, competente, sensibile eppur attento e di grande professionalità.

Gianfranco Bianchi. Labirinto! Vedo il tentativo di riprodurre la leggendaria costruzione tradizionalmente attribuita all’architetto Dedalo e caratterizzata dall’intersezione multipla di percorsi talmente intricati da rendere difficile l’orientamento. Un groviglio per esprimere la complessità della mente umana? Chi ci avrebbe mai pensato! Potrebbe essere che l’esecutore di tale manufatto abbia voluto evidenziare l’insidia, viltà, egoismo insiti nella natura umana e celati tra gli anfratti del senno? Perche? Ecco! Sotto tale aspetto quanto esposto potrebbe essere attinente.

Lino Monopoli. Artista “dal multiforme ingegno”, eclettico cultore di Pinocchio, ovvero il protagonista de “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” capolavoro di Carlo Collodi (Carlo Lorenzini) ha fatto sua l’affermazione di un grande filosofo: “Non è necessario leggere tanti libri, basta un solo buon testo se di esso ci si è appropriati del profondo contenuto”. Forse è Plinio il Vecchio(ma non lo giurerei) lo stesso di “Nessun libro è così brutto da non servire in qualche modo”… Impropriamente indicato come romanzo per bambini “Pinocchio” è filosofia allo stato puro, distillato dei più significativi concetti di come intendere la vita in società non inquinati da ridondanti ulteriori nozioni, stratificazioni del pensare, incrostazioni culturali. Dal pragmatico Mastro Ciliegia all’irascibile Mastro Geppetto, poeta, romantico sognatore che in un coccio di legno intuisce fattezze umane, coglie l’opportunità di realizzare poesia ovvero “creare”. Il Grillo Parlante la coscienza, il proprio io, “l’altro da sé” con cui quotidianamente combattiamo. La Bambina dai Capelli Turchini è l’approdo cui giungere per trovare il proprio equilibrio. Poi i coprotagonisti, ogni tentazione e insidia che inevitabilmente impattiamo nel corso della vita, personificati dal Gatto e la Volpe, Pescecane, Mangiafuoco, il Pescatore verde, l’omino di Burro, Lucignolo. Di Lino ho visto molte creazioni, tutte suggestive ed attraenti, direi quasi provocatorie, di certo affascinanti. Le sue sculture sono talmente “vere” e “vive”, realizzate con indubbia maestria, così pregne di significati da sconfinare nella metafisica. Lino si impegna personalmente e con vigore a diffondere la propria arte presso scuole e vari istituti di istruzione al fine di far comprendere agli alunni e studenti che vivere non è solo gioco e spensieratezza. Egli concentra la sua arte pure traguardando la varia umanità, compone disegni ed effettua ritratti sui mezzi pubblici a persone sconosciute sperimentando tecniche miste con chine ed olio. Complimenti.

Lorenzo Bersini… Lorenzo Bersini! Immagini dalle tonalità argentee, luminescenti, acquose, colori tanto più “inventati” quanto reali nell’armonia delle variegate composizioni alchemiche, immagini cui l’artista imprime forza vitale estrema, il senso del divenire nelle multiformi impercettibili soste esistenziali, amore, stupore, disorientamento, passione, bellezza e ammirazione della donna e tutto quanto in essa si celi. Vigore creativo, quasi rabbia nell’imprimere passione ai volti, estrarre da essi l’anima, il pensiero, ogni desiderio indicibile finanche a loro stesse. Con maestria e realismo magici è sorprendente che tutto ciò fuoriesca da supporti in carta artistica 30% cotone.

Luciano Cantoni. Il gesto! Ed ogni espressione che contrassegna gli attimi della nostra esistenza. L’inconsapevolezza del movimento quando non siamo noi a volerlo. Nasce istintivo dagli impulsi che riceviamo nella quotidianità che ci circonda. Cenni che sono alfabeto del vivere, segnali dello stato d’animo che ci hanno colti impreparati, anche un silenzio ridondante in cui d’improvviso ci troviamo immersi si riverbera nella mimica del corpo. L’inevitabile cambiamento di una situazione che rappresenta “nicchia” del reale, l’essere scalfiti dalla inarrestabile mutevolezza del tutto, instabilità dei nostri affetti, incostanza del tempo siderale, il dolore e la gioia, effimeri entrambi, la veglia ed il torpore che ad essa ci rapisce forse per imitare il sonno eterno, prova generale dell’ultimo traguardo.

Luciano Tigani, colori tenui, delicati, impressi al supporto con massima cura e attenzione del dettaglio. L’osservatore è costretto a percorrere i suoi scorci poiché lasciano intuire ciò che potrebbe celarsi oltre i confini della tela. Fiumi e tracciati che ci indirizzano, in silenzio, in un luogo di certo inquilino della nostra mente.

Marco Creatini, metafisica, inconscio, superamento del limite, sogno, eternità… fuggevole eternità, ingannevole, mutevole, avvolgente e scoprente. Con evidenti richiami al “classico” l’Autore cerca di afferrare l’allucinazione per raggiungere spazi in cui fermarsi a contemplazione del Tutto.

Maria Pia De Micheli. Cercare! Sempre. L’investigazione costante, senza sosta. Mai fermarsi, il miraggio fa muovere le cose di questo mondo ed è possibile trovarne le chiavi di lettura nel castello incantato che si erge sia “oltre” le miserie umane sia nel bar affollato, fra moltitudine di persone ciascuna di esse in religioso raccoglimento nell’origliare il silenzio della loro quotidiana fatica di vivere.

Mario Longhi ci guida nelle opposte direzioni che dall’uomo (siamo noi misura di riferimento dell’Universo?) si dipartono alla ricerca della prova inconfutabile dell’esistenza di “qualcosa al di là” che dia infine contezza della reale massa che rappresentiamo nel Cosmo.

MBU-69 Artist Opera innovativa sotto tutti gli aspetti. Attraente, accattivante. Nostalgico e promettente percorso nel mondo di un’arte da troppo tempo sottovalutata se non ignorata: Il fumetto. Non ho avuto modo di ammirarla come merita, ogni volta che abbandonavo il campo in esplorazione una forza magnetica mi riportava dinanzi al quadro per ritrovare altri ricordi, sensazioni. Neppure ho potuto verificare gli innumerevoli autori disposti con maestria in una magico collage “imballato” con spago come un tempo si usava per le gonfie valige dei “migranti” italiani. Guido Crepax, Hugo Pratt, Jean Giraud (Moebius) e, andando più indietro, “Il grande Blek”, “Capitan Miki”, Tex Willer, Rolad Eagle, Liberty Kid, Nembo Kid… Ce ne sarebbe da scrivere. Non posso evitare la citazione di Umberto Eco “Quando mi voglio rilassare leggo Hegel, se desidero impegnarmi Corto Maltese di Hugo Pratt”. Bella invenzione.

Nino Romano. “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino ha tagliato la mia vita (intendo proprio la mia). Pure il tratturo appena accennato in “Campo di grano” del Maestro Van Gogh, percorso che lo perderà nel nulla. Anche i binari attirano la nostra attenzione, in quel punto specifico dove si incontrano, all’infinito, sfuggente realtà (non potrebbe essere altrimenti), percezione nell’immobilità. Inganno. Nel cercare di avvicinarlo si allontana indefinitamente. Nino ambisce a tale meta che troverà solo al “limite” dove c’è… Tutto. Lo si intuisce e questo dà respiro alla nostra anima, seda l’irrequietezza ma… Sarà sufficiente?

Nuccio Gambacorta “Noi siamo nulla, precipitammo nella tenebra e saremo annientati. Eppure in questa tenebra, pensa, teniamo il perno segreto di un’idea che fuori, viva, al sole gira negli anni a venire.” – Stephen Spender. Non sarà, caro amico, che attraverso i tuoi dipinti tu stia cercando di afferrare quel perno. Magari cercandolo nella valigetta di un uomo che, nell’opera esposta al Grandinetti di Lamezia, indifferente e compassato attraversa ogni dimensione onirica? La domanda: “Alice nel Paese delle Meraviglie è… morta?” Perché solo attraverso il suo specchio potremmo raggiungere la dimensione cui ciascuno di noi aspira. Mi ci sono trovato dinanzi. Non è piano, avevo un metro nella mano destra ed osservavo la mia immagine distorta oltre confine cui riferivo il suo metro essere più corto del mio. Per di più ribaltato. “No!” mi rispondeva. “Guarda!” e misurò la lunghezza del tavolo. “Tre metri. Prova tu!” Misurai il tavolo che proprio tre metri risultò essere. Al di là tutto è conformato secondo altre leggi, proprio come da questa parte. L’uomo del dipinto varca entrambe le dimensioni, possiede il passaporto per attraversare indifferentemente ogni estensione, conosce la combinazione pertanto entra ed esce con disinvoltura mentre sembrano immobili gli ippocampi antropomorfi, cavalli alati, arcobaleno, il castello fatato che poggia al termine della folta chioma di altra figura umana alterata dal “mondo di mezzo”. Sullo sfondo lo statico profilo dell’incombente metropoli.

Valeria Ballestrazzi (Balleva). Nelle sue opere non credo di essere l’unico a contemplare una “Golconde” di sfere, bolle di sapone fluttuanti nella “schermata”. Non statiche come gli omini in bombetta (cadenti? Ascendenti?) dell’opera di Magritte ma librate nell’aria. Alla figura geometrica si aggiunge il gioioso tumulto di flora e fauna pervasi dal baluginare di colori maestosi, benevoli, frangenti che investono l’osservatore quasi a volerlo trascinare all’interno del dipinto. Le forme interagiscono fra loro in perfetta assonanza ed ogni singolo cromatismo potrebbe determinare imprevedibilmente il futuro che immagino coloratissimo e movimentato per questa artista.

Jessica Spagnolo percorre la realtà pittorica ricca di luci e ombre al fine di condurla alla figura quale soggetto predominante dei suoi quadri. Per quanto mi riguarda è sufficiente osservare il suo “Finalmente albeggia” al fine di comprendere la forza espressiva che Jessica riesce ad imprimere. Nello sguardo del nomade, volto circondato dai mirabili panneggi della kefia bianca, vedo la luce del sole, ne avverto il primo calore, ogni riverbero che preannuncia la sua totale comparsa, non il nostro astro, un altro si leverà alto sull’orizzonte, più grande, implacabile, vitale. Nello sguardo del nomade ravviso meraviglia. Oltre i confini della nostra “civiltà” il quotidiano avvenimento è “stupore”, ringraziamento, curiosità, incredulità, vita e morte. Nello sguardo del nomade vedo bontà in continuo conflitto con il male che la definisce e identifica. Lo sguardo del nomade, il profilo di tre quarti nel gioco della fioca luce e penombra che, all’interno della tenda, proprio quelle tonalità assumono, i riflessi ed i riverberi della pupilla… Nello sguardo di quel nomade vedo la mia ansia di ritornare nel deserto, nel sud/est del Sahara, accanto alle eterne grotte che custodiscono graffiti dei nostri progenitori. Questo ed altro vedo nello sguardo di quel nomade.

Dietro le quinte (ma non proprio):

– Ing. Francesco Grandinetti “Teatro Grandinetti” Lamezia terme. La targa in marmo esposta a fronte del teatro Grandinetti in Lamezia Terme recita: «La costruzione del teatro Grandinetti ad opera di FRANCESCO GRANDINETTI nato a Sambiase nel 1897 iniziò alla fine degli anni ‘30 è continuò, tra mille difficoltà per il reperimento dei materiali, durante il periodo della II guerra mondiale. Il teatro Grandinetti è stato inaugurato il 6 gennaio 1946. FRANCESCO GRANDINETTI aveva già costruito nel 1919 un altro teatro a Sambiase, ora Lamezia Terme. Lamezia Terme, dicembre 2009»
È indubbio quanto la famiglia Grandinetti abbia in tutti i modi coltivato il proprio senso del vivere civile, amore per la cultura sotto qualsiasi forma essa possa manifestarsi ed attaccamento alla città natale cui ha in tutti i modi contribuito a conferire lustro. Persone d’altri tempi che hanno messo a disposizione della comunità il loro spirito imprenditoriale.
In questa circostanza corrono dunque obbligo e condivisione rivolgere il più sentito ringraziamento all’ing. Francesco Grandinetti la cui totale disponibilità ha consentito di realizzare l’evento che resterà impresso nella storia di Lamezia, della regione Calabria, e ovunque nel mondo.
Sono certo di interpretare il pensiero di Daniela Rambaldi, Annunziata Staltari, Angela Artepozzo, Giuseppe Lombardi, gli artisti e collaboratori tutti nel renderli partecipi di questo atto di ossequio.
Un’ultima individuale considerazione… Mi domando come sia possibile non apprezzare il clima che si respira già nel momento in cui ci si trova nei pressi del teatro Grandinetti. Appena si accede all’interno è come viaggiare nel tempo. Le luci, lo stile liberty baroccheggiante, il palco, le “quinte”, i loggioni, il soffitto a cassettoni ti fanno vedere signore “…vestite di voile e di chiffon…” che si accomodano nelle poltrone accompagnate dalla voce di Achille Togliani. Per quanto conosca di Carlo Rambaldi, lettura, biografia, sue realizzazioni, film, opere pittoriche ammirate ed in gran parte da ciò che mi è stato narrato dall’amica Annunziata Staltari Celea la quale ha avuto il privilegio di conoscerlo, sostengo che il Maestro, per la grande semplicità che lo caratterizzava, avrebbe voluto essere celebrato con la manifestazione di sincero affetto organizzata da Angela ed Annunziata esattamente svoltasi come e dove avvenuta, senza ridondanza alcuna, istrionismo, appariscente finzione, ivi compresi gli intoppi, ritardi, eccezioni enumerati minuziosamente da virtuosi del bulino (utensile per incisione a mano su materiali vari al fine di asportare bavature, smussare spigoli, ecc. In paletnologia, lama di selce a forma di scalpello, propria del Paleolitico superiore). L’elaboratore Hal 9000, e concludo, del capolavoro di Stanley Kubrick “2001 odissea nello spazio” sbagliò nel fornire un dato all’equipaggio dell’astronave “Discovery One” in viaggio verso Giove poiché aveva raggiunto la fallibile perfezione di “Homo”. Lo stesso regista che in “Shining” evidenzia la labilità della mente umana quando il soggetto si trova solo dinanzi al proprio limite di individuo ed artista così che negli spazi tombali del gigantesco albergo cerca di ritrovare immaginari percorsi che gli forniscano l’alibi per sopprimere i solo testimoni del suo fallimento. Ma anche questa è un’altra storia… Per quella magnificamente svoltasi fra le mura del teatro Grandinetti il mio personale “grazie” all’ing. Francesco Grandinetti che mi ha onorato della sua amicizia.

– Il mio sentito ringraziamento all’amico e, senza enfasi alcuna, grande giornalista Sebastiano Catte il cui prezioso, umile e costante contributo ha permesso di dare meritata e dovuta risonanza mediatica dell’evento. Ciao Sebastiano, un abbraccio anche a nome di Angela e Annunziata e, sono convinto, di tutti i protagonisti e comprimari di questa magnifica avventura.

– Ciao Lucio [miraggiodilux (Lucio Russo ph)], piacere grande averti conosciuto in questa speciale circostanza non solo per la tua simpatia, pure la pazienza di effettuare diversi scatti prima di decidere quale fosse la migliore immagine (a me apparivano tutte eccellenti). Se possiedo una foto insieme alla splendida Daniela Rambaldi lo devo a te che hai avuto la sensibilità di richiederla.

BALLERINA

Ballerina con passo leggero,
danza la vita.
Dolce musica ti accompagni
nell’armonia della tua ritmica.
Balla, balla questa lirica
dedicata al cinema, l’arte, l’amore.
Un fantastico brano,
flessuoso come il tuo corpo,
ispira inediti passi,
con le tue note e oscillazioni,
incontri dell’anima,
riverbero di ogni bramosia,
sfiori sensazioni,
fai battere il cuore,
brividi di forti emozioni.
Accarezzi pensieri
fai volare come il vento
nell’universo onirico.
Sfumature della creatività fai vivere
leggiadra come sei!
Tocchi il cielo di poesie e luce,
fai oltrepassare le barriere del talento
come profondo respiro.
Esalti il mondo fantasioso
abitato da genialità e invenzione,
dal grande Maestro dei sogni…
Carlo Rambaldi.

Simona Rea – Sora Frosinone

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Lamezia Terme (RC), 27 agosto 2017

Mauro ringrazia la poetessa Simona. A lei i meritati applausi.

Sono a tutti riconoscente, di cuore. Esperienza indimenticabile. Nel salutarvi desidero citare il grande Pier Paolo Pasolini con cui il Maestro Carlo Rambaldi ebbe modo di collaborare:
“Il cinema è un’esplosione del mio amore per la realtà”
Pier Paolo Pasolini – Empirico eretico
Da oggi possiamo affermare che il cinema è anche esplosione di amore per il sogno. L’arte il solo strumento che ci permetterà di realizzarlo.

Lamezia Terme (RC), 27 agosto 2017

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

THE END (for the moment)

Immagini in evidenza relative all’evento servizio fotografico miraggiodilux (Lucio Russo ph)

RIPRODUZIONE RISERVATA AL “MUSEO FONDAZIONE RAMBALDI”, “ASSOCIAZIONE ARTISTI DEL QUADRIFOGLIO”, “ASSOCIAZIONE ARTEPOZZO”, ARTISTI, GIORNALISTI E PROFESSIONISTI CITATI NEL PRESENTE SERVIZIO E/O PER CONDIVISIONE INTEGRALE SU FACEBOOK DEL PRESENTE ARTICOLO

CARLO RAMBALDI – “Arte e Cinema” – Mauro Giovanelli intervista Lorenzo Bersini

CARLO RAMBALDI

“Arte e Cinema”

Dal 5 al 27 agosto 2017 teatro Grandinetti di Lamezia Terme CZ Italy

DANIELA RAMBALDI vicepresidente del
Museo “Fondazione Rambaldi”

ANNUNZIATA STALTARI
“Associazione Artisti del Quadrifoglio”

ANGELA ARTEPOZZO
“Associazione Artepozzo”

—– * —–

Mauro Giovanelli intervista Lorenzo Bersini

—– * —–

MG – Ciao Lorenzo, direi di andare subito al tema. Come abbiamo potuto constatare il tempo è sempre tiranno e gli sprovveduti, pur non avendone nozione, ne approfittano. Ci siamo incontrati all’inaugurazione dell’evento “Arte e Cinema” per commemorare il grande Carlo Rambaldi ed esporre in anteprima mondiale i suoi dipinti. Impressioni circa le sue opere pittoriche? Personalmente le trovo di grande interesse e credo leggere in esse l’abito mentale indossato dal Maestro.

LB – Ho trovato le opere interessanti, ma andrebbero osservate con più calma e in circostanze diverse. Adoro il libro di pinocchio da lui disegnato.

MG – Anch’io! Ritengo che questo lavoro rappresenti la grandezza di Carlo Rambaldi. “La semplicità è una complessità risolta” sosteneva lo scultore rumeno Constantin Brâncuși e “Pinocchio”, come riferito per l’artista Lino Monopoli, è puro distillato filosofico. L’algoritmo ricondotto alle quattro operazioni. Il nostro Maestro, ovviamente, l’aveva fatto suo.

LB – Sì! Un capolavoro illustrato e raccontato con grande maestria.

MG – Circa un’opera di Rambaldi (vedere immagine in evidenza n.d.a.) ho parlato di “futurismo statico”. Invenzione. Mi ha emozionato. Sei d’accordo?

LB – Sono d’accordo, credo rappresenti al meglio il percorso creativo di Carlo Rambaldi.

MG – In merito all’evento quali sono in generale le tue considerazioni?

LB – Organizzare avvenimenti di tale importanza non è semplicissimo. Ci sono stati problemi tecnici organizzativi legati a circostanze negative che nella vita possono accadere ma deve comunque considerarsi la complessità dell’insieme… a proposito del Brâncuși. Sono personalmente soddisfatto, aver presenziato e partecipato. Lo ritengo un privilegio.

MG – Potrei essere fuori strada nel ritenere che l’artista debba essere attratto verso il “kaos” più che in direzione dell’entalpia, l’ordine, l’etichetta. Tu?

LB – Generalmente rifuggo il kaos, sono decisamente indirizzato all’energia interna generata dalle emozioni.

MG – Il kaos, appunto. Non sono forse disordine le nostre emozioni?

LB – Io vivo le emozioni con grande armonia, le faccio mie, sono parte di me…non vi è kaos in me.

MG – Mozart è stato “armonia” eccelsa e Kaos delle emozioni… Uno dei tanti.

MG – A tuo modo di vedere il così detto “critico” su cosa dovrebbe improntare l’analisi di un’opera (tecnica, supporto, messaggio, tema proposto, biglietto da visita con scritto “artista”, prestigio acquisito, corredo di brochure preconfezionate, considerare il numero di cataloghi, frequentazioni, ecc.)?

LB – Non ho titolo per esprimermi su questo tema che ritengo comunque soggettivo. Il “Critico” è di fatto essere umano che attribuendosi competenza si presuppone abbia la preparazione necessaria a svolgere tale compito. Amo ascoltarli con attenzione e in molte circostanze mi hanno dato molto.

MG – Penso tu abbia titolo per pronunciarti su questo argomento. Chi altri? Comunque ritengo “critico” chiunque veda in un’opera d’arte ciò che finanche l’artista potrebbe ignorare in quanto espressione del suo subconscio (di artista per l’appunto).

LB – Ritengo che il critico debba valutare ciò che il dipinto gli trasmette. Tutto il resto, ai fini di un giudizio, è irrilevante.

MG – Vero! Però ci sono “riceventi” che captano segnali non udibili a molti… Potresti riassumere circostanze negative che hai rilevato nella tua carriera di artista”?

LB – Non ho avuto circostanze negative nella mia carriera di pittore in quanto credo di aver colto il buono anche nelle situazioni più discutibili.

MG – Tralasciamo le situazioni “discutibili” in cui ti sei trovato… Artisti si nasce o si diventa? O entrambe le cose quando la natura è stata avara?

LB – Penso che un artista si formi quando le circostanze della vita lo hanno portato al limite.

MG – Ma il limite esiste solo matematicamente, è concetto, quindi per noi umani tendenza. Al limite c’è… Tutto! Una mia poesia.

LB – Al limite c’è tutto e niente, chi ha la forza di reagire arrivato lì, si evolve o soccombe.

MG – Impossibile giungere al limite. Tutto e nulla coincidono. Da infinito (più o meno) a zero è il Cosmo, l’Universo Mondo concepito da Giordano Bruno nel 1600… ma stiamo andando… oltre confine. In base alla risposta la prossima domanda potrebbe essere o meno banale: Che cosa ti ha spinto a dipingere?

LB – Forse perché mi sono avvicinato al limite.

MG – Chiaro! Lo hai percepito.

LB – SÌ! L’ho percepito, vissuto, e ho ripreso a dipingere.

MG – Per cortesia correggimi se sbaglio. Nelle tue opere non segui un percorso lineare, i tuoi soggetti sono i più svariati anche se spesso ricondotti alla figura femminile. Sei ancora alla ricerca?

LB – Sempre alla ricerca, viaggio molto, incontro persone diverse, amo dialogare con loro. Dipingo prevalentemente figure femminili, a volte con sfondi di architettura urbana dei luoghi dove le ho incontrate.

MG – In breve vorresti parlami della tua particolare tecnica e come è scaturita l’idea?

LB – È nata per caso, circa 7 anni fa a Torino. Mi occupavo di enogastronomia e visto che la location era importante iniziammo ad organizzare degustazioni di vini abbinate ai vernissage.
Ne frattempo ripresi la mia passione, il disegno a matita. Durante un vernissage ho esposto una tela realizzata in Vinette, mi incuriosì e iniziai le mie ricerche per documentarmi. La materia prima non mi mancava, realizzai molti bozzetti… Terribili. Con il tempo memorizzai i colori dei vari vini nei processi di ossidazione e nelle sovrapposizioni… Lo studio continua tutt’ora.

MG – Complimenti! Cosa ne pensi di quanti affermano, compreso il sottoscritto, che l’artista monotematico perviene più facilmente al successo del, diciamo “fantasioso”.

LB – Può essere! Personalmente penso che il successo di un pittore sia determinato dalla semplicità con cui riesce a comunicare con le persone attraverso i suoi lavori… a prescindere.

MG – Condivido! A tuo onore, per ciò che riguarda la domanda precedente, ritengo che se ti dedicassi a perfezionare la figura potresti “sfondare” più facilmente.

LB – Sono d’accordo! Purtroppo la tecnica che adotto mi penalizza parecchio ed io è su questa linea che sto lavorando.
MG – Quando lavori pensi più a te stesso o al futuro “Osservatore /Estimatore” della tua opera in fieri?

LB – Sinceramente quando lavoro sono così concentrato con le emozioni che voglio esprimere da non pensare né a me stesso, tanto meno all’eventuale, futuro osservatore, ma alla persona di cui sto raccontando la vita.

MG – Qualora dovessi essere costretto a inserirti in una “corrente” pittorica, in quale ti collocheresti? Surrealista, metafisica, realismo, ecc. Sto ancora cercando la mia via, e anche me stesso. Vedremo in futuro.

MG – La tua pittura è “piana”, poco o nulla “materica”, non ti coglie mai l’impulso di violentare il supporto con graffi su abbondante colore, spatolate, infierire con il manico del pennello? Cosa ne pensi?

LB – No perché questa tecnica ora non lo consente.

MG – Qual è il segnale che vuoi trasmettere?

LB – Racconto esperienze di vita che non è fatta solo di sorrisi di fiori e di gioia infinita.

MG – Un mio caro amico pittore e scultore(1) sostiene che “Tutto quello che facciamo è manipolazione. Per l’artista il “messaggio” è solo il manichino sulla forma del quale il sarto confeziona l’abito. O lo vesti di bellezza o di stracci altrimenti suonerebbe come una predica.” Che ne pensi?
(1) ENRICO BAFICO – Genova

LB – Sono d’accordo conferire bellezza a prescindere

MG – …O vestirla di stracci, niente mezze misure, altrimenti sarebbe predica che nessuno ascolta.

LB – Conferire bellezza agli stracci è il preludio di un capolavoro

MG – La domanda precedente l’ho formulata poiché pochi intercettano il richiamo dell’anima o qualunque cosa essa sia. Rimangono in superficie.

LB – Conferire profondità e vita a un dipinto non à cosa banale.

MG – Nulla ritengo sia banale nel mondo dell’arte. Domanda ben precisa alla quale occorrerebbe analoga onesta risposta: Qual è il tuo giudizio sul pubblico? La categoria di persone che in generale è venuta o viene alle tue mostre?

LB – Mi ritengo di essere un uomo privilegiato per i risultati ottenuti dal social network, persone che si sono avvicinate ai miei dipinti spontaneamente, senza forzature o circostanze.

MG – Qual è il tuo giudizio sull’umanità in generale?

LB – Un progetto nato male fin dall’inizio.

MG – Eccellente! L’unica risposta possibile. Nel riepilogo dell’inaugurazione ho scritto quanto segue circa la tua arte: “Immagini dalle tonalità argentee, luminescenti, acquose, colori tanto più “inventati” quanto reali nell’armonia delle variegate composizioni alchemiche, immagini cui l’artista imprime forza vitale estrema, il senso del divenire nelle multiformi impercettibili soste esistenziali, amore, stupore, disorientamento, passione, bellezza e ammirazione della donna e tutto quanto in essa si celi. Vigore creativo, quasi rabbia nell’imprimere passione ai volti, estrarre da essi l’anima, il pensiero, ogni desiderio indicibile finanche a loro stesse. Con maestria e realismo magici è sorprendente che tutto ciò fuoriesca da supporti in carta artistica 30% cotone”. Hai qualcosa da dire in proposito?

LB – Sì, sono commosso.

MG – Ed io gratificato. Ritieni verosimile che possa aver visto ciò che il tuo subconscio di artista custodirebbe per essere rilasciarlo sul supporto mimetizzato finanche a te che stai creando?

LB – Sì è verosimile, generalmente non raffiguro mai la persona di cui racconto la vita o l’emozione. La mia più grande soddisfazione è che resa pubblica l’opera la persona interessato ci si identifichi… gratificante… molto.

MG – Qual è il tuo giudizio sull’umanità in generale?

LB – Un progetto nato male fin dall’inizio.

MG – Domanda forse scontata ma non banale: Cosa pensi della vita?

LB – Ritengo che la vita sia un dono prezioso, anche se l’indole umana è per sua natura violenta. Si pensa che con il tempo si migliori, ma allo stato attuale delle cose, sono perplesso.

MG – Cosa pensi dell’attuale situazione politica proprio in relazione alla decadenza, a mio parere, morale e culturale che ha investito l’Italia in questo trentennio?

LB – Il ruolo del politico è di fatto responsabilità verso il popolo e la nazione. Una figura capace di esercitare il suo mestiere e che dia il buon esempio, per far sì che il popolo lo segua nel bene e nel male. Attualmente non vedo politici al governo.

MG – Hai nuovi progetti? Se sì ispirati da che? Indirizzati dove? Quale tipo di segnale vorresti lanciare?

LB – Continuo il mio percorso e il mio studio, mai abbandonare una strada se non sei arrivato alla fine.

MG – Ed io ti ringrazio augurandoti possa realizzare ogni tuo obiettivo, i presupposti ci sono sta a te non perderti per strada. È stato davvero un grande piacere conoscerti e poterti considerare amico. A presto.

Lamezia Terme, 16 agosto 2017

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagini in evidenza: Lamezia Terme, 5 agosto 2017 – A sinistra l’artista Lorenzo Bersini e Mauro Giovanelli – A destra opera del Maestro Cralo Rambaldi

RIPRODUZIONE RISERVATA – PUBBLICAZIONE AUTORIZZATA A Lorenzo Bersini, “FONDAZIONE CARLO RAMBALDI” – “ASSOCIAZIONE ARTISTI DEL QUADRIFOGLIO” – “ASSOCIAZIONE CULTURALE ARTEPOZZO”