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Mondiali di calcio 2018 – Francia Campione

Mondiali di calcio 2018
Francia Campione

Due motociclisti che durante la parata di ieri si sono dati una craniata pazzesca davanti alla tribuna, gli aerei disallineati nel formare il tricolore francese… Qualora la nazionale non avesse vinto i mondiali… Povero Macron!
Viva la Francia! Viva i calciatori ultramilionari compresi gli ex migranti…

Mauro Giovanelli – Genova
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MONDIALI DI CALCIO

MONDIALI DI CALCIO

“…populus duas tantum res anxius optato panem et circenses”

“… il popolo due sole cose ansiosamente desidera: Pane e giochi circensi”

La citazione appartiene al poeta latino Giovenale (Satira X)

Adesso? Tutti al mare? Noooo! Inizia il calciomercato e le interviste più stupide, inutili, scontate, ripetitive e vuote del Pianeta con allenatori, calciatori, opinionisti, previsionisti, tecnici, saccenti, presidenti, magazzinieri, massaggiatori…

Mauro Giovanelli – Genova
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KAOS

KAOS

L’analfabetismo funzionale e di ritorno sta sfiorando il 70% è chiunque ne sia colpito è vittima del Potere che così vuole. Implicitamente fra l’elettorato conseguono assenza di senso critico e autodeterminazione ma questo non lo scopriamo oggi. Evidente peraltro che molti ignorino la Costituzione. Ciò detto il comportamento del Presidente Mattarella in relazione all’art. 92 è discutibile in “fatto” e “diritto” ma, qualora ciò non fosse dimostrabile, la “prova” sta proprio nella sua “excusatio non petita accusatio manifesta” ovvero nel documento letto a decisione presa dove sta scritto che la bocciatura di Savona (scripta manent) è dovuta ad una “sensazione” che tale ministro potesse non essere “europeista”. La Costituzione non si salvaguarda sui “sentito dire” o gusti personali di chicchessia, a maggior ragione sulle simpatie. In parole povere spiegando la sua decisione Mattarella, a mio avviso, non è entrato nel “merito”.
Altra prova (non valida giuridicamente) è il sorriso ebete di tutto il PD, partito di destra che più a destra non si può, da Martina Maurizio, reggente di Orfini Matteo il “Mortimer” di “Lo chiamavano Trinità” fino a Renzi Matteo, “il rottamatore” appunto.
O no?
Adesso ho ben altro cui pensare.

Mauro Giovanelli – Genova
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I PRIMATI DEI PRIMATI

I PRIMATI DEI PRIMATI

Dunque…
I “primati” sono un ordine di mammiferi placentati che include i “tarsi”, “lemuri”, “scimmie” e, vicinissima a quest’ultima categoria per connotati intrinseci ed estrinseci… “Homo” nel cui ambito sussistono due classi.
La prima comprende individui che, in relazione alla potenzialità connaturata alla specie, svolgono attività peculiari guadagnando cifre esigue rispetto al risultato conseguito. Ad esempio onesti lavoratori, artigiani, ricercatori scientifici, letterati, artisti, creativi, astronomi, filosofi, sperimentatori, insegnanti di ogni ordine e grado, specialisti, studiosi, medici, ecc.
La seconda annovera buona parte di tutti gli altri ovvero sfruttatori, schiavisti, furbi, ereditieri, aristocratici, chiromanti, truffatori, capitalisti fino ad arrivare a calciatori affermati e politici. In particolare le due specie che chiudono l’elenco ricavano compensi astronomici, abnormi in relazione alle prestazioni offerte che, a ben guardare, così come in molti casi espletate, sono pressoché convinto potrebbero essere eseguite pure da scimmie opportunamente addestrate. Forse concluse anche meglio per quanto concerne un buon numero di parlamentari succedutisi nella prima e seconda Repubblica…

Mauro Giovanelli – Genova
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III Repubblica – 1ma puntata

III Repubblica – 1ma puntata

A mio avviso Luigi Di Maio non avrebbe dovuto cedere sulla nomina circa la Presidenza del Senato. Il M5S era l’unico a poterci guadagnare in un eventuale ritorno alle urne mentre gli altri, compreso il PD, avevano solo da perdere. La “coalizione” di “Centro” destra già scricchiolava ed il Centro “Sinistra” concepito da Renzi Matteo sarebbe colato a picco.
Certo è che non sono giocatori di poker.
Adesso è tutto nelle mani di Mattarella ma se non si riuscisse a formare il Governo ed il Presidente decidesse per nuove elezioni allora questi ragazzi sarebbero penalizzati da una sorta di “accordo” con la Lega che Martina Maurizio farebbe passare come tale essendo monocorde nel parlare, parlare, parlare e non esprimere alcunché se non ai soliti mediocri pecoroni (e sono tanti).
In definitiva il PD avrebbe qualche “scartina” in più mettendo sul tavolo le consuete virtù servili, ossia furbizia, menzogna, discredito degli avversari. Idee zero.
Aspettiamo gli eventi con la speranza che Di Maio imponga la forza di “Partito di maggioranza” e non si faccia imbrogliare dalla Lega (non mi piace).

Mauro Giovanelli – Genova
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Maria Elisabetta Alberti Casellati – 24 marzo 2018 – Eletta Presidente-ssa del Senato

Maria Elisabetta Alberti Casellati
24 marzo 2018
Eletta Presidente-ssa del Senato

C’è molto da pensare e poco (si fa per dire) da scrivere.
Fedelissima di Berlusconi Silvio. Dalla sua fondazione, fatidico 1994, aderisce a Forza Italia, Popolo della Libertà, ancora Forza Italia (o chissà che altro eventuale acronimo a me ignoto) di cui fu “segretaria del gruppo parlamentare” nonché “presidente della Commissione Sanità”.
Senza mai essere stata neanche sfiorata dalla pur minima incertezza ideologica perviene senza soluzione di continuità alla Presidenza del Senato attraverso “componente del Collegio nazionale dei probiviri”, “dirigente nazionale del Dipartimento sanità”, “vice dirigente nazionale dei dipartimenti”, “Senatrice nella XII legislatura”. Mancata elezione nel 1996, rieletta al Senato nel 2001, vice capogruppo di Forza Italia nella XIV legislatura e vice capogruppo vicario dal 2002 al 2005. Indi “sottosegretario alla salute del Governo Berlusconi II” (30.12.2004 ÷ 25.04.2005) e del Governo Berlusconi III (26.04.2005 ÷ 16.05.2006). Rieletta in Senato nella XV legislatura, ha ricoperto l’incarico di vice presidente del gruppo Forza Italia al Senato. In occasione delle elezioni politiche del 2008 viene riconfermata come senatrice. Poscia ha inoltre ricoperto l’incarico di sottosegretario alla giustizia (12.05.2008 ÷ 16.11.2011) del governo Berlusconi IV (Popolo della Libertà, 29.03.2009 ÷ 16.11.2013). Nel corso della successiva legislatura è incaricata nel “consiglio di presidenza del Senato” come segretario d’aula. Il 16 novembre 2013, con la riconversione del Popolo della Libertà in Forza Italia entrò in… A Forza Italia. Dal 14 gennaio 2014 è stata “capogruppo di Forza Italia nella Giunta delle Elezioni e del Regolamento” e della “I Commissione Affari Costituzionali del Senato”.
Dal Parlamento in seduta comune il 15 settembre 2014 fu eletta nientepopodimenoché membro del Consiglio Superiore della Magistratura ovviamente in quota Forza Italia.
Questo è quanto.
C’è stato chi ha perduto il proprio regno per un piatto di lenticchie… Altri per un solo Fico.
Ci sarà una “strategia” della quale non afferro alcuna trama visibile e invisibile? “Ai posteri l’ardua sentenza…”

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web: Maria Elisabetta Alberti Casellati

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A Roberto Fico

A Roberto Fico

Caro Roberto Fico, sembrerà banale ciò che sto per scrivere, pure insignificante ma non lo è. Credimi. Comincia da subito a pensare come liberarti ed affrancare l’Italia dall’ignominia perpetrata nei nostri “Palazzi” del Potere e liberati dei due manichini alle tue spalle che guadagnano cifre astronomiche solo per metterti e toglierti la poltrona da sotto il fondoschiena. Non ho alcunché di personale con costoro anche se dovrebbero essere consci di aver vissuto e vivere “sopra le righe” alle nostre spalle per volontà di parlamentari incapaci e parassiti. Si aggiungono commessi, barbieri, addetti alla ricarica orologi a pendolo, infermieri, medici, idraulici, falegnami, baristi, pasticceri, personale della buvette, infermieri e medici degli “ambulatori”, … Ecc. Ecc. Ecc.
Insomma rappresentanti strapagati di tutte le normali categorie del lavoro che “al di fuori” combattono per arrivare al giorno 20 di ogni mese.
È ora di fare sul serio. O no?
Buon lavoro.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web: Roberto Fico Presidente della Camera 14 marzo 2018

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GIORDANO BRUNO

GIORDANO BRUNO

Era l’alba del 17 febbraio 1600 quando il filosofo Giordano Bruno, una delle menti più lucide e ispirate del suo tempo (e anche del nostro), fu bruciato vivo in Campo dei Fiori a Roma a seguito della decisione presa dal Santo Uffizio dell’Inquisizione della Chiesa Cattolica. La sentenza fu preceduta da otto anni di carcere e torture, ufficializzate da “riunioni”, l’ultima delle quali avvenne il 9 settembre del 1599 e fu presieduta dai seguenti “commissari inquisitori”: Ippolito Maria Beccaria, Giulio Montenenzi, Pietro Millini, Anselmo Dandini, Marcello Filonardi e Alberto Tragagliolo. E’ opportuno riportarne i nomi per additare questi mostri all’esecrazione universale. Cinque mesi dopo, più precisamente l’8 febbraio del 1600, venne emessa la sentenza dai cardinali inquisitori Ludovico Madruzzi, Giulio Antonio Santoro, Pietro Deza, Domenico Pinelli, Girolamo Ascolano, Lucio Sasso, Camillo Borghese, Pompeo Arrigoni e Roberto Bellarmino. Il terz’ultimo capoverso del testo della condanna a morte sul rogo è un capolavoro di ipocrisia e così recita: “Invocato dunque il nome di Nostro Signore Gesù Christo… et dover essere rilasciato alla Corte Secolare, sì come ti rilasciamo alla Corte di voi monsignor Governatore di Roma (cardinale Ludovico Madruzzi n.d.a.) qui presente, per punirti delle debite pene, pregandolo però efficacemente che voglia mitigare il rigore delle leggi circa la pena della tua persona, che sia senza pericolo di morte o mutilazione di membro…”. Come se i nove cardinali non sapessero che le “debite pene” sarebbero consistite nel bruciare vivo quel genio indiscusso dell’umanità. Ma era necessario che la colpa del crimine non ricadesse sulla Chiesa, bensì sul potere temporale, sebbene anche questo fosse esercitato dal papa (Clemente VIII al secolo Ippolito Aldobrandini). Al termine della lettura della sentenza Giordano Bruno disse ai suoi aguzzini: “Forse tremate più voi nell’infliggermi questa sentenza che io nell’accoglierla”. Durante il percorso dal carcere di Tor di Nona al luogo dove sarebbe stata eseguita la condanna venne imposta a Giordano Bruno la “mordacchia” con la “lingua in giova” cioè trafitta da un chiodo ricurvo in modo che non potesse parlare, pena inflitta ai bestemmiatori che si rifiutavano di ascoltare “confortatori” e “padri”. Considerando che Roberto Bellarmino (il 25 febbraio 1616 presiedette anche il Sant’Uffizio nel processo a Galileo Galilei) fu uno dei più accaniti accusatori del grande filosofo mi chiedo:

▪ Come mai il 29 giugno 1930 Roberto Francesco Romolo Bellarmino fu proclamato santo da papa Pio XI e il suo corpo è conservato, per la venerazione dei fedeli, in una teca della chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio a Roma mentre quello di Giordano Bruno si è disperso in cenere e fumo?
▪ Perché nel 1931 (17 settembre) San Roberto Bellarmino fu proclamato dottore della Chiesa Cattolica dallo stesso papa Pio XI?
▪ Come può spiegarsi il fatto che nella conferenza del 18 febbraio 2011 a Fener di Alano di Piave (BL) organizzata dal Circolo Christus Rex si è giunti alla conclusione che la Santa Inquisizione fu un tribunale giusto e misericordioso?
▪ Per quale motivo in occasione dell’Udienza generale del mercoledì (23 febbraio 2011) l’attuale papa emerito Benedetto XVI (Joseph Alois Ratzinger) decise di dedicare una meditazione sulla figura di san Roberto Bellarmino (nel corso della quale ovviamente non venne in alcun modo citato il caso Giordano Bruno)?
▪ E infine perché nessuno parla più di quel feroce accadimento per il quale sarebbe necessario (a mio modesto avviso) un chiarimento ufficiale da parte della Chiesa Cattolica come fu fatto per il “caso” Galileo Galilei?

Mauro Giovanelli – Genova
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Nota:
Quasi tutte le notizie della meravigliosa vita di Giordano Bruno le ho attinte dal testo “Giordano Bruno – La falena dello spirito” del nostro grande filoso e germanista Anacleto Verrecchia. Ho l’onore di averne una copia con dedica autografa, cosa non da poco considerando la riservatezza dell’uomo e l’umiltà del genio. Traduttore di Lichtenberg, appassionato studioso di Bruno, Nietzsche e Schopenhauer è stato uno dei più grandi intellettuali che abbiano attraversato il ‘900 e il suo stile è giudicato “la migliore prosa filosofica prodotta oggi in Italia”. È morto il 4 febbraio del 2012 all’età di 86 anni. Quotidiani e televisione gli dedicarono poco più di un trafiletto o annunci di qualche minuto, senza dubbio troppo impegnati a seguire le squallide vicende della politica interna. Comunque è certo che la persona non avrebbe gradito più di tanto sebbene per gli italiani sia stato facile accontentarlo. Diceva spesso “di un filosofo o di uno scrittore ciò che interessa sono gli scritti e non le vicissitudini personali”.

Mauro Giovanelli – Genova
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Pubblicato da “Il Segno” http://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it nr. 8 del 16-30 aprile 2014 pag. 4 con il titolo “L’inquisizione ai tempi di Giordano Bruno” – Da “Memoria Condivisa” sito www.memoriacondivisa.it il 16 gennaio 2016 sul con il titolo “Giordano Bruno condannato al rogo dalla Santa Inquisizione”.

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CUI PRODEST?

CUI PRODEST?

«[…] Il fatto è che in lui (Hitler n.d.a.) c’è qualcosa che affascina profondamente […] Hitler… sa che gli esseri umani non vogliono solo confort, sicurezza, orari di lavoro comodi, igiene, controllo delle nascite e, in generale, senso comune; vogliono anche, almeno in maniera intermittente, la lotta e il sacrificio di se stessi, per non parlare dei tamburi, delle bandiere e delle sfilate. Fascismo e Nazismo sono psicologicamente molto più profondi di qualsiasi concezione edonistica della vita…»

Ovviamente Orwell non era un fan di Hitler. Ad un certo punto della recensione immagina come sarebbe stato il mondo se il Terzo Reich avesse avuto successo:

«…Ciò che Hitler prevede, da qui a cento anni, è uno stato continuum di 250 milioni di tedeschi con un grande spazio vitale (che si può estendere per esempio più o meno fino all’Afghanistan), un orribile impero senza cervello in cui, essenzialmente, non accade nulla a parte una continua formazione di giovani uomini per la guerra e l’infinito allevamento di carne fresca da macello.»

George Orwell – Recensione del Mein Kampf di Adolf Hitler.

Nel giugno del 1941 Hitler invase la Russia, commettendo uno dei più grandi errori strategici nella storia della guerra moderna. Stalin fu completamente preso alla sprovvista dall’invasione e le notizie del TRADIMENTO di Hitler gli causarono un crollo nervoso. Chiaramente non aveva letto il “Mein Kamp” così attentamente come Orwell né la recensione di quest’ultimo.
Hitler e Stalin erano alleati, quanto meno fecero un accordo di non belligeranza patto che mai sarebbe stato siglato da Lev Trockij, la personalità più influente della Russia post-rivoluzionaria e della neonata Unione Sovietica, il quale aveva una concezione ben diversa del “socialismo reale”. A seguito della sua lotta politica e del duro contrasto con Stalin, dopo la morte di Lenin Trockij fu espulso dal Partito Comunista Sovietico ed esiliato, mentre l’OPPOSIZIONE DI SINISTRA veniva smantellata dal gruppo stalinista (DI DESTRA), favorevole alla burocratizzazione totalitaria dell’URSS e al concetto di “Socialismo in un solo paese”.
A chi giovò e tuttora conviene che la parola “Comunismo” (senza mai nominare il “Socialismo reale) sia diventata impronunciabile ai più ed accostata al nazifascismo? “Cui prodest?”
Bella domanda vero?

Mauro Giovanelli – Genova
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