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Mauro Giovanelli Titolo: SENSORIALE – Poesia III Millennio

EDIZIONE SPECIALE

Genere: Poesia / Letterature

– poesia

Codice ISBN: 9788892356672

Edizione: 1a Anno pubblicazione: 2019

Formato: 14,5×22 Pagine 576

Copertina: morbida, Interno: colore

Immagine di copertina: Enrico Bafico artista, “La nave veloce”, Olio su tela, Collezione Mauro Giovanelli

Mauro Giovanelli
Titolo: PULSIONALE – Poesia III Millennio
Codice ISBN: 978-88-6206-641-9
© 2019 Vertigo Edizioni s.r.l., Roma
www.vertigoedizioni.it info@vertigoedizioni.it
I edizione novembre 2018
ISBN 978-88-6206-641-9
Edizioni VERTIGO collana PREZIOSI
In copertina: Fulvio Leoncini, “Pulsionale”, 1996, tecnica tempera su carta incollata su tavola e digital painting su tavola, dimensioni cm. 35,5×50, collezione Mauro Giovanelli

Prefazione

Tra il 2012 e il 2013 al Complesso del Vittoriano di Roma venne allestita una straordinaria mostra di Renato Guttuso. Al di là della ricchezza artistica che la raccolta presentava, a colpire particolarmente il visitatore la sala centrale che era stata allestita posizionando su ognuno dei quattro lati un enorme quadro dell’artista. La sensazione, altamente impressionante, era di immergersi nei quadri stessi, una vividezza di colori e immagini da catapultare l’osservatore in un mondo (ir)reale di fantastiche sensazioni. Questa particolare commozione è tornata alla mente durante la lettura del testo di Mauro Giovanelli, capace in maniera sorprendente di trasmettere al lettore una poliedricità di percezioni e sfumature assolutamente coinvolgente e inebriante.
La corposa raccolta poetica dell’autore, infatti, è un viaggio esperienziale che unisce la parola a una componente visiva particolarmente fruttuosa data dalle foto e dalle riproduzioni, che l’autore stesso ha inserito, di opere presenti nella sua collezione privata, immagini familiari storiche, foto da lui stesso scattate ma anche di altre universalmente conosciute per il loro
valore artistico.

[…]
Ho mani eterne,
Senza tempo l’impronta impressa su te,
Mai più sarà cancellata,
marchio che ti accompagnerà,
ne rimarrà nozione
pure quando questo valico verrà superato
scollati dal passato.
Stammi lontana, meglio è per te,
colei che ne avverte il senso
mai più troverà pace.
[…]
(Cacciatore di te)

Un artista a tuttotondo, Mauro Giovanelli, che sembra sfidare la parola, a voler dimostrare che può piegarla ad una sua volontà creatrice, ma forse proprio con piacere i versi stessi si plasmano tra le sue dita, consapevoli della capacità autoriale di renderli ancora più vitali, più sinuosi, più comunicativamente appaganti e stimolanti.
È una poesia pittorica quella del nostro autore che fin dalle prime righe sembra ricordarci che la vita – affinché sia tale e possa dare il massimo – allo stesso modo vada vissuta, senza negarsi possibilità ed esperienze, facendo un profondo respiro e gettandosi nell’ignoto.

[…]
Ho visto l’unica aristocrazia,
la tua cultura, filosofia, saggezza e,
in rapida successione,
ho visto Carmen Mondragón, Nahui Olín,
gli esuli dalla guerra civile di Spagna,
udito il passo dell’oca che ti intimoriva.
Ti ho veduta con Alda in fasce, avvolta nella coperta,
io dentro te assumevo forma e sostanza,
mentre, procedendo calma, piano,
evitavi la folla terrorizzata, amalgamata, impazzita,
che al suono dell’allarme galoppava verso il rifugio.
[…]
(Mamma)

A tutto questo si unisce una profonda conoscenza intellettuale che abbraccia i più diversi campi per dare libero sfogo a quella vitalità che aggiunge nuovi significati e inedito valore ad ogni esperienza. Ciascun componimento è microcosmo, spesso presentato come para-narrazione poetica: una storia, un’immagine estratta dal tempo, cristallizzata nell’emozione che ha suscitato, quasi si potesse rivederla dall’esterno, con un occhio che ne è stato artefice e testimone allo stesso tempo.
Attraverso le pagine scorrono uomini, donne, artisti che sembrano parlarci con la familiarità che ne disvela i vizi e le virtù, come durante i dialoghi sul finire della notte; un animo umano che si fa innocentemente nudo di fronte al lettore, il sussurro di un’essenza evocativa dei misteri primordiali.

[…]
A parer mio le gambe della donna
sono gli estremi limiti del piano di oscillazione
del pendolo divino che dell’Universo misura
il senso di rotazione, sono la differenza
fra “Benvenuto” e “Addio…

La tua assoluzione o la condanna.
(Idonea destinazione)

[…]

La curiosità anima la lettura, ma sempre con il rispetto dovuto a chi decide di metterci a parte di un discorso personalissimo e sincero, coinvolgente, vero, un invito a partecipare, spingerci oltre i nostri limiti per riscoprire l’autentico valore che anima i nostri pensieri e dà corpo alle nostre azioni.

Commento di Luana Bottacin

Quale linguaggio sublime ed articolato rappresenta la poesia! E quale potere è in grado di racchiudere dentro di sé il poeta, mentre, appallottolando i fogli e gettandoli per terra, alla ricerca della forma migliore per esprimere idee e pensieri, osserva e scruta dentro e fuori il proprio mondo. Chiaramente, lo abbiamo detto in altra sede, il linguaggio poetico ha bisogno di altre stanze, altri meccanismi rispetto il racconto in prosa: nella maggior parte dei casi, i versi sono la rappresentazione meccanica e dinamica di quanto sa provare l’animo umano; non si deve avanzare soltanto per presentare un componimento stilisticamente soddisfacente… non ci si deve lambiccare il cervello per stupire, colpire, commuovere coloro che stanno al di là, anzi, spesso il lettore alza il viso dalla pagina perplesso, stordito, talvolta incredulo al punto da chiedersi “ma cosa diamine è passato per la testa al poeta?”
È vero, molti autori sono ribattezzati strani, ma siamo certi che non stia proprio in questa eccentricità la risposta alla loro conoscenza? Mauro lo ribatte e lo dichiara fin dalle prime pagine: è un viaggio che si dipana tra i fili aggrovigliati delle emozioni più intime. Un percorso che svincola dalla strada personale per addentrarsi sempre più nei sentieri del Mondo, quello condiviso, quello osservato dalla massa; nei versi, a volte bisognosi di qualche attimo di pausa, c’è l’essenza di una profondità che, al di là dei balzi stilistici e della geometria con cui essi sono scritti, permette di cogliere le domande-cardine: “chi sono? Cosa desidero? Perché vivo in un modo piuttosto che in un altro?…”

I tempi, così vorrei definirli i momenti della poesia di Mauro, ci aiutano ad esplorare l’universo delle emozioni dell’uomo-poeta; il ricordo di un attimo felice che poi lascia posto ad una riflessione più malinconica… vita e morte che si incontrano e si affiancano in un carosello di immagini e che penetrano nel nostro cuore intervenendo a perpetrare l’infinito dibattito su chi siamo e come costruiamo la nostra vita.
Luana Bottacin – Scrittrice e poetessa

Commento di Carla Infante

Vorrei rendere omaggio (avrei dovuto farlo prima) a uno degli editor della pagina, Mauro Giovanelli, che ritengo profondo conoscitore della letteratura e dell’arte italiana e internazionale. Singolare nella sua poliedricità, personalità non facile, direi rude e inavvicinabile per certi aspetti, ma sicuramente una delle più grandi penne in circolazione. Devo confessare, dopo aver letto il suo ultimo libro “Pulsionale – Poesia III millennio”, di essermi trovata di fronte a un capolavoro. Opera che contiene un ritratto della vita senza filtri, pagine in cui prosa e poesia si mescolano per raccontare l’amore o il dolore con la stessa intensità… Nella sua lirica che segue viene esaltata l’importanza di avere un “grembo” in cui rifugiarsi la sera quando di ritorno a casa si ha bisogno di qualcuno a cui svelarsi senza finzioni e trovare ristoro. A presto Mauro… Grazie.
Carla Infante – Teacher presso Ministero Pubblica Istruzione

[…]
Se non hai “quel” grembo
entro cui riversare ogni lacrima
delle tue ferite…
Verso sera si va incontro a se stessi,
il pensare viene compresso all’essenziale,
senza fronzoli né finzioni,
così che tutto possa stare
dentro l’abito mentale
predisposto all’ultimo,
eventuale fottuto viaggio,
e lo riporrai ad ogni fottuta alba
fino a quando il sorgere del sole
ti dovesse comunicare
che un altro crudele,

fottuto giorno sta per cominciare.
[…]

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Città santa

Richiese tempo raggiungere quella riva, c’erano una casa e un pezzo di terra abbandonati, vegetazione, la sorgente, vecchia barca di bambù ben bilanciata, colline lunari a strapiombo sul mare, pesce quanto basta, amore e parole, sguardi, silenzi, orgasmi, quiete.
Poi arrivarono in molti, costruirono una ruota panoramica, aprirono negozi, attrazioni, anche la filiale di una banca, un altare, bastoncini di zucchero filato fra le labbra, laguna infestata di natanti, giovani urlanti, predicatori pedanti, luci sgargianti, banchetti di cianfrusaglie, ovunque immagini appese, ricordi di tante battaglie, reliquie da adorare. Avevano necessità di apparizioni, fu così che quel posto diventò un’altra città santa.

Mauro Giovanelli – Genova
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Ciao bellezza

La bellezza non è solo nella lirica eccelsa, un dipinto, scultura, graffito, città antica, anzi… la bellezza è soprattutto recepita nell’osservare e comprendere ciò che ti circonda.
Tu lo sai che alla prima luce dell’alba il sordo e stanco ronzare del frigorifero è identico all’iniziale brontolio della caffettiera?

Mauro Giovanelli – Genova
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Certezza

Mistero del tuo sguardo,
nero al punto da essere
percepito un solo brillio,
che ciascun occhio invia
nell’orizzonte in bilico
fra me e tutto quanto,
distante il tempo
del mio desiderio,
dove si placa ogni lamento,
nello spazio dell’istante
che contiene aria di intensa luce,
e quella promessa abbagliante
formulata da molto prima
del periodo antecedente,
avvolto dal mio pianto,
il senso del profumo di te,
la certezza del tuo volto.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata da Pinterest (nativi americani)

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AUTUNNO

Vorrei averti accanto,
parlare di ogni cosa,
esprimere qualunque pensiero
mentre hai la testa
appoggiata al mio petto.
Attraverso i vetri appannati della finestra
guardiamo l’autunno farsi avanti,
i suoi colori e profumi entrano in noi,
ci saranno momenti di silenzio
tanto resteremo abbagliati
da uno degli innumerevoli attimi
che costruiamo insieme.
Serenità sarà nostra condizione
e leggiadre le nostre anime.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Foto Josef Sudek “Il mondo alla mia finestra”

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Ascolta…

Ascolta…
Stiamo vicini,
aderenti al punto
che un ipotetico
osservatore esterno
non distingua i corpi,
unica massa,
così,
tu non lo sai,
altre sono le cose
che vagheggi,
io te le consegnerò,
curveremo lo spazio,
rallenteremo il tempo,
tutto sarà immenso,
l’orgasmo,
estasi e tormento,
noi,
un solo, eterno momento.

Mauro Giovanelli – Genova
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A MENO UN DODICESIMO

Tre.
Accesso all’eternità.
Esoterico, ternario,
primo dispari.
Trino nella riconciliazione,
il due, pari e primo primo,
diverge in opposte direzioni,
separa, allontana,
non chiude il cerchio,
neppure potrebbe immaginare
il trascendente rapporto
fra lunghezza
della fittizia circonferenza e il suo diametro,
comunque sempre tre virgola,
serie infinita di decimali priva di periodicità,
irrazionale, impossibile quadratura
che già sarebbe più di qualcosa
da cui partire.
Tre.
Unifica e circoscrive,
apre ai confini del Cielo,
soluzione del conflitto duale
nel giudice terzo
sigilla il triangolo,
espressione geometrica,

ritorno del multiplo
all’unità dalla quale
un qualche Dio
forse ci osserva
con telescopio euclideo
essendo il primo della serie,
detta aurea,
stupefacente somma dei suoi predecessori,
geniale intuizione di colui cui si deve
dei numeri arabi l’introduzione,
impensabile determinare allineamento
di foglie, petali, rami, arbusti…
Costui ci arrivò ad aspirare il verde,
vicinissimo, tanto da goderne il profumo,
dissetarsi con brina e rugiada.
Tre.
Terzo decimale del quoziente
di un dodicesimo, dopo lo zero,

inizio e fine dell’Universo,
centro e periferia del Cosmo,
nulla e tutto, distacco e convergenza
vicinanza e divergenza…
E l’otto… segno d’infinito, padrone
di qualsivoglia dimensione,
serie piena della diabolica ruota.
Tre.
Compimento della più superba riflessione,
periodico fino all’inimmaginabile
nella specifica collocazione,
puoi correre con e su esso in perpetuo,
risultato di semplice frazione
data dalla somma degli interi,
e positivi, fino all’infinito,
più piccolo di ciascuno di essi.
Per di più negativo.
Tre.
Gesù e Srinivasa
arrivarono a trentatré.
Tre.
Tu, io
e ciò che verrà.

Mauro Giovanelli – Genova
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Ecce Deus

Non è femori, tibie,
costole, ossa, carne e sangue
il corpo che afferma l’amore,
esso abbandona all’istante
ogni percezione fisica, terrena,
per farsi galassia, vuoto e pieno,
esito dell’universale teorema.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Vincent Van Gogh, “La siesta”, foto tratta dalla raccolta completa “Gli impressionisti”.

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