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EPPURE…

EPPURE…

…non è problema mio,
avevo la donna che mi avrebbe fatto venire
anche da morto, venerazione totale,
dipendeva dalle mie decisioni
e dai capricci che attraversano la mente,
respirava i miei pensieri,
restava incantata dallo sguardo
che si faceva improvvisamente cupo
ed urlava di gioia quando ridevo,
teneva ogni mio scritto come fosse oracolo,
leggeva e rileggeva, la sua mente era io,
ha voluto un paio dei miei boxer
per dormire abbracciandoli, annusarli, leccarli
ed io l’ho amata più di ogni altra, prima e dopo,
la sto cercando ovunque,
in ognuna non trovo un solo pezzettino di lei.
Desiderava appartenermi
animale, femmina, fruita,
penetrata, leccata e morsicata, frustata, succhiata…
Nelle parti nascoste i segni rimanevano anche mesi
tanto che non trovavo più posto per lasciarne altri
così si sovrapponevano fino a sconfinare,
ed ogni porzione di carne era desiderata,
conosco i nei che ha, la loro forma,
mai sentita pelle più… appetibile,
erotica, tenera, odorosa, vera,
incrociavo le dita delle mie mani
con quelle dei suoi piedi per aprirla
e l’umido che evaporava dai pori
era nettare offerto alla giusta temperatura,
la carnalità che ci ha investiti
è arrivata alla mistica,
libido come incenso, morbosità
intensa di fede profonda, radicata,
lei era me dall’inizio del Tempo,
ogni recondito accesso delle sue curve,
pieghe, sapevo appartenermi,
mai un lamento e se domandavo sentisse male
la sua risposta erano le mani nei miei capelli
per nascondere la mia testa fra i seni,
attirarmi ancor più dentro lei,
si scusava quando l’irruenza
strappava un grido trattenuto
e avvertivo sussulto,
allora interrompevo ma le sue braccia
afferravano saldamente il collo, le mie reni,
godeva come si potrebbe solo
accostando dolore e piacere, orgasmo e tormento,
amore e… amore, amore completo al punto che…
ridevamo, ridevamo di tutto, il mondo non esisteva,
noi eravamo Universo ed in noi cultura,
poesia, sesso, filosofia, arte, il filo d’erba,
rocce sedimentarie bianche,
bianche come le sue ascelle,
ed i basalti scuri come il solco fra i suoi glutei
là dove si contano gli anni scivolosi,
il perineo perfetto, le labbra grandi e piccole,
ogni capillare era noto, mucose, saliva, sangue,
ancora amore, passione violenta, travolgente,
mi accarezzava al punto
da lasciare impronte delle sue falangi,
sul petto, il torace, le cosce,
sapeva come toccarmi, dove e quando,
ed io la tenevo per i capelli neri come l’inferno,
duri, resistenti, sudati, sudavamo moltissimo,
sempre bagnati di ogni liquido
che trasportava materiale dal nostro intimo,
come affrontare una mareggiata,
cercare di aggredirla,
andare incontro ai frangenti scomposti
e ritrovarci spossati sulla battigia,
una accanto all’altro, ad osservare il Cielo,
stanchi, sfiniti, ricoperti di sabbia e sassi,
felici di sapere l’altra metà al proprio fianco,
consci che avremmo ripreso a correre
sempre più forte,
e cavalcare le onde.
Insieme.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagini in evidenza: FULVIO LEONCINI ARTISTA CONTEMPORANEO – 13 stazioni per lady Chatterley, 2011

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C. I. – Per te

Per te

La prima volta che ti ho visto
mi ha colpito la tua carnagione
scura, olivastra, mediterranea.
Ma è stato il tuo viso
a farmi fermare.
Mi sono chiesta quale donna
o accadimento della vita
avesse cancellato la luce dai
tuoi neri occhi e qualunque
traccia di riso dalle tue labbra…
Sarà per questo che è sembrato
naturale… innamorarmi di te…

C.I.

Immagine in evidenza: Foto Giacomo Mozzi – Mauro Giovanelli – La Morra VIII edizione 2017
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“CINEMA & ARTE” di Mauro Giovanelli – Genova

Introduzione, presentazione ed Autore Prof. Mauro Giovanelli – Genova

“…Esistono due modi
per non apprezzare l’Arte.
Il primo consiste nel non apprezzarla.
Il secondo nell’apprezzarla con razionalità.”
(Oscar Wilde)

Annunziata staltari celea
Associazione culturale “Gli artisti del quadrifoglio”
E
Angela Maioli parodi
ARTEPOZZO “ENERGIE D’ARTE CONTEMPORANEA”

presentano

“CINEMA & ARTE”
(Mostra collettiva di arte contemporanea)
Dal 5 al 27 agosto 2017 presso teatro “Grandinetti” – Lamezia terme CZ

Con la partecipazione straordinaria della pittura del grande maestro Carlo rambaldi

Introduzione, conduzione ed Autore prof. Mauro Giovanelli – Genova

Espongono

Cosimo Allera – Elisa Donetti – Elisabetta Macrì (in arte Lisam Perla) – Enrico De Sisto – Fabrizio Gatta – Giacomo Mozzi – Gianfranco Bianchi – Lino Monopoli – Lorenzo Bersini – Luciano Cantoni – Luciano Tigani – Marco Creatini – Maria Pia De Micheli – Mario Longhi – MBU-69 Artist – Nino Romano – Nuccio Gambacorta – Valeria Ballestrazzi (Balleva) – Jessica Spagnolo

CON LA FATTIVA COLLABORAZIONE DI:

Daniela Rambaldi, vicepresidente del Museo “Fondazione Rambaldi” E MADRINA DELL’EVENTO – Giuseppe Lombardi, direttore “Fondazione Rambaldi” – Ing. Francesco Grandinetti, “Teatro Grandinetti” Lamezia Terme – Sebastiano Catte, giornalista Ethos Edizioni – miraggiodilux Lucio Russo ph

ED IL PREZIOSO CONTRIBUTO DI:

Max Baroni, poeta del respiro – Gabriella Spadaro, danzaterapeuta – Mirella Avenoso, danzaterapeuta – Paola Fortuna, danzaterapeuta
COSÌ EBBE INIZIO…

Marilina

…proprio in quel momento
sciolsi le briglie del pensare,
sguinzagliai ogni nozione
per cedere il mio universo
a differente emozione.
Allora mi persi
nell’appurare quanto,
con la propria esistenza,
ciascuno potrebbe offrire.
L’istante che notai franchezza
priva di recitazione,
eleganza innata,
si respira, percepisce,
procede inosservata,
stile che nella natura
mimetizza ogni movenza,
bellezza di scultura
eseguita da sommo maestro.
Nella realizzazione
egli guardò al Cielo
dissipando l’ispirazione.
Semplicità fattasi arte pura.
Fu al calar della sera
che vidi Marilina.

Mauro Giovanelli – Genova
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TUTTI I DIRITTI RISERVATI ALL’AUTORE

“Nello spazio nessuno può sentirti urlare.”

Spente le luci della sala cinematografica è questa la tagline che nel comparire improvvisamente sullo schermo smorza ogni brusio. La frase breve e diretta riassume in modo istantaneo quanto ci verrà proposto dalle immagini a seguire costringendo lo spettatore a raddrizzarsi verso lo schienale della poltrona per rimanervi inchiodato fine alla fine del film. “ALIEN”! Del grande Ridley Scott, forse il più celebrato, discusso e rivisitato in successive opere non meno coinvolgenti, è uno dei tanti capolavori di questo regista. Non oserei neppure relegare tale pellicola nel genere fantascienza poiché tratta sì di un futuro ormai alle porte ma scava passato e presente del nostro inconscio riportando a galla paure e incubi ancestrali, senso del vuoto, spazio infinito, mistero, buio, ignoto minaccioso e angosciante.
Tutto ciò grazie ad uno dei maggiori artisti cui il nostro Paese ha dato i natali: Carlo Rambaldi nato a Vigarano Mainarda (Ferrara) il 15 settembre 1925 e morto a Lamezia Terme il 10 agosto 2012 dove viveva. Noto a livello internazionale per le sue opere in campo cinematografico vinse tre premi Oscar per i migliori effetti speciali prima in “King Kong” di John Guillermin del 1976, “Alien” (1979) ed in ultimo “E.T. the Extra Terrestrial” (1982) di Steven Spielberg. Emozionando il mondo intero con quest’ultimo lavoro, probabilmente la sua opera migliore, ha voluto dissipare nell’azzurro delle pupille della creatura protagonista venuta dall’abisso degli spazi siderali ogni timore instillato dal predatore Xenomorfo privo di occhi visibili.
Diplomato geometra e laureatosi all’Accademia di belle arti di Bologna, nel 1956 Carlo Rambaldi inizia a frequentare gli ambienti della produzione cinematografica italiana per il film Sigfrido di Giacomo Gentilomo e successivamente lavorando al seguito di registi dello spessore di Mario Monicelli, Marco Ferreri, Pier Paolo Pasolini, Dario Argento, sempre con Spielberg per “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (1977) e “Dune” (1984) di David Lynch. Egli è stato il primo e forse unico autore di effetti speciali obbligato a provare dinanzi a un giudice la natura artificiale di quanto realizzato nei film. Infatti per la scena della vivisezione canina in “Una lucertola con la pelle di donna” (1971) di Lucio Fulci, quest’ultimo venne citato in tribunale con l’accusa di crudeltà verso gli animali. Fulci sarebbe andato incontro ad una severa condanna penale qualora Rambaldi non avesse fornito alla Corte la “prova provata” delle sue capacità di far apparire come “veri” i fantocci di cani utilizzati per le riprese. È un di più sottolineare che quando nel 1971 venne riaperta l’istruttoria in merito alle circostanze sulla morte di Giuseppe Pinelli, il magistrato inquirente dispose un esperimento giudiziale per ricostruire le modalità di caduta del corpo ed a Carlo Rambaldi fu commissionato il manichino che duplicasse in ogni minimo particolare le caratteristiche della vittima. Tutto questo la dice lunga sulla creatività dell’artista.
Successivamente negli USA, ad Hollywood, Carlo Rambaldi affinerà il suo ingegno mediante l’utilizzo della meccatronica (effetti speciali ottenuti con l’unione di meccanica ed elettronica).
È stato membro del “Comitato d’Onore dell’Ischia Film Festival” e “Accademia ACT Multimedia” di Cinecittà nonché giurato della manifestazione di Assisi, il “Calendimaggio”. Dopo la sua morte il Comune calabrese di Motta Santa Lucia (Catanzaro) creò il “Premio alla memoria di Carlo Rambaldi”, futura collaborazione fra il Comune e la “Fondazione Rambaldi” la cui onorificenza fu ritirata dalla figlia Daniela Rambaldi per mani del Sindaco Amedeo Colacino.
Oggi per la prima volta in esclusiva mondiale saranno proposte le opere pittoriche di questo Maestro degli effetti speciali grazie ad Annunziata Staltari e Angela Artepozzo rispettivamente della “Associazione Culturale-Internazionale Artisti del Quadrifoglio” e “Organizzazione Artepozzo”. Due persone attive nel mondo dell’arte, tenaci, appassionate, capaci, competenti ed esse stesse autrici.
Scontato e quasi imperativo il fatto che sia proprio la città di Lamezia ad ospitare questa prima mostra dal titolo “Arte e Cinema” circa l’attività pittorica di Carlo Rambaldi avendo egli stretto da sempre un forte legame affettivo con la Calabria dove decise di trascorrere gli ultimi anni di vita pur essendo nato in provincia di Ferrara. Quindi Lamezia come prima tappa per l’esposizione delle opere del “padre” di E.T. ha un significato particolare che “Artepozzo” e “Quadrifoglio”, in collaborazione con Daniela Rambaldi vicepresidente del Museo intitolato al padre, il 5 agosto prossimo sanciranno al teatro Grandinetti esibendo la multiforme creatività del nostro genio oltre ad esecuzioni di altri pittori, scultori e fotografi invitati dagli organizzatori a condividere l’evento.
Poco o niente conosco circa l’aspetto del tutto artistico di Carlo Rambaldi ed in “rete” è pressoché impossibile trovare immagini dei suoi lavori giustamente custoditi con avvedutezza dalla figlia Daniela. Meglio così, ci sono state regalate ulteriori ed inedite emozioni e nel silenzio e rispetto di questo grande Artista abbiamo avuto modo di valutarne appieno la grandezza.

Adesso la commemorazione del nostro geniale Carlo Rambaldi si sta allontanando nello spazio e nel tempo lasciandosi dietro una scia luminosa di speranza per le generazioni future. Come già riferito sembrerebbe che con il suo ultimo lavoro il Maestro abbia voluto dissipare nell’azzurro delle pupille di ET ogni timore instillato dal predatore Xenomorfo privo di occhi visibili (Alien)”. Accanto ai suoi lavori sono infatti esposte opere di artisti contemporanei, giovani e meno giovani, pittori, fotografi, scultori i quali proseguiranno il viaggio intrapreso dal papà di Daniela in compagnia della più rassicurante e sperduta creatura aliena che fantasia e inventiva di sceneggiatori e registi siano mai stati in grado di proporre.

Sono stato chiamato, e volentieri ho accolto, ad introdurre l’evento assumendone il grande privilegio e responsabilità. Spero di essere stato all’altezza, cosa facilissima da realizzare se, fatto neppure più unico di questi tempi, non avessi incontrato persone di rara squisitezza dunque mai avrei potuto correggere la rotta rifugiandomi, come alcuni critici “accreditati” potrebbero permettersi di fare, in facili, acuminati, offensivi e supponenti interpretazioni. Mi sono pertanto adeguato alla figura di presentatore “indebitato” (con me stesso), se non altro per la commozione, partecipazione ed entusiasmo che ho avuto modo di percepire. Ovviamente ho pure attraversato banchi di pulviscolo cosmico, scorie e materiali di rigetto delle implosioni di corpi vaganti collassati; rientra nei limiti della normalità che qualcosa si perda nello spazio interstellare. Verso il nulla che l’ha generata.
Dunque ho virato sulle opere del Maestro Carlo Rambaldi (Vigarano Mainarda – Ferrara, 15 settembre 1925 – Lamezia Terme, 10 agosto 2012) per “atterrare” su una base spaziale abitata da moderno impressionismo, espressionismo, futurismo “statico” ed esecuzioni di scenari fantasiosi che di certo costellavano la mente di questa personalità unica. Il fatto che tuttora tali panorami possano sussistere è discorso da non affrontare in questa sede.
Nella stupefacente Regione che ci ha accolto, micro e macro “Cosmo” di bellezze naturali, paesaggistiche, coste, mare, arte, sole, colori e antichità che qui riflettono al massimo grado ogni tesoro della nostra Penisola ho avuto modo di sognare con l’amabilissima Daniela Rambaldi, vicepresidente della “Fondazione Carlo Rambaldi”. Il dott. Giuseppe Lombardi direttore della medesima che ringrazio di cuore per le istintive parole spese nei miei riguardi al Red Carpet. Annunziata Staltari Celea (Associazione Artisti del Quadrifoglio), tenace, meravigliosa persona, intellettualmente e moralmente pulita, onesta nel racchiudere in sé tutte le sfaccettature di questo grande patrimonio che ci è stato dato custodire e godere. Angela Maioli Parodi (Artepozzo Energie d’Arte Contemporanea) grazia ed eleganza, il modo delicato di porgerti un bicchier d’acqua narra di antiche leggende e passa inosservato ai più come falena nelle notti senza luna, il suggerimento che ti sfiora leggero. Max Baroni, poeta, danzatore, fantasista e giovane amico conosciuto da sempre. Unitamente al corpo di ballo formato dalle bravissime Mirella Avenoso e Paola Fortuna l’evento ha avuto inizio con una performance suggestiva, interpretata stupendamente, perfetta! Così come l’amica scrittrice e danzaterapeuta Gabriella Spadaro che nel “dietro le quinte” non si è risparmiata affinché tutto procedesse per il meglio.
Mauro Giovanelli – Genova
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DAL PALCO…

Verrà quel momento siderale
e il buio, l’oscurità, sarà
profonda come il Male,
quasi da sembrare giorno
maligno, tutto in esso
annullato, stelle, galassie,
ammassi di materia
tornati allo stadio primordiale,
inizio, altro risorgimento cosmico.
Pensieri, sogni, speranze,
arte e cultura, le liriche ed i canti,
guerre, invidia, opere magistrali
più non saranno. Neppure mai esistiti.
Ma… un segnale, seppur tenue
come il vagito neonatale,
persisterà nell’etere,
visione! Senza occhi ad osservarla,
abbagliante, inarrestabile, coraggiosa,
composta dall’invenzione di Max Baroni,
dolcezza senza pari Mirella Avenoso,
generosità, fratellanza Gabriella Spadaro,
lo sguardo di seta, penetrante,
scudisciate plananti su pubblico silente,
come di tappeto volante che ovunque si posa
e s’invola all’istante, sfuggente,
permane: Paola Fortuna.
E il mio genio.
Non diranno alcunché questi nomi
ma saranno qualcosa da cui ripartire,
volare verso accoglienti approdi,
rinascita.

Mauro Giovanelli – Genova
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Artisti contemporanei che ci hanno accompagnato:

Cosimo Allera. Le sue opere in ferro sono tese al superamento del “volume” al fine di raffigurare l’inconscio del soggetto riprodotto cui tende ad imprimere vita e movimento. Futurismo ed espressionismo nuova generazione. Nell’opera esposta al teatro Grandinetti risalta la tendenza al superamento di una fase che, attraverso la particolare lavorazione del metallo, tende a dare “corpo” alla materia inerte.
Mauro Giovanelli – Genova
– Ho visto negli occhi dell’artista Elisa Donetti l’avvilimento di chi subisce grave ingiustizia. Come negli attimi di vita, emozioni, gesti che fissa con insolita maestria nei suoi dipinti ad olio trovando ispirazione dal palcoscenico della quotidianità. Ho avuto l’impulso di abbracciarla, consolarla quasi fosse bambina, il viso di una dolcezza incantata, sembrerebbe vivere nel mondo che ha iniziato ad elaborare con collage di frammenti opportunamente preparati ed inseriti a mosaico sul supporto. I suoi màndala perenni, da non dissolversi ad esecuzione avvenuta per ricordare la caducità delle cose bensì elaborato della crescita interiore di Elisa, spinta che la riconduce alla fiaba. Nell’opera esposta ho avuto modo di osservare guarnizioni metalliche che vibrando si distanziano dalla base, applicazioni che vorrebbero evidenziare realisticamente la prospettiva del suo sogno. In effetti anche nelle sue figure ad olio si avverte distacco dalla realtà, momenti di sospensione dal quotidiano del personaggio rappresentato.
Mauro Giovanelli – Genova

Elisabetta Macrì (in arte Lisam Perla) e l’immaginario pittorico accessibile, confortevole, pervaso da porte, varchi, accessi, volte, scalinate che consentono o impediscono l’accoglimento di ogni visione onirica di cui l’opera è pervasa.
Mauro Giovanelli – Genova

Enrico De Sisto e l’onda d’urto del primo impatto avuto con “Fulmine sul monte Terminillo” e “Curva bianconera”. Mi sono aggrinfiato alle sfere che forse solo io vedo, masse esoteriche incombenti sulle figure in basso, agnelli e “la morte nell’anima” del pubblico “tifoso”. Eccellente.
Mauro Giovanelli – Genova

Fabrizio Gatta, fotografo e video maker. Oltre alla sua indiscutibile professionalità, indagatore del mondo di cui le più svariate situazioni riesce a fissare in immagini atte a definirne il contesto attraverso lo “scatto” appropriato, è pure esploratore della “figura” femminile, mistero che pone fra due vetrini per analizzarne al microscopio polarizzatore ogni più recondito recesso carnale e spirituale. Quanto esposto e prodotto nel corso dell’evento non credo necessiti di ulteriori commenti.
Mauro Giovanelli – Genova

Giacomo Mozzi. Immagini, immagini, lettere, numeri, colori, bianco e nero, istanti eterni scompigliarono l’intelletto mentre mi imbattei nelle fotografie di un video maker il cui stile mi pareva aver già avuto modo di apprezzare, professionista abile nel fissare il momento dell’accadimento, ricordo l’adolescente che cerca di attirare l’attenzione, nel salutare desidera essere ammirato prima del tuffo, una delle tante prodezze che dovrà affrontare nella vita rappresentata dall’onda, come queste che mi stanno travolgendo, che sta accumulando energia per metterlo a dura prova. Bella persona Giacomo, esperto, schivo, umile, competente, sensibile eppur attento e di grande bravura. Ho ammirato il suo progetto “50 mm” dal titolo adeguato a quanto sto narrando “Una vita sempre in giro” di cui ho il privilegio di possedere, per sua generosità, la 1/50: Giacomo Mozzi.
Mauro Giovanelli – Genova

Gianfranco Bianchi. Tentativo di riprodurre la leggendaria costruzione tradizionalmente attribuita all’architetto Dedalo? Groviglio per esprimere complessità e mettere a dura prova la capacità di discernimento anche dell’osservatore dalla mente raffinata? In questo caso obiettivo raggiunto ed in merito a quanto mi si para dinanzi preferisco lasciare la parola ai critici personali dell’esecutore il manufatto. Personalmente sbircio e passo oltre.
Mauro Giovanelli – Genova

Lino Monopoli. Artista “dal multiforme ingegno”, eclettico cultore di Pinocchio, ovvero il protagonista de “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” capolavoro di Carlo Collodi (Carlo Lorenzini) ha fatto sua l’affermazione di un grande filosofo: “Non è necessario leggere tanti libri, basta un solo buon testo se di esso ci si è appropriati del profondo contenuto”. Forse è Plinio il Vecchio(ma non lo giurerei) lo stesso di “Nessun libro è così brutto da non servire in qualche modo”… Impropriamente indicato come romanzo per bambini “Pinocchio” è filosofia allo stato puro, distillato dei più significativi concetti di come intendere la vita in società non inquinati da ridondanti ulteriori nozioni, stratificazioni del pensare, incrostazioni culturali. Dal pragmatico Mastro Ciliegia all’irascibile Mastro Geppetto, poeta, romantico sognatore che in un coccio di legno intuisce fattezze umane, coglie l’opportunità di realizzare poesia ovvero “creare”. Il Grillo Parlante la coscienza, il proprio io, “l’altro da sé” con cui quotidianamente combattiamo. La Bambina dai Capelli Turchini è l’approdo cui giungere per trovare il proprio equilibrio. Poi i coprotagonisti, ogni tentazione e insidia che inevitabilmente impattiamo nel corso della vita, personificati dal Gatto e la Volpe, Pescecane, Mangiafuoco, il Pescatore verde, l’omino di Burro, Lucignolo. Di Lino ho visto molte creazioni, tutte suggestive ed attraenti, direi quasi provocatorie, di certo affascinanti. Le sue sculture sono talmente “vere” e “vive”, realizzate con indubbia maestria, così pregne di significati da sconfinare nella metafisica. Lino si impegna personalmente e con vigore a diffondere la propria arte presso scuole e vari istituti di istruzione al fine di far comprendere agli alunni e studenti che vivere non è solo gioco e spensieratezza. Egli concentra la sua arte pure traguardando la varia umanità, compone disegni ed effettua ritratti sui mezzi pubblici a persone sconosciute sperimentando tecniche miste con chine ed olio. Complimenti.
Mauro Giovanelli – Genova

Lorenzo Bersini… Lorenzo Bersini! Immagini dalle tonalità argentee, luminescenti, acquose, colori tanto più “inventati” quanto reali nell’armonia delle variegate composizioni alchemiche, immagini cui l’artista imprime forza vitale estrema, il senso del divenire nelle multiformi impercettibili soste esistenziali, amore, stupore, disorientamento, passione, bellezza e ammirazione della donna e tutto quanto in essa si celi. Vigore creativo, quasi rabbia nell’imprimere passione ai volti, estrarre da essi l’anima, il pensiero, ogni desiderio indicibile finanche a loro stesse. Con maestria e realismo magici è sorprendente che tutto ciò fuoriesca da supporti in carta artistica 30% cotone.
Mauro Giovanelli – Genova

Luciano Cantoni. Il gesto! Ed ogni espressione che contrassegna gli attimi della nostra esistenza. L’inconsapevolezza del movimento quando non siamo noi a volerlo. Nasce istintivo dagli impulsi che riceviamo nella quotidianità che ci circonda. Cenni che sono alfabeto del vivere, segnali dello stato d’animo che ci hanno colti impreparati, anche un silenzio ridondante in cui d’improvviso ci troviamo immersi si riverbera nella mimica del corpo. L’inevitabile cambiamento di una situazione che rappresenta “nicchia” del reale, l’essere scalfiti dalla inarrestabile mutevolezza del tutto, instabilità dei nostri affetti, incostanza del tempo siderale, il dolore e la gioia, effimeri entrambi, la veglia ed il torpore che ad essa ci rapisce forse per imitare il sonno eterno, prova generale dell’ultimo traguardo.
Mauro Giovanelli – Genova
Luciano Tigani, colori tenui, delicati, impressi al supporto con massima cura e attenzione del dettaglio. L’osservatore è costretto a percorrere ogni scorcio poiché lasciano intuire ciò che potrebbe celarsi oltre i confini della tela. Fiumi e tracciati che ci indirizzano, in silenzio, in un luogo di certo inquilino della nostra mente.
Mauro Giovanelli – Genova

Marco Creatini, metafisica, inconscio, superamento del limite, sogno, eternità… fuggevole eternità, ingannevole, mutevole, avvolgente e scoprente. Con evidenti richiami al “classico” l’Autore cerca di afferrare l’allucinazione per raggiungere spazi in cui fermarsi a contemplazione del Tutto.
Mauro Giovanelli – Genova

Maria Pia De Micheli. Cercare! Sempre. L’investigazione costante, senza sosta. Mai fermarsi, il miraggio fa muovere le cose di questo mondo ed è possibile trovarne le chiavi di lettura nel castello incantato che si erge sia “oltre” le miserie umane sia nel bar affollato, fra moltitudine di persone ciascuna di esse in religioso raccoglimento nell’origliare il silenzio della loro quotidiana fatica di vivere.
Mauro Giovanelli – Genova

Mario Longhi ci guida nelle opposte direzioni che dall’uomo (siamo noi misura di riferimento dell’Universo?) si dipartono alla ricerca della prova inconfutabile dell’esistenza di “qualcosa al di là” che dia infine contezza della reale massa che rappresentiamo nel Cosmo.
Mauro Giovanelli – Genova

MBU-69 Artist Opera innovativa sotto tutti gli aspetti. Attraente, accattivante. Nostalgico e promettente percorso nel mondo di un’arte da troppo tempo sottovalutata se non ignorata: Il fumetto. Non ho avuto modo di ammirarla come merita, ogni volta che abbandonavo il campo in esplorazione una forza magnetica mi riportava dinanzi al quadro per ritrovare altri ricordi, sensazioni. Neppure ho potuto verificare gli innumerevoli autori disposti con maestria in una magico collage “imballato” con spago come un tempo si usava per le gonfie valige dei “migranti” italiani. Guido Crepax, Hugo Pratt, Jean Giraud (Moebius) e, andando più indietro, “Il grande Blek”, “Capitan Miki”, Tex Willer, Rolad Eagle, Liberty Kid, Nembo Kid… Ce ne sarebbe da scrivere. Non posso evitare la citazione di Umberto Eco “Quando mi voglio rilassare leggo Hegel, se desidero impegnarmi Corto Maltese di Hugo Pratt”. Bella invenzione.
Mauro Giovanelli – Genova

Nino Romano. “Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino ha tagliato la mia vita (intendo proprio la mia). Pure il tratturo appena accennato in “Campo di grano” del Maestro Van Gogh, percorso che lo perderà nel nulla. Anche i binari attirano la nostra attenzione, in quel punto specifico dove si incontrano, all’infinito, sfuggente realtà (non potrebbe essere altrimenti), percezione nell’immobilità. Inganno. Nel cercare di avvicinarlo si allontana indefinitamente. Nino ambisce a tale meta che troverà solo “al limite”(1) dove “c’è… Tutto!”(1). Lo si intuisce e questo dà respiro alla nostra anima, seda l’irrequietezza ma… Sarà sufficiente?
(1) Poesia “Al limite” Mauro Giovanelli – Genova

Nuccio Gambacorta “Noi siamo nulla, precipitammo nella tenebra e saremo annientati. Eppure in questa tenebra, pensa, teniamo il perno segreto di un’idea che fuori, viva, al sole gira negli anni a venire.”(Stephen Spender). Non sarà, caro amico, che attraverso i tuoi dipinti tu stia cercando di afferrare quel perno. Magari cercandolo nella valigetta di un uomo che, nell’opera esposta al Grandinetti di Lamezia, indifferente e compassato attraversa ogni dimensione onirica? La domanda: “Alice nel Paese delle Meraviglie è… morta?” Perché solo attraverso il suo specchio potremmo raggiungere la dimensione cui ciascuno di noi aspira. Mi ci sono trovato dinanzi. Non è piano, avevo un metro nella mano destra ed osservavo la mia immagine distorta oltre confine cui riferivo il suo metro essere più corto del mio. Per di più ribaltato. “No!” mi rispondeva. “Guarda!” e misurò la lunghezza del tavolo. “Tre metri. Prova tu!” Misurai il tavolo che proprio tre metri risultò essere. Al di là tutto è conformato secondo altre leggi, proprio come da questa parte. L’uomo del dipinto varca entrambe le dimensioni, possiede il passaporto per attraversare indifferentemente ogni estensione, conosce la combinazione pertanto entra ed esce con disinvoltura mentre sembrano immobili gli ippocampi antropomorfi, cavalli alati, arcobaleno, il castello fatato che poggia al termine della folta chioma di altra figura umana alterata dal “mondo di mezzo”. Sullo sfondo lo statico profilo dell’incombente metropoli.
Mauro Giovanelli – Genova

A destra il dipinto dell’artista Nuccio Gambacorta – A sinistra la poesia del fratello Rocco declamata nel corso dell’evento

Valeria Ballestrazzi (Balleva). Non credo di essere l’unico a contemplare nelle opere dell’artista una “Golconde” di sfere, bolle di sapone fluttuanti nella “schermata”. Non statiche come gli omini in bombetta (cadenti? Ascendenti?) dell’opera di Magritte ma librate nell’aria. Alla figura geometrica si aggiunge il gioioso tumulto di flora e fauna pervasi dal baluginare di colori maestosi, benevoli, frangenti che investono l’osservatore quasi a volerlo trascinare all’interno del dipinto. Le forme interagiscono fra loro in perfetta assonanza ed ogni singolo cromatismo potrebbe determinare imprevedibilmente il futuro che immagino coloratissimo e movimentato per questa artista.

Jessica Spagnolo percorre la realtà pittorica ricca di luci e ombre al fine di condurla alla figura quale soggetto predominante dei suoi quadri. Per quanto mi riguarda è sufficiente osservare il suo “Finalmente albeggia” al fine di comprendere la forza espressiva che l’artista riesce ad imprimere. Nello sguardo del nomade, volto circondato dai mirabili panneggi della kefia bianca, vedo la luce del sole, ne avverto il primo calore, ogni riverbero che preannuncia la sua totale comparsa, non il nostro astro, un altro si leverà alto sull’orizzonte, più grande, implacabile, vitale. Nello sguardo del nomade ravviso meraviglia, vedo bontà in continuo conflitto con il male che la definisce e identifica. Oltre i confini della nostra “civiltà” il quotidiano avvenimento è “stupore”, ringraziamento, curiosità, incredulità, vita e morte. Lo sguardo del nomade, il profilo di tre quarti nel gioco della fioca luce e penombra che, all’interno della tenda, proprio quelle tonalità assumono, i riflessi ed i riverberi della pupilla… Nello sguardo di quel nomade vedo la mia ansia di ritornare nel deserto, nel sud/est del Sahara, accanto alle eterne grotte che custodiscono graffiti dei nostri progenitori. Questo ed altro vedo nello sguardo di quel nomade. Nell’opera a destra, “Sospiri vi è “l’intero” che sopravvive all’estremo. In particolare il viso dell’uomo ha connotazioni che mi hanno ricondotto ai volti, o ciò che ne è rimasto, delle mummie dei faraoni egizi che, da solo e in tutta tranquillità, ho avuto modo di osservare nell’apposita sala al secondo piano del Museo del Cairo. Il profilo del naso dell’uomo e le labbra, di entrambi in quest’ultimo caso, danno la percezione che la decomposizione abbia avuto inizio. Non solo del corpo.
Mauro Giovanelli – Genova

Dietro le quinte (ma non proprio):

Ing. Francesco Grandinetti “Teatro Grandinetti” Lamezia terme. La targa in marmo esposta a fronte del teatro recita: «La costruzione del teatro Grandinetti ad opera di FRANCESCO GRANDINETTI nato a Sambiase nel 1897 iniziò alla fine degli anni ‘30 è continuò, tra mille difficoltà per il reperimento dei materiali, durante il periodo della II guerra mondiale. Il teatro Grandinetti è stato inaugurato il 6 gennaio 1946. FRANCESCO GRANDINETTI aveva già costruito nel 1919 un altro teatro a Sambiase, ora Lamezia Terme. Lamezia Terme, dicembre 2009»
È indubbio quanto la famiglia Grandinetti abbia in tutti i modi coltivato il proprio senso del vivere civile, amore per la cultura sotto qualsiasi forma essa possa manifestarsi ed attaccamento alla città natale cui ha in tutti i modi contribuito a conferire lustro. Persone d’altri tempi che hanno messo a disposizione della comunità il loro spirito imprenditoriale.
In questa circostanza corrono dunque obbligo e condivisione rivolgere il più sentito ringraziamento all’ing. Francesco Grandinetti la cui totale disponibilità ha consentito di realizzare l’evento che resterà impresso nella storia di Lamezia, della regione Calabria, e ovunque nel mondo.
Sono certo di interpretare il pensiero di Daniela Rambaldi, Annunziata Staltari, Angela Artepozzo, Giuseppe Lombardi, gli artisti e collaboratori tutti nel renderli partecipi di questo atto di ossequio.
Un’ultima individuale considerazione… Mi domando come sia possibile non apprezzare il clima che si respira già nel momento in cui ci si trova nei pressi del teatro Grandinetti. Appena si accede all’interno è come viaggiare nel tempo. Le luci, lo stile liberty baroccheggiante, il palco, le “quinte”, i loggioni, il soffitto a cassettoni ti fanno vedere signore “…vestite di voile e di chiffon…” che si accomodano nelle poltrone accompagnate dalla voce di Achille Togliani. Per quanto conosca di Carlo Rambaldi, lettura, biografia, sue realizzazioni, film, opere pittoriche ammirate ed in gran parte da ciò che mi è stato narrato dall’amica Annunziata Staltari Celea la quale ha avuto il privilegio di conoscerlo, sostengo che il Maestro, per la grande semplicità che lo caratterizzava, avrebbe voluto essere celebrato con la manifestazione di sincero affetto organizzata da Angela ed Annunziata esattamente svoltasi come e dove avvenuta, senza ridondanza alcuna, istrionismo, appariscente finzione, ivi compresi gli intoppi, ritardi, eccezioni enumerati minuziosamente da virtuosi del bulino (utensile per incisione a mano su materiali vari al fine di asportare bavature, smussare spigoli, ecc. In paletnologia, lama di selce a forma di scalpello, propria del Paleolitico superiore). L’elaboratore Hal 9000, e concludo, del capolavoro di Stanley Kubrick “2001 odissea nello spazio” sbagliò nel fornire un dato all’equipaggio dell’astronave “Discovery One” in viaggio verso Giove poiché aveva raggiunto la fallibile perfezione di “Homo”. Lo stesso regista che in “Shining” evidenzia la labilità della mente umana quando il soggetto si trova solo dinanzi al proprio limite di individuo ed artista così che negli spazi tombali del gigantesco albergo cerca di ritrovare immaginari percorsi che gli forniscano l’alibi per sopprimere i solo testimoni del suo fallimento. Ma anche questa è un’altra storia… Per quella magnificamente svoltasi fra le mura del teatro Grandinetti il mio personale “grazie” all’ing. Francesco Grandinetti che mi ha onorato della sua amicizia.
Mauro Giovanelli – Genova

– Il mio sentito ringraziamento all’amico e, senza enfasi alcuna, grande giornalista Sebastiano Catte il cui prezioso, umile e costante contributo ha permesso di dare meritata e dovuta risonanza mediatica dell’evento. Ciao Sebastiano, un abbraccio anche a nome di Angela e Annunziata e, sono convinto, di tutti i protagonisti e comprimari di questa magnifica avventura.
Mauro Giovanelli – Genova

– Ciao Lucio [miraggiodilux (Lucio Russo ph)] autore delle immagini esposte in questo libro. Piacere averti conosciuto in questa speciale circostanza non solo per la tua simpatia, pure la pazienza di effettuare diversi scatti al sottoscritto prima di decidere quale fosse la giusta rappresentazione (a me apparivano tutte eccellenti). Se possiedo una foto insieme alla madrina Daniela Rambaldi lo devo a te che hai avuto la sensibilità di richiederla.
Mauro Giovanelli – Genova

COSÌ SI CONCLUSE...
BALLERINA

Ballerina con passo leggero,
danza la vita.
Dolce musica ti accompagni
nell’armonia della tua ritmica.
Balla, balla questa lirica
dedicata al cinema, l’arte, l’amore.
Un fantastico brano,
flessuoso come il tuo corpo,
ispira inediti passi,
con le tue note e oscillazioni,
incontri dell’anima,
riverbero di ogni bramosia,
sfiori sensazioni,
fai battere il cuore,
brividi di forti emozioni.
Accarezzi pensieri
fai volare come il vento
nell’universo onirico.
Sfumature della creatività fai vivere
leggiadra come sei!
Tocchi il cielo di poesie e luce,
fai oltrepassare le barriere del talento
come profondo respiro.
Esalti il mondo fantasioso
abitato da genialità e invenzione,
dal grande Maestro dei sogni…
Carlo Rambaldi.

Simona Rea – Sora Frosinone e Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Sono a tutti riconoscente, di cuore. Esperienza indimenticabile. Nel salutarvi desidero citare il grande Pier Paolo Pasolini con cui il Maestro Carlo Rambaldi ebbe modo di collaborare:

“Il cinema è un’esplosione del mio amore per la realtà”
Pier Paolo Pasolini – Empirico eretico

Da oggi possiamo affermare che il cinema è anche esplosione di amore per il sogno. L’arte il solo strumento che ci permetterà di realizzarlo.

Lamezia Terme (RC), 27 agosto 2017

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

THE END

Immagini in evidenza relative all’evento servizio fotografico miraggiodilux (Lucio Russo ph)
RIPRODUZIONE RISERVATA ALL’AUTORE – PUBBLICAZIONE AUTORIZZATA CONGIUNTAMENTE AD ASSOCIAZIONE CULTURALE “ARTISTI DEL QUADRIFOGLIO” E ARTEPOZZO “ENERGIE DI ARTE CONTEMPORANEA” E LIMITATA ALLA SOLA ELABORAZIONE 2017 DEL CATALOGO INERENTE L’EVENTO “CINEMA & ARTE” TENUTOSI A LAMEZIA TERME RC, 5÷27 AGOSTO 2017

INDICE

PRESENTAZIONE

RINGRAZIAMENTI
COSÌ EBBE INIZIO…
POESIA “DANIELA”
NELLO SPAZIO NESSUNO Può SENTIRTI URLARE
POESIA “DAL PALCO…”
artisti contemporanei che ci hanno accompagnato
Cosimo Allera
Elisa Donetti
Elisabetta Macrì (in arte Lisam Perla)
Enrico De Sisto
Fabrizio Gatta
Giacomo Mozzi
Gianfranco Bianchi
Lino Monopoli
Lorenzo Bersini
Luciano Cantoni
Luciano Tigani
Marco Creatini
Maria Pia De Micheli
Mario Longhi
MBU-69 Artist
Nino Romano
Nuccio Gambacorta
Valeria Ballestrazzi (Balleva)
Jessica Spagnolo
Dietro le quinte (ma non proprio)
COSÌ SI CONCLUSE…
POESIA “BALLERINA”
TUTTI I DIRITTI RISERVATI PAG. 33
THE END
ILLUSTRAZIONE DELLA COPERTINA: OPERA PITTORICA DEL MAESTRO CARLO RAMBALDI

Impaginato dall’Autore nel mese di novembre 2017 presso lo studio del medesimo in Genova (Italy).

Edizione                                       Anno
___________________________ 
0                                                       2017

LOGORÌO DELLA MEMORIA

LOGORÌO DELLA MEMORIA

Un canto divenne mio compagno.
Giunse da Recanati.
Scomposto, distratto… stavo al mio banco,
grembiule, fiocco azzurro,
colletto rigido e bianco
la prima volta che lo ascoltai.
D’improvviso… inebriato, attento, rapito.

Poi ovunque nell’infinita ricerca, senza sosta,
fino ad incontrare te. Sei soltanto ieri.
Nessuna ha avuto quel nome,
sempre lo stesso suono,
e con l’ultimo, recente grande amore,
tutti insieme stupefacente armonia.
Mista ad immenso dolore.

Vorrei gli attimi vissuti,
partendo dal tempo remoto del tenero, sublime,
esaltante toccar con mano,
sentirmi sfiorato, eletto, pregno di passione,
fino a ripercorrere ogni dopo,
completo, intimo, carnale
si riducessero ad unica visione priva di presenze,
ricordi, frenesia, angoscia, mancanze…

Solo pura contemplazione del sogno,
nella poesia trovare consolazione,
ferita aperta e mai cicatrizzata
anziché questi strappi nell’anima
che lacerano il pensare,
sanguinano per rimarginarsi, e ancora…
In un ferino turbinio.

Vagheggiare l’impossibile ritorno
a ciascun istante,
riviverlo con la stessa bramosia,
intensità, follia,
sebbene in conclusione, alla fine,
sia come accarezzare
il senso del morire…

Mauro Giovanelli – Genova
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© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

Immagine in evidenza: Concorso Nazionale di Poesia “Perdersi nell’amore”

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Caro Fulvio

Caro Fulvio,
in verità ti dico di aver letto tanti libri. Tanti. Non guardati o sfogliati ma divorati e riletti. Ho studiato su tanti libri, per capirli, cercare in essi qualcosa che ancora oggi mi sfugge. La risposta è sempre più vicina, vicinissima, la distanza sempre inferiore e pur sempre immensa. C’è sempre quella fottuta frazione a sua volta divisibile. Così sempre. Ho sondato la matematica, non aritmetica o algebra. Matematica! Trascendente. E l’oltre perché intuito. E la Fisica. Delle particelle e grandi masse celesti. Chimica! Mitocondri, cellula, citoplasma, carbonio, silicio. Organica ed inorganica. Unita alla Mineralogia e le Scienze. Petrografia e Archeologia. Filosofia! Filosofia… Ce l’ho dentro, mi appartiene. Letteratura! Quanti autori. E che pagine di immensità di pensiero potrei segnalarti. Ma le conosci di certo. Non fosse vero le senti, sono in te. Sei perplesso? Immagino tu stia dubitando. Latino! Rosa, rosae, vis, roboris… Greco. Poesia. Quante liriche conosco a memoria, non per imposizione, mai le ho scordate. Nondimeno… devi credermi Fulvio! Quante femmine ho conosciuto. Accontentate. Liberate dal vile pensiero. Penetrate nel corpo e la mente. Adorate. Esaminate. Poi sono tornate ad essere… Donne. Ed ho viaggiato, percorso sentieri, conosciuto popoli, usanze, costumi. Continuo a leggere, scrivere, analizzare, pensare, cercare… Ed una parte ho trovato in lei, la metà mancante ma… il resto? Sofferenza, ingiustizie, malattie, guerre, ipocrisia, menzogna, pestilenze, pazzia, disperazione, rassegnazione, indifferenza, egoismo, superficialità, tortura, esecuzioni, pressapochismo… E tutto quanto sta dentro un piccolo pensiero irraggiungibile, impossibile comprendere l’uomo e l’Ulteriore. Ma, caro amico, se uno spiraglio dovesse sussistere per giungere alla Conoscenza e Comprensione è evidente che si trova nelle tue opere, proprio quelle che sto ammirando, in esse percepisco netta la terza dimensione senza la quale non potrei viaggiare nella quarta e, trascurando i cinque sensi, i tuoi lavori mi dotano del sesto, immensamente limpido, colloidale, mi fa sentire corpo unico con i colori, integrato negli strappi, ogni graffio è pure nell’animo mio o qualunque cosa esso sia, potrei nascondermi dentro le nicchie del dolore degli uomini delle quali i tuoi dipinti abbondano, esplorare la disperazione della nostra mente, rosicchiare l’abisso delle coscienze, scalare montagne e montagne di ossa, rotte, spezzate, sminuzzate, femori, reliquie, mummie, santi santificati e santi senza nome, avvertire gli impulsi indotti da elettroshock ad eserciti di sistemi nervosi cancellati da ogni memoria, nascosti in sgabuzzini maleodoranti, il loro muto urlare più fragoroso di ogni valanga, inascoltato, estinto fra le volte dei giganteschi corridoi, androni che introducono al male universale. È questa la “bestia dentro”? Io penso di sì. Cercare, scavare, sondare, interpretare pur sapendo che neppure la morte ci darà la risposta poiché una volta guadato il mistero saranno interrotte le comunicazioni con il “qui ed ora”. Però… sei tanto grande da aver inserito nelle tue “creature” chiavi di lettura che in un lampo di genio potrebbero consentirci di aprire le nove porte. Quali? Le conosci benissimo, si nascondono fra le pagine del Necronomicon, lo “pseudobiblium”, il libro mai scritto e, qualora non fosse, nelle tavole del Delomelanicon redatto in egiziano dalla mano di Lucifero. Forse pensi che io sia almeno folle quanto te. Caro amico… facciamo così, a tutti coloro che osservano, criticano, leggono, commentano io dico:
“Ora prendete il telescopio e misurate le distanze e guardate fra noi e voi chi è il più pericoloso”(1).
Va bene Fulvio? Questa la conosci vero? Il settimo senso? Si può solo vivere.
Non cambiare mai.

Mauro Giovanelli – Genova
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(1) Elettroshock 2010-2012 – Tecnica mista su legno – Dimensioni cm. 100×140 – Collezione privata.

Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI artista contemporaneo – “La bestia dentro” – Tecnica mista su legno – Dimensioni cm. 100×140 – Collezione privata

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Diploma Premio Nazionale alla Carriera

Onorato e commosso del prestigioso “Premio alla carriera” che benevolmente mi è stato assegnato ringrazio di cuore l’estensore delle parole spese nei miei riguardi. Per quanto concerne l’aspetto “umano” sono emozionato e sbigottito nel constatare quanto questa persona mi conosca profondamente. Chiunque sia la abbraccio con affetto. Esprimo particolare gratitudine a Monica Vendrame e Fiore Sansalone e nel salutarli desidero rimarcare la profonda stima e amicizia che nutro per loro.
Mauro Giovanelli – Genova
Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Diploma Premio Nazionale alla Carriera – luglio 2017

“QUOD SCRIPSI, SCRIPSI”

“QUOD SCRIPSI, SCRIPSI”(1)

È scritto.
Giunti al limite
sarà stato
esattamente
come avvenuto.

Mauro Giovanelli – Genova
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(1) “Quod scripsi, scripsi” locuzione latina. Tradotta letteralmente significa: “Quello che ho scritto, ho scritto”. Giovanni: 19, 22. Sarebbe la risposta che Ponzio Pilato avrebbe dato ai sommi sacerdoti dei giudei i quali chiesero di rimuovere l’iscrizione da lui apposta sulla croce di Gesù. È probabile che questa fosse: “Yeshua Hanozri W(u)melech Hajehudim” (YHWH – “Jeshua il Nazareno, re dei Giudei”. In latino, greco ed ebraico.

Immagine in evidenza: PAPYRUS FOUAD NR. 266 ANTICO MANOSCRITTO EBRAICO CHE CONTIENE IL TETRAGRAMMA (II° secolo a.C.)

Mauro Giovanelli – Genova
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SEI NOEMI

SEI NOEMI

Sei utopia fatta realtà,
mappa misteriosa decifrata
con la quale approdo
nell’isola del tesoro
ed i quindici uomini
sulla bara del morto
hanno smesso di cantare.
Sei il logaritmo mancante
con cui ho decrittato
il tetragramma,
l’effetto che uniforma
il mondo di qua
con quanto riflesso
dallo specchio di Alice,
il differenziale zero
fra il Tutto ed il nulla.
Sei sinuose e carnali colline
fra le quali ogni avvallamento
conduce alla muscosa grotta
della setta dei poeti
non più estinti.
Sei amore e passione,
desiderio soddisfatto,
tregua, respiro, dimora,
ricerca conclusa,
regina e mia sovrana.
Sei l’isola che non c’è
invece…
C’è!

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Opera dell’artista Silvia Rege Cambrin – “Nella Notte sull’Acqua” – Olio su tela – Dimensioni cm. 60×70 – 2017

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MAX BARONI, GABRIELLA SPADARO, CAROLINA BRASIOLI, RICCARDO RIVA, PATRIZIA BORROMEO

MAX BARONI
GABRIELLA SPADARO
CAROLINA BRASIOLI
RICCARDO RIVA
accompagnamento dell’arpista PATRIZIA BORROMEO
— ° —
“Artepozzo Energie d’Arte Contemporanea”
VIII edizione “Sintonia Immaginifica”
Inaugurazione mostra d’arte 21 ottobre 2017
“Chiesa dei Confratelli di San Rocco” – La Morra (Cuneo)
Estratto dalla relazione del prof. Mauro Giovanelli – Genova
— ° —
Per la loro disponibilità e presenza si ringraziano il sindaco del Comune di “La Morra” sig.ra Maria Luisa Aschieri, l’Assessore alla Cultura nonché il parroco don Massimo della “Chiesa dei Confratelli di San Rocco”
— ° —
Domenica 5 novembre si conclude l’ottava edizione di “Sintonia Immaginifica” a cura de “Associazione Artepozzo Energie d’Arte Contemporanea”. Nella seducente e storica ambientazione della chiesa dei “Confratelli di San Rocco” a La Morra (Cuneo) anche quest’anno sono quindi esposte opere di selezionati artisti contemporanei i quali arricchiscono le antiche e suggestive mura proponendo uno spaccato dell’estro italiano (pittura, fotografia nonché lettura e interpretazione di brani poetici).
Presidente di “Artepozzo” e promotrice dell’evento Angela Maioli Parodi a tal punto innamorata delle Langhe da considerare imprescindibile impegno rispettare il tradizionale appuntamento autunnale sia con l’Amministrazione, la Curia ed i cittadini dello storico e ridente Comune, sia verso i turisti che in questa stagione non rinunciano ad assaporare il clima, l’aroma ed il gusto del pregiatissimo vino ivi prodotto”.
— ° —
…e fu tra le mura barocche della chiesa di San Rocco, dopo aver superato il maestoso, pregevole settecentesco portone finemente intagliato che mi ritrovai dinanzi una distesa. Avrebbe potuto essere mare, savana, candido deserto, prateria, pianoro innevato, ma… Improvviso il suono di un’arpa si erge alto, cordofono che raccoglie dal Cielo luci bianche di energia al contrario dell’organo che sradica profondo suono dalle viscere della Terra. Il silenzio obbedisce al pizzico delle celestiali dita di Patrizia Borromeo, la abbraccio in segno di ringraziamento mentre estrae antiche note dal remoto strumento. Ne vengo letteralmente rapito ma non sono il solo poiché nel ritirarmi a lato compaiono figure fluttuanti su melodia che supera la vertiginosa cupola. Ecco Gabriella Spadaro, Carolina Brasioli, Riccardo Riva che accompagnano l’amico di sempre Max Baroni con movenze e costumi tanto semplici quanto irripetibili, unici, coinvolgenti. Ed è proprio la voce di Max che cattura l’anomala, fulminea riflessione: “Verso sera si comincia a vivere o morire, fare l’amore o la notte accanto al congiunto in coma, in attesa dell’alba che vedrà esecuzioni di sorelle e fratelli. Verso sera sai che il tuo pensare ti aspetta più agguerrito che mai, potresti trascinarlo fino al sorgere del sole, annuncio che hai superato l’ostacolo ed il fardello comincia a pesare sull’altra parte di mondo.”(1) Ascoltare questa mia poesia interpretata così… così… umanamente mi emoziona ma il sopraggiungere dei suoi entusiasmanti versi: “Primo vagito di una storia che circola tra le pieghe del tempo, tra luce e ombre di un dialogo in trasformazione per un suono ancestrale che nel silenzio dell’anima ascolti, che nel silenzio dello sguardo dell’altro ritrovi, che nel silenzio di un sospiro innamorato conosci. Suono. Vita. Armonia.”(1) termina in un tripudio di applausi che ci rende tutti una sola cosa.
Interdetto da tale rappresentazione cerco un via d’uscita, necessito stare da solo per meditare su quanto accaduto quindi mi dirigo là dove spazio e materia interagiscono liberamente e le sole leggi da rispettare sono state dettate dal Principio sennonché l’ultraterrena vibrazione dell’arpa riprende, Max e la sua squadra scalpitano per la prevista e imprescindibile seconda performance che mai mi stancherei di ammirare ed è a questo punto che provo il desiderio di dedicare alle donne, tutte, moglie, madri, sorelle la poesia “Fémina – Danae”: “Voli alto! Nulla sfugge al tuo sguardo. Regina del Cielo possiedi anche Terra, Fuoco. Ogni tuo planare, incurante di corvi e avvoltoi, è maestosa carezza al Mondo. Deità degli occhi tuoi pretendono venerazione così, intimamente, nell’inconscio, chi ambisce la tua mente è frenato dalla convinzione dell’impossibile conquista. Delusione di storie sofferte negli stanchi riverberi delle pupille, non facile afferrare l’orizzonte che traguardi, impervio da concepire anche solo in parte e tu, assalita da stanchezza di realtà che ti circonda, arresa alla consapevolezza che dalla tua quota il resto è mediocrità, scivoli fino a lambire il suolo, ti adegui per soddisfare sani appetiti, risalire infine appesantita del carico di ricordi e un leggero germoglio di vita. Compiacimento della carne non è sufficiente a placare il tuo essere. Spirito, inquietudine del pensiero anelano completezza con i moti di anima e corpo. Nel tendere alla perfezione irrinunciabile l’assoluta libertà di spaziare nel tuo Universo.”(2)
L’armonia rimbalza fra le volute della chiesa, la voce ed il recitare inimitabili di Max Baroni si innestano agli arpeggi, l’attenzione è per la sua interpretazione, gestualità, passione. Gabriella, Carolina e Riccardo ineguagliabile coreografia: “Importante catturare la lucertola, mica per farle male, doveva spiegarmi qualcosa, alla fine l’ho presa perché era stanca, non riusciva a correre bene su quella campana di cemento liscio posata a terra. Mia madre e mia sorella non hanno sentito, le ho chiamate a lungo mentre si allontanavano. Gente rarefatta in piazza De Ferrari, le auto vecchio tipo colore dei taxi anni ‘50, nere, c’era anche del grigio, posteggiate male, al centro, di traverso. Era sera, il chiaro del giorno insopportabile, rumore muto della gente, capivo ciò che l’uomo in divisa stava dicendo a un gruppetto di persone senza volto. Le ho raggiunte che già erano arrivate a casa, ho chiesto come mai non mi avessero sentito, le avrei accompagnate. Io alla lucertola ho parlato e… il Natale non sarà mai più come prima.”(3)
“Spensieratezza. L’ultima campanella.Una corsa tra spintoni e sorrisi. Cartelle che volano. Estate alle porte. Spensieratezza. Immersione tra magiche parole incise sulle pagine dei libri come chiavi di ricerca. Calci a un pallone. Due sassi una porta. Dormire e poi il primo battito di cuore e quel bacio di eterno profumo.”(3)

In molti ci ritrovammo intorno ad un tavolo, così si concluse la mia avventura. La distesa erano adesso colline delle Langhe espresse meravigliosamente dai grandi Cesare Pavese (Stefano Belbo), Beppe Fenoglio (Alba), e la Resistenza da loro descritta come mai da nessun altro. E tanti, tanti altri. Italo Calvino, autore dell’impareggiabile “Il sentiero dei nidi di ragno” consegnò lo scettro a “Una questione privata” proprio al più solitario di tutti: Beppe. Il malinconico Cesare era troppo occupato a sgrovigliare “Il mestiere di vivere” . Ritorneranno?
Intanto sono qui con amiche ed amici. Difficile accada di trovarsi in piacevolissima compagnia, conoscersi da sempre. Immaginifica sintonia, sinfonia o tempesta perfetta di arte e fratellanza?

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: “Gruppo di famiglia in un interno” de La Morra – Foto di Giacomo Mozzi

RIPRODUZIONE RISERVATA – PUBBLICAZIONE AUTORIZZATA A MAX BARONI, GABRIELLA SPADARO, CAROLINA BRASIOLI, RICCARDO RIVA e PATRIZIA BORROMEO

(1) Mauro Giovanelli – “Verso sera”, 14/01/2017 ▪ Max Baroni – “Silenzio” 29/08/2017
(2) Mauro Giovanelli – “FÉMINA – Danae”, 14/01/2017
(3) Mauro Giovanelli – Sogno di una notte a meno un dodicesimo dall’estate, 8/5/2015 ▪ Max Baroni – Spensieratezza – 29/08/2017

AUTUNNO

AUTUNNO

Vorrei averti accanto,
parlare di ogni cosa,
esprimere qualunque pensiero
mentre hai la testa appoggiata al mio petto.
Attraverso i vetri appannati della finestra
guardiamo l’autunno farsi avanti,
i suoi colori e profumi entrano in noi,
ci saranno momenti di silenzio
tanto resteremo abbagliati
da uno degli innumerevoli attimi
che costruiamo insieme.
Serenità sarà abituale condizione
e leggiadre le nostre anime.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Foto Josef Sudek “Il mondo alla mia finestra”

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