AUTUNNO

Vorrei averti accanto,
parlare di ogni cosa,
esprimere qualunque pensiero
mentre hai la testa
appoggiata al mio petto.
Attraverso i vetri appannati della finestra
guardiamo l’autunno farsi avanti,
i suoi colori e profumi entrano in noi,
ci saranno momenti di silenzio
tanto resteremo abbagliati
da uno degli innumerevoli attimi
che costruiamo insieme.
Serenità sarà nostra condizione
e leggiadre le nostre anime.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Foto Josef Sudek “Il mondo alla mia finestra”

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Ascolta…

Ascolta…
Stiamo vicini,
aderenti al punto
che un ipotetico
osservatore esterno
non distingua i corpi,
unica massa,
così,
tu non lo sai,
altre sono le cose
che vagheggi,
io te le consegnerò,
curveremo lo spazio,
rallenteremo il tempo,
tutto sarà immenso,
l’orgasmo,
estasi e tormento,
noi,
un solo, eterno momento.

Mauro Giovanelli – Genova
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Amore e odio

La durata di un sentimento non è misurabile se non dall’intensità che la passione produce nell’unità di tempo. Più questo intervallo è breve più la spinta emotiva giunge in prossimità dell’infinito.
Nell’ipotetica verticalità, non sul piano orizzontale, si misurano le emozioni. Ecco perché tutte le creature sono capaci di amore, non solo l’uomo, il solo ad essere anche in grado di odiare.

Mauro Giovanelli – Genova
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A MENO UN DODICESIMO

Tre.
Accesso all’eternità.
Esoterico, ternario,
primo dispari.
Trino nella riconciliazione,
il due, pari e primo primo,
diverge in opposte direzioni,
separa, allontana,
non chiude il cerchio,
neppure potrebbe immaginare
il trascendente rapporto
fra lunghezza
della fittizia circonferenza e il suo diametro,
comunque sempre tre virgola,
serie infinita di decimali priva di periodicità,
irrazionale, impossibile quadratura
che già sarebbe più di qualcosa
da cui partire.
Tre.
Unifica e circoscrive,
apre ai confini del Cielo,
soluzione del conflitto duale
nel giudice terzo
sigilla il triangolo,
espressione geometrica,

ritorno del multiplo
all’unità dalla quale
un qualche Dio
forse ci osserva
con telescopio euclideo
essendo il primo della serie,
detta aurea,
stupefacente somma dei suoi predecessori,
geniale intuizione di colui cui si deve
dei numeri arabi l’introduzione,
impensabile determinare allineamento
di foglie, petali, rami, arbusti…
Costui ci arrivò ad aspirare il verde,
vicinissimo, tanto da goderne il profumo,
dissetarsi con brina e rugiada.
Tre.
Terzo decimale del quoziente
di un dodicesimo, dopo lo zero,

inizio e fine dell’Universo,
centro e periferia del Cosmo,
nulla e tutto, distacco e convergenza
vicinanza e divergenza…
E l’otto… segno d’infinito, padrone
di qualsivoglia dimensione,
serie piena della diabolica ruota.
Tre.
Compimento della più superba riflessione,
periodico fino all’inimmaginabile
nella specifica collocazione,
puoi correre con e su esso in perpetuo,
risultato di semplice frazione
data dalla somma degli interi,
e positivi, fino all’infinito,
più piccolo di ciascuno di essi.
Per di più negativo.
Tre.
Gesù e Srinivasa
arrivarono a trentatré.
Tre.
Tu, io
e ciò che verrà.

Mauro Giovanelli – Genova
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Ecce Deus

Non è femori, tibie,
costole, ossa, carne e sangue
il corpo che afferma l’amore,
esso abbandona all’istante
ogni percezione fisica, terrena,
per farsi galassia, vuoto e pieno,
esito dell’universale teorema.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Vincent Van Gogh, “La siesta”, foto tratta dalla raccolta completa “Gli impressionisti”.

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Bravo Del Norte

Per l’ultima forma possibile di rispetto verso la piccola e il suo papà morti annegati nel tentativo di attraversare il famigerato confine Messico/Usa, a tutti i giornalanti, opinionisti, cronisti, scriventi, indignanti, i “volta pagina”, ecc. suggerisco di chiamare “Rio Bravo” o “Bravo Del Norte” l’agognato fiume divisorio, non Rio Grande.
E non è solo questione di punti di vista…
R. I. P.
Mauro Giovanelli – Genova
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Tagelmud

Tagelmud

Perché sotto la tenda
si sono incrociate fatalità
infiammate dal sacro furore
di vivere, allora il mangiare
è ancora più importante,
appetito è fame,
a questo penso l’istante
in cui ti osservo alla fioca
luce della lanterna, testa china
sul tavolo, struccata, il ricciolo
ribelle alla forcina scende
verso il piatto e indica
la strada della tua eterna
bellezza, deserto è amore,
distesa, destino, duna,
come il mare, amare, ricerca
dell’onda da cui ripartire,
toccare consapevolezza,
carezzare delfini guizzanti,
pelle lucida come la tua,
sudata, simbolo della fatica
di esser cresciuta, sei appena
tornata da dove mai saresti
giunta, i bambini della scuola
ti adorano, hanno necessità
di aiuto, conforto, cibo, futuro,
affetto e istruzione, cure,
e tu hai gusto nell’offrirti
a loro, a me, al fottuto mondo.
A questo penso nell’accendere
la sigaretta, alzarmi, uscire
al richiamo del fischio della teiera.
Sarà per la vita, morte o amore
quanto sta preparando il nostro
fedele amico? Berbero, occhi
fulgidi brillano nella notte di
tagelmud, flutti di sabbia
si sollevano, regale il cammello
ci osserva e nobili, lente movenze
suggellano l’inestimabile.

Mauro Giovanelli – Genova
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Glutei perfetti

Glutei perfetti

Sono appena stato investito dalla pubblicità di un prodotto, “Glutei perfetti”, ovviamente indirizzata alle donne per quanto ho visionato delle istruttive immagini scorse in rapida successione.
I glutei perfetti non necessariamente devono essere perfetti. I glutei perfetti sono “quei” glutei che, alla fine, se fossero pure perfetti forse potrebbe essere meglio ma non è detto. Neanche scritto.

Mauro Giovanelli – Genova
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