“ASSO ALLA QUINTA” – COSTRUZIONE DEL LIBRO IN PREPARAZIONE

“ASSO ALLA QUINTA”

COSTRUZIONE DEL LIBRO IN PREPARAZIONE

Direi che è una buona idea, non male il fatto di riverberare il vissuto del “protagonista” nei ricordi dei personaggi che gli ruotano intorno. È un ottimo paradigma narrativo e i neuroni me li farebbe girare solo se fossi costretto a farlo io che prediligo la scrittura di getto perché… è nella mia natura, non saprei narrare altrimenti in quanto è ciò che sono. Come i componimenti, dalle elementari alle superiori, ed ora con un articolo, il biglietto di auguri, due righe di critica, artistica o letteraria, piuttosto che una dedica alla donna angelicata. Non mi paragono neppure al vecchio Hank, ci mancherebbe! Troppo grande il rispetto che nutro per lui ma Bukowski, per quanto lo conosca, credo bene, non curava lo stile o i registri linguistici tanto meno i contenuti, eppure nei suoi deliri c’è tutto questo insieme. Immagino che le sue opere, dove ho trovato anche cose orribili se non fosse che il modo in cui le ha assemblate risulti armonico (questa è “stoffa”), siano tutte “brutte”. Ricordi a scuola? Il Chinaski non metteva in “bella”. Nel caso di “Asso alla quinta”, come per tutto ciò che produco, non ci ho ragionato sopra, mi è venuta un’idea e ho buttato giù una sessantina di pagine fitte, fitte. Quello è il mio nuovo romanzo, sta lì con tutti i ricordi, i misteri, le passioni, il sesso. Mentre rotolavo su questa montagna di parole alla maniera di uno stronzo mi veniva anche l’idea, come sempre mi capita, sulla “struttura” che gli avrei dato, ora ce l’ho nella testa, si tratta soltanto di metterlo in “bella” secondo il mio gusto, il “suono” che desidero ascoltare mentre rileggo, verificare se il concetto che ho voluto esprimere sia, oltre che comprensibile e profondo, come dire? Poetico! Insomma deve appagare il mio compiacimento. Diciamo che raccolgo gli “appunti” di getto allo stesso modo di come li andrò a riordinare perché mentre perfeziono modifico ancora secondo l’estro che mi cattura. Infine la follia, senza questa ti blocchi. E io ce l’ho, tu che hai letto “Il leggìo a nove posizioni” e mi hai pure regalato un’ottima presentazione, dovresti saperlo.
Intanto ho trovato la copertina, importante questo, come il titolo, guardala, è perfetta!
Il problema adesso è un altro. Ho questo “blocco” di marmo, bello, pronto, estratto in meno di una settimana, mi piace pensare che è lì ad aspettarmi, ci vedo dentro il mio Mosè, SO che c’è, lo vedo! Ma… potrebbe starci anche sei mesi, un anno, due settimane, poi una sera, dalla cuspide superiore della dicotomia con cui convivo da anni, deciderò di aspettare l’alba nel cavar fuori la scultura finita. Al sorgere del sole darò una martellata sul dorso della prima stampa esclamando: “perché non parli alla gente!?”
Solo che in questi giorni pesano così tanto scalpello e mazzuolo…

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

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