NON È LA TUA RAGAZZA

NON È LA TUA RAGAZZA

Nei giorni scorsi, sulle prime pagine dei quotidiani, nelle locandine delle edicole superstiti e a inizio di ogni trasmissione televisiva, mi è capitato di vedere la faccia di questo individuo accompagnata dalla scritta, esposta a caratteri cubitali:

“HO UCCISO LA MIA RAGAZZA”

Le sole parole che costui ha pronunciato alla polizia tedesca nel momento della sua cattura.
E nessuno, ripeto nessuno che abbia precisato, urlandolo al mondo intero, che la vittima del mostro, l’incantevole, gioiosa Giulia, NON ERA la sua ragazza né mai lo sarebbe stata.
E poi tutti complici nel citarlo col nome di battesimo anziché designarne la sua condizione di assassino (o presunto tale?).
Considerando le due cose insieme, è proprio qui che si evidenzia la netta tendenza, a “umanizzare” le fattezze della “probabile?” bestia, con l’aggravante di accostare la sua foto al celestiale sorriso di lei, alla sua immensa voglia di vivere come se la volontà della ragazza, prenderne le distanze, fosse scomparsa con la sua uccisione.
È così! Del resto c’è rimasto solo lui ma tutto sarà introdotto nel tritacarne di un’informazione demenziale supportata da un clima politico dello stesso livello dal quale uscirà, fra uno spot e l’altro, un macinato di vacue parole lanciate al vento della cultura al consumismo più sfrenato, anche degli affetti.
La gara è appena cominciata, intanto i primi sciacalli bipedi stanno già rovistando nella privacy della sorella Elena dilaniata dal dolore.
Giudice sarà l’auditel.
Mauro Giovanelli – Genova

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