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Religio – θρησκεία

Religio – θρησκεία

Qualora Dio esistesse nella concezione che l’uomo se ne è fatta, tralasciando le oltre ottomila “confessioni” esistenti al mondo, non sarebbe onnipotente né immensamente buono poiché nel “donare” il libero arbitrio alla creatura a Sua immagine e somiglianza avrebbe annullato il Male rendendone impossibile il perseguimento. Altresì è inattuabile definire alcunché senza il relativo contrario, finanche ad Egli, ossia il riferimento che caratterizza e differenzia (bene e male, positivo e negativo, materia e antimateria, repulsione e attrazione, ecc.) pertanto un mondo deprivato del Male neppure potrebbe sussistere “buono” essendo questo “stato di cose” una normalità non recepibile (tra l’altro si farebbe a meno di individuare Entità ultraterrene al fine di debellare ciò che si ignora).
Consegue che Dio non si identificherebbe con “puro amore” (determinabile dall’esistenza dell’assoluta cattiveria) dovendo necessariamente contenere il “Male” per giustificare il Suo essere “Bene” superiore. Tanto meno onnipotente, ribadisco, essendo impedito ad estirpare il “Male” stesso che necessariamente porterebbe in Sé. Infatti dando per scontata Verità ciò che ci è pervenuto grazie a pazienti “scribi” che riportarono su papiri e pergamene la tradizione orale tramandataci, i così detti “codici” che compongono il Vecchio Testamento, il primo ineffabile e più grande olocausto della storia dell’umanità sarebbe proprio stato concepito e perpetrato da Dio (Diluvio Universale – Genesi, 7, 8, 9) che, si badi bene, a nulla parrebbe essere servito visto che siamo giunti fin qua nei modi e termini che la storia, ahimè, ci insegna e purtroppo constatiamo ogni giorno. A questo punto mi verrebbe da citare il grande Anacleto Verrecchia “Con la sua onnipotenza Dio ha deciso non solo di non esistere, anche di non essere mai esistito” ed il “Faust” di Goethe “…Dunque tu chi sei?” “Una parte di quella forza che vuole costantemente il Male e opera costantemente il Bene”.
Improbo ottenere obiezioni concrete anziché proposizioni riconducibili alla “fede” di cui molti godono per volontà divina (qualora fosse il perché di tale discriminazione mi sfugge) e che autorizza loro a porsi su un gradino di superiorità in quanto “illuminati”. Da qui terreno fertile per i vari “integralismi”.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI – In Nomine Domini 2007-2009 – Copertina di Libro d’artista

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…E NON SOLO IL GRANDE GIORDANO BRUNO…

…E NON SOLO IL GRANDE GIORDANO BRUNO… – Sono incalcolabili le vittime della Santa Inquisizione, pare sia il più grande olocausto della storia…

DA “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” di JOSÉ SARAMAGO – Universale Economica Feltrinelli, 1997 – pagg. 300÷304

Con citazioni tratte da “Ecco Perché Juanita” di Mauro Giovanelli

«…Per cominciare da chi conosci e ami, il pescatore Simone, che chiamerai Pietro, sarà come te crocifisso, ma con la testa all’ingiù, e crocifisso dovrà essere anche Andrea, su una croce a forma di x, il figlio di Zebedeo, quello di nome Giacomo, lo decolleranno, e Giovanni e Maria di Magdala invece moriranno di morte naturale, quando saranno finiti i loro giorni, ma avrai altri amici, discepoli e apostoli come quelli già nominati, che non sfuggiranno ai supplizi, come per esempio un Filippo, legato alla croce e lapidato fino a quando la vita gli si sarà spenta, un Bartolomeo, che sarà scuoiato vivo, un Tommaso, che ammazzeranno a colpi di lancia, un Matteo, che adesso non ricordo come morirà, un altro Simone, segato a metà, un Giuda, ucciso a colpi d’accetta, un altro Giacomo, lapidato, un Mattia, decollato con una scure, e anche Giuda di Kiriat, ma di questo ne saprai meglio tu di me, tranne la morte, impiccato con le sue stesse mani a un fico e se non troverà la forza di uccidersi, o prima che questo avvenga, verrà assassinato, su di lui non ho ancora le idee chiare, Dovranno morire tutti per te, domandò Jeshua, Se la metti in questi termini, sì, moriranno tutti per causa mia, E poi, Poi, figlio mio, sarà una storia interminabile di ferro e sangue, di fuoco e ceneri, un mare infinito di sofferenza e lacrime, Racconta, voglio sapere tutto. Dio sospirò e, col tono monocorde di chi ha preferito soffocare la pietà e la misericordia, attaccò la litania, in ordine alfabetico per evitare suscettibilità in merito alla precedenza, Adalberto di Praga, ucciso con uno spuntone a sette punte, Adriano, ucciso a martellate sopra un’incudine, Afra di Asburgo, morta sul rogo, Agapito di Preneste, morto sul rogo, appeso per i piedi, Agata di Sicilia, morta con i seni recisi, Agricola di Bologna, crocifisso e trafitto di chiodi, Alfegio di Canterbury ucciso a colpi di osso di bue, Anastasia di Sirmio, morta sul rogo con i seni recisi, Anastasio di Salona, impiccato e decapitato, Ansano di Siena, ucciso per eviscerazione, Antonino di Pamiers ucciso per squartamento, Antonio di Rivoli, ucciso a sassate e bruciato, Apollinare di Ravenna, ucciso a mazzate, Apollonia di Alessandria, morta sul rogo dopo che le avevano strappato i denti, Augusta di Treviso, uccisa per decapitazione e bruciata, Aura di Ostia, annegata con una mola al collo, Aurea di Siria, morta dissanguata, seduta sopra una sedia ricoperta di chiodi, Auta, ammazzata a frecciate, Babila di Antiochia, ucciso per decapitazione, Barbara di Nicomedia, uccisa per decollazione, Barnaba di Cipro, lapidato e bruciato, Beatrice di Roma, uccisa per strangolamento, Benigno di Digione ucciso a colpi di lancia, Biagio di Sebaste, ucciso con carde di ferro, Blandina di Lione, uccisa a cornate da un toro selvaggio, Callisto, strangolato con una mola, Cassiano di Imola, ucciso dai suoi alunni con uno stiletto, Castulo, sepolto vivo, Caterina di Alessandria, uccisa per decapitazione, Cecilia di Roma, uccisa per decollazione, Chiaro di Nantes, ucciso per decapitazione, Chiaro di Vienna, ucciso per decapitazione, Chiteria di Coimbra, decapitata dal proprio padre, un orrore, Cipriano di Cartagine, ucciso per decapitazione, Ciro di Tarso, ucciso ancora bambino da un giudice che gli batté la testa contro le scale del tribunale, Clemente, annegato con un’ancora al collo, Crispino e Crispiniano di Soissons, uccisi per decapitazione, Cristina di Bols uccisa con tutto quanto si possa fare con mola, ruota, tenaglie, frecce e serpenti, Cucufate di Barcellona, ammazzato e sventrato, arrivato alla fine della lettera c, Dio disse, Poi è tutto uguale, o quasi, ormai sono poche le varianti possibili, tranne che nei particolari, i quali sono talmente raffinati che ci vorrebbe un mucchio di tempo a spiegarli, fermiamoci qui, Continua, disse Jeshua, e Dio continuò, abbreviando il più possibile, Donato di Arezzo, decapitato, Elifio di Rampillon, gli hanno segato la calotta cranica, Emanuele, Sabele e Ismaele, il primo col petto trafitto di chiodi, più un chiodo che gli attraversava la testa da un orecchio all’altro, tutti decollati, Emerano di Ratisbona, legato a una scala e ammazzato, Emerita, bruciata, Emilio di Trevi, decapitato, Engràcia di Saragozza, decapitata, Erasmo di Gaeta, detto anche Telmo, dimembrato con un argano, Ermenegildo, finito ad accettate, Eschilo di Svezia, lapidato, Escubiculo, decapitato, Eufemia di Calcedonia, infilzata con una spada, Eulalia di Merida, decapitata, Eutropio di Saintes, testa mozzata con una scure, Fabiano, spada e carde di ferro, Fede di Agen, decollata, Fedele di Sigmaringen, mazza chiodata, Felice e il fratello Adaucto, teste mozzate con la spada, Felicita e i sette figli, idem, Ferreolo di Besançon, decapitato, Filomena, frecce e ancora, Firmino di Pamplona, decapitato, Flavia Domitilla, idem, Fortunato di Evora, forse idem, Fruttuoso di Tarragona, bruciato, Gaudenzio di Francia, decapitato, Gelasio, idem più carde di ferro, Gengulfo di Borgogna, cornuto, assassinato dall’amante della moglie, Gennaro di Napoli, decapitato dopo essere stato condannato alle fiere e buttato dentro un forno, Gerardo Sagredo di Budapest, lancia, Gereone di Colonia, decapitato, Gervasio e Protasio, gemelli, idem, Giovanna d’Arco, bruciata viva, Giovanni di Brito, decollato, Giovanni Fisher, decapitato, Giovanni Nepomuceno di Praga, annegato, Giulia di Corsica, seni recisi e poi crocifissa, Giuliana di Nicomedia, decapitata, Giusta e Rufina di Siviglia, una sulla ruota, l’altra strangolata, Giustina di Antiochia, bruciata con pece infocata e decapitata, Giusto e Pastore, ma non questo che abbiamo qui, di Alcalà de Henares, decapitati, Godeliva di Ghistelles, strangolata, Goretti Maria, idem, Grato di Aosta, decapitato, Ignazio di Azevedo, ammazzato dai calvinisti, questi non sono cattolici, Ines di Roma, sventrata, Ippolito, strascinato da un cavallo, Juan di Prado, pugnalato alla testa, Kilian di Wùrzburg, decapitato, Léger d’Autun, idem dopo avergli cavato gli occhi e strappato la lingua, Leocadia di Toledo, scaraventata da un precipizio, Lievin di Gand, lingua strappata e decapitato, Longino, decapitato, Lorenzo, bruciato sopra una griglia, Ludmilla di Praga, strangolata, Lucia di Siracusa, decollata dopo averle cavato gli occhi, Magino di Tarragona, decapitato con una falce seghettata, Mama di Cappadocia, sbudellato, Margherita di Antiochia, torcia e pettine di ferro, Mario di Persia, spada, amputazione delle mani, Martina di Roma, decapitata, i martiri del Marocco, Berardo, Pietro, Accursio, Adiuto e Ottone, decollati, quelli del Giappone, ventisei, crocifissi, infilzati con lance e bruciati, Maurizio di Agaunum, spada, Meinrado di Einsiedeln, mazza, Mena di Alessandria, spada, Mercurio di Cappadocia, decapitato, Moro Tommaso, idem, Nicasio di Reims, idem, Odilia di Huy, frecce, Pafnuzio, crocifisso, Paio, squartato, Pancrazio, decapitato, Pantaleone di Nicomedia, idem, Patroclo di Troyes e di Soest, idem, Paolo di Tarso, a cui dovrai la tua prima Chiesa, idem, Perpetua e Felicita di Cartagine, Felicita era la schiava di Perpetua, incornate da un toro infuriato, Piat di Tournai, sfondamento del cranio, Pietro di Tortosa, decapitato, Pietro di Verona, mannaia sulla testa e pugnale nel petto, Policarpo, pugnalato e bruciato, Prisca di Roma, sbranata dai leoni, Processo e Martiniano, la stessa morte, credo, Quintino, chiodi nella testa e in altre parti, Quirino di Rouen, cranio spaccato, Regina di Alise, gladio, Restituta di Napoli, rogo, Rinaldo di Dortmund, a mazzuolate, Rolando, spada, Romano di Antiochia, lingua strappata, strangolamento, ancora non sei stufo, domandò Dio a Jeshua, e Jeshua rispose, Dovresti rivolgerla a te stesso questa domanda, “Se un Dio ha fatto questo mondo, io non vorrei essere quel Dio, perché il dolore del mondo mi strazierebbe il cuore.”1 continua, e Dio proseguì, Sabiniano di Sens, decollato, Sabino di Assisi lapidato, Saturnino di Tolosa, strascinato da un toro, Sebastiano, frecce, Secondo di Asti, decapitato, Servazio di Tongres e di Maastricht, ucciso a zoccolate, per quanto sembri impossibile, Severo di Barcellona, chiodo conficcato nella testa, Sidwel di Exeter, decapitato, Sigismondo re dei burgundi, scagliato in un pozzo, Sinforiano di Autun, decapitato, Sisto, idem, Stefano, lapidato, Tarcisio, lapidato, Tecla di Iconio, mutilata e bruciata, Teodoro, rogo, Tiburzio decapitato, Timoteo di Efeso, lapidato, Tirso, segato, Tommaso Becket di Canterbury, spada conficcata nel cranio, Torpete di Pisa, decapitato, Torquato e i ventisette, uccisi dal generale Mina alle porte di Guimaràes, Urbano, decapitato, Valeria di Limoges, idem, Valeriano, idem, Venanzio di Camerino, decollato, Vincenzo di Saragozza, mola e griglia con punte, Virgilio di Trento, ecco un altro ucciso a zoccolate, Vitale di Ravenna, lancia, Vittore, decapitato, Vittore di Marsiglia, decollato, Vittoria di Roma, ammazzata dopo averle strappato la lingua, Wilgefortis, o Liberata, o Eutropia, vergine barbuta, crocifissa, e altri, altri, altri, idem, idem, idem, basta. Non basta, disse Jeshua, a quali altri alludi, Lo ritieni proprio indispensabile, Sì, Mi riferisco a quelli che, non essendo stati martirizzati e morendo di morte naturale, hanno sofferto il martirio delle tentazioni della carne, del mondo e del Demonio e che, per vincerle, hanno dovuto mortificare il proprio corpo col digiuno e la preghiera, c’è persino un caso interessante, un tale John Schorn, il quale ha passato tanto di quel tempo inginocchiato a pregare che alla fine aveva i calli, Dove, Ma sulle ginocchia, ovviamente, e si dice pure, questo riguarda te, che rinchiuse il Diavolo in uno stivale, ah, ah, ah, Io, in uno stivale, Pastore manifestò i suoi dubbi, sono leggende, per potermi rinchiudere in uno stivale, ce ne sarebbe voluto uno grande quanto il mondo, e comunque vorrei proprio vedere chi sarebbe riuscito a calzarlo e a sfilarselo, Solo con il digiuno e la preghiera, domandò Jeshua, e Dio rispose, Offenderanno il corpo anche con dolore, sangue e un mucchio di schifezze, e tante altre penitenze, portando cilici e flagellandosi ci sarà pure chi non si laverà per tutta la vita, o quasi, come affermò, afferma o affermerà uno dei grandi filosofi che infetteranno il mondo, a proposito attenzione a questa specie di umani sono molto pericolosi per il nostro potere, schegge impazzite, incidenti di percorso, valuta tu le sue parole di denuncia, “Qui la carne viene disprezzata, l’igiene rifiutata in quanto sensualità, La Chiesa oppone resistenza alla pulizia (la prima misura adottata dai cristiani, dopo la cacciata dei Mori, fu la chiusura dei bagni pubblici, mentre la sola Cordova ne possedeva 270). E le terme romane non furono forse distrutte dai Cristiani?”“I credenti, i mistici, quando gettano il loro sguardo sul mondo, non vedono delle donne belle e provocanti, non vedono degli uomini gaudenti: vedono degli scheletri, vedono teschi dalle occhiaie fonde, mandibole senza lingua, denti senza gengive, teste ignobilmente calve, piedi che sembrano composti di dadi imperfetti, lunghissime mani che sembrano bocchini di pipa infilati.”3 , e cosa ne pensi della ricetta pedagogica per il corpo umano che uno dei tanti santi così illustrò: “Le mie membra ributtanti erano rese ruvide dal sacco. La mia pelle lurida era diventata nera come la carne di un etiope. A me non piacciono per niente i bagni nel caso di una vergine adulta, che deve aver vergogna di sé stessa e non deve sopportare di vedersi nuda. Infatti se macera il suo corpo con veglie e digiuni e lo riduce in schiavitù, se desidera spegnere con il freddo della continenza la fiamma della libidine e gli stimoli della sua età ardente, se ha premura di deturpare il suo naturale splendore con voluta trascuratezza, perché dovrebbe poi risvegliare con l’esca dei bagni i fuochi sopiti?”4 Ci saranno filosofi che addirittura si arrogheranno il diritto di esser loro a perdonare, con sarcasmo, come quel tale, “…ti perdono di essere cristiano: se non si è filosofi ci si può accontentare di ciò. O si pensa o si crede: non c’è altra via…” 5, o indagare per poi sentenziare, “…la religione, come le lucciole, ha bisogno dell’oscurità per risplendere…” 6, oppure, “…Il monoteismo genera l’ortodossia, l’ortodossia il fanatismo, il fanatismo l’odio e l’odio le guerre di religione…” 7, e ancora, “…Beati i poveri di spirito! In effetti il cristianesimo, fin dall’inizio ha sempre considerato la cultura come qualcosa da combattere…”8 . Addirittura, ma questo è un altro discorso, anche se attinente, i nostri seguaci distruggeranno gran parte delle opere d’arte edificate da altre civiltà in onore dei loro dèi, come osa denunciare un altro filosofo, siriano per giunta, ad un imperatore romano, ascolta! “Tu dunque comandasti che i templi non venissero chiusi e che non fosse proibitione di entrarvi, né bandisti il fuoco né l’incenso né le altre offerte di profumi dai templi e dagli altari; questi uomini vestiti di nero invece (i monaci cristiani), che mangiano più degli elefanti, che stancano, per l’abbondanza delle coppe che tracannano, coloro che versano da bere al suono dei loro canti; essi, che nascondono questi eccessi sotto un pallore che si procurano artificialmente, o imperatore, in violazione della legge in vigore corrono contro i templi, i tetti vengono tirati giù, i muri diroccati, le statue abbattute, gli altari rovesciati, i sacerdoti costretti a tacere o morire. Distrutto il primo tempio si corre ad un secondo e poi a un terzo, e trofei si aggiungono a trofei, contro ogni legge. Tutte queste violenze si osano anche in città. Ma per lo più nelle campagne, ed essi, in gran numero, attaccano in ogni luogo; dopo aver causato separatamente mille danni, si riuniscono e l’uno e l’altro si chiedono conto delle imprese: è una vergogna non aver commesso le più infamanti ingiustizie. Vanno all’assalto per le campagne come torrenti, devastano i campi con il pretesto dei templi: nel campo dove hanno distrutto un tempio hanno anche accecato, abbattuto, ucciso!” 9 Poi c’è stato, c’è e ci sarà, ma per te preferisco usare il tempo futuro, chi precipiterà nelle foreste e si rivolterà nella neve per placare le brame della carne suscitate dal Diavolo, cui si devono tutte queste tentazioni, perché il suo scopo è quello di distogliere gli animi dalla retta via che condurrebbe al cielo, donne nude e mostri spaventosi, creature aberranti, lussuria e paura, ecco le armi con cui il Demonio tormenta le povere vite degli uomini, Farai tutto questo, domandò Jeshua a Pastore, Più o meno, rispose lui, mi sono limitato a prendere ciò che Dio non ha voluto, la carne, con la sua gioia e la sua tristezza, la gioventù e la vecchiaia, la freschezza e il marciume, ma non è vero che la paura sia una mia arma, non ricordo di essere stato io a inventare il peccato e il suo castigo, e la paura che li accompagna sempre, Taci, lo interruppe Dio, spazientito, il peccato e il Diavolo sono i due nomi di una stessa cosa, Che cosa, domandò Jeshua, La mia assenza, E l’assenza di te, a che cosa si deve, al fatto che ti sia ritirato tu o che si siano allontanati da te, Io non mi ritiro mai, Ma consenti che ti abbandonino, Chi mi abbandona, mi cerca, E se non ti trova, la colpa, ormai si sa, è del Diavolo, No, la causa di questo non è sua, è colpa mia, che non riesco ad arrivare là dove mi cercano, parole che Dio pronunciò con una pungente e inattesa tristezza, come se all’improvviso avesse scoperto dei limiti al proprio potere…»

1 Arthur Shopenhauer, Nacchera. Munchen 1985, III, 57.
2 Friedrich Nietzsche, L’anticristo. Capitolo 21.
3 Pitigrilli (Dino Segre), Cocaina.
4 San Gerolamo, Lettere. Milano 1989. pp. 107 e 461 sg.
5 Arthur Shopenhauer, O si pensa o si crede. – Scritti sulla religione.
6 Anacleto Verrecchia, Giordano Bruno. – La falena dello spirito.
7 Ibid,.
8 Ibid,.
9 Flavio Libanio, In difesa dei templi. Napoli 1982, pp. 37 sg.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” di JOSÉ SARAMAGO – Universale Economica Feltrinelli, 1997

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GIORDANO BRUNO

GIORDANO BRUNO

Era l’alba del 17 febbraio 1600 quando il filosofo Giordano Bruno, una delle menti più lucide e ispirate del suo tempo (e anche del nostro), fu bruciato vivo in Campo dei Fiori a Roma a seguito della decisione presa dal Santo Uffizio dell’Inquisizione della Chiesa Cattolica. La sentenza fu preceduta da otto anni di carcere e torture, ufficializzate da “riunioni”, l’ultima delle quali avvenne il 9 settembre del 1599 e fu presieduta dai seguenti “commissari inquisitori”: Ippolito Maria Beccaria, Giulio Montenenzi, Pietro Millini, Anselmo Dandini, Marcello Filonardi e Alberto Tragagliolo. E’ opportuno riportarne i nomi per additare questi mostri all’esecrazione universale. Cinque mesi dopo, più precisamente l’8 febbraio del 1600, venne emessa la sentenza dai cardinali inquisitori Ludovico Madruzzi, Giulio Antonio Santoro, Pietro Deza, Domenico Pinelli, Girolamo Ascolano, Lucio Sasso, Camillo Borghese, Pompeo Arrigoni e Roberto Bellarmino. Il terz’ultimo capoverso del testo della condanna a morte sul rogo è un capolavoro di ipocrisia e così recita: “Invocato dunque il nome di Nostro Signore Gesù Christo… et dover essere rilasciato alla Corte Secolare, sì come ti rilasciamo alla Corte di voi monsignor Governatore di Roma (cardinale Ludovico Madruzzi n.d.a.) qui presente, per punirti delle debite pene, pregandolo però efficacemente che voglia mitigare il rigore delle leggi circa la pena della tua persona, che sia senza pericolo di morte o mutilazione di membro…”. Come se i nove cardinali non sapessero che le “debite pene” sarebbero consistite nel bruciare vivo quel genio indiscusso dell’umanità. Ma era necessario che la colpa del crimine non ricadesse sulla Chiesa, bensì sul potere temporale, sebbene anche questo fosse esercitato dal papa (Clemente VIII al secolo Ippolito Aldobrandini). Al termine della lettura della sentenza Giordano Bruno disse ai suoi aguzzini: “Forse tremate più voi nell’infliggermi questa sentenza che io nell’accoglierla”. Durante il percorso dal carcere di Tor di Nona al luogo dove sarebbe stata eseguita la condanna venne imposta a Giordano Bruno la “mordacchia” con la “lingua in giova” cioè trafitta da un chiodo ricurvo in modo che non potesse parlare, pena inflitta ai bestemmiatori che si rifiutavano di ascoltare “confortatori” e “padri”. Considerando che Roberto Bellarmino (il 25 febbraio 1616 presiedette anche il Sant’Uffizio nel processo a Galileo Galilei) fu uno dei più accaniti accusatori del grande filosofo mi chiedo:

▪ Come mai il 29 giugno 1930 Roberto Francesco Romolo Bellarmino fu proclamato santo da papa Pio XI e il suo corpo è conservato, per la venerazione dei fedeli, in una teca della chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio a Roma mentre quello di Giordano Bruno si è disperso in cenere e fumo?
▪ Perché nel 1931 (17 settembre) San Roberto Bellarmino fu proclamato dottore della Chiesa Cattolica dallo stesso papa Pio XI?
▪ Come può spiegarsi il fatto che nella conferenza del 18 febbraio 2011 a Fener di Alano di Piave (BL) organizzata dal Circolo Christus Rex si è giunti alla conclusione che la Santa Inquisizione fu un tribunale giusto e misericordioso?
▪ Per quale motivo in occasione dell’Udienza generale del mercoledì (23 febbraio 2011) l’attuale papa emerito Benedetto XVI (Joseph Alois Ratzinger) decise di dedicare una meditazione sulla figura di san Roberto Bellarmino (nel corso della quale ovviamente non venne in alcun modo citato il caso Giordano Bruno)?
▪ E infine perché nessuno parla più di quel feroce accadimento per il quale sarebbe necessario (a mio modesto avviso) un chiarimento ufficiale da parte della Chiesa Cattolica come fu fatto per il “caso” Galileo Galilei?

Mauro Giovanelli – Genova
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Nota:
Quasi tutte le notizie della meravigliosa vita di Giordano Bruno le ho attinte dal testo “Giordano Bruno – La falena dello spirito” del nostro grande filoso e germanista Anacleto Verrecchia. Ho l’onore di averne una copia con dedica autografa, cosa non da poco considerando la riservatezza dell’uomo e l’umiltà del genio. Traduttore di Lichtenberg, appassionato studioso di Bruno, Nietzsche e Schopenhauer è stato uno dei più grandi intellettuali che abbiano attraversato il ‘900 e il suo stile è giudicato “la migliore prosa filosofica prodotta oggi in Italia”. È morto il 4 febbraio del 2012 all’età di 86 anni. Quotidiani e televisione gli dedicarono poco più di un trafiletto o annunci di qualche minuto, senza dubbio troppo impegnati a seguire le squallide vicende della politica interna. Comunque è certo che la persona non avrebbe gradito più di tanto sebbene per gli italiani sia stato facile accontentarlo. Diceva spesso “di un filosofo o di uno scrittore ciò che interessa sono gli scritti e non le vicissitudini personali”.

Mauro Giovanelli – Genova
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Pubblicato da “Il Segno” http://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it nr. 8 del 16-30 aprile 2014 pag. 4 con il titolo “L’inquisizione ai tempi di Giordano Bruno” – Da “Memoria Condivisa” sito www.memoriacondivisa.it il 16 gennaio 2016 sul con il titolo “Giordano Bruno condannato al rogo dalla Santa Inquisizione”.

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IN NOMINE DOMINI et imperatoris

IN NOMINE DOMINI
et imperatoris

…in terra tormentata
il sogno fu spento
nel legno prezioso,
corto di trave,
portato a spalla sulla collina
dove il teschio ci guarda,
mandibola urlante
adagiata nel Tempo, stanca,
non fu volontà del romano,
l’egemone stimò il gran guaritore,
il suo gesto fu vano poi…
Chiodi nei polsi,
uno le caviglie,
posizione scortese,
disarticolato,
gambe rattrappite,
femori spezzati,
mano e piede,
sangue si asperse
risucchiato veloce
da sabbia rovente
contenitore di infamia…
In nomine domini
et imperatoris.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: In Nomine Domini, 2007-2009 – Africa I°- 2009 – Tecnica mista su legno – Dimensioni cm 140×100

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SPIRITUALITÀ

SPIRITUALITÀ

Prima dell’amore, desiderio, passione, carnalità, erotismo, senso di possesso… C’è il Bene! Ed io ne accolgo molto per la donna vera, assoluta, femmina nel senso più materno, totale, incondizionato, quindi meravigliosamente vergine, pura, direi immacolata la sua anima.
Autentica spiritualità non è questione di imene.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Petra (Giordania)

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PAUSA DI COMODO

PAUSA DI COMODO

“Nell’estenuante ricerca della verità Dio viene usato alla stregua di un segnalibro ed indica la pagina da cui ogni volta ripartire per giungere al colofòn del testo. La trascendenza è pausa di comodo nel percorso della Conoscenza.”

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Immagine in evidenza: Leggío a nove posizioni Museo di Khiva Uzbekistan – Foto Mauro Giovanelli

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NATALE 2017

NATALE 2017

Reliquia, adorazione del corpo o parti di esso in una “confessione” che pretenderebbe di esaltare lo “Spirito” insieme al Padre ed il Figlio. Processioni di mummie, Madonne, Cristi enormi, parati a festa, oro mirra e argento, molto incenso, ex voto, santi, senza o con nome, innominati, ex mi astengo, venerazione di falangi, mignoli, ciuffi di capelli, teschi, tibie, femori, mandibole, vendesi crani con o senza… telefonare ore pasti, addobbi, paramenti, stole, sistemi di tortura, croci, astinenza, mortificazione in vita ed esaltazione dopo morti, tombe e catacombe, sotterranei, incunaboli, ostensori, sangue sciolto che si ragruma, ragrumato che si scioglie, stigmate che spuntano nei punti sbagliati, flagellanti, flagellatori, flagellati, tiare, catafalchi, catacorvi, catalessi, catatonici sacrestani, monsignori, padri senza figli (ufficiali)… Mai vista rappresentazione più efficace della marcescenza dell’umano riflettere. Con pochi geniali tratti fra l’altro compreso il “ricciolo” barocco della gamba di legno in primo piano, a sinistra, destra del santo o ciò che ne resta. Gesù sofferente sulla croce da duemiladiciassette anni e Budda sorride ad Oriente, muore e risorge, fra pochi giorni è Natale, regali, regaloni, “pensierini” per lei, lui, il cognato, fratello, sorella del consuocero, la zia e prozia, tanto per…
Auguri!

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI artista post contemporaneo

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NUOVE RIVOLUZIONI

NUOVE RIVOLUZIONI

Papa Francesco sta studiando una nuova rivoluzione per la Chiesa (Corriere della Sera, 17 giugno 2017):

“Secondo una nota della Santa Sede un decreto che consenta di scomunicare per «corruzione e associazione mafiosa». È uno dei possibili sviluppi che il gruppo di lavoro riunito in seminario sulla corruzione in Vaticano sta elaborando.”

Sto pensando… non sarebbe giunta l’ora, senza perdere tempo in estenuanti ed inutili “seminari”, dare avvio ad una “nuova” rivoluzione che liberi la Penisola da parlamentari corrotti, corruttori, voltagabbana, bugiardi, vili, pressapochisti, ignoranti, in permanente ed effettivo conflitto di interessi, intrallazzati, starnazzanti, ipocriti, strapagati, strabeneficiati, strastronzi, strani, stralunati, straraccomandati, concussi, con fessi, con vitalizi, servili, arroganti, incompetenti, incapaci, in auto blu, in carica dalla nascita, insolenti, insopportabili, invasivi, inattivi, improduttivi, nocivi… isadattati, dis armanti, dissociati, disturbati…
Non sarebbe giunta l’ora?

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: FULVIO LEONCINI – In nomine domini – “Assente per crociata” – Tecnica mista

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INGRANAGGIO MORTALE

INGRANAGGIO MORTALE

«Per la prima volta Gli Stati Uniti sganciano in Afghanistan la “madre di tutte le bombe – mother of all bombs”, il più potente ordigno mai usato. Il Pentagono ha utilizzato la “Moab” in battaglia la cui potenza equivale a undici tonnellate di tritolo: più devastante di questa, nell’arsenale americano, c’è solo l’atomica. »
Corriere della sera 13 aprile 2017 – Guido Olimpio

«Io mi sono vergognato quando ho sentito il nome di una bomba, l’hanno chiamata “la madre di tutte le bombe”. La mamma dà vita e questa dà morte, e noi diciamo mamma a quell’apparecchio. Così il Papa parlando della “superbomba”, sganciata sull’Afghanistan dagli Stati Uniti, ai ragazzi della Scuola della Pace, che gremivano oggi l’Aula Nervi in Vaticano. Trump l’aveva chiamata Moab “Mother Of All Bombs”, madre di tutte le bombe.»
«Stiamo distruggendo il creato»
«È vero» – ha aggiunto Bergoglio – «siamo in guerra, queste cose succedono, ma anche ci sono tante cose buone, nascoste, gente che spende la sua vita a servizio degli altri, dobbiamo denunciare queste cose brutte perché il mondo vada avanti per la strada che fanno vedere questa gente, che è nascosta in questo momento, ho risposto o vuoi qualcosa di più?». Secondo il Papa «noi stiamo distruggendo il regalo più prezioso che ci ha dato Dio: il Creato. Il consumismo ci porta a questo, lo sfruttamento della terra ci porta a questo, gli esperimenti chimici su vegetali e animali che rovinano la salute».
«Al termine dell’udienza Bergoglio ha salutato tra gli altri il ministro della Istruzione Valeria Fedeli, abbracciandola, e il sottosegretario all’Istruzione, Vito Di Filippo.»
Corriere della sera 6 maggio 2017
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Esimio Guido Olimpio, intanto non è vero che la “Moab” sia “…il più potente ordigno mai usato…” poiché gli Stati Uniti, unici nella storia dell’umanità, il mattino del 6 agosto 1945 alle ore 8:15 sganciarono la bomba atomica “Little Boy – piccolo ragazzo” (gli americani sono sempre molto pittoreschi nel dare il nome ad ogni ordigno fabbricato – n.d.a.) sulla città giapponese di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio dell’altro congegno “Fat Man – uomo grasso” su Nagasaki. Il numero di vittime dirette, all’istante, è stimato da 100 a 200 mila, quasi esclusivamente civili senza considerare la gravità dei danni indiretti che si protrassero per decenni con conseguenze ancora attuali. Non lo sapeva?

E lei… Santo Padre! È stato definito “Il papa che viene dalla fine del mondo” ma… ignorava che il Principio della fine del mondo è proprio qui, in pieno occidente? Non era al corrente, da cardinale, quanto nascondono le mura Vaticane? La Curia? Lo IOR? Gli stessi intrighi di Palazzo cui normalmente assistiamo in tutti le nazioni europee e negli Stati Uniti d’America? Dinanzi ai giovani lei dice: “Il consumismo ci porta a questo, lo sfruttamento della terra ci porta a questo, gli esperimenti chimici su vegetali e animali che rovinano la salute” come si stesse svegliando da un sogno. E ci mette tanta buona volontà a predicare ovunque “pace” e “fratellanza”, è ammirevole per questo. Però se il “consumismo” ci ha portati fin qui… allora non dico che il comunismo possa essere la strada da perseguire ma azzardo una domanda: «Il socialismo reale sognato e vagheggiato dal vero vincitore della rivoluzione d’ottobre, Lev Trockij, immediatamente spodestato, esiliato e successivamente fatto assassinare dall’usurpatore Stalin… ebbene la strada indicata da colui che poco prima di morire scrisse “…Morirò da rivoluzionario proletario, marxista, materialista dialettico, quindi da ateo inconciliabile. La mia fede nell’avvenire comunista del genere umano non è meno ardente, anzi è ancora più salda, che nei giorni della mia giovinezza, se si produrrà l’esplosione sociale che spero e la rivoluzione socialista trionferà in diversi Paesi, quegli stessi lavoratori avranno la missione di aiutare i loro compagni sovietici a liberarsi dai gangster della burocrazia stalinista… vedo la verde striscia d’erba oltre la finestra e il cielo limpido azzurro al di là del muro, la luce del sole dappertutto. La vita è bella, i sensi celebrano la loro festa. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione, violenza e goderla in tutto il suo splendore!”(1)… tale percorso non potrebbe essere preso in considerazione per liberarci dai gangster? Questi ultimi non sono forse effetto del “capitalismo”? Così l’accumulo? Il sovrappiù? Il superfluo portato ai limiti estremi? L’adorazione del Dio Denaro?
D’altra parte se le armi si “producono” occorre “consumarle”. Qualora seduta stante venissero chiuse tutte le fabbriche di armamenti del Pianeta quante persone si troverebbero immediatamente disoccupate? Dai presidenti, amministratori delegati, dirigenti, quadri, operai, tecnici, ecc. E la finanza? I politici? Le borse? Il mercato? L’indotto rappresentato da esercito, marina, aviazione, fornitori? Meglio morti ammazzati, possibilmente quelli della “porta accanto” che non si percepiscono, o il crollo di un “sistema” puntuale, studiato, matematico, diabolico?
Smetteranno quando i produttori di armi chimiche, blindati, bombe, aerei da guerra, elicotteri, esplosivi, missili, ecc. avranno svuotato i magazzini. Pausa che durerà il tempo necessario per fabbricarne di nuovi e più sofisticati e dare avvio ad altri conflitti. Se non si “distruggessero” armi di cosa camperebbero coloro che concorrono a produrre e vendere armi? La legge del “mercato” e della “finanza” non è mica logica come quella della jungla!
Comprenderà che non è mancanza di rispetto se le dico che quanto da lei replicato alla bimba “…ma anche ci sono tante cose buone, nascoste, gente che spende la sua vita a servizio degli altri, dobbiamo denunciare queste cose brutte perché il mondo vada avanti per la strada che fanno vedere questa gente, che è nascosta in questo momento, ho risposto o vuoi qualcosa di più?” lascia il tempo che trova, non è esaustivo per nulla e nulla cambierà. Credo che il primo ad essere cosciente che siamo stretti nella morsa di un “ingranaggio mortale” sia proprio lei.
Cosa ne pensa di questo disequilibrio perfetto? Se sostiene, come mi pare aver capito, che “la rassegnazione è una parola proibita”… evitiamo di rassegnarci!

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

(1) Lev Trockij, dal Testamento, 27 febbraio 1940, Messico. Sarà assassinato nell’agosto dello stesso anno, con una picconata sul cranio, da Ramón Mercader, sicario di Stalin.

NOTA: Povertà: Eurostat, l’Italia è il Paese Ue con più poveri. Quasi 7 milioni, il doppio della Germania e tre volte la Francia – 14/15 aprile 2016

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