Archivi categoria: Riflessione

COSI PARLÒ SᾹDHUS

COSI PARLÒ SᾹDHUS

Non siete statisti,
tantomeno donne e uomini
provvisti di senso morale.
Vi differenziate, questo sì,
dalla massa di salariati e stipendiati,
lavoratori, precari e non,
pensionati e casalinghe,
perché essi, con i loro sforzi,
stanno reggendo le sorti
di questo Paese che
non si riesce a comprendere
come abbia potuto partorire
gente come voi, privi di cultura,
illetterati, grossolani,
vi fate chiamare “dottore”,
“onorevole”, “cavaliere”
e ciò basta ad appagare
il vostro ego.
“Cogito ergo sum”
ma se non pensate
“sin autem non estis”.
Avete la spocchia di chi è conscio
della propria mediocrità.
Siete parassiti.
Di più, sanguisughe
che assorbono sangue e sudore
fino all’ultima goccia. Di più,
metastasi di un tumore maligno.
Miserabili! Privi di orgoglio,
incapaci di vergognarvi,
sprovvisti di sentimenti.
Siete il trucco di un illusionista
da baracconi.
Siete i “bamboccioni” della Nazione.
Sono certo non abbiate mai letto
un solo libro in vita vostra,
con emozione almeno,
cercando di capire i messaggi
nascosti fra le righe dei grandi.
Siete vigliacchi,
qualcuno ve lo deve dire,
tentare di rendervi consapevoli
della vostra misura.
Siete un branco di disperati
avete avuto un solo intuito,
la furbizia di aggrinfiarvi
all’unica zattera
che potesse tenervi a galla,
sentirvi alla fine qualcuno,
qualcosa,
ci siete riusciti sicuramente
in forza di tutte le protezioni,
appigli, intrighi, complotti, imbrogli,
poiché da soli non sareste all’altezza
di ricoprire il ruolo di un acaro.
Siete gente poco raccomandabile,
usate il potere che vi è stato dato
per diabolica volontà,
lo utilizzate avverso i deboli,
dinanzi ai forti e potenti
vi inchinate, al punto da toccare
il pavimento con la fronte
dalla posizione di attenti
in cui per natura vi ponete
dinanzi a chi servite,
con tale rapidità da intaccare,
con la fronte, i pregiati pavimenti
dei palazzi storici che
indegnamente occupate,
e in quella posizione
che sta ad indicare massima disponibilità
ad offrire, alla bisogna,
pure i vostri flaccidi glutei,
femmine e maschi, vecchi o giovani,
che venissero reclamati a richiesta
di chiunque vi stia al di sopra.
Vi cavalchi.
Siete codardi, finti comandanti solerti,
senza la minima titubanza,
nell’abbandonare la nave
in procinto di naufragare,
lasciando a bordo donne e bambini,
vecchi e malati
che a voi si sono affidati.
Siete anime senza la pur minima cicatrice
in quanto privi di storia,
lotta vera, competizione.
Siete in fondo disadattati,
da compatire.
L’Etruria! l’incrociatore corazzato
di 3ª classe.
Ecco chi c’era il 13 agosto 1918
mentre era ormeggiato nel porto di Livorno
e affondò causa l’esplosione di un trasporto
di munizioni che le stava affiancato.
Chi avrebbe potuto essere l’artefice
e l’artificiere di una scempiaggine del genere?
Un battello che partecipò alla guerra
fra Italia e Turchia, che percorse
73 mila miglia effettuando due volte
il periplo del Sud America,
attraversando lo Stretto di Magellano.
Di chi fu la colpa? Chiaro! Del postino
che stava recapitando un telegramma,
voi eravate a fare bisboccia,
in ciò siete maestri,
con le barbie modello gigante,
quelle gonfiabili e trombabili.
Considerato che il battello
affidato alla vostra “perizia”
stava alla fonda, poco distante
da dove eravate a divertirvi
in quel di Roma,
dove stanno le vostre sedi permanenti,
i nascondigli dei disadattati,
inconsapevolmente al confine estremo
dell’antica regione dell’Italia centrale,
la VII tra quelle dell’impero augusteo,
che da lì arrivava all’estremo sud
della Liguria comprendendo Toscana
e parte dell’Umbria
e si chiamava Etruria.
Sempre Etruria.
Ma da dove venite?
Da un’incisione di Escher
dove tutto è possibile, perfino viaggiare
nel tempo, non parliamo dello spazio,
le prospettive incongrue rese coerenti
delle quali alcunché avete capito,
anzi l’esatto contrario…
No, neppure quello.
Eh, sì! Perché siete specializzati
nel demolire le prospettive,
al popolo, alla gente inerme,
creando per voi un mondo finto,
neppure onirico, indecifrabile perfino a Dalí
che ha vissuto nel surreale,
lui era un genio
quindi impossibilitato a dedicarsi al nulla.
Ma esistete davvero? Cavalcate i secoli?
Diteci almeno chi realmente siete,
se fate il bunga bunga in Etruria nel 27 a.C.
sotto il dominio di Ottaviano Augusto,
il primo imperatore romano,
e poi vi ritrovate a fare danni nel 1918
lasciando distruggere una nave storica e,
come non bastasse
pretendete nel III millennio
di fondare una banca,
forse per sistemarvi
stanchi del lungo percorso
che il destino ha tracciato per voi.
Avete lunga vita come i patriarchi
del Vecchio Testamento,
sotto diverse sembianze cavalcate i secoli,
è giusto, avvertite un po’ di fiacca,
dovete riposare, mettere a posto tutti,
i famigli che diano
continuità alla specie cui appartenete,
e gli amici dei famigli, gli amici degli amici,
mi sembra corretto oltre che doveroso.
Ma come vi è venuto in mente di chiamarla
“Etruria”?
Chi è stato ad avere la grande idea?
Almeno su questo dateci soddisfazione.
Avreste potuto ritirarvi nei Boschi,
ce ne sono tanti, costruirvi un capanno
dove riposare i vostri cervelli, vivendo
di bacche selvatiche, radici.
Invece no! Pur essendo in un Paese,
disgraziatamente sempre lo stesso,
ma in un’epoca dove c’è la separazione
fra Stato e Chiesa, seppur finta,
vi siete messi in testa di tutelare anche
i valori e i principi del Vaticano,
nobile causa se vogliamo,
ma voi ne siete servi, tappetini,
passatoie, stuoini, zerbini,
senza riflettere sull’ epocale
cambiamento oggi in corso.
Riflettere… “That is the question!”.
Non vi frega alcunché dei disoccupati,
esodati, cassintegrati, disgraziati, questo no,
ma battervi per la presenza di simboli
religiosi cattolici nei siti pubblici
allora sì che conta, per ingraziarvi
i voti di coloro che vi acclamano
senza considerare,
come voi ma giustificati
dal vostro potere mediatico,
l’inevitabilità del mutamento,
la vana lotta.
Forse l’unica vostra cognizione
è quella di percepire,
negli abissi fradici dei vostri cervelli,
quanto siate inutili, un pesante
sovraccarico di niente.
Siete meschini, bugiardi, infingardi.
Anche se avete usato l’accortezza di
farvi tagliare le orecchie,
si vede lo stesso che siete asini,
senza offendere questi nobili animali
che con umiltà, modestia e rassegnazione
danno un contributo alla società,
da voi resa marcia,
portando nei loro stracarichi basti
il peso della pochezza degli uomini.
E il sovrappeso di voi tutti.
Non illudetevi! Quando le vostre
presenze occupano ogni palinsesto,
anche il vicino di casa, intento a fare i conti
delle tasse che deve versare,
si accorge cosa siete dai ragli che
elargite a profusione, non è solo
la vostra immagine a tradirvi.
Nell’istante in cui varcate
con aria supponente
gli ingressi dei Palazzi,
ma anche prima, durante e dopo,
si nota che vi trascinate
qualcosa appresso,
non passano inosservate le code
virtuali di cui siete dotati,
in continuo movimento
per scacciare il nugolo di mosche
e insetti affamati che vi assediano.
Siete la tara, spessa, consistente,
la parte eccedente il netto,
impurità, sostanze estranee
che sciaguratamente ci accompagnano.
Siete infingardi, viscidi,
come anguille spalmate di grasso.
Fra tante immagini tragiche che,
in questo 2015 ci sono passate davanti,
il corpo del bimbo sulla spiaggia di Bodrum,
la tragedia al Batatlan di Parigi,
le stragi di civili, donne bambini e uomini
nelle città della Siria, Yemen, Libia, Iraq,
e mi fermo altrimenti farei il giro
del Mondo rischiando di incappare nelle
abbaglianti località di villeggiatura
dove portate, da bravi cattolici,
le vostre seconde, terze mogli giovanissime
e sode, e innamorate pazzamente di voi,
ma non avete segni, unghiate nella schiena,
perché quando scopate e le vostre
inutili teste sono affondate nel cuscino
loro si gustano una mela
o fissano spazientite il soffitto,
sbuffano, guardano l’orologio
diventato la persistenza della memoria
dallo schifo e dalla noia che provano.
Potrei pure imbattermi nelle vostre dimore
di campagna, montagna, fronte mare,
posti mal frequentati,
distruttivi delle meningi.
Meglio rischiare i colpi dei kalashnikov,
andare ad aiutare chi veramente vale.
Ma avete mai provato un’ebbrezza,
una soddisfazione che non sia solo
quella di dovervi guardare tutti i giorni
in faccia, l’un l’altro, intanto che studiate
come rimediare una nefandezza?
Vi siete mai discostati dall’obbedienza,
la bassezza e pavidità cui siete condannati?
Tanto per fare il più infimo degli esempi
trovarvi al privè del casinò di Montecarlo
seduti al tavolo dello chemin de fer,
posto numero cinque,
intorno i vip del mondo,
quelli cui dovete rispondere, relazionare,
lì girano anche sceicchi,
gente che non ha mai capito
da dove gli arrivino tutti quei soldi.
Io sì, per provare tutto,
umiliare quelli ancora
più in alto di voi,
e le carte mi stanno dicendo,
è il momento, mio è il sabot,
mica mi ero seduto allo scanno del baccarat,
qui a turno ogni giocatore tiene il banco,
e sono al quinto colpo, non passo, tento il sesto,
non ci sono spartizioni fra gli avversari
per coprire la mia enorme puntata,
c’è sempre chi lo chiama “da solo”,
così si dice in gergo.
Per suoi problemi, sentirsi grande
in quanto lui può,
però deve farlo vedere che può,
la gente intorno, nei loro puntuali
abiti da sera, donne e uomini,
signore e gentleman. “Da solo!”
e tutti a fare “Oooohhhh!” di ammirazione,
poi cala il silenzio,
stavolta non vola una mosca.
Al via del croupier estraggo una carta per lui,
una a me, con disinvoltura, placido,
ancora carta a lui e a me.
Non guardo le mie,
proibito finché non ti dà indicazioni
l’avversario, che le incrocia con aria soddisfatta.
“Sto” significa, non chiama, gli bastano.
Giro rapido come un fulmine le mie,
e le sbatto come un ceffone sul panno verde,
donna e sei, ho vinto, ma veloce come
un pensiero distorto estraggo l’ultima carta
per me e la spiaccico sulle mie, brusio del
pubblico per la brutta giocata,
contro ogni regola, priva di logica,
gli altri sette avversari si raddrizzano indignati
agli schienali delle poltrone,
in lui il sorrisetto depresso che gli si era spento
nel vedere il mio punto si tramuta
in un ghigno distorto sul bel dieci in caduta,
prende le sue carte e le sbatte sul tavolo,
al suo miserabile cinque
avevo dato una possibilità,
per dimostrargli come sono fatti gli uomini,
e gli astanti intorno al tavolo,
numerosi come insetti su una sotta,
così chiamano da noi
la cacca delle vacche,
bella, grande, rotonda,
gli indiani di Varanasi le mettono
a seccare al sole per poi usarle
come combustibile nelle stufe.
Dicevo che gli osservatori escono in coro
a fare un prolungato “Ooooooooohhhhhhhh!”
e i commenti sussurrati per non
disturbare i gladiatori si sprecano.
Il mio contendente si alza,
pareva avesse una molla sotto il culo,
mi lancia uno sguardo come volesse trafiggermi,
umiliato, incazzato, questa volta “non può”,
l’impressione è che debba scoppiare
da un momento all’altro,
mette i soldi sul banco
e fila via, una freccia, poi lo vedo girare
per il lussuosissimo salone come fosse
una scorreggia impazzita che non sa se uscire
dalla porta o dalle finestre.
Ho rotto la sequenza delle carte,
passo il banco, contro di lui
avrei tentato il settimo colpo,
perché sono folle, a modo mio,
osservo la montagna di pezzi di plastica,
di tutti i formati, fra quelle grandi
ne do una a caso di mancia al croupier che,
dopo aver detto “le banc gagne!”,
raccoglie rapido le carte
impila ordinatamente le fiches, con il rastrello
me le pone dinanzi, mi lancia un sorriso,
forse lui ha capito.
Consegno tutto al mio amico, quello brutto,
ma brutto brutto, cui permetto di venire con me
solo se lui se lo guadagna, mi ammira, ci tiene,
gli ho prestato perfino uno dei miei vestiti,
cravatta e camicia comprese,
per permettergli di entrare, e poi mi piace,
bravo ragazzo, fare il viaggio da solo
verso il tempio di tante solitudini non mi andava.
Va alla cassa a cambiare e ritorna
con mazzette di franchi, tante, spesse,
ne regalo un paio a lui, gli voglio bene,
ripartiamo tranquilli per la nostra Genova.
Avete capito cosa ho voluto dirvi?
No! Non potete, troppo complicato,
non ci arrivereste mai. Perché?
Perché ve ne fottete dei morti annegati
nel “mare nostrum”, o stipati nelle stive
dei barconi i cui “scafisti”, al soldo di infami
commercianti in carne umana
conniventi con altrettanti infami
di occidentale provenienza,
cittadinanza e cultura,
trasportano sulle nostre coste
facendo intravedere loro il sogno,
la speranza.
Nella vostra scalata al successo
non vi passa proprio per la mente
dei bambini del centro Africa,
scheletri viventi, linfonodi che sembrano cisti,
sotto la pelle trasparente,
pance gonfie di aria,
occhi spenti, con inclusioni bianche,
non arriva più ossigeno ai capillari,
mosche intorno agli occhi,
già se li stanno mangiando,
le stesse che vengono a trovarvi e scacciate
con la coda asinina di cui siete attrezzati,
ectoplasma della ancestrale provenienza
dei vostri ricordi, privi di sogni, inesistenti,
non a tutti è dato vedere la vostra
regione caudale,
il prolungamento della colonna vertebrale.
Ebbene stavo dicendo,
ma se per caso mi sbagliassi
saltando di palo in frasca fa lo stesso,
non me ne frega alcunché,
stavo dicendo che fra tante immagini tragiche
passate davanti agli occhi assuefatti
di questo popolo, che ha perso coraggio,
la più turpe, sconcia, improbabile, assurda,
eppure emblematica come un tatuaggio
siberiano, è stata quella di vedere
il leader in smoking, in prima fila
sul palco d’onore
del teatro alla Scala di Milano,
palesemente inadatto e all’abito,
del resto mica avrebbe potuto andarci
in salopette, a lui più congeniale,
e all’opera. Figuriamoci! Giuseppe Verdi,
il dramma lirico Giovanna d’Arco,
l’eroina che nella Francia del XV secolo
sacrifica la propria vita per il suo Paese.
Andiamo! Dovevate darvi malati,
inventarvi un parente
stretto in Alaska che sta per morire.
Quel palco è stato l’emblema
del travestimento, travisamento, camuffamento
mascheramento, mimetizzazione, trucco,
modificazione del bello.
Sì! Lo so, tutti sinonimi
ma ciascuno è germogliato proprio
per dare un minimo di differenza
rispetto al vocabolo primario,
e voi coprite tutto l’arco,
non quello costituzionale si intende.
Non avete capito un fottuto cazzo
dalla vita, in fondo siete dei miserabili,
non sapete cosa voglia dire un asso
alla quinta che cade e va ad incastrarsi,
la giocata sbagliata al momento giusto,
proprio non riuscite a concepire
di tirare due dadi e fare cista su un piatto
che è diventato una montagna,
e lasciare con disinvoltura che gli altri
se lo spartiscano, così, come gettare
una sigaretta fumata a metà
ed accenderne subito un’altra.
Ma vi siete visti prima di andare a teatro?
O vi è pure mancato il coraggio
di guardarvi allo specchio?
Già! Lo specchio vi spaventa, è una cosa viva,
ribalta la vostra figura, quello che è a destra
fa finta di diventare sinistra, ma ciò che
è a sinistra diventa tutta destra.
Perché lo specchio pensa, ragiona, esamina,
è giudice severo ma… giusto.
Lo hanno interpellato regine, monarchi,
imperatori, condottieri, streghe, fate, dittatori,
cardinali, papi, ed ha sempre fornito loro
la giusta risposta. Per questo sono impazziti
ed hanno commesso efferatezze, barbarie.
Lo specchio vi avrebbe detto la verità,
ma voi e la verità siete incompatibili,
come il Diavolo e l’acqua santa.
Che esempio banale ho portato,
non esistono entrambi, il Diavolo
è stato inventato per tener fermi gli
imbecilli in modo che si lascino
sodomizzare senza troppa fatica
e l’acqua… solo quella per rinfrescare.
Cosa cazzo apprezzerete dell’arte
tutta in generale non mi è dato capire,
voi partecipate per dovere di cronaca,
fingete di entusiasmarvi invece pensate
agli aumenti della casta, applaudite
neppure sapete cosa, fate come i primati,
e quando uscite, ad opera terminata
perché obbligati a restare fino alla fine,
vi grattate la testa procedendo ciondolando
per rendervi conto se ci siete o ci fate,
soprattutto dove siete e perché.
Commercianti di favori,
ecco il termine giusto per voi,
è attraverso gli scambi
che venite ulteriormente ricompensati,
la corruzione, il malaffare, emettete leggi
che vi proteggano e questo è viltà,
intanto sempre più numerosi sono i cittadini
che vanno a frugare nell’immondizia per
ricavarne qualcosa da mangiare, coprirsi,
mentre voi siete intenti a curare gli esosi
e intollerabili privilegi di cui godete,
in virtù di un consenso al potere
che non vi è stato dato dal popolo.
La noncuranza con cui aggirate l’infamia
di deputati arrestati per aver rubato milioni
di soldi pubblici che continuano a percepire
migliaia di €uro al mese di vitalizio,
per un Genovese come me
è davvero insopportabile.
Come certi assessori,
anche donne avvenenti,
che proprio per le prestazioni
che fornivano nel pubblico ma,
ahimè, pure in privato,
quindi avendo fatto scoppiare,
è il caso di dirlo, un casino infernale,
sono state mandate a casa
a trent’anni con appropriato vitalizio.
Che bassezza parlare così di vile denaro con voi.
Vi sembrerà una saga, una specie di “Via col vento”
dove la piccola Diletta muore in tenera età
cadendo dal pony regalatole da papà Rhett Butler .
No! Abbiate pazienza, questa è una narrazione
epica che si cerca di mettere in prosa sciolta,
senza quartine, terzine, la metrica
e le precise regole sull’accentazione
degli endecasillabi che non interessano.
Qui, di Letta, ne abbiamo solo uno,
vivo e vegeto per fortuna.
Ex Presidente del Consiglio che
ha deciso di andare ad insegnare
in una Università di Parigi,
non riesco ad immaginare quale,
ciononostante al compimento
del sessantesimo anno di età
percepirà il suo bravo assegno mensile
da ex deputato in Italia.
In ogni caso è ancora tutto avvolto
nel più fitto mistero. Lo facesse uno di noi,
del popolo crasso intendo,
come minimo, se ci andasse bene,
prenderemmo una stretta di mano,
la pacca sulla spalla,
e un biglietto da cento nel taschino.
Anche tanti auguri.
Nel frattempo vengo a sapere
che l’esercito nigeriano
ha massacrato trecento sciiti…
Ne sta parlando qualcuno? Interessa?
Due righe su un giornale?
Niente affatto, il nostro premier è impegnato
a raccontare fole nel salotto di Giletti
uno dei tanti conduttori “slurp!”, insieme a Vespa
che è “slurp, slurp!” i due preferiti dalla
guida capo scout cattolici italiani.
D’altronde mi sembra giusto
ci siano questi trattamenti di favore.
“Loro”, e da questo momento
mi sto rivolgendo alle mie amiche ed amici,
si sacrificano per noi, mica vanno all’osteria
a giocare a scopone.
Si logorano. Per questo i trentenni di oggi
andranno in pensione a 75 anni con il 25%
in meno della retribuzione. Altrimenti “loro”
come potrebbero andarci a 27, 37, 47, 57,
così tanto per dare i numeri,
con vitalizi mensili da minimo seimila €uro?
E baffetto? C’è veramente da ridere,
in fondo sono divertenti, avete capito chi?
Non quello che parlava tedesco, mi riferisco
al nostro, quello che parla e cammina come
avesse un palo lungo e dritto piantato nel sedere.
Ebbene così procedendo pensate che,
per portare il cane a pisciare,
pare abbia a disposizione tre uomini di scorta
e due auto… blu.
Comunque vediamo di contare sulla misericordia,
intanto che scrivo si stanno aprendo
ancora porte sante del Giubileo 2015
e c’è una corrente che non solo
mi spettina ma fa volare tutti i miei appunti,
sparsi ovunque, forse è per questo che sto
scrivendo in modo confuso, ambiguo,
senza mezzi termini, sfuggente.
Bene così, il Natale è passato
e certamente abbiamo dato di più,
immagino per “loro”,
che in periodi normali,
feriali tanto per intenderci,
ogni volta che qualcuno va a curiosare
nelle note spesa e trova mutande,
biglietti dell’autobus, scontrini
di varia provenienza per acquisti
di equivoci prodotti,
finanche i 2 €uro per il parcheggio (dell’auto blu?).
Però c’è gente che non scherza,
no, qui è necessaria un minimo di serietà.
Come l’ex sindaco di Firenze
che nel corso di tale mandato sembrerebbe,
Corte dei Conti canta, sia stato rilevato di tutto
e di più, comprese cene da duemila €uro a botta
e seicentomila €uro per viaggi all’estero
e aragoste. Ma non sono ospiti?
Non usano già i voli di Stato?
Naturale che tutto il sistema
sia ormai un castello di carte
che non potrà reggere più a lungo.
E poi siete molti!
Ho di nuovo ripreso a parlare con “voi”.
Ma come fate a trovare complici che siano
vostri cloni mentali? Dirigenti pubblici e privati
che non solo arrivano a ricoprire
simultaneamente venticinque poltrone
d’oro, da guadagnare tanto da mettere a posto
in un solo anno sette generazioni,
ma che pure rubano
e qualche volta vengono arrestati.
Certo! Forse sono costretti a farlo per
restituire il favore. Essere riconoscenti
è un norma intoccabile del Paese.
Qui mi sembra di essere nella narrativa,
neppure Giovanni Verga con il suo
Mastro Pasqua… no! Che dico Mastra…
devo essere un po’ confuso… Ecco!
Con il suo Mastro Don Gesualdo
avrebbe potuto concepire un coacervo
infernale come questo. Eh, sì!
Perché ci sono pure i parenti da sistemare.
Mogli avvocato di appartenenti all’esecutivo
che ricevono di punto in bianco
consulenze milionarie dalla concessionaria
dei servizi assicurativi pubblici.
E mariti di… insomma per non
farla troppo lunga tra i familiari, congiunti
e amici di questo mostruoso complesso
che parte dal più piccolo Comune per arrivare
al Quirinale l’indice di disoccupazione
è zero!
Del resto, a pensarci bene,
considerando che tutti i vostri sforzi sono
concentrati a salvare la Penisola,
e come vi sgolate ai congressi che
organizzate in vecchie stazioni ferroviarie
riadattate alla bisogna, per convincere
gli invitati, quasi tutti finanzieri,
imprenditori, gente che conta,
quelli che vanno al Casinò
tanti ne hanno da buttare,
gente che possa dare il proprio contributo
avendo sedi legali e fiscali all’estero,
produzione in Paesi
dove si sfrutta il lavoro di minori
e residenza nei paradisi fiscali.
Ma anche per convincere voi stessi.
Nel momento in cui sto scrivendo
ho saputo che, come era logico,
è stata respinta la mozione di sfiducia
verso un vostro membro
avanzata da un movimento di giovani leali,
onesti e immaturi per la dimensione
in cui galleggiate.
E in preparazione di ciò il premier si è sfiatato,
mai visto così, in chiusura della “Leopolda”
dicendo che con i provvedimenti presi
dal “suo” Esecutivo in merito al salvataggio
di banche fallite, di una delle quali il ministro
in questione possiede un pacchetto azionario,
subito dopo la sua nomina a tale incarico
il di lei padre, di femmina trattasi,
ne fu nominato vicepresidente, nonostante
fosse stato sanzionato dalla Banca d’Italia,
il di lei fratello ne è direttore generale, la di lei
cognata ne è dipendente manager di qualcosa,
sembrerebbe che tale Istituto di Credito
abbia a suo tempo finanziato
qualche propaganda elettorale,
o cose del genere, che il padre di questa signora,
sempre lei, e quello di un pezzo grosso
fossero soci o lo fossero stati.
Ebbene in chiusura dell’assemblea
il premier declama che se non avessero
posto in atto quello che hanno fatto
un milione di posti di lavoro
sarebbero andati perduti (i dipendenti),
in parole povere vi difendete
dalle proteste dei deboli truffati
facendovi scudo dei deboli che lavorano,
esattamente come quei malviventi
inseguiti dalla polizia che
appena vedono un adolescente o una donna inerme
la afferrano, si proteggono dalla giustizia
con carne umana innocente.
Non viene detto che quei posti di lavoro
non avrebbero corso alcun pericolo
se la gestione fosse stata “pulita”.
Non ha fatto cenno come siano spariti
quei quattrini dove siano andati e… No!
“Voi” pensate a salvare posti di lavoro.
Ma guardate che gufi
volteggiano nell’aria o stanno appollaiati
sui rami più bassi per portarvi sfiga…
però mi è testé giunta un’altra notizia,
fresca fresca, dovrò leggere l’articolo
ma il titolo in “prima” dice:
“Da Gelli agli ex Dc l’ombra del patto
tra cattolici e massoni per dividersi
“Etruria” (Alberto Statera)”
Venerdì 18 Dicembre 2015 17:24
Mah! Vedremo…
Comunque queste “adunanze”,
come quelle dei boy scout,
oggi le chiamate “convention”,
il piano per il lavoro “Jobs act”,
copyright Renzi Matteo,
“ultra partes” è la soluzione
di una questione importante,
di solito la verifica di qualche imbroglio,
che debba avere effetti neutrali
per tutti i personaggi coinvolti.
“Spending review” la revisione
della spesa pubblica
e tanti altri ancora, per semplificare le cose.
Il premier mi ricorda, alla lontana,
il personaggio interpretato
dal nostro grande Alberto Sordi
nel film “Un americano a Roma”.
È pur vero che anche nei sobborghi
di New York, “Little italy” a Manhattan ad esempio,
con popolazione di origine italiana,
figli e nipoti di nostri migranti,
ancora oggi si usa un linguaggio variegato;
ad esempio Brooklyn diventa “Bruculinu”
e via discorrendo.
Un modo per mantenere vive
le proprie radici, l’identità,
e distinguersi dagli altri.
Tornando a voi, mi viene in mente
per le distinzioni linguistiche
che stavo rimarcando,
con tutte queste associazioni,
comitati, unioni, leghe, confraternite,
con implicazioni e denominazioni
che si richiamano pure al cattolicesimo,
che altro non sono che differenziazioni
di classi sociali visti gli iscritti e i partecipanti,
tipo “Comunione e liberazione”
per prenderne una a caso,
che si radunano periodicamente
per studiare il modo di dare
un grosso contributo al Paese, possiamo dire,
in forma forse un tantino azzardata
che alla fin fine evasori fiscali, malavita organizzata
e finti consorzi siano dei patrioti?
In fondo non coprono quegli spazi cui lo Stato
non riesce a penetrare in modo efficace
come il problema della disoccupazione
e la circolazione del denaro?
Va bene, lasciamo perdere…
L’indifferenza, supponenza e sfrontatezza
con le quali intascate gli spudorati stipendi
che percepite, i più alti del Pianeta,
del Cosmo finché non sarà provata l’esistenza
di altra vita intelligente, anzi “furba”, nell’Universo.
E la dissolutezza nell’anomalo,
ingiustificato ed abnorme trattamento retributivo
che elargite ai dipendenti, impiegati, segretari,
sottosegretari, portavoce, portaborse,
a salire nella scala gerarchica nell’ambito
dell’organico di ciascuna struttura
che supporta la vostra “attività”,
si fa per dire, di onorevole e ministro.
Capisco! In questo modo
vi propiziate alleati nei lavoratori,
li dividete, così litigano, si frantuma la “classe”.
Di tali irregolari, nonché incomprensibili
privilegi, non restano esclusi,
ad elitario vostro servizio,
nemmeno i salariati e stipendiati
per così dire di “supporto”,
dall’ultimo addetto alla ricarica
degli orologi a pendolo fino ai commessi,
barbieri, idraulici, imbianchini,
per arrivare ai professionisti,
medici di tutte le specializzazioni,
infermieri, fiscalisti e quant’altro i quali
percepiscono redditi da fare invidia,
tanto per fare un altro esempio,
ad uno scienziato e, ovviamente,
smisurati rispetto a quanto guadagnano
le pari categorie
che operano all’esterno dei Palazzi.
Per citare un caso sembrerebbe,
qui è d’uopo usare sempre il condizionale,
insomma parrebbe che la segretaria generale
del Senato percepisca poco meno
di 1.200 €uro al giorno. Avete letto bene!
Al giorno. I commessi, coloro che aprono
le porte ai parlamentari, appena undicimila
€uro al mese, i barbieri… beh, lasciamo
stare, mica voglio imitare il grande
Allen Ginsberg rifacendo “Urlo”,
innanzi tutto non sono alla sua altezza,
e questo è palese, e poi come potrei addolcire,
inserire un poco di poesia in un ginepraio
di numeri cifre, conteggi, balletti, danze
da un partito all’altro, piroette, gruppo misto,
indipendenti, appoggio esterno, interno,
punta e tacco, tacco e punta… casqué.
Lasciamo stare i sindacalisti della mitica
triade, a cominciare da quella che somiglia
a Ward Bond di “Sentieri Selvaggi”.
Non ditemi che avete snobbato questo
capolavoro della cinematografia western?
Lui è quello che faceva la parte
del reverendo Clayton.
Ebbene oggi guadagnano più di Obama,
per l’esattezza 336 mila e rotti €uro all’anno.
Ma tornando a voi, perché ce ne sarebbero
tante altre, giuro, ed elencandole la sinfonia “Urlo”
del grande Ginsberg, al confronto diventerebbe
“M’illumino d’immenso”
di Giuseppe Ungaretti. Potrei sconfinare
nell’Iliade, l’Odissea con un pezzo
dell’Eneide, tutte insieme,
in quanto a lunghezza intendo.
Lascio in pace il poeta sommo altrimenti
sì che lui vi avrebbe sistemati a dovere.
Vi ingraziate la Chiesa, con i gelatinosi
cardinali e vescovi di cui si compone,
che negano il funerale
a un suicida per disperazione,
al contempo accordano le onoranze funebri
a usurai, malavitosi,
tollerando gli inchini dinanzi alle loro abitazioni
di pesanti e pagane statue della Madonna,
o di Cristo, o dello Spirito Santo
nel corso di processioni fuori del tempo
e della logica.
Ma voi avete pur sempre una parte
di elettorato che vi sostiene poiché
appartengono alla vostra tribù,
quelli che si permettono di andare
a caccia di elefanti, giraffe, leoni
nei parchi dell’Africa centrale pagando
fior di quattrini per portare a casa una fotografia
con la vittima, l’immagine della loro pochezza.
Siete proprio miseri,
avete perfino la presunzione di aver la capacità
di ritoccare la nostra Costituzione,
per acquistare sempre più potere ovvio,
senza cognizione della misura dei vostri
limiti ristretti, un minimo di senno
è necessario per far ciò.
Ma sapete chi erano i nostri padri costituenti?
E vi rendete conto chi ci sarebbe
oggi intorno a quel tavolo
per riformare un documento di tale portata?
Questo i giornalisti dovrebbero denunciare,
ma già, ci sono i finanziamenti pubblici
anche per le “grandi” testate.
La sola soddisfazione che provo,
considerando la situazione di disagio
e impotenza in cui la vostra arroganza
e voracità sta cercando di infilarci,
è di percepire l’abisso dentro voi,
tutti, e non mi sbaglio, lo sapete,
quelli che almeno ho il dispiacere di vedere
e ascoltare quotidianamente
attraverso i vostri amici video e quotidiani,
quelli sul palcoscenico intendo,
magari su 951 fra deputati e senatori
che siete, chissà non ce ne siano di buoni
relegati dietro le quinte,
o nei sotterranei dei palazzi
che abusivamente occupate, strapieni,
stanno per scoppiare,
mentre continuate imperterriti la vostra strada,
e la sola aspettativa che inseguiamo
è che arriviate ad esagerare.
Non siete intelligenti, tanto meno alla stregua
dei rapinatori professionisti, quelli geniali,
che al decimo colpo andato bene,
quando potrebbero ritirarsi a vita privata,
vogliono tentare l’undicesimo…
Certo che questi ci mettono faccia e cervello,
rischiano in proprio,
potrebbero fare pure delle
vittime, è vero! Ma voi?
Quante morti avete sulla coscienza
a vostra insaputa? Senza esporvi,
seduti comodamente sulle poltrone luigi XIV
o XV, barocche, che commessi da undicimila
€uro al mese vi spingono sotto il fondoschiena.
Giuro che avevo iniziato con l’intenzione
di esporre tutto ciò in prosa, anche un minimo
di poesia, ma come è possibile “andare a capo”
per indicare una separazione concettuale?
O sottostare a regole metriche,
esigenze ritmiche?
Qui c’è solo da incazzarsi e basta.
Pensare che ci sono persone degne,
questo è sicuro, quelle relegate negli scantinati,
o messi a tacere con minacce, massacrati.
Un certo Pier Paolo Pasolini sarebbe stato
il nuovo messia, le parole, versi, opere
cinematografiche, aforismi che ci ha lasciato
sono immensi. Nei suoi 53 anni di vita,
prima di essere trucidato, disse (ed eravamo
negli anni ’70): “La società italiana: il popolo
più analfabeta, la borghesia più ignorante d’Europa.(1)
Qualcuno sostiene che un altro Mondo non
solo sia possibile ma stia arrivando.
Come dovrebbero tornare,
è una legge di natura,
quella dei corsi e ricorsi storici,
persone del calibro del grande poeta
citato, solo parlarne già mi calmo,
dà tranquillità, speranza.
Purtroppo i suoi messaggi sono
ancora indecifrabili, per molti, troppi,
o rifiutati.
Io sono un ‘tollerato’. La tolleranza è solo
e sempre puramente nominale.
Non conosco un solo esempio o caso
di tolleranza reale. E questo perché
una ‘tolleranza reale’ sarebbe
una contraddizione in termini.
Il fatto che si ‘tolleri’ qualcuno
è lo stesso che lo si ‘condanni’.
La tolleranza è anzi una forma
di condanna più raffinata.” (1)
Se solo riusciste a intendere una minima
parte di ciò che ci è stato lasciato
con queste parole,
la sottilissima eppure immensa traccia
insita in esse della strada da percorrere…
La serietà! Dio mio la serietà!
Ma la serietà è la qualità di coloro
che non ne hanno altre: è uno dei canoni
di condotta, anzi il primo canone,
della piccola borghesia!
Come ci si può vantare
della propria serietà?
Seri bisogna esserlo, non dirlo,
e magari neanche sembrarlo!
Seri si è o non si è: quando la serietà
viene enunciata diventa ricatto e terrorismo.(1)
…allora questa nostra splendida Penisola
sarebbe migliore, perfetta.
Speriamo il tempo sia vicino
perché non se ne può più,
è anche una questione di dignità.
In ogni caso a voi
non toccherebbe alcunché.
Siete senza speranza,
sogni, gioia di vivere,
privi di un’esistenza reale,
siete ologrammi di voi stessi,
intaccate perfino i vostri affetti più vicini,
siete il vuoto,
la prova vivente che contraddice il principio
di indeterminazione di Heisenberg:
Il vuoto assoluto esiste, e si vede.
E siete tanti!

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

ILLUSTRAZIONE DELLA COPERTINA: SᾹDHUS – Fotografia scattata dall’autore a Varanasi (Benares) India – Mannandir Ghat – Sponda occidentale del Gange.

RIPRODUZIONE RISERVATA SE NON PER “POETI ITALIANI DEL ‘900” E CONDIVISIONE INTEGRALE SU FACEBOOK

(1) Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975) è stato un poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo, giornalista ed editorialista italiano, considerato uno dei nostri maggiori artisti e intellettuali del XX secolo.

I TRE MOSCHETTIERI – Alexandre Dumas (per raccontare un po’ di me)

I TRE MOSCHETTIERI – Alexandre Dumas
(per raccontare un po’ di me)

Nella vita mi è accaduto, e succede tutt’ora come certamente capiterà a ciascuno di voi, di incontrare individui, anche virtualmente, che disturbano, emettono riverberi negativi, lo si avverte subito, all’istante poiché, come le onde gravitazionali appena rilevate, attraversano il tuo “essere” lasciando segni negativi nel cuore, incidono sull’educazione ricevuta, ti domandi il motivo per cui tale e tanta ignoranza, incapacità di riflettere, pensare, ragionare si possa concentrare in una sola persona.
Tra l’altro nel tentativo di ferirti, essendo questo il loro unico obiettivo e scopo di vita per trascinarti nell’alveo melmoso in cui si riproducono, gli appartenenti a questa tribù ti apostrofano (considerandoli epiteti) con “PROFESSORE” o “INTELLETTUALE”, evidenziati così, in maiuscolo, che sta a significare lo scritto urlato.
Io sono professore, ho insegnato alcuni anni alle medie superiori, sono un intellettuale poiché fa parte di me, ho svolto pure incarichi di prestigio e comando nelle aziende e nell’esercito e, a causa di ciò, ho avuto accesi confronti con sindacati che abusavano del loro potere, li avevo avvertiti di questo, non mi hanno ascoltato ed ora contano meno di zero.
Mi relaziono anche con scrittori e giornalisti, artisti, ecc. Adesso i mediocri diranno: “Ma va! Chi è costui?” Senza ovviamente sapere chi fosse Carneade. Rispondo subito:
Per diversi anni trascorsi lunghi periodi estivi in villa, nell’entroterra genovese. Avevo incaricato un contadino, viveva solo in una baracca poco distante, di gestire giardino, terreno e quant’altro durante la mia assenza. Aveva la terza elementare e spesso lo invitavo la sera a bere qualcosa con me, di fronte al caminetto acceso si chiacchierava di ogni cosa, era un vero piacere ascoltarlo, la sua vita, esperienze, i segreti del bosco, come riconoscere una pianta, il canto degli uccelli, il rumore del vento, viceversa lui stava a sentire le mie iperboli, con interesse non comune, e capiva, rimaneva affascinato, mi poneva domande, argute, intelligenti; facevamo le ore piccole a conversare. Costui era un intellettuale e filosofo a sua insaputa. Io sono così e ho cercato di condividere questo caro ricordo per illustrare il metro che adotto nel valutare i miei simili. Lo stesso criterio ho applicato in giro per il mondo, da est a ovest, nord e sud, ancora adesso, sempre affascinato dagli ultimi, come l’inarrivabile Pasolini che, è vero, aveva l’accento friulano, come tanti nostri politici il loro, solo che… lui era Pasolini.
Adesso mi è capitato di incrociare (solo via etere per mia fortuna) una “signora”, non ricordo il nome, ma dal suo modo di porsi si evince l’ignoranza, mancanza di intelligenza, cultura ai minimi termini, maleducazione, volgarità assoluta, priva di un solo barlume di stile, in poche parole una che, senza alcun senso, lancia fendenti a vanvera, a destra e manca, come se si confrontasse in duello a fianco dei tre moschettieri che solo lei vede (da qui il titolo del mio pezzo) come eroi, personaggi certo (immaginari) ma comunque al servizio del Potere. Penserà di essere una d’Artagnan della conoscenza.
Personalmente mi accosto più a Don Chisciotte, scrivo cose sul Potere che altrove non vedo così “dirette” e sono orgoglioso di essere stato definito “Bukowskiano”, preceduto da apprezzamenti che mi hanno compiaciuto, da un eccellente scrittore e uomo di levatura morale non comune. Il suo libro “Un commissario”, autore Ennio Di Francesco, Castelvecchi Editore, dovrebbe essere adottato nelle scuole e obbligatoriamente fatto leggere da chi si mette a gestire la “Res publica” (Bersani compreso).
Però non sono ancora arrivato a mandare direttamente “affanculo”, tipico del grande Henry Charles, “Hank” per gli amici, ci sono vicino se non altro per guadagnare tempo.
Stavo dicendo di questa persona che ha avuto l’onore di sfiorarmi appena nell’etereo che la circonda, secondo lei in singolar tenzone, nel senso che parla da sola, permettendosi pure di “colloquiare” con terzi sul mio post. Ciò è prova della sua scorrettezza, “qualità” che va nel sacco insieme a tutto il resto, basterebbe che alzasse lo sguardo per rendersi conto che il suo ring ideale potrebbe essere la stalla poco avanti a destra o il recinto dei somari a sinistra.
Che tempi stiamo vivendo! Neppure credo si sia arrivati al fondo. Ringrazio tutti dell’attenzione e, per coloro arrivati fin qui, un abbraccio affettuoso (escluso alcuni, quelli che sanno di non meritarlo).

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

L’articolo “I TRE MOSCHETTIERI – Alexandre Dumas (per raccontare un po’ di me)” è stato pubblicato il 16 MARZO 2016 sul sito www.memoriacondivisa.it:

Immagine in evidenza: a sinistra “Don Chisciotte” di Pablo Picasso – a destra “i tre moschettieri” ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA

BASTAAA !!!

BASTAAA !!!

Non saprei da chi cominciare per dire, molto semplicemente, basta! Desidererei non vederti più Serracchiani, mi ha stancato il tuo incedere lento, beato, quel mezzo sorriso indisponente che hai, sempre la stessa espressione, immutata, tranquilla, il clone della Bindi, lei era come te, tu sarai come lei se non accade qualcosa che vi cacci dall’occupazione abusiva dei Palazzi.
Basta! Ti prego Bersani, non ne posso più delle tue “massime” da truzzi, l’accento dialettale, la parlata stancante, vattene per piacere. Ogni volta che inquadrano una delle due Camere mi indispone vedere Bossi seduto al suo scranno, la faccia viscida e untuosa di Scilipoti tanto che al confronto un’anguilla spalmata di grasso è cartavetro.
Basta! Finiscila Crozza di fare l’imitazione di Razzi, questi non merita neppure l’ironia, già te l’ho scrissi una volta: alla “massa” lo rendi simpatico, abbiamo il 60% di analfabetismo funzionale e di ritorno e non capiscono “cosa” realmente sia quell’individuo. Antonio Razzi! Che non conosce l’italiano, affronto alla nostra cultura millenaria, l’unico manoscritto che ha imparato a interpretare è il cartello esposto all’ingresso della buvette “Si prega di osservare l’orario” e lui infatti sta fuori, ubbidiente, immobile a fissare il cartello senza neppure domandarsi perché…
Chiudiamo una volta per tutte con immagini del Parlamento, irrita i nervi individuare la Finocchiaro Anna che, braccia conserte e scialle di prammatica sulle spalle, d’estate foulard in seta, si muove tra gli scranni, o ai piani bassi, come chi sta distrattamente passeggiando nei corridoi di una mostra d’arte di cui nulla comprende. Lei è in attesa di uscire per recarsi al supermercato con auto blu e uomini di scorta destinati a prendere le confezioni dagli scaffali più alti.
Risparmiatemi la vista di Alfano, vi scongiuro, lo intervistate sempre, perché? Tanto per ogni accadimento che lo riguarda fornisce ogni volta la stessa identica risposta, con l’immutabile espressione contrita e compresa… (bello però “contrita e compresa” voi che ne dite?) che avrebbe la faccia della supposta l’attimo prima di essere utilizzata. Evitate Gasparri! Mi devo mettere in ginocchio? Farò pure quello se necessario. Gasparri! Ma vi rendete conto o no? “Fate i fessi per non pagare dazio” o che altro? Dico a voi cronisti, giornalisti, paparazzi. Ogni volta lo chiamate per farci ascoltare le sue opinioni e lui, come un camaleonte, scende ratto dal ramo più basso della politica per inferire rapide linguate a destra e manca (quelle a manca sono colpi a salve, lì c’è il vuoto). Rutelli! Ogni tanto spunta, è primavera, sta germogliando di nuovo, cresce piano piano come l’erezione di un autosufficiente.
Voi! Sì voi “onorevoli”, mi state rubando enormi porzioni di vita, oltre tutto il resto, io desidero scrivere di letteratura, arte, poesia, donne, ma… disturbate, siete di ingombro e… costate. Padoan! Diamoci un taglio con questo poveruomo, scommetto che a sera, quando rientra a casa e la moglie lo obbliga a nettarsi le suole sullo zerbino, escono fuori “spread”, “sommari”, “goniometri”, “diagrammi”, “indici” ISTAT… A proposito! Di questo Istituto inquadrano sempre e solo l’esterno, l’ingresso. Avete notato? Ma chi e che caspita ci sarà lì dentro? E quanti? Sarei curioso di entrarci, potrei sbagliarmi ovviamente ma ho la sensazione che ci sia una marea di impiegati, segretarie, dirigenti, manager, fattorini, tutti testa a cuocere solo per dare i numeri a Renzi. Ogni santo giorno esce fuori dai TG nazionali un “meno o più zero” virgola qualcosa in relazione alla notizia che seguirà, dati “a orologeria” come usavano dire anni fa per ogni avviso di garanzia recapitato a Berlusconi. Berlusconi… ma perché? Non sarebbe giunto il momento di andare in crociera? Niente da fare, appare, camicia bruna e casco in fibra di carbonio, adesso compete con Salvini per Bertolaso (buono questo)… Matteo Salvini! Lo stavo scordando… in piena rincorsa di un posto al sole delle Alpi, Prealpi, Appennini, pure quello siculo, e naturalmente anche del più grande Canyon d’Europa, il Gorroppu ubicato nel Supramonte, in Sardegna… intanto a “manca” ci si batte per Bassolino fregato alle primarie PD dalla compravendita di voti… tutta gente nuova, il futuro che avanza.
Ma… la guida scout Renzi Matteo detto anche il rottamatore, termine non ancora approvato dall’Accademia della Crusca, forse meglio “rottamoso”, oltre che abbassare gli extragalattici stipendi di lor signori medesimi, abrogare la “schifezza” Fornero, non avrebbe dovuto guardare al “futuro che avanza”? Non più tardi di ieri, alle maestranze che stanno lavorando nel tunnel della Salerno-Reggio Calabria ha dichiarato: “L’Italia deve correre, non rincorrere”. Con che? D’accordo che a questi “unti” dalla furbizia (virtù servile) le stampelle le passano “gratis” le super attrezzate cliniche di cui sono attrezzati i Palazzi Madama, Chigi, Montecitorio, Quirinale e finanche il Viminale, però avrebbero dovuto subentrare i giovani, non Verdini, Casini… Casini! Ma cosa ci sta a fare in parlamento Casini? E La Russa?
Ecco! Un miracolo riuscito a Renzi, dobbiamo ammetterlo, è che pur introducendo alcuni giovani ha fatto subire a questi una “mutazione” ovvero li ha educati ad adeguarsi al “vecchio” stile, anzi oltre, è riuscito a portarli al primo ventennio. Tipo la Pina Picierno che, in quanto a finezza e buon gusto, se la batte con la Santanché, Elena Boschi detta “Etruria”, Marianna Madia che pare uscita da una pala d’altare dipinta dal Beato Angelico, Roberta Pinotti che necessita di F35 così a noi giungono F24 dall’Agenzia delle Entrate, Pippo Civati il “temporeggiatore”, Stefano Fassina il “Carneade? Chi è [era] costui”, Matteo Orfini detto “il silenzio è d’oro”, Matteo Richetti soprannominato “Spugna”, nostromo e braccio destro di capitan Uncino, infatti assorbe con estrema facilità ogni corbelleria gli venga indirizzata. Gianni Cuperlo “Il negoziatore”, ecc. In fondo solo fra deputati (nr. 635) e senatori (nr. 315) per un totale di 945 soggetti (negli USA poco più di 500) non è possibile elencarli tutti. Gli altri che accipicchia faranno? Ghedini lo sappiamo, Enrico Letta anche… Renata Polverini che da ex Presidente regionale ignorava l’enorme deflusso di denaro pubblico causato dai suoi più stretti collaboratori a proprio esclusivo vantaggio… Laura Boldrini che in destrezza nelle espressioni facciali supera il più abile dei mimi, indubbiamente dotata di nervi abituati a far eseguire alla mandibola rapidi spostamenti sul piano orizzontale tali da incurvare a piacimento il labbro inferiore che, in un nanosecondo, muta espressione secondo la circostanza, , allegra o contrita, un monumento alla simulazione… Eh, sì! Chissà quanti ne dimentico di quelli che sono sul palcoscenico e dietro le quinte di questo teatro.
Basta! Intanto vi faccio notare che ogni volta che li inquadrano sono sempre sorridenti, realmente, anche a Strasburgo, Bruxelles, e Lussemburgo (Già! Perché il Parlamento Europeo dispone di tre sedi) battute tra loro, pacche sulle spalle, bacini a vanvera; vivono tutti in un mondo “a parte”. Non se ne può più davvero, per questo in un post ho scritto a lettere cubitali “Sono strafatto di me stesso”, ho superato la soglia di sopportazione, è una questione di dignità, e non ho considerato Quirinale, Viminale e l’indotto che ruota intorno al carrozzone della politica, sindaci, assessori, Province, Regioni, perfino l’esercito di femmine che stanno sul libro paga degli italiani, a loro insaputa, una a caso mi viene in mente la Nicole Minetti che coordinava le famose “olgettine” mentre nei ritagli di tempo svolgeva l’incarico di consigliere regionale (se non vado errato oggi gode di un vitalizio alla tenera età di 31 anni).
Ma che costo avranno? Qualcuno lo sa? Se lo è mai chiesto? Tutti sprofondati nelle poltrone, aggrinfiati alla loro porzione di potere acquisita. Ho avuto modo di confrontarmi con assessori, appunto, i quali difendono il PD oltre ogni logica quando perfino il velociraptor D’Alema ne ha condannato la linea politica. E con tutto quello che costui guadagnerà se ne è accorto solo ora che il Matteo nazionale è un imbonitore stile il Berlusca? Presuntuoso come lo sono i mediocri, arrogante alla stregua degli insicuri?
Basta!!! Venticinque anni fa qualcuno disse “scendo in campo” e ne venne fuori un affollamento di indegni che nessun popolo credo abbia mai visto alla guida del proprio Paese.
Adesso tocca a noi, dobbiamo assolutamente sgombrare il campo con tutti gli strumenti che la democrazia mette a disposizione, poi passare il tosaerba, diserbante e pure l’aspirapolvere. Per ricominciare a vivere da persone degne…

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web: “Urlo” di Edvard Munch, pittore norvegese, Løten, 12 dicembre 1863 – Oslo, 23 gennaio 1944

RIPRODUZIONE RISERVATA

IL POMERIGGIO DELLA DOMENICA

IL POMERIGGIO DELLA DOMENICA

Interessante questa folla disorientata, tipica della domenica pomeriggio ore 17,00, quando devono decidere di dare un senso alla loro esistenza, in particolare i due tipi che chiudono la fila di quella mostra d’arte, di spalle, uno a destra con il sacchetto degli opuscoli che sta collezionando e non guarderà mai, l’altro immediatamente a sinistra, implume, suo degno compare, orgoglioso solo dell’osceno borsello che porta a tracolla. Tizio, in primo piano, pare li stia osservando ma forse sta solo domandandosi perché si trova lì, comunque il suo sguardo si incrocia con quello di Caio, spunta appena di profilo, capelli bianchi, sciarpa al collo, viso aguzzo, affilato già di suo ma reso ancor più appuntito tanto è proteso nel cercare di fendere le ondate di conoscenza che lo stanno investendo, cerca di comprendere per venire fuori dall’uragano di ciò che gli è ignoto. Non ce la farà mai, terminato a sua insaputa. Sempronio è tutto a manca della foto, finge di guardare il quadro dove pare ci sia una “X”, incognita per eccellenza, ma si vede chiaramente che l’attenzione è rivolta altrove, non dove c’è la ressa bensì nel settore in cui mancano gli umani. Infatti è rimasto fuori campo ma vi giuro che stava lì, del resto per x tendente a zero la y… si è già perduto, come tutti gli altri, al’improvviso, forse li ho sognati perché adesso vedo solo individui sospesi in cielo tutti uguali caratterizzati dal vestito e dalla bombetta neri. Non mi è chiaro se stanno lentamente risalendo oppure candidamente scendendo. Pure io adesso mi sento diverso al punto da pormi la domanda di quale possa essere il mio ruolo. Sono forse uno dei tanti? La risposta preferirei non conoscerla anche se tendenzialmente ritengo di no.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: René Magritte, Golconda, colore ad olio, 81 cm x 1 m, Menil Collection, periodo: Surrealismo, 1953

RIPRODUZIONE RISERVATA SE NON PER CONDIVISIONE INTEGRALE SU FACEBOOK

HO RICEVUTO UNA CARTOLINA DAL BOSCO DELLE FATE – PAOLA MICOLI

HO RICEVUTO UNA CARTOLINA DAL BOSCO DELLE FATE
PAOLA MICOLI

Le belle persone esistono, meravigliose, ne ho conosciuta una che chiamo Fatina, splendida, luminosa, di una dolcezza infinita, la cui voce risveglia i sensi e le sue parole sono lenimento dell’anima che diventa leggera, trasparente. Vive nei magici boschi della Svizzera e mi ha inviato i saluti che voglio qui condividere. Grazie Fatina, auguri di ogni bene. Ti abbraccio.
Mauro

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Cartolina ricevuta dall’amica Paola Micoli

RIPRODUZIONE RISERVATA

LOREDANA DELOGU CAMBIA IMMAGINE DEL PROFILO

LOREDANA DELOGU CAMBIA IMMAGINE DEL PROFILO

“C’è una lacrima nascosta che nessuno mi sa disegnare”
Fabrizio De André

Centro Culturale Tina Modotti Caracas

Commento:

Caro il mio Fabrizio, io ti ho ammirato, anzi ti ammiro, ci siamo incrociati nella vita, con Paolo Villaggio che era impiegato all’Ilva dove ho trascorso un po’ di tempo a capire come girano certi ingranaggi, Luigi Tenco, Bruno Lauzi che girava per Sestri Levante sempre ingrugnito, Umberto Bindi, il grande Gino Paoli ma… ti devo dire amico mio che per certe persone io quella lacrima nascosta la so disegnare con le parole, la vedo, il mio pensare gira gli angoli, si insinua pure nei più reconditi rifugi, nelle tane della mente femminile che a molti sono ignote, ho la mappa dell’amore, è un vecchio papiro, unico, in mio possesso, scritto in una lingua che solo io riesco a decifrare. Una cara e dolce amica che si chiama Loredana, animo nobile, raro, cui tengo molto, di più, la ammiro e lei non lo sa ma pure l’adoro. Caro Fabrizio, spero non ti dispiaccia, che dico… una mente come la tua, può solo gioirne… cantaci una canzone ti prego.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza: Le lacrime di Freya, Gustav Klimt

RIPRODUZIONE RISERVATA

QUESITO SCIENTIFICO

QUESITO SCIENTIFICO

Da una società in cui la dignità delle persone veniva calpestata assegnando, a chi soffriva di anomalie congenite o acquisite, termini diretti e impropri accentuando in tal modo il loro “sentirsi diversi”, siamo fortunatamente giunti ad attribuire le giuste definizioni. Infatti il cieco è adesso identificato “non vedente”, il paralitico o chiunque abbia difficoltà motorie “diversamente abile”, il sordo “non udente”, cretino “altrimenti intelligente” ecc.
Però adesso si sta forse esagerando con la manipolazione della lingua italiana sconfinando nell’inventare vocaboli non necessari in quanto il nostro idioma o lessico è il più completo e bello del Mondo. Infatti c’è stato chi ha scritto alla “Accademia della Crusca” per far approvare l’aggettivo petaloso ad indicare un fiore con tanti petali. Allora, dico io, l’insofferente alla eiaculazione precoce dovrebbe essere definito “spermaloso” (1), chi affetto da meteorismo “petoloso”, persona di alta statura “sperticoso”, il nano miniaturoso, ecc.
Ma non è di questo che volevo parlare, inizio sempre con il buon proposito di esprimere un concetto e mi perdo in mille rivoli. Vengo al sodo e scusate l’inutile preambolo. Chi soffre della “sindrome di down” un tempo veniva sbrigativamente definito “mongoloide” proprio per le caratteristiche somatiche che li caratterizza. La definizione deriva dal popolo dei mongoli (pure gli amerindi, Cina settentrionale e Siberia) che si svilupparono in climi molto freddi pertanto la particolarità più evidente è il taglio degli occhi dovuto ad una naturale protezione al forte riverbero solare della neve.
Mi pongo questa domanda e la ribalto a voi: qualora la causa della morfologia delle palpebre di queste etnie fosse quella appena citata, perché fra tutti gli animali che si espansero in quei territori (molte e varie specie fra cui mammiferi anche di grosse dimensioni) l’uomo è l’unico ad aver subito tale mutazione?
Al contrario non potrebbe essere che popolazioni primordiali affette da sindrome di down abbiano subito un’evoluzione che, complice la selezione naturale, li abbia portati all’attuale sviluppo?
Bah! Oggi mi sono imbattuto in una di queste persone che soffrono di tale patologia… pensavo pure che tale processo, qualora l’ipotesi fosse vera, richiederebbe tempi lunghissimi per cui non possiamo sperare che a breve ci possano essere significativi cambiamenti nella politica mondiale.
Grazie per l’attenzione.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

(1) Geniale definizione reperita in una vignetta che non riesco a trovare per attribuirne la provenienza. Qualora l’interessato/a leggesse questo articolo è pregato di contattarmi al fine di consentirmi di indicare immediatamente la fonte.

Immagine in evidenza ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA

IMPUTATI E VITTIME ITALIANI (Assolvere chi porta voti, dimenticare gli altri ? Del tipo: “chi c’è, c’è, chi non c’è non c’è ?)

IMPUTATI E VITTIME ITALIANI
(Assolvere chi porta voti, dimenticare gli altri ? Del tipo: “chi c’è, c’è, chi non c’è non c’è ?)

Personalmente dei quattro tecnici italiani dipendenti della società di costruzioni Bonatti rapiti in Libia lo scorso luglio ne sento parlare, con dovizia di particolari, solo adesso. Ed erano vittime innocenti di cui due hanno perso la vita. Dei marò, che comunque devono rispondere, piaccia o meno e fino a prova contraria, dell’uccisione di due persone che hanno lasciato vedove e orfani, c’è stato un vero e proprio assalto alla baionetta da parte dei “media”, a cronista alterno, con ritmo quotidiano, senza soluzione di continuità. Perché? Mi sfugge qualcosa?
Mauro Giovanelli – Genova

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web. Montaggio eseguito dall’Autore.

RIPRODUZIONE RISERVATA

BANALI RIFLESSIONI IN ORDINE SPARSO

BANALI RIFLESSIONI IN ORDINE SPARSO

A proposito di “migranti”
I cadaveri ritornano sempre a galla proprio dove ininterrottamente stanno i pochi potenti e potentati che con la loro politica e concezione di vita in società sono causa di morte e distruzione.

A proposito di Salvini e Trump
Gli uomini che usano il “riporto” non si accettano per quello che sono essendo coscienti della loro miseria intellettuale. Infatti pure Salvini appartiene a questa tribù solo che lui il “riporto” se l’è fatto fare sotto la scatola cranica.

A proposito del Bene e il Male e altre discordanze.
Senza contrapposti non ci sono punti di riferimento per definire alcunché.
Cit. – “…Dunque tu chi sei?”
– “Una parte di quella forza che vuole costantemente il Male e opera costantemente il Bene”
Goethe, Faust

A proposito dell’ amico e artista e Fulvio Leoncini
Caro amico, scrivi e dipingi per cortesia e quando ti sarai stancato, assalito da una leggera malinconia, allora cambia, dipingi e scrivi, e nel momento in cui si farà più forte il disagio, che so magari per un altro pensare, più vigoroso, intenso, ritorna a fare ciò in cui ti eri impegnato prima: scrivi e dipingi.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Immagine in evidenza ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA

COMMENTO SU PASOLINI – “La ricotta”

COMMENTO SU PASOLINI – “La ricotta”

Questa pellicola, “La ricotta”, fu sequestrata per vilipendio alla religione di Stato. Soltanto nel 1964 la Corte d’Appello di Roma assolverà il regista che rilascerà poco dopo un’intervista di cui si riporta uno stralcio (dal post Facebook della cara amica Selvaggia Rodriguez, 4 marzo 2016):

“- Cosa vuole esprimere con questa sua nuova opera?
– Il mio intimo, profondo, arcaico cattolicesimo.
– Che cosa ne pensa della società italiana?
– Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d’Europa.
– Che cosa ne pensa della morte?
– Come marxista è un fatto che non prendo in considerazione.”
Pier Paolo Pasolini, “La ricotta”, 1963

Commento:

La Chiesa cattolica, 1963… quando nel resto del mondo occidentale, appena usciti da un reading, o subito dopo aver visto “Gioventù bruciata”, in Italia falsificando la carta d’identità per entrare al cinema perché vietato ai minori (ma questo era prima, nel ’55), o “Easy Rider” e qui saltiamo al ’69, seguito da “Fragole e sangue” del ’70, o tornando al ’61 con “Splendore nell’erba”, stesse acrobazie per vederli, non ne ho perso uno, ricordo a memoria, giuro, la poesia di William Wordsworth “… Ma se la radiosa luce che una volta, tanto brillava negli sguardi è tolta, se niente può far che si rinnovi all’erba il suo splendore e che riviva il fiore, della sorte funesta non ci dorrem, ma ancor più saldo in petto godrem di quel che resta…” che alla fine viene recitata in classe, fra le lacrime, dalla bellissima Natalie Wood. E naturalmente le pellicole di Pasolini, dal celeberrimo “Accattone” del ’61 a “Salò o le 120 giornate di Sodoma” del 1975 e “Porno-Teo-Kolossal”, incompiuto a causa della sua morte. Fece capolino postumo nel ’76 ma tutto era già cambiato da quasi un lustro. Lui fu il Maestro, ci accompagnò lungo tutto il tragitto tenendoci per mano, con le sue poesie, il pensiero, la narrativa, teatro, saggi, dialoghi. Precettore di vita e di contemplazione del divino che c’è in noi.
Stavo dicendo… la Chiesa cattolica, 1963, e la censura, il bigottismo, ipocrisia, puritanesimo. Però si rubava l’amore e lo si faceva coricati su sellino e serbatoio della moto, per la strada, in un angolo buio, solo qualche fioco riflesso dell’unico lampione aggrinfiato al muro, tipo quelli dei caruggi di Genova, sufficiente per vedere i corpi sudati, esattamente come piaceva a me… o nella mitica “Fiat 500”, che non era quella di adesso, una scatoletta di sardine, ma quante posizioni per prenderci l’un l’altra, leccarci, stringere e godere. Al confronto il Kamasutra è un corso di catechismo…
E adesso scomunicatemi, cazzo!

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Il commento su Pasolini “LA RICOTTA” è stato pubblicata il 05 marzo 2016 sul sito www.memoriacondivisa.it di “Memoria Condivisa”.

Immagine in evidenza ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA