LE RAGIONI DI TUTTI

LE RAGIONI DI TUTTI

Sempre più spesso capita di seguire dibattiti televisivi in prima serata e l’effetto che ultimamente mi provocano è di totale disorientamento. Forse la digestione gioca brutti scherzi o chissà che altro. La stranezza è che pare abbiano tutti ragione, ospiti, conduttori, giornalisti, collaboratori esterni. Mai era accaduto prima. A caso prendiamo “Servizio Pubblico” del 27 marzo 2014, anche se la “moda” sta dilagando e di esempi ce ne sarebbero a iosa.
Non faceva una piega il teorema di Maurizio Landini secondo cui gli ormai mitici F35 non ci favorirebbero in termini di sviluppo, da ogni punto di vista, per il semplice motivo che Alenia Aeronautica Spa si limiterebbe ad assemblare le varie parti, sarebbe solo una “piattaforma” di montaggio componenti, peraltro top secret. Ciò frenerebbe quindi l’espansione della nostra tecnologia e il “made in Italy” andrebbe progressivamente a morire.
Come confutare, ancorché a prescindere, l’ex ministro della difesa Mario Mauro quando sostiene la tesi che essere parte di un’alleanza significa rispettarne le regole e intervenire pure quando ci viene presentato il conto. “Noi siamo dentro un principio”, ha profferito, “ed è solo questione di scegliere dove schierarci”. Sarebbe “lunare”, continua, non capire che il nemico esiste, che il 7 novembre 2011, quando il Parlamento votò per l’intervento in Afghanistan, è figlio de l’11 settembre 2001, ergo i nostri avversari sono facilmente individuabili. Ti verrebbe da dire che quasi quasi le così dette “missioni di pace all’estero” siano un bene per noi e la comunità internazionale.
E Gino Strada? Incontestabili i suoi interrogativi. Da che cosa dobbiamo difenderci? Chi è il nemico? Forse la Cina? Il Giappone? E che cambierebbe, con o senza gli F35, se dovessimo far la guerra con loro? Spendere oltre 15 miliardi di €uro per cacciabombardieri quando la gente non ha i soldi per comprare il cibo è da “cretini” termine, tra l’altro, che potrebbe coniugarsi con il “lunare” di Mario Mauro. Infine aver messo in dubbio che i nostri politici neppure sappiano dove sia l’Afghanistan mi ha letteralmente pacificato con me stesso. Infatti i precedenti parlano chiaro. Uno per tutti il “tunnel dei neutrini”, scambiato come una sorta di TAV per pendolari tra il CERN di Ginevra e i laboratori del Gran Sasso. Da chi? Da Maria Stella Gelmini, ex responsabile del dicastero dell’Istruzione nell’ultimo governo Berlusconi, quello di “Romolo e Remolo”. Del resto è stato Claudio Scajola a sancire come i politici di casa possano agire a loro “insaputa”.
Degna di riflessione l’analisi dello scrittore Nicolai Lilin sul fatto che tutti i conflitti abbiano origine dai Paesi che consumano di più. Del resto chi altri avrebbe diritto a esprimere tale evidenza se non l’autore di “Educazione siberiana” dove mette in bocca al personaggio principale la celebre frase “Un uomo non può possedere più di quanto il suo cuore possa amare”. Per i nostri governanti sarebbe forse più appropriato il secondo insegnamento di Nonno Kuzja “La fame viene e scompare ma la dignità una volta persa non torna mai più.”
A proposito del problema dell’Ucraina, è irrefutabile il suggerimento di Federico Rampini di far attenzione a non dipendere da una sola fonte di approvvigionamento di energie e illuminante il vero motivo per cui, a suo giudizio, gli americani abbiano necessità di noi quali interpreti di civiltà distanti, non essendo loro in grado di capire appieno le realtà dei Paesi mediorientali.
Per non parlare della signora Gisella di Niscemi, piccolo comune siciliano, che ha dichiarato guerra agli USA poiché intervenuti pesantemente sul suo territorio per impiantare sistemi di comunicazioni satellitari ad alta frequenza e banda stretta, più comunemente detti MUOS. Sostiene che da qui partiranno i velivoli controllati da un computer, denominati DRONI, per “andare ad ammazzare altri bambini chissà dove”, oltre i loro che già muoiono di tumore causa le radiazioni emesse da oltre quaranta antenne installate lì intorno. Ha forse torto?
Hanno tutti un buon motivo nel dire che non è giusto ripensare al taglio sull’acquisto di F35 ritenuti necessari al nostro esercito solo perché Obama, in visita nella Città Eterna, redarguì il nostro Presidente del Consiglio per aver solo pensato di ridurre il numero di cacciabombardieri. In tutta risposta il Matteo nazionale, battendo il pugno nel declamare “Yes we can”, si è dimenticato che negli USA chi non paga le tasse finisce in galera mentre in Italia si butta in politica o diventa presidente di qualche squadra di calcio. E come sempre accade, per cui non è una sorpresa, anche questa volta Marco Travaglio tocca il tasto giusto quando si domanda se siamo uno stato sovrano o una dependance degli Usa. Mi è solo dispiaciuto non abbia fatto alcun cenno ad Angelino Alfano, il Kazakhstan e il caso Shalabayeva.
Belle serate comunque, costruttive, e sempre divertenti le spumeggianti vignette di Vauro a sintetizzare ogni concetto. Alla fin fine una domanda. Non sarà scritto da qualche parte che questo pianeta debba proprio essere un gran marasma? E l’Italia il suo epicentro? Beh! In effetti “Orsù scendiamo e confondiamo quivi il loro linguaggio, sicché l’uno non capisca il parlare dell’altro!” (Genesi 11, 7) è una vecchia storia.
Non resta che fare propria l’esortazione che Jep Gambardella indirizza all’amica intellettuale radical chic “Siamo tutti sull’orlo della disperazione, non abbiamo diverso rimedio che farci compagnia, darci un po’ di amicizia, affetto. O no?”

Mauro Giovanelli – Genova

Pubblicato su “Il Segno” nr. 8 del 16-30 aprile 2014 pag. 2 http://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it con il titolo “S’infuoca il dibattito sull’acquisto degli F35”.

Immagine in evidenza ricavata dal web – Fotomontaggio eseguito dall’Autore.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.