POLITICA E CARTONI ANIMATI

POLITICA E CARTONI ANIMATI

La sera del 13 marzo dello scorso anno avevo seguito “Porta a Porta” per il solo fatto che in quella sede Matteo Renzi avrebbe dovuto spiegare agli italiani la sua “manovra” e chiarire l’interdipendenza fra programma di Governo e copertura finanziaria. Mia intenzione era pure quella di decifrare la “personalità” dell’ennesimo salvatore della Patria, ovvero guardarlo negli occhi con attenzione, osservarlo bene, capire.
La trasmissione ebbe inizio, proseguì con vari commenti di slide e tabelle, qualche battuta. Nonostante tutta la buona volontà, complice forse l’ora tarda, devo ammettere che più si andava avanti maggiori erano i livelli di scoramento e rassegnazione che mi assalivano. Nessuna questione utile a far emergere un indizio forte che potesse rivelarmi, al di là delle parole che volavano alte, la “struttura” mentale del Premier. Ciò avrebbe anche potuto dipendere dal fatto che il suo interlocutore fosse un Sallusti abbastanza consenziente.
Al suono del campanello, da sempre simbolo, oltre i plastici, del talk show di Bruno Vespa, entrò un altro convitato, il giornalista Aldo Cazzullo, che sparò al Matteo nazionale tre domande in merito alle quali chiese altrettante precise risposte. Il primo quesito riguardava le prossime nomine, il consueto giro di poltrone, ai vertici delle cinque grandi aziende di Stato, il secondo l’ipotesi di riduzione degli stipendi dei parlamentari “che sono i più alti del mondo” e infine come intendesse proporsi con l’Europa e la Merkel alla luce dei nuovi obiettivi appena pubblicizzati. Esattamente ciò che aspettavo. Ci siamo! La replica del giovane Presidente del Consiglio alla domanda attinente l’ipotesi di intervento sulle scandalose retribuzioni dei “professionisti della politica”, ebbene quella risposta mi avrebbe fornito il parametro che cercavo. Nella distensione che seguì mi venne alla mente il film “Il padrino”, in particolare la scena in cui il vecchio e stanco don Vito Corleone (Marlon Brando), durante il colloquio con il suo erede (Al Pacino) che era andato a trovarlo per chiedergli un consiglio, così lo mise in guardia: “Ricordati Mike, chi avanzerà la proposta di Barrese… quello è il traditore”. Mi raddrizzai nella poltrona in trepidante attesa ma il Capo dell’Esecutivo fu ratto nel subentrare col dire: “Vengo subito a quest’ultima che è la più complicata”. Accidenti! Mi son detto, la meno difficile e proprio quella che non desta interesse.
In un susseguirsi di acrobazie verbali, celie, convivialità, sorrisi, ammiccamenti, circa i futuri rapporti con la UE ebbi il piacere di scoprire che siamo i più importanti del vecchio continente. Proseguendo sulle nomine di Enel, Poste, RAI, ENI e Finmeccanica constatai come in concreto non avesse esposto alcunché. L’attesa divenne estenuante, il fatidico parere non arrivava mai, anzi a un certo momento credevo fosse finito nel dimenticatoio. La speranza di poter capire che tipo di uomo fosse Renzi stava scemando se non fosse che il Cazzullo, a fil di voce, gli ricordò di non essersi ancora pronunciato su un terzo argomento. Allora con un colpo di reni eccezionale, effettuando una piroetta mentale davvero stupefacente il Capo del Governo così ebbe a pontificare: “Circa gli stipendi dei parlamentari non è importante quanto guadagnano ma quello che fanno.” Seguì un brevissimo momento di confusione, partecipe attivo il conduttore, nel corso del quale al saltimbanco venne predisposta la via di fuga, da lui imboccata alla maniera di Arsenio Lupin inseguito dall’ispettore Zenigata. Cosi si lanciò a spiegare cosa avrebbero dovuto fare questi fenomeni. Tutto qui.
Perché glielo hanno permesso? Come non capire che codesto aspetto rappresenta la chiave di volta su cui regge il sistema Italia? Che è proprio da lì che occorre ripartire? Per quale motivo i giornalisti, tutti, dai quotidiani alla TV, durante le interviste, non incalzano il leader di turno su tale infamia? È possibile? Sono io che traguardo il mondo da un’angolazione sbagliata? È più importante scavare nella sua abilità comunicativa? Chiosare sulla cravatta che indossa negli incontri istituzionali? D’improvviso tutto mi fu chiaro.
In poche parole oltre che diventare primi della classe in Europa continueremo ad avere i politici più strapagati in assoluto con la sola differenza che saranno intelligentissimi. Ottenuta la prova che mi mancava spensi la TV. Dopo alcuni minuti di ponderazione nella penombra conclusi che fra tutti i suoi predecessori questo è di certo il più disonesto, moralmente s’intende, e forse a sua insaputa. Ho visto troppi film? È vero, ma il nostro Primo Ministro si è fermato ai cartoni animati di Walt Disney. I personaggi che più gli sono piaciuti? Paperon de’ Paperoni e la banda Bassotti.
Con buona pace del Grillo parlante.

Mauro Giovanelli – Genova

Pubblicato su “Il Segno” nr. 6 del 16-31 marzo 2014 pag. 2 – http://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it – con il titolo “Renzi dimentica la casta dei politici e sui loro stipendi non dice più nulla”.

Immagine in evidenza ricavata dal web – Fotomontaggio eseguito dall’Autore.

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