ALLA FIN FINE… PERCHÉ ?

ALLA FIN FINE… PERCHÉ ?

Di solito scrivo di tutto ciò che mi impone domande su aspetti importanti del nostro vivere quotidiano, e non riesco a decifrare, non per ignoranza bensì per avversione alle contraddittorie risposte ottenute sia dai libri consultati, sia dalle persone che in materia dovrebbero essere luminari. Provo perciò la sgradevole sensazione di essere l’unico ad avere certi dubbi, mi sorge il sospetto che gli altri siano a conoscenza di qualcosa che ignoro. In merito a quanto segue sono pertanto disponibile a qualsiasi osservazione che finalmente mi illumini. Preciso che questo “pezzo” lo sto redigendo più per me che per l’ipotetico lettore che avesse la pazienza di arrivare fino in fondo ed in esso eviterò di parlare del “trascendente”, ma di “fatti” storici ad esso intimamente legati e loro conseguenze.
La data di morte di Gesù non è determinabile con precisione, in quanto le indicazioni presenti nei documenti a disposizione, a partire dai Vangeli, non sono sufficienti, anche perché spesso stilate con intento più teologico che storico. I tre evangelisti sinottici concordano nel dire che Egli morì di venerdì, durante le festività collegate alla Pasqua ebraica (il 15 di Nisan), mentre il Vangelo secondo Giovanni (canonico ma non sinottico) ne colloca la dipartita al giorno precedente, quello di preparazione alla Pasqua (14 di Nisan). Inoltre tutti e quattro non specificano l’anno. Le date comunemente accettate sono il 7 aprile del 30, il 27 aprile 31, o il 3 aprile 33. In particolare, se si accettano le indicazioni di Giovanni, tra queste sembra doversi scegliere la prima.
Vi siete mai chiesti quali distinzioni ci sono e perché tra tutte le Chiese cristiane non cattoliche? In cosa credono? Quali le loro liturgie? Come sono nate? Per fermarci a queste, senza parlare di Ebraismo e Islam (comunque anch’esse “abramitiche”) se non per inserirle nella cronologia, la “religiosità” nel suo complesso ha avuto tanta parte nella storia dell’umanità, sta all’origine dei fatti salienti che l’hanno contraddistinta, pure quelli attuali, odierni, e ancora saremo investiti dai suoi riverberi negli anni, se non secoli, a venire.
L’Ebraismo esiste dalla notte dei tempi. Secondo il Vecchio Testamento gli ebrei sono il popolo eletto sa Dio.
La Chiesa cattolica (Apostolica Romana) è quella cristiana che riconosce il primato di autorità al vescovo di Roma, in quanto successore dell’apostolo Pietro sulla cattedra di Roma. Il nome richiama alla sua universalità, è stata fondata a partire dalla predicazione di Gesù Cristo e dei suoi Apostoli, ed è costituita dalla “stirpe di Dio” a sua volta formata da “tutte le nazioni della terra”.
Nel 325 d. C. l’imperatore Costantino, assillato dai problemi della gestione del suo regno, convoca il Concilio di Nicea per eliminare almeno le diatribe interne sorte fra le varie correnti del cristianesimo. Già si rende necessario fare un inciso: «coniugare i termini “correnti” e “cristianesimo” è un ossimoro, sono incompatibili tra loro». Il motivo è semplice «In verità, in verità io vi dico che il Figliuolo non può da sé stesso far cosa alcuna, se non la vede fare dal Padre; perché le cose che il Padre fa, anche il Figlio le fa similmente» [Giovanni, 5 17, 19]. Il Salvatore predicava uguaglianza, fraternità, tolleranza, solidarietà quindi, se non sto dicendo una sciocchezza, pochi anni dopo la Sua scomparsa la Parola venne tradita e disattesa dagli uomini. Per il Cristo esisteva una sola concezione di vita e le fonti erano le Tavole della Legge e la Sua Predicazione. Ovunque Egli sia, mineralizzato per atei e agnostici, o alla destra del Padre per i credenti, immagino che ciò non gli abbia fatto piacere. I principi stabiliti a Nicea non impedivano che la Pasqua cadesse il 14 di nisan (bastava che il giorno fosse una domenica) né che potesse coincidere con la data ebraica della Pasqua. La regola che la pasqua cristiana fosse sempre successiva al 14 di nisan ebraico fu stabilito solo secoli dopo per l’accumulo di errori nel calendario solare Giuliano e in quello lunare ebraico. L’autorevolezza ebraica sulla data della Pasqua era consolidata dalla tradizione e per scardinarla Costantino non esitò ad utilizzare argomentazioni apertamente antisemite. Eusebio di Cesarea scrive che Costantino si espresse con queste parole: «…sembrava una cosa indegna che nella celebrazione di questa santissima festa si dovesse seguire la pratica dei Giudei, che hanno insozzato le loro mani con un peccato enorme, e sono stati giustamente puniti con la cecità delle loro anime… è bene non avere alcunché in comune con la detestabile cricca dei Giudei in quanto abbiamo ricevuto dal Salvatore una parte diversa.» Anche Teodoreto di Cirro pronunciò frasi analoghe: «…fu prima di tutto dichiarato improprio seguire i costumi dei Giudei nella celebrazione della santa Pasqua perché, a causa del fatto che le loro mani erano state macchiate dal crimine, le menti di questi uomini maledetti erano necessariamente accecate… non abbiamo nulla in comune con i Giudei, che sono i nostri avversari… evitando ogni contatto con quella parte malvagia… le cui menti, dopo avere tramato la morte del Signore, fuori di sé, non sono guidate da una sana ragione, ma sono spinte da una passione irrefrenabile ovunque la loro follia innata le porti… un popolo così completamente depravato… quindi, questa irregolarità va corretta, in modo da non avere nulla in comune con quei parricidi e con gli assassini del nostro Signore… neanche un solo punto in comune con quegli spergiuri dei Giudei…». Personalmente ritengo la questione della data di santificazione della Pasqua un problema minimale, non ci vedo alcunché di “spirituale” nella sua soluzione, un conflitto tra cavillosi signori abituati a fare la manicure alle formiche piuttosto che gustarsi il panorama che li circonda.
In ogni caso, per farla breve, i successivi problemi ai principi stabiliti a Nicea furono di grande portata, la soppressione dell’eresia di Melezio, scismatico già dall’anno 304 o 305, la dichiarazione di eretici per gli Ariani che portò all’unione delle due fazioni causando dissensi ancora più gravi, il battesimo degli eretici, la persecuzione di Licinio e altre infinite diatribe. Infine il Concilio promulgò venti nuove leggi ecclesiastiche, chiamate canoni (sebbene il numero esatto sia oggetto di dibattito) che sono elencati nella Patristica relativa a Nicene.
Sta di fatto che da allora il Cattolicesimo divenne in pratica religione di Stato dando inizio al cosiddetto cesaropapismo, cioè un coinvolgimento di Chiesa e Stato che seguiterà fino ai nostri giorni ad essere oggetto di controversia.
Nel 622, lungo la Penisola araba, precisamente nella cittadina higiazena de La Mecca, si manifestò l’Islam ad opera di Maometto (Arabo محمد Muḥammad), considerato dai musulmani l’ultimo profeta inviato da Dio (Arabo الل Allāh), una religione monoteista il cui compito era quello di ribadire definitivamente la Rivelazione, annunciata per la prima volta ad Adamo (آدم Ādam).
Nel 1054 avvenne la prima frattura dell’unica Chiesa, ossia lo “Scisma d’Oriente” da cui si originarono la Chiesa Cattolica, che fa capo al papa di Roma, e la Chiesa Ortodossa, che fa capo al Patriarca di Costantinopoli.
Nell’anno 1517 Martin Lutero condannò la vendita delle indulgenze, ossia la cancellazione delle conseguenze di un peccato (detta pena temporale) del penitente che avesse confessato, inoltre respinse alcune dissoluzioni della Chiesa Cattolica alle quali la medesima non rinunciò. Così si ebbe lo “Scisma d’Occidente” da cui nacque la Chiesa Protestante. Se le diatribe interne sorte tra i primi cristiani sono un ossimoro per il messaggio lasciato nei Vangeli figuriamoci questi sommovimenti dal sapore più politico e di conquista del potere terreno che di predicazione e salvezza dell’anima.
In ogni caso ambedue gli scismi ebbero come effetto il disconoscimento del potere assoluto del papa.
La Chiesa Ortodossa d’Oriente non riconosce il papa e la sua pretesa giurisdizione per le Chiese orientali (motivo dello scisma, che è rimasto inalterato). Professa comunque la medesima fede e gli stessi dogmi della Chiesa cattolica: Dio, Trinità, divinità di Gesù, maternità divina di Maria, culto di Maria e dei santi. L’unica differenza nei confronti della Chiesa cattolica è che i pastori ortodossi possono sposarsi e ammettono anche un solo divorzio per i loro fedeli. Sarebbero propensi ad una riconciliazione con Roma e a riconoscere il primato del papa a patto che il papa stesso non pretenda che il suo monarchianismo assoluto si estenda anche alla Chiesa d’oriente. Roma invece pretende non solo il primato riguardo alla fede e alla morale ma pure la supremazia giurisdizionale del papa. Riguardo ai sacramenti sono in tutto simili alla Chiesa Cattolica, per cui Roma riconosce il battesimo operato dagli Ortodossi. Non possono celebrare insieme l’eucaristia (la messa) non essendo in comunione con il papa di Roma. Ma… tutto ciò non vi fa pensare? Considerando che Gesù lasciò la sua eredità spirituale a Simone, detto Pietro, uno dei dodici apostoli riconosciuto come il primo papa della Chiesa cattolica e, come abbiamo potuto vedere, i suoi successori si dimostrarono indegni di riceverne a loro volta l’insegnamento evangelico passando la loro esistenza in continui conflitti… di cosa stiamo parlando oggi? E con chi?
Il protenstantéṡimo comprende due Chiese più grandi:
Quella Luterana, frutto dello Scisma d’Occidente del 1517 che estromise dalla sua dottrina, oltre il primato del papa alla stregua degli ortodossi come abbiamo visto, anche tutta la tradizione della Chiesa Cattolica dagli inizi fino al 1517, disconoscendo ogni Concilio collocato in questo arco di tempo e mantenendo solo la Scrittura come deposito della fede. Non riconoscono Maria come madre di Dio quindi ne vietano il culto, così come vietano il culto dei santi e delle reliquie. Hanno una loro celebrazione eucaristica ma è valida solo al momento della celebrazione e non al di fuori di essa come fanno invece i cattolici con la sua adorazione. Inoltre riconoscono il sacerdozio e la celebrazione della messa. Riguardo ai sacramenti, oltre alla confessione che è un atto a sé stante, affermano il battesimo e l’eucaristia stessa.
La Chiesa Anglicana che ha origine nel XVI secolo (1534) e riguarda l’Inghilterra, fa riferimento alla Regina che ne è il capo assoluto. Riguardo alla fede, le Chiese protestanti hanno mantenuto come fondamento solo la Scrittura e scartato la tradizione a cui la Chiesa Cattolica dà ampio risalto. Nella Chiesa Anglicana esiste un sacerdozio esteso anche alle donne così come l’episcopato. Gli anglicani, come i Luterani, celebrano la messa e amministrano i sacramenti del battesimo e dell’eucaristia.
Nel tempo, poi, si sono formate altre confessioni legate alla dottrina Protestante, ossia la Chiesa Valdese, Battista, Avventista, Episcopale, Presbiteriana, Evangelica, Pentecostale ed altre professioni di fede che hanno una propria identità, distaccata pure dalla Chiesa originaria, per cui è difficile dare, di queste piccole comunità di credenti, una connotazione ben specifica delle loro convinzioni. Per grandi linee i Battisti pongono l’accento sul Battesimo degli adulti che scelgono spontaneamente di appartenere alla comunità cristiana, gli Avventisti aspettano il ritorno di Gesù, gli Episcopali promuovono il Vangelo sociale, fra i Presbiteriani non ci sono vescovi ma una organizzazione degli anziani, gli Evangelici animano la predicazione evangelica esclusivamente laica e i Pentecostali pongono l’accento sulla diffusione dello Spirito Santo che anima la comunità cristiana. La cosa che più risalta in tutte queste religioni è la mancanza di un sacerdote e l’esaltazione della laicità per cui tutti possono predicare il Vangelo.
La più importante di queste Chiese, venuta fuori dalla Riforma Protestante, è quella Valdese che ha una sua struttura di fede che si richiama alla Scrittura, non riconosce i sacramenti né una morale da rispettare ma lascia liberi i suoi fedeli di autodeterminare la propria vita secondo coscienza. Non esistono sacerdoti di culto ma solo Pastori predicatori. La sua teologia è molto all’avanguardia rispetto al cattolicesimo e anche rispetto alle altre confessioni protestanti. Ritengo sia la Chiesa che, più di altre, è vicina al messaggio evangelico di Gesù, in quanto esalta la laicità dell’uomo e delle istituzioni.
In questo lungo percorso, costellato di guerre, occupazione di territori, violenza intervenne pure l’Inquisizione, istituzione ecclesiastica fondata dalla Chiesa cattolica per indagare e punire, mediante un apposito tribunale, i sostenitori di teorie considerate contrarie all’ortodossia cattolica (eresie). Nella sola Spagna ed in Portogallo (e relative colonie), dal XVI secolo tale collegio giudicante fu sotto il controllo del re, quindi univa al contrasto dell’eresia o della stregoneria anche la persecuzione degli avversari politici. Il resto è storia recente.
Da tutto quanto precede, che ho cercato di riassumere ad uso e consumo mio ma pure degli indifferenti, pigri, menefreghisti nella speranza di stimolarli alla conoscenza, ultima speranza, a mio modo di vedere, per cercare di cambiare il modo di intendere la vita in società, credo di percepire cosa abbia fatto muovere il mondo e in che modo e quanto tuttora questo coacervo di differenze, incomprensioni, sottigliezze, mancanza di volontà a superarle e strumentalizzazione, ad uso e consumo dell’ignoranza del popolo, condizioni la nostra esistenza. Ecco il punto: l’inettitudine delle masse e la fatica a pensare. Quindi mi congedo lasciando la parola a un grande filosofo che in poche righe ha fatto un estratto della storia:
«Ed ecco una controversia incomprensibile, che ha tenuto in esercizio per più di sedici secoli la curiosità, la sottigliezza dialettica, lo spirito di intrigo, la bramosia di potere, il furore di persecuzione, il fanatismo cieco e sanguinario, la credulità barbarica, e che ha provocato sulla terra più orrori che non l’ambizione dei principi, la quale ne ha pur provocati moltissimi: Gesù è egli Verbo? E se egli è Verbo, è emanato da Dio nei tempi o prima dei tempi? E se è emanato da Dio, è coetaneo e consustanziale con lui o è invece di una sostanza simile? È distinto da lui o no? È creato o generato? E può generare a sua volta? Ha la paternità, o la virtù produttiva senza la paternità? E lo Spirito Santo è creato o generato, prodotto o procedente dal Padre, o procedente dal Figlio, o procedente da tutti e due? E può generare, o può produrre? E la sua ipostasi è consustanziale con l’ipostasi del Padre e del Figlio? E in quale modo, avendo essa precisamente la stessa natura, la medesima essenza del Padre e del Figlio, non può fare le stesse cose di quelle due persone, che sono lui stesso? Io non ci ho capito niente. Nessuno ci ha mai capito niente. E per questo ci si è scannati a volontà». [Voltaire, pseudonimo di François-Marie Arouet, (Parigi, 21 novembre 1694 – Parigi, 30 maggio 1778)]

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

L’articolo “ALLA FIN FINE.. PERCHÉ?” è stato pubblicato il 12 ottobre 2015 sul sito www.memoriacondivisa.it

Immagine in evidenza ricavata dal web – Fotomontaggio eseguito dall’Autore

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