ASSOLUZIONE

ASSOLUZIONE

Quel pomeriggio faceva molto caldo, insolito pur essendo metà luglio. Ho incontrato un amico, era depresso, ci siamo seduti al fresco sotto la veranda di uno dei pochi bar aperti, bevuto il caffè insieme e chiacchierato. “Non è per il fatto che ieri ci sia stata un’assoluzione clamorosa” – è sbottato – “in appello per giunta, che ha ribaltato il giudizio di primo grado, sarà giusto così, il punto è un altro: mi stavo chiedendo come sarebbe andata a finire a me se fossi stato imputato di tutti i reati attribuiti a quell’uomo, credo che sarei in galera da molto tempo. Hanno ragione i suoi accoliti” – ha aggiunto amareggiato – “la Giustizia va riformata radicalmente, non nel ritoccare le leggi però, ma le coscienze. Il problema è morale, oserei dire di fede cristiana”. Più o meno è il pensiero di Leonardo Sciascia, mi sono detto, nella sua prefazione a “Storie di ordinaria ingiustizia” di Genah Raffaele e Vecellio Valter.
Ci siamo salutati e mentre mi allontanavo pensavo che ieri, il giorno del pronunciamento della sentenza, è stata la prima giornata davvero canicolare. Collegavo ciò a quanto ascoltato poco prima e, inspiegabilmente, ad un saggio consiglio di Henry Charles Bukowski emerso dagli abissi della memoria. Sì, deve essere proprio il grande Hank ad averlo coniato. Ho subito rigettato un accostamento così blasfemo, non voglio credere che il libero convincimento del Giudice possa essere stato influenzato da uno scrittore borderline, impossibile che un Magistrato abbia fatto proprio “mai prendere a calci gli stronzi nelle giornate torride”.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com

Pubblicato su “Il Segno” nr. 13 del 1-31 luglio 2014 pag. 2 – ttp://ilsegnoroccadipapa.blogspot.it – con il titolo “La giustizia influenzata da Bukowski mentre il Paese parla dell’assoluzione”.

Immagine in evidenza ricavata dal web.

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