Archivi categoria: Politica articolo

PREFISSO TELEFONICO

PREFISSO TELEFONICO

Avete notato che nei TG nazionali intervistano sempre Casini Pierferdinando? L’unica spiegazione che posso darmi è che “pesando” politicamente come un prefisso telefonico non abbia un cazzo da fare.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

Immagine in evidenza ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA

NO!

NO!
NON SI TRATTA DI RENZI, GRILLO, BOSCHI, SALVINI, ALFANO PIUTTOSTO CHE BERLUSCONI, VERDINI, MELONI O CHI ALTRI, IL PROBLEMA È DI “COSCIENZA”, SI APRIREBBE UNA BRECCIA NELL’UNICA REALTÀ POSITIVA CHE ABBIAMO, L’ULTIMA RIMASTA, LA COSTITUZIONE CHE SALVAGUARDA TUTTI! DOMANI IN QUESTA FENDITURA CI SI POTRÀ INFILARE CHIUNQUE, PURE UN PAZZO, E FARNE L’USO CHE MEGLIO CREDE.
QUESTO MI SEMBRA FACILE COMPRENDERLO.
NO!

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

Immagini in evidenza ricavate dal web: I Padri Costituenti sottoscrivono il documento, Firme, Costituzione Italiana

RIPRODUZIONE RISERVATA

NESSUNA RESPONSABILITÀ

NESSUNA RESPONSABILITÀ

Avendo Renzi Matteo rassegnato le dimissioni mi pare che stasera (7 dicembre 2016 n.d.a.) abbia dichiarato:
…a questo punto il PD non ha nessuna (alcuna n.d.a.) responsabilità…” riferendosi alle “lungaggini” burocratiche per (non) andare al voto.
Ma… allora… o sono io… o “loro”!
Essendo il PD un partito politico (associazione tra persone accomunate da una medesima finalità) per sovrappeso sedicente “democratico” (sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dall’insieme dei cittadini che ricorrono ad una votazione) non ha l’“incombenza” morale e civile di attivarsi senza sosta affinché il popolo possa esercitare il diritto/dovere di esprimersi? O no?
Nell’inseguire il potere si sono perfino dimenticati il motivo per cui si trovano in Parlamento.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

Immagine in evidenza ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA

DENARO E PARASSITI

DENARO E PARASSITI

Mai visto, tanto meno conosciuta gente più attaccata al denaro come i nostri politici! Ecco che significa aver trasformato quella che dovrebbe essere una “missione”, credere in qualcosa, avere un ideale, in un “mestiere” da mercenari con diritto di saccheggio. Ciò che più mi stupisce, lascia allibito, è che ci siano persone di cui ho rispetto (ancora per poco) che persistono nel credere al ginepraio di panzane e laide giustificazioni che costoro antepongono per impedire al popolo di esprimersi.
Dubito fortemente, tra l’altro, che il PD sia il Partito di maggioranza relativa come “ipotizzano” al fine di “indugiare”, guadagnare tempo che per “loro” sì che è denaro sonante, ingiustificato e immeritato.
Che altro devo scrivere per non sentirmi dire che provo “livore” avverso Renzi and Company? Repulsione mi fanno, certo, ribrezzo!
Non sono degni di un mio sentimento, neppure il più negativo.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

Immagine in evidenza ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA 

ULTIMO TANGO A PALAZZO CHIGI

ULTIMO TANGO A PALAZZO CHIGI
(senza burro…)
Referendum Costituzionale 4 dicembre 2016

…ma non lo sa ballare, troppo nobile questa danza per certi individui, il tango si deve amare, sentire, provare passioni, credere in qualcosa, conoscere i passi, le figure, avere ritmo e controllo allo stesso tempo, essere affiatato con la gente semplice come quella delle borgate, le periferie dalle quali ha avuto origine. No! Decisamente mi riferisco solo al grandioso film di Bernardo Bertolucci (*) processato e la pellicola condannata al “rogo” come fecero il 17 febbraio 1600 con Giordano Bruno. Mi risulta difficile individuare in questo “remake” chi possa aver fatto la parte della stupefacente Maria Schneider… Boschi Maria Elena esclusa, neppure minimamente potrebbe rappresentare la bellissima protagonista dell’originale risalente al 1972. Non riesco proprio ad immaginarla… ma non ha importanza anche se per certe scene un’idea ce l’avrei. È il giorno dopo, “The Day After”, vediamo cosa dicono le grandi “Testate” (oggi non potrei trovare termine più appropriato):

«Visibilmente emozionato durante la conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi intorno a mezzanotte, il premier ha dichiarato quanto all’inizio della campagna elettorale aveva annunciato di fare in caso di vittoria del NO”:
“Domani pomeriggio convocherò il CDM, ringrazierò i miei colleghi e salirò al Quirinale dove consegnerò le dimissioni nelle mani del presidente Mattarella” – ha detto esprimendo gratitudine ai suoi collaboratori affinché le riforme andassero avanti.»
Riforme… Bah! I “professionisti” dell’informazione continuano ad essere cauti (non si sa mai…). Intanto più che “emozionato” penso fosse “incazzato” per due precisi motivi:
Primo non riuscire a condurre tutta la banda a fine legislatura così da acquisire, ciascuno, il diritto al cospicuo “vitalizio” qualora avessero toccato il traguardo dei 4 (quattro) anni e 6 (sei) mesi di “onorato” servizio. Anche se nelle scorse settimane un uccellino mi ha cinguettato all’orecchio che sarebbe cautelativamente passato (alla faccia del “bicameralismo”) un disegno di legge mirato allo stanziamento di una cifra considerevole (miliardi) da distribuire ai parlamentari che fossero costretti ad andare a “lavorare” sul serio.
Secondo, sempre a mio avviso, inattesa gli è giunta contezza di non essere poi così tanto furbo (virtù servile… che l’ingegno non fosse cosa per lui si era capito da subito), non solo ma è finanche riuscito a percepire che la gran parte degli italiani non fossero così imbecilli come immaginava. Durissimi colpi questi… accorgersi d’improvviso di essere, come dire… Nudo?
Infine “…salirò al Quirinale…”. E dove altro dovrebbe se non al Colle? Del resto c’è chi scende e c’è chi sale. Nel suo caso “…chi troppo velocemente in alto sale sovente cade precipitevolissimevolmente (proverbio della nonna- n.d.a.)”
Alcuni sostengono essere “uomo” che almeno sa perdere. Oddio! Ci risiamo… e che altro dovrebbe fare? Ho ascoltato il suo discorso! Forse vivo nell’isola che non c’è ma mi è sembrato infarcito di bugie, frottole, falsità, distorsione della realtà, arroganza, supponenza, ecc. ecc. alla stregua di un Hamburger McDonald’s ultima generazione.‎ Menzognero, alterato, presuntuoso di natura come tutti i meno che mediocri in quanto circondati da “meno meno” che mediocri. Pericolosi coloro che gli hanno dato il “SÌ”. Sempre a mio parere non sono in “buona fede” ma hanno individuato in Renzi il “muro” dei loro meschini “cortiletti”. La restante parte ignoranti (nel senso di non conoscere) e incapaci di pensare (non viviamo in un Paese che è arrivato a sfiorare il 70% di analfabetismo funzionale e di ritorno? A chi giova? Qui prodest? – n.d.a.). Non confondiamo seta e strofinacci come è stato fatto con i morti della Resistenza accomunando Partigiani e Repubblichini. Quelli… i “SÌ” interessati saranno sempre pronti a schiaffeggiare la Costituzione per “cautelarsi”.
Nulla di “non negativo” trovo in questo individuo… neppure l’orgoglio, quindi lasciamo perdere “il saper perdere”.
Quel che più mi stupisce sono i “soccombenti” che si stanno sgolando per annunciare l’Apocalisse ed arrivano ad identificare i sostenitori del “NO” con la destra più becera. Mi scappa di rimarcare che siamo in democrazia ed in questo frangente si sono espressi molti elettori, non solo quelli legati a Partiti o Movimenti ma in campo sono scesi pure coloro che da decenni non votano, hanno ieri avvertito il dovere di impedire che mani indegne potessero toccare la “nostra” Costituzione. Possibile sia così ostico da comprendere? Addirittura tirano fuori non ben definite colpe per “aver fatto cadere un Governo”. Ma il solo responsabile, l’accentratore di tutto non è il Renzi Matteo? È lui che sta salendo al Colle a presentare le dimissioni! O no?
In concreto direi che un anno per arrivare alle agognate elezioni è troppo. Vero che “loro” hanno il piano “b” e “c” ma non vanno oltre all’abc appunto, sono privi di “cultura”, riflessi veloci e lungimiranza… come i “diplodochi”, genere “Diplodocus”, goffi e pesanti, lenti… al contrario dei “velociraptor”, genere “coelurosauride dromaeosauride”, rapidi, agili, snelli.
“Loro” sono nell’angolo. Pressiamoli. Bramato voto il più presto possibile. Il successore? Sarà il popolo a decidere. No “governi tecnici”, da scartare nomi tipo Franceschini, Letta, Padoan dei quali mi è giunta voce. Per quanto riguarda i leader dei partiti schierati dalla parte del “NO” (puntualizzo non si trattava di “coalizione”) molti stanno celiando di ectoplasmi per diffondere panico. Se ci si riferisce a Grillo egli ha più volte dichiarato che mai entrerebbe in politica. Salvini ancora meno (deficitario di molte caratteristiche non ultimo le “physique du rôle”). Il Berlusca, Strasburgo a parte, non è in gioco. Alla Meloni manca il prosciutto crudo…
Stanotte sono stati sepolti coloro che in politica hanno solo “emesso” slogan, contro slogan, satira villana, contro satira incivile, disinformazione, fandonie, compromessi finanche con se stessi. Adesso che il pericolo è passato e certuni hanno perso l’occasione di aggredire la “Costituzione” abbiamo tempo per riflettere ma… non molto.
Amo l’Italia e credo di averla servita, pure in questa circostanza. Oggi si festeggia, l’abbiamo scampata bella, ma domani è un altro giorno… di lotta.
Grazie a tutti, proprio tutti.
Mauro

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

Immagini in evidenza ricavate dal web: A sinistra una scena di “Ultimo tango a Parigi” di Bernardo Bertolucci. A destra Renzi Matteo e Boschi Maria Elena.

RIPRODUZIONE RISERVATA

PERCHÉ IL TITOLO: “BARRA A SINISTRA! TIMONE A DRITTA! INSOMMA TUTTO A DESTRA…”

PERCHÉ IL TITOLO:
“BARRA A SINISTRA! TIMONE A DRITTA! INSOMMA TUTTO A DESTRA…”

L’affondamento del transatlantico britannico Titanic per collisione con un iceberg, precisamente il “RMS Titanic” della classe Olympic, avvenne la notte tra il 14 ed il 15 aprile del 1912 e il conseguente drammatico naufragio nelle prime ore del 15 aprile.
Era il periodo di transizione fra la navigazione a vela, nella quale l’ordine “barra a sinistra” significa timone a destra al fine di virare appunto a destra, similmente “barra a dritta” per deviare a sinistra, e quella meccanica il cui comando “timone a dritta” significa virare a destra viceversa “timone a sinistra”. Sembrerebbe che all’avvistamento dell’iceberg il primo ufficiale William Murdoch avesse impartito “timone tutto a dritta” e “macchine indietro tutta” con l’intento di spostare la poppa a sinistra permettendo l’accostamento della nave a destra così da allontanare dal pericolo la fiancata destra dello scafo e lasciar sfilare la montagna di ghiaccio a dritta del natante. Sembrerebbe che il timoniere Robert Hitchens eseguì in un primo momento la manovra secondo la scuola della vela ossia mise il timone (“barra”) a destra provocando un’evoluzione contraria dopodiché modificò la rotta. Ovviamente la verità “vera” non si saprà mai, forse…
È tutto chiaro? Ne siete certi? Beh! Ho la sgradevole sensazione che la nostra Penisola sia alla deriva, in un mare stracolmo di strani oggetti fluttuanti di qua e di là ma non ghiaccio, hanno colore mutevole che passa dal marrone scuro al nero e paiono informi monoliti ancora più minacciosi, incombenti, oppressivi. Gli indigeni o abitanti sono piuttosto disturbati e confusi, dal “timoniere” all’ultimo cittadino.
Per questo a conclusione della trilogia iniziata con “DESTRA E… MANCA” seguito da “A DESTRA DI NESSUNA SINISTRA” ho deciso di intitolare “BARRA A SINISTRA! TIMONE A DRITTA! INSOMMA TUTTO A DESTRA…” il libro che sto per dare alla stampa. In quest’ultimo ho imbarcato poesie, brani, citazioni, articoli, appunti di viaggio, in definitiva i miei bagagli proprio in previsione di un eventuale e drastico dirottamento.
Avete notato come alla fin fine venga sempre tirato in ballo il “timoniere”? Anche nel “caso Costa Concordia” lo Schettino cercò di scaricare sul marinaio ogni colpa (a parte quella di essersela data a gambe levate).
Mi domando e concludo. È mai possibile che in questo Paese non ci siano persone della statura del Comandante Gregorio De Falco che ingiungano ai nostri politici “Scendete da bordo, cazzo!”. Scusate! Ho dimenticato che costoro vengono resi “inoffensivi” trasferendoli da Livorno a Napoli per collocarli dietro una scrivania… il giorno stesso in cui vengono presentate le motivazioni circa la condanna in appello degli Schettino che, al contrario salgono in cattedra.
E se dicessimo “NO”?

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

Immagine in evidenza ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA

SE SÌ… È D’OBBLIGO VOTARE “NO”

SE SÌ… È D’OBBLIGO VOTARE “NO”
(cercando di sgombrare il campo circa l’equivoco sulla posizione di Renzi Matteo quale Presidente del Consiglio)

Ecco come Jean Paul Sartre, nel 1952, sintetizzava dal punto di vista esistenziale la condizione di squilibrio tra la feroce dittatura di Stalin (non dimentichiamo che costui rese il termine “comunista” una parola impronunciabile) che nel 1940 riuscì finalmente a far assassinare il suo peggior rivale Lev Trockij facendo crollare definitivamente il sogno di Marx ed Engels su un affrancamento dell’umanità dal “bisogno” e il conseguimento del “socialismo reale”:
I comunisti sono colpevoli perché hanno torto nella loro maniera d’aver ragione, e ci rendono colpevoli, perché hanno ragione nella loro maniera d’aver torto”.
La citazione potrebbe non dire alcunché su quanto segue al contrario qualcuno, chissà, magari sarebbe in grado di trovarla attinente. Andiamo al nocciolo della questione e mettiamola così:
“E’ corretto dire che secondo la Costituzione Titolo III articoli 92 e seguenti il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio, ecc. ecc.” Questo è vero.
Se sì…
– Posso affermare che è altrettanto corretto dire che dopo l’ultimo Presidente del Consiglio nominato dal Presidente della Repubblica a seguito di regolari elezioni (Berlusconi, dimissionario dal 2011) i tre successivi (Letta, Monti, Renzi) sono stati scelti dal medesimo Presidente della Repubblica senza disporre di alcuna indicazione di voto?
Qui mi devo soffermare per una’importante precisazione che a prima vista potrebbe sembrare attenuante invece, osservandola al microscopio polarizzato, a me pare un’aggravante non da poco.
È vero che dopo il catastrofico Monti (voluto da chi? La scusa si conosce: “per salvare l’Italia”. Da che cosa?) ci furono le elezioni del 2013 “vinte” dal PD di Bersani per un pelo di acaro avendo il M5S, rivelatasi seconda forza politica nazionale, scompigliato equilibri risalenti al Triassico Medio. Venne comunque conferito al buon Pier Luigi l’incarico di formare il Governo (diciamolo pure, non è un fulmine di guerra, omologato come tanti altri, e la sua campagna elettorale affidata interamente alla tintoria sotto casa per “smacchiare” il giaguaro fu disastrosa, e pure leggermente patetica, come quella della “gioiosa macchina da guerra” di occhettiana memoria). Il filosofo uscito dalla Università di Bologna Alma mater non riuscì a far capire a Beppe Grillo la “critica della ragion pura” di Immanuel Kant quindi dovette ritirarsi con “summo gaudio” di tutti i suoi colleghi di Partito (valli a capire questi). E cosa fa il capo dello Stato? Si inventa Letta (nipote), mica l’ultimo arrivato, uno sveglio al punto che, stranamente, riesce a fare il miracolo (sarà l’ultimo): formare il Governo. In tutto il suo mandato tre sono state le invenzioni di Enrico: “Non sono Babbo natale”, “Non ho la bacchetta magica” e, micidiale, “Mica ci ho scritto ‘Jo Condor’ in fronte”. Un inciso: In Spagna (Repubblica unitaria, Monarchia costituzionale, Sistema parlamentare) nella attuale situazione post recenti elezioni è stato dato tempo ai partiti di trovare un accordo di governo entro il prossimo 2 maggio. Se per tale data non ci sarà un Presidente, saranno convocate nuove elezioni già fissate per il 26 giugno. Perché Napolitano non ha fatto altrettanto? Già dopo Berlusconi, ma pure con il fallimento Bersani, e anche dopo il soporifero Letta (nipote).
Se sì…
– Posso asserire che, essendo la nostra una Repubblica Parlamentare e non Presidenziale, dopo il primo evidente errore di valutazione da parte di Napolitano sulla scelta effettuata (voluto o no?) con Monti, ed il secondo sbaglio con Enrico Letta, alla terza “distrazione” con Renzi Matteo l’Italia è da cinque anni nelle mani delle (dubbie?) decisioni del Capo dello Stato a parte le elezioni del 2013?
Se sì...
– È giusto porsi la domanda del perché, almeno dopo Letta, egli non abbia sciolto le Camere e chiamati i cittadini alle urne?
Se sì…
È esatto dichiarare che in questo lustro il Popolo Italiano non ha più avuto modo di decidere da quale partito o coalizione di maggioranza relativa statuita a seguito di regolari elezioni Napolitano avrebbe dovuto “estrarre” il nome cui assegnare l’incarico di formare il Governo? In questo caso il suffragio del 2013 non ha peso.
Se sì…
È esatto dire che Renzi Matteo è al Governo per decisione del Capo dello Stato (cui gli è consentito farlo) ma non su indicazione della volontà dei cittadini?
Se sì…
E tenendo conto che mai nella storia della Repubblica si è verificata una situazione così palesemente contraria ai princìpi di una Repubblica Parlamentare…
È regolare dire che Renzi Matteo governa legalmente ma non legittimamente? Ossia svolge quell’incarico senza che gli sia stato assegnato dal Popolo sovrano?
Se sì…
Ho finito, grazie. Anzi no, neppure si potrebbe parafrasare Jean Paul Sartre che sarebbe un po’ come dare un colpo al cerchio e uno alla botte per il semplice fatto che abbiamo una legge elettorale dichiarata incostituzionale da tempo per cui “Renzi (e Napolitano) sono colpevoli. Punto.”

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

Immagine in evidenza ricavata dal web – Montaggio eseguito dall’Autore

RIPRODUZIONE RISERVATA

È MORTO Fidel Alejandro Castro Ruz “HASTA LA VICTORIA SIEMPRE”

È MORTO Fidel Alejandro Castro Ruz
“HASTA LA VICTORIA SIEMPRE”
(VENTO IDIOTA “Idiot wind” – SENZA PERDERE LA TENEREZZA)

Non ho mai condiviso la locuzione “I morti sono tutti uguali”, anzi mi ha sempre particolarmente disturbato, infastidito poiché pregna di tutte le ipocrisie dei rimasti vivi i quali si arrogano il diritto di spogliare il defunto della sua personalità, appiattirlo, ovvero superare finanche la natura che già gli fa assumere temporanea posizione orizzontale prima che se lo porti il vento. Per sovrapprezzo annullare quindi ciò che egli è stato e voluto essere. Una canaglia che trapassa vuole rimanere canaglia, così il benpensante, l’illuminato, il moralista… invece gli tocca subire il torto di diventare, nel ricordo, qualcos’altro che lo accomuna, unifica ai nuovi compagni di chi sa quale misterioso viaggio. La nostra unicità perdura anche dopo esser saliti sull’autobus infernale che ci condurrà al mistero ultimo e il ricordo lasciato dipenderà dall’impronta impressa in coloro che si succedono alla fermata aspettando il prossimo mezzo, l’inevitabile sensazione di “mancanza” che assale ciascuno di noi durante l’attesa. Sto scrivendo queste poche righe in quanto ho appena saputo che è morto il sig. Fidel Alejandro Castro Ruz, “Lider Maximo” che andò al potere vincendo una rivoluzione e successivamente da primo ministro sfidò, sconfiggendoli, gli Stati Uniti D’America rapidi a riconoscere il nuovo Governo ma molto celeri nel cercare di ostacolarlo con ogni mezzo quando Alejandro cominciò (a mio avviso giustamente) ad espropriare le proprietà delle principali compagnie statunitensi. Quelli che stanno esultando non sanno molte cose, non solo la storia del grande personaggio ma molto altro ancora, proprio non afferrano l’intimo significato dell’esistenza in ogni sua espressione, persone vuote, involucri organici pieni del nulla di cui inspiegabilmente gioiscono. Ignorano della vita leggendaria di questo “Uomo”, la resistenza contro una carogna di nome Fulgencio Batista, chi e quanti si imbarcarono sullo storico battello che li portò alla vittoria, il “Granma”, vecchio yacht di 19 metri teoricamente progettato per venti persone (fra passeggeri ed equipaggio) ma vi si stiparono 82 intrepidi rivoluzionari tra i quali Fidel stesso e l’amico di sempre Ernesto “Che” Guevara, cosa successe alla “Baia dei porci”, perché in seguito Guevara decise di andare ad aiutare i ribelli in Bolivia… dove trovò la morte… e tanti altri interrogativi ignoti ai “poveri di spirito”. Adotto questa locuzione in quanto lo stesso Papa Francesco, non credo per diplomazia o “dovere”, oggi dice: “Una triste notizia”. Considerato ciò concludo limitandomi a riportare il seguente articolo del 2015 “VENTO IDIOTA (Idiot Wind) – SENZA PERDERE LA TENEREZZA” che gli dedico con l’intento di assimilare il “Lider Maximo” fra alcuni “grandi”. Per chi volesse leggerlo.
R.I.P.
Mauro
VENTO IDIOTA (IDIOT WIND)
SENZA PERDERE LA TENEREZZA

Il Pontefice ha lasciato Cuba esortando il popolo, i governanti, e la Nazione tutta alla “rivoluzione della tenerezza”. Bella persona papa Francesco, da agnostico quale sono è la prima volta che provo emozione di fronte al capo della Chiesa Cattolica, e massimo rispetto: la borsa che si porta appresso un po’ logora, modesta, gonfia, la gestualità dell’uomo semplice, le scarpe nere “comode”, pianta larga e suola robusta, la papalina sempre in equilibrio precario che non sopporta. È una persona che “cade”, non teme di mostrare la sua vulnerabilità. Quando ha incespicato mentre saliva la scaletta dell’aereo mi ha strappato dalla mente la considerazione che in quell’istante non c’era alcun Simone di Cirene a raccogliere la croce, neppure una Veronica a detergergli con un panno di lino il volto sporco di sudore e sangue, che ha dentro di sé, nella sua solitudine. Lo vedo un uomo isolato nella battaglia che conduce per cercare di cambiare l’umanità. Si è alzato da solo, senza aiuto alcuno, con orgoglio, naturalezza e volontà incredibili. Soprattutto mi colpisce il suo sguardo sincero, aperto, con un’ombra di malinconia, sconforto, che ti dilania, penetra i tuoi dubbi, vorresti abbracciarlo, sento che ha necessità di aiuto, avverto che vive la sua fede con profonda convinzione, ma ho l’impressione che allo stesso tempo si renda conto quanto potrebbero essere vani l’impegno e la dedizione che profonde nella missione che gli è stata assegnata.
Il Vicario di Cristo si è poi recato negli USA presentandosi dinanzi al Congresso e successivamente al Palazzo dell’ONU, immagino portando alla Nazione più potente della Terra e a tutti i “governanti” lo stesso messaggio, il richiamo alla rivolta dell’amore.
Tenerezza! Deve essere una parola magica. Ha subito indirizzato il mio pensiero a una delle migliori e più complete biografie su Ernesto Che Guevara, giocatore di rugby, appassionato di scacchi, eccellente poeta, ottimo fotografo, medico competente specializzato in allergologia, appassionato lettore che passava con disinvoltura da Jack London, Jules Verne ed Emilio Salgari ai saggi di Sigmund Freud e Carl Gustav Jung fino ai trattati filosofici di Bertrand Russell, sebbene l’esempio che lo attirasse di più fosse Mohandas Karamchand Gandhi conosciuto come il “Mahatma” ossia “Grande Anima”. Fu anche un provetto motociclista tanto che con la sua Norton, cui venne dato il soprannome di “La Poderosa II”, dopo la laurea viaggiò per tutto il Sudamerica, Bolivia, Ecuador, Panamá, Costa Rica, Nicaragua, Honduras, El Salvador, Guatemala. A proposito della più importante guida spirituale dell’India, che teorizzava e praticava la resistenza all’oppressione tramite la disobbedienza civile di massa fino a regalare l’indipendenza al suo Paese, Ernesto Guevara, dopo aver visto la povertà delle popolazioni che incontrava ed essere stato influenzato dalle letture sulle teorie marxiste, concluse che solo la rivoluzione avrebbe potuto risolvere le disuguaglianze sociali ed economiche dell’America Latina coltivando il sogno di vedere un giorno il Sudamerica come un’unica entità. Per arrivare a ciò riteneva quindi necessaria una strategia di ampio respiro che non poteva certamente identificarsi con la “non violenza”. Nell’itinerante momento della sua vita si fermò per prestare attività di volontariato presso il lebbrosario di San Pablo, in Perù, sulle rive del Rio delle Amazzoni. Quanti sono i legami che ci uniscono tutti! E lavoriamo solo per scioglierli. Basta una semplice parola, un gesto onorevole, per fare collegamenti impensabili, intessere una tela di bei gesti tutti mirati al bene comune, la fratellanza e la solidarietà… e l’amore. Almeno così capita a me. San Francesco! Che nel 1203/4, dopo la sua conversione maturata nel 1154 a seguito dell’esperienza della guerra fra Perugia guelfa e Assisi ghibellina, quest’ultima soccombente dopo la sconfitta nel 1202, e la conseguente prigionia, rimase sconvolto a tal punto da indurlo a un totale ripensamento della sua vita. Da lì iniziò un cammino di mutamento che col tempo lo portò “a vivere nella gioia di poter custodire Gesù Cristo nell’intimità del cuore”. Ciononostante pensò di partecipare alla Crociata, quindi provò a raggiungere a Lecce la corte di Gualtieri III di Brienne, per poi muovere con gli altri cavalieri alla volta di Gerusalemme. Partecipare come cavaliere a questa missione era a quel tempo considerato uno dei massimi onori per i cristiani d’Occidente. Tuttavia, giunto a Spoleto, si ammalò nuovamente ed ebbe un profondo ravvedimento. La malattia potrebbe essere stato un “segno” per far sì che non fossimo privati di questo santo? Il fatto è che Francesco rinunciò al proprio progetto e tornò ad Assisi. Da allora egli non fu più lo stesso uomo. Si ritirava molto spesso in luoghi solitari a pregare ed in lui germogliò un crescente senso di compassione, che gli ispiravano i deboli, i lebbrosi, i reietti, gli ammalati, gli emarginati che si sarebbe trasformato poi in una vera e propria “febbre d’amore” verso il prossimo. In questo senso, e non solo, uno degli uomini più “illuminati” della nostra epoca, Pier Paolo Pasolini, poeta, scrittore e regista, un genio della erudizione mondiale, che mai viene citato dai mass media o dalla TV ed è tenuto pure ai margini della cultura ufficiale, come non fosse esistito, diceva: “Finché l’uomo sfrutterà l’uomo, finché l’umanità sarà divisa in padroni e in servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui”.
Sta di fatto che Francesco, amante di ogni forma di umiltà, si trasferì dopo pochi mesi presso il lebbrosario di Gubbio, intitolato a “san Lazzaro di Betania”, restando con i lebbrosi e servendoli con estrema cura. Dunque il “Che” nel lebbrosario di San Pablo, in Perù, sulle rive del Rio delle Amazzoni, san Francesco 750 anni prima a prestare la stessa opera in Toscana, Pasolini a percorrere negli anni ‘60 le polverose periferie di Roma nell’estenuante ricerca di un perché alle ingiustizie di questo Mondo. Ciascuno spinto dalla necessità di tenerezza.
A volte penso che sia tutto inutile e vengo assalito da una profonda afflizione. Mi domando se quanto viene detto negli incontri fra Capi di stato, dai “politicanti”, sui quotidiani o nei dibattiti televisivi, nelle omelie pronunciate nei funerali dei morti ammazzati per i motivi più abietti, seguiti da applausi al passaggio dei feretri, insomma questa marea di bla, bla, bla in fondo non siano altro che parole al vento, un vento idiota, “Idiot wind” come cantava Bob Dylan negli anni ’70, che lasciano il tempo che trovano. L’ultima strofa di questa poesia/canzone dice “…vento idiota che soffia tra i bottoni dei nostri cappotti, che soffia tra le lettere che abbiamo scritto, vento idiota che soffia tra la polvere sui nostri scaffali, siamo degli idioti, bambino, è un miracolo persino che riusciamo a nutrirci da soli”.
Il resto lo conosciamo tutti, o quasi, ma il punto è rispondere alla domanda che di certo vi state ponendo, cioè per quale motivo mi sono infilato in questo discorso. Perché sono convinto che il Santo Padre conosca la vita e le opere del grande talento italiano che trovò la morte nella notte tra il 1º e il 2 novembre 1975, ucciso in maniera brutale, percosso e travolto dalla sua stessa auto sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia, località del Comune di Roma, “crocifisso” da un balordo, uno dei tanti “ragazzi di vita” che voleva salvare. Credo che apprezzi anche il menestrello del Minnesota, il poeta del country e del rock, mica il Vicario di Cristo è uno che porta calzature di vernice rossa griffate Prada. Neppure ho dubbi che il papa non abbia letto la biografia sul braccio destro e consigliere di Fidel Castro, redatta da “Paco Ignacio Taibo II” e che consiglio pure a voi di dare un’occhiata. L’autore scrive: “Ernesto Che Guevara continuerà a farmi visita nei sogni, rimproverandomi come mai non sono in qualche parte del Mondo a costruire una scuola”. Il titolo del libro? Dimenticavo: “Senza perdere la tenerezza”.

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

L’articolo “VENTO IDIOTA (IDIOT WIND – SENZA PERDERE LA TENEREZZA” è stato pubblicato il 5 luglio 2015 da “Memoria Condivisa” sito www.memoriacondivisa.it e inviato a Papa Francesco il 1° ottobre 2015 da cui ho avuto il piacere di ricevere Suo riscontro

RIPRODUZIONE RISERVATA

UN MALEDETTO IMBROGLIO

UN MALEDETTO IMBROGLIO (1)

TELEGIORNALE (RAI2) DEL 25 novembre 2016:

REFERENDUM: Invito de “L’ECONOMIST” a votare NO. Immediata la replica di PADOAN PIER CARLO: “Serve Governo politico, non tecnico”

RENZI MATTEO: “Siamo un Paese bloccato, ecco perché voglio cambiare”

Ehm! Calma… sangue freddo, non agitiamoci… adesso vorrei, provare, tentare, cercare di chiarire una cosa:
Con “Governo tecnico”, espressione in uso solo nel sistema parlamentare della nostra Nazione (questa la dice lunga…) si definisce un Esecutivo dalla non dichiarata identità politica (Monti Mario docet) istituito in situazioni d’emergenza (quelle create dai politici) quando il sistema dei partiti non riesce ad esprimere una maggioranza (dei soliti noti) pienamente funzionante al fine di affrontare l’emergenza (causata dai danni provocati dai medesimi e predecessori) senza incontrare i veti del Parlamento. Chiaro? Nel riassumere ho ovviamente “azzardato” altrimenti sarebbe improbo uscire da questo inestricabile ginepraio. Aggiungo solo che tale “soluzione” prevede l’insediamento nella “stanza dei bottoni” di persone scientificamente competenti, razionali e rigorose (con i più deboli) del tipo Fornero Elsa (una o più lacrime sul viso), Cancellieri Anna Maria (una telefonata salva la vita, due la rendono piacevole, tre…), Passera Corrado (sopra la Banca la borsa gonfia, sotto la Banca la borsa si affloscia) e Monti Mario (il loden pieno di niente) tanto per citare i più “attivi”.
Ora sintetizziamo al massimo il significato di “Governo politico”: In Italia modo di dire in disuso poiché subordinato alle elezioni (termine sparito addirittura dalla Treccani nonché cancellato dall’Accademia della Crusca) sulla base dell’articolo 1 (uno) della nostra Costituzione (quella che Renzi & Boschi vogliono cambiare) che così recita “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Salvo errori od omissioni mi pare semplice se non fosse che la Penisola sta affondando non solo per terremoti, alluvioni, catastrofi più o meno annunciate ma… si aggiungono una miriade di partiti, coalizioni (per Monti, per Passera, per Bocchino, per…) gruppi (lisci, misti o shakerati) leghe (a vario titolo), indipendenti (si fa per dire), unioni (con sé stessi) e via di questo passo. Ideo… ergo (tradotti dal latino significano perciò, dunque) ritengo non arduo ipotizzare che tra un porcellum e un italicum sia molto alta la probabilità di ritornare nella situazione per cui un “pezzo di… grosso” qualunque possa poi dichiarare: “Serve Governo tecnico, non politico”. O no?

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

(1) “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” romanzo di Carlo Emilio Gadda dal quale nel del 1959 è stato elaborato il film “Un maledetto imbroglio” diretto e interpretato dal regista italiano Pietro Germi.

Immagine in evidenza: A sinistra scena da “Un maledetto imbroglio” diretto e interpretato dal regista italiano Pietro Germi – A destra Parlamento italiano

RIPRODUZIONE RISERVATA

EPPURE È VERO! – Marianna Madia

EPPURE È VERO!
Marianna Madia

Pubblica amministrazione: Consulta boccia il cuore della riforma Madia

La Corte costituzionale giudica illegittimo il meccanismo per cui l’attuazione passa dal semplice parere della Conferenza Stato-Regioni. Nel mirino le norme sulla dirigenza, le partecipate, i servizi pubblici locali e il pubblico impiego. Incontro Madia-sindacati sul contratto il 30 novembre

VALENTINA CONTE “ECONOMIA & FINANZA”, 25 novembre 2016

Più che dalla Madia pare uscita (la riforma n.d.a.) dal baule della bisnonna se non dal dipinto di una pala d’altare del Beato Angelico…
Poveri noi!!!

Mauro Giovanelli – Genova
www.icodicidimauro.com
© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

Immagine in evidenza ricavata dal web

RIPRODUZIONE RISERVATA