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RENZI E IL DINDAROLO (SALVADANAIO in romanesco)

RENZI E IL DINDAROLO (SALVADANAIO in romanesco)

FINITO IL TEMPO IN CUI L’ITALIA ERA IL SALVADANAIO DELL’EUROPA!”… QUESTA L’ULTIMA ESTERNAZIONE DI RENZI MATTEO (telegiornali nazionali dell’8 novembre 2016)
MA…
QUANDO AVRÀ INIZIO L’EPOCA IN CUI I PALAZZI DEL POTERE POLITICO D’ITALIA NON SARANNO PIÙ CENTRI DI RENDITE DI POSIZIONE, PRIVILEGI INSCALFIBILI, GUADAGNI SMISURATI, BENEFICI IMPENSABILI, PREROGATIVE DI CUI SE NE È PERSA MEMORIA, ESENZIONI DA OBBLIGHI E DOVERI PREVISTI FINANCHE DALLA COSTITUZIONE? PER TACER DEL RESTO…

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RITRATTI D’AUTORE 9 – Giuliano Poletti

RITRATTI D’AUTORE – 9
Giuliano Poletti

Con 320 €uro al mese si può vivere dignitosamente!”.
Lo ha affermato il Ministro del Lavoro Poletti, quello che nello stesso periodo (30 giorni) ne guadagna circa 10 mila (€uro) in un Parlamento di assenteisti (c’è chi nell’arco di un anno e mezzo ha lavorato poco più di un giorno, chi una settimana, chi si dedica alla politica per hobby) e transfughi dove un “onorevole” su quattro ha cambiato partito (in gergo “casacca”).
Comunque… dalle dichiarazioni che espelle, ritengo ci siano forti possibilità che costui possa essere sciocco, con la faccia da sciocco, che in parte cerca di coprire facendosi modellare un “taglio” di barba tipico delle persone sciocche (dai barbieri, quelli di Camera e Senato, che arrivano a guadagnare quasi quanto lui).

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UOMINI, MEZZI UOMINI, OMINICCHI, PIGLIANCULO E QUAQUARAQUÀ (1)

UOMINI, MEZZI UOMINI, OMINICCHI, PIGLIANCULO E QUAQUARAQUÀ (1)

Dunque… ricapitoliamo anche se, a forza di perdere tempo a riassumere, va a finire che questo Paese capitolerà. Il capo del Governo:
Trascorsero nove anni arrivando quindi al 2003… il Renzi era un co.co.co. nella Chil Post srl, azienda del su’ babbo Tiziano, successivamente indagato per bancarotta fraudolenta. Non so come andò o andrà a finire, neppure mi interessa. Quello che invece desta curiosità è che l’allora segretario provinciale de “La Margherita” (niente di meno), in quanto parasubordinato, non costava alcunché alla società del genitore. Il giorno 27 del mese di ottobre dello stesso anno, due giorni prima dell’annuncio dato dall’allora presidente nazionale e leader del medesimo partito contraddistinto dal fiore, simbolo di semplicità e purezza, ovvero Rutelli Francesco, che lo indicava quale candidato a Presidente della Provincia, la nostra guida scout si fece assumere a pieno titolo da papà in qualità di dirigente così, da quando eletto, nel giugno 2004, è stata la Provincia a versargli le consone “marchette”, cioè noi cittadini, tra l’altro adeguate allo stipendio da manager.
Da quella data e fino a tutto il 2014, due lustri, il nostro leader ci è costato non meno di 300 mila euro. Scoperto da “Il Fatto” con le mani nel vaso della marmellata, come si usa dire, pare abbia rinunciato a tale beneficio. Ma il “maltolto” l’ha restituito? A consentire una porcata del genere, estesa pure a Sindaci, Assessori regionali, provinciali, comunali e chi più ne ha più ne metta, è il decreto legislativo 267 che all’articolo 86 recita: “…l’Amministrazione Locale (la Provincia n.d.a.) prevede a proprio carico… il versamento degli oneri assistenziali, previdenziali e assicurativi ai rispettivi istituti per… i Presidenti di Provincia…”. Credo sia tuttora in vigore.
Altro che balzo della quaglia ha fatto il giovanotto, questo è un triplo salto mortale, flic flac, verticale sulle spalle, squadra e retta, corpo teso. Et voilà! Nondimeno ha inciampato in qualche valido giornalista che ancora abbiamo.
La famiglia Boschi:
Al termine di due ispezioni avviate nel 2012 e nel 2013, Banca d’Italia multò la “Popolare dell’Etruria e del Lazio” per 2,54 milioni di euro. La maxi sanzione è a carico di 18 tra ex componenti del collegio sindacale e del CDA, tra cui Boschi Pier Luigi nominato vicepresidente della Banca Popolare “Etruria e del Lazio” un mese dopo che la figlia Boschi Maria Elena divenne braccio destro del Presidente del Consiglio quindi ministro delle Riforme, per caso piccola azionista del medesimo Istituto di Credito nonché direttore generale della fondazione Open, la cassaforte che finanzia l’attività politica di Renzi Matteo, ed aveva coperto, tra l’altro, l’esborso di circa 300 mila euro per la recente “Leopolda”. Sempre fortuitamente uno dei direttori generali della “Etruria” è il di lei fratello e la moglie di costui, ovvero la cognata, è manager della… “Etruria”.
Ora, e vi stupirete di quanto sto per dire, non è tanto significativo il fatto che la “Etruria” sembrerebbe una banca della famiglia Boschi, che tale Istituto di Credito ricevesse favori di vario genere dal Governo tra i quali un Decreto salva banca dello stesso ministro Boschi che, con un altro Atto, solleva pure suo padre da ogni responsabilità gestionale, ma…
…ciò che accomuna Renzi Matteo e il sig. Boschi Pier Luigi (e famiglia) è che quest’ultimo dismise le azioni della “Etruria” due giorni prima che fallisse (mettendo sul lastrico i piccoli risparmiatori) mentre a suo tempo due giorni prima che venisse candidato ed eletto Presidente della Provincia, la nostra guida scout si fece assumere a pieno titolo da papà in qualità di dirigente per l’abietto scopo di cui ho già parlato.
Fucksia Serenella ex Movimento Cinque Stelle:
Poiché sempre di vile denaro trattasi e identici sono gli espedienti sordidi di ingannare il popolo per appropriarsene, a questi si aggiunge Fucksia Serenella espulsa il 28 dicembre 2015 dal Movimento 5 Stelle venendogli giustamente contestato di non aver rispettato i regolamenti interni del partito circa la restituzione di parte del suo stipendio (dalla medesima sottoscritti e controfirmati prima di entrarvi). Adesso tale soggetto classe ’66 si ritrova nel “cerchio magico” dei parlamentari che vivono alle nostre spalle passando (Razzi, Scilipoti & C. docere) in qualche altro gruppo di scellerati che siedono nel “Palazzo”. Già un primo segnale del senso morale di questa “signora” si ebbe quando disse “chapeau!” al discorso da “fine recita di una scolaretta delle elementari” o da “Piccola fiammiferaia” che la Boschi Maria Elena pronunciò nell’aula di Montecitorio a discolpa della mozione di sfiducia mossa contro di lei; in sintesi: “Lasciatemi dire quello che ho nel cuore. Amo mio padre, è una persona per bene, sono fiera di lui e fiera di essere la prima nella famiglia Boschi ad essersi laureata”… tanto di cappello aggiungo io in italiano volgare.
Qualora con questo compendio fossi riuscito a focalizzare appieno il “taglio” dello squallido abito mentale che vestono coloro che reggono i fili del nostro futuro sarebbe già un grosso risultato sebbene fermarci qui vorrebbe dire annullarci.
Pensare che ci sono state, e forse esistono ancora nascoste da qualche parte, persone dello stampo del più grande pensatore del ‘900 che risponde al nome di Pier Paolo Pasolini. Fate un confronto, vi scongiuro, con le sue parole:
“Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù…”

(1) Da “Il giorno della civetta” di Leonardo Sciascia

Mauro Giovanelli – Genova
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NO ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

DALL’INIZIO DELL’ANNO 116 FEMMINICIDI IN ITALIA per non parlare di violenze, stupri, umiliazioni, oltraggi…
DEDICATA A TUTTE LE FEMMINE
25 novembre 2016

NO ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

Adesso sto per dire una cosa banale, così scontata da meravigliarmi di scriverla, davvero stupida, di basso livello, quasi fossi uno scolaretto che fa il suo primo tema, ma.. tu maschio, come puoi usare violenza alla forma animale più bella e amabile che ci sia a questo Mondo, appagante, che attira solo carezze, baci, forse qualche piccolo morso come si fa con i neonati, ti dà l’unico motivo per cui esisti, ed esisti in quanto vieni da lei ed in lei vieni, versi il tuo seme dentro quel corpo tornito, morbido, bello, da sfiorare appena per paura di farle male, e lei ti regala la continuità di una tua parte, maschio, che nutre con lo stesso seno da cui attingi piacere, godimento, amore, senso di appartenenza, gioia di esserci… tu maschio conti nulla, non credere alle tante corbellerie che migliaia di anni fa si sono trasmessi i popoli nomadi quando sostavano nei caravanserragli e decidevano intorno al fuoco le leggi da applicare.
Quelli hanno reso soccombente la parte debole, indifesa, dotata di muscoli usi solo ad offrire soavità.
Per questo tu, maschio, puoi cadere nella vigliaccheria, ti credi destinato a chissà che, sei nulla senza lei.
Ritorni fango nel momento stesso in cui solo puoi pensare di far male a quella creatura divina, in qualunque modo si voglia interpretare questa parola.
Sei tu maschio la parte derivata. Non dimenticarlo, è lei l’integrale che risolve l’equazione della vita.

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Immagine in evidenza ricavata dal web – Jean Désiré Gustave Courbet, “Il sonno”

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IL CASO TOMMASA GIOVANNONI OTTAVIANI – La signora Brunetta

IL CASO TOMMASA GIOVANNONI OTTAVIANI
La signora Brunetta

Non so molto di più su quanto appreso stasera da scarni (ti pareva…) notiziari dei telegiornali sebbene in parole povere mi pare aver capito che dietro l’account “Beatrice di Maio” si celava Tommasa Giovannoni Ottaviani, detta “Titti”, moglie dell’onorevole Brunetta Renato. A rivelarlo sarebbe stata lei stessa in un’intervista:
“Lui (Brunetta n.d.a.) non c’entra con questa storia. Non ha mai saputo nulla di quello che facevo. Ho deciso da sola di entrare su Twitter, di usare ovviamente un nickname”.
Il nickname scelto dalla signora Titti è nientepopodimeno che omonimo del cognome portato dal vicepresidente della Camera nonché leader Movimento Cinque Stelle ed è stato cagione di un’interrogazione parlamentare che, se da una parte ha causato ulteriore erezione agli incisivi di Renzi Matteo, dall’altra è riuscito a far sì che i “professionisti” dell’informazione cartacea e Tv, sia sdraiati sulle loro amache che seduti in confortevoli postazioni, potessero scaraventare fango su Beppe Grillo e l’intero apparato.
Infatti da quell’account la moglie del politico scagliava commenti pungenti e sarcastici all’indirizzo di Renzi Matteo, Boschi Maria Elena, Banca Etruria, RAI nonché, colmo dei colmi, sul presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Mercoledì scorso la Ottaviani ha sospeso l’attività affermando di “non essere una militante del Movimento anche se ho fatto amicizia virtuale con molte persone che avevano idee simili”
La signora così conclude:
“L’avevo scelto casualmente (il nickname n.d.a.) e quando nell’aprile 2015 ho aperto il mio account non c’erano tanti Di Maio in giro. Ho usato quel cognome perché mi ricorda una persona cara”.
Quanto prima mi riservo di fornire ulteriori ragguagli ma non posso fare a meno di complimentarmi con Tommasa Giovannoni Ottaviani in Brunetta. Allo stesso tempo mi pare di capire che nella circostanza suo marito non sia stato all’altezza della situazione.

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PRESENTAZIONE DELLA LETTERA APERTA DI UN ERGASTOLANO A EUGENIO SCALFARI

PRESENTAZIONE DELLA LETTERA APERTA DI UN ERGASTOLANO
A
EUGENIO SCALFARI

Auguri di cuore affinché il sogno di Carmelo Musumeci si avveri. Quanto da lui espresso nella lettera inviata ad Eugenio Scalfari è verità al punto da lasciare sgomenti, commossi per come essa viene pacatamente stilata. Vi si avverte quiete “maligna” dell’uomo che, avendo perduto ogni speranza, non traguarda alcun orizzonte e si ammansisce nella rassegnazione senza tuttavia rinunciare al miraggio che il tempo per lui irreale, dilatato, venga riconvertito in minuti, ore e giorni che possano regalargli ancora la gioia di fuggire dalla sua propria ombra per ritornare persona. Credo sia giunto il momento che questo Paese ritrovi le radici della civiltà dalla quale è sorto, si è nutrito, e per arrivare a ciò si liberi in fretta dagli invasori che da quasi cinque lustri stanno bivaccando sulla nostra terra.
Invito l’Associazione “Memoria Condivisa” a tenerci aggiornati sugli sviluppi di questo enorme problema, nel frattempo un caro saluto e un abbraccio a Carmelo Musumeci.
Mauro

Nota: Dopo 25 anni di carcere Carmelo Musumeci ottenne il suo primo permesso, 15 giorni che gli consentirono di trascorrere le festività natalizie 2015 in famiglia. Rinnovo l’appello a “Memoria Condivisa”, nella persona del Presidente Mario Arpaia, affinché come sempre si adoperi per gli “ultimi” in modo che le “eccezioni” non cadano nell’oblio. Il “fine pena mai” credo sia una delle ormai innumerevoli anomalie della nostra società.
Suggerisco alle amiche ed amici che mi seguono di “perdere” cinque minuti e leggere sul sito www.memoriacondivisa.it l’emozionante lettera dell’amico Carmelo Musumeci. Credo ne valga la “pena”.

Mauro Giovanelli – Genova
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La lettera del 16 dicembre 2015 è stata pubblicata il 20 dicembre 2015 da “MEMORIA CONDIVISA” sito www.memoriacondivisa.it

Immagine in evidenza: A sinistra Carmelo Musumeci in permesso al fine di presiedere all’udienza di papa Francesco (aprile 2016) – A sinistra Eugenio Scalfari

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I SOGNI MUOIONO ALL’ALBA (*)

I SOGNI MUOIONO ALL’ALBA (*)
(“American dream”, “The world dream”, “…francamente me ne infischio!”

«Certo che con questo grande Paese a tal punto diviso, quasi come al termine della guerra di secessione, 1865 e decenni a seguire almeno fino al 1918, periodo di sviluppo e industrializzazione che ha messo tutti quieti… devo fare qualcosa, studiare il modo affinché i cittadini si compattino ritrovando lo spirito nazionale, dunque occorre riflettere… e in fretta! Il tempo scorre veloce, al 20 gennaio ci arriveremo come falchi in picchiata altro che aquila… ho avuto tutto dalla vita, ciò che desideravo almeno, denaro e potere, sono giunto al vertice e… se facessi come quella faccia di bronzo? Che si fa chiamare… Ah! Renzi, la guida scout italiana, mi pare anche Matteo… con il “suo” aereo ha pensato di recarsi in visita da Obama, Hyllary… adesso sarebbe capace di far togliere dalla fusoliera l’iscrizione “Repubblica Italiana” per inserirci il proprio nome… spacciandosi per uomo della sinistra riformista ha mantenuto le porcate dei suoi laidi predecessori ed ha fatto passare le più inique leggi a danno delle classi meno abbienti, ciò che non avrebbero potuto fare neppure i fascisti della prima ora… adesso con il referendum costituzionale vorrebbe ridurre la democrazia… amo i miei figli, pure quelli degli altri, i bambini, e… se rovesciassi il tavolo? Passerei alla storia, salirei ancora, diventerei un Dio, il Congresso e la Camera dei rappresentanti li tengo in pugno… c’è un problema, più di uno ma questo… non vorrei che le Grandi Lobby o chi diavolo altri si inventassero qualche attentato in casa nostra così da individuare un nemico che accomuni tutti… qui i servizi segreti non scherzano… i fabbricanti di armi mica si accontentano a riempire di pistole le case degli americani! Quelli devono vendere elicotteri da combattimento, F35, bombe, granate, carri armati, mezzi blindati… e l’esercito? I generali? È un bel casino… le compagnie di assicurazioni? Che soddisfazione fare quello che non è riuscito ai democratici: Sanità pubblica per tutti… mi piacerebbe, anche alla faccia di questi stronzi che mi leccano il culo dopo che ne sono usciti… potrei rischiare la pelle, qui ci sono individui maleducati, però… però… mi eccita l’idea, sono fatto in questa maniera, è nel mio carattere, in fondo l’esistenza cosa mi potrebbe dare di più? Dall’“American dream” al “The world dream”… ecco il grande gesto! L’immortalità. Ho dichiarato che il primo incontro ufficiale l’avrò con Putin, invece potrei… l’industria petrolifera, siderurgica, i mercati, la finanza, inquinamento, America Latina, Brexit, Europa divisa… con quell’esercito di burocrati, inconcludenti, mantenuti… la Cina, Medio Oriente, Israele e chissà quanti particolari mi stanno sfuggendo. Sarebbe proprio una bella partita da giocare… in fondo oltre duemila anni fa un certo Gesù si recò al Tempio per ribaltare le bancarelle dei mercanti e pubblicani, non so se fosse il Cristo ma lo fece, quasi quasi ne parlo con Francesco, vediamo se lui ha la risposta, concreta, immediata, poche parole… ci dormo sopra, sono stanco… dopotutto “domani è un altro giorno»”.

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(*) Film del 1961 diretto da Mario Craveri, Enrico Gras e Indro Montanelli. Tratto da un testo teatrale del 1960 dello stesso Montanelli.

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EASTWOOD CLINT – L’uomo con due espressioni, una a destra e l’altra a dritta.

EASTWOOD CLINT
L’uomo con due espressioni, una a destra e l’altra a dritta.

Eastwood Clint! Adesso comprendo, tutto combacia, la tua ultima dichiarazione “Trump dice anche cose sbagliate ma riesco a capire da dove viene e ciò che vuole…” è assai interessante, devo ammetterlo, inoppugnabile, come probabilmente ti riuscirebbe facile recepire chi sia ed a cosa miri il nostro attuale Presidente del Consiglio Renzi Matteo che, a dirla proprio tutta, quando si esprime è chiarissimo, riesce a mettere parole in sequenza tanto da costruire frasi compiute, soggetto, predicato verbale, complemento oggetto… ma la tua lingua madre è più facile, poca grammatica e sintassi, forse nella nostra Penisola qualche difficoltà in più la incontreresti. Meglio lasciar stare! Abbiamo già Benigni Roberto ed è sufficiente. Piuttosto dimmi: “Cosa vuole Donald Trump? Circa la provenienza basta saper leggere e desumere.” No! Ci ritorneremo sopra, mi risponderai un’altra volta, ti ho già dedicato molto del mio tempo, adesso che ho diverse cose più importanti di cui occuparmi e in passato nel guardare i tuoi film, sia nelle vesti di regista e produttore, sia da interprete, tutto grazie al nostro grande Sergio Leone che sapeva “pensare”, un “uomo” insomma, meno bello di te ma eccellente persona (R.I.P.). A proposito di colui che ha fatto la tua fortuna… famosa è rimasta la risposta che forniva a chiunque gli chiedesse come mai ti aveva scelto, proprio tu, uno sconosciuto frequentatore di sceneggiati: “Mi piace perché è un attore che ha solo due espressioni, una con il cappello e l’altra senza”. Capito caro Eastwood? A me adesso è più chiara questa asserzione, lui “sapeva” da dove venivi, e certamente non aveva necessità di spremersi il cervello per conoscerti a fondo. Era certo che saresti arrivato fin qui, con pochi capelli e… una fortuna alla tua età: lo stesso numero di neuroni. Come avrai fatto a dirigere e interpretare “Gran Torino”… Film di tutto riguardo anche se in certe scene si registrano “cedimenti”. Ah, già! Soggetto e sceneggiatura sono di Nick Schenk e Dave Johannson. Forse questi sono democratici a prescindere.

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Immagine in evidenza ricavata dal web: Clint Eastwood con il presidente Ronald Reagan, e Louis Gossett Jr. nel 1987

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A TUTTO C’È UN LIMITE ? Avevo pensato…

A TUTTO C’È UN LIMITE ?
Avevo pensato…

…secondo voi sarebbe plausibile solo immaginare che gli americani potrebbero dare il loro voto a un miliardario grossolano, xenofobo, volgare, puttaniere e per sovrappeso con parrucchino?
Certo che qualora dovesse accadere sarebbe un caso più unico che raro. Dico che costituirebbe un precedente pericoloso perché potrebbe poi verificarsi (invento) che subito dopo debba essere sostituito da un cervellone di Harvard (il bocconiano Monti) a dimostrare che il vuoto assoluto esiste, e fa danni, allora trovarsi a dover cambiare ancora (cerco sempre di far lavorare l’immaginazione) e capita loro un tizio che ad ogni problema dichiara di “non essere babbo natale”, “non aver la bacchetta magica” e non averci scritto in fronte “Jo Condor” (Letta). Quindi i poveri cittadini USA si troverebbero a tirar fuori in quattro e quattr’otto un nuovo sostituto (Renzi), leale, modesto (continuo a fantasticare) di quelli veloci, sempre a correre, emettere riforme, preparato, pronto ad ogni evenienza, perfino cercare di dar da bere agli argentini, declamandolo nella assemblea di commiato dalla visita ufficiale nel loro Paese, che un pezzo tratto da “Il manuale delle giovani marmotte” fosse un brano del grande Borges… per la precisione Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo.
No! Lo escludo, difficilissimo possa accadere. In che mondo vivremmo se no?
Questo!

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