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RIFLESSI DA UNO SPECCHIO RIGOPIANO

RIFLESSI DA UNO SPECCHIO RIGOPIANO

La tragedia che si è consumata in Abruzzo (29 vittime), l’inevitabile confronto con i terremotati dell’Aquila, Amatrice e altre precedenti regolari catastrofi da movimenti tellurici imprevedibili ma incombenti e certi (forse è ignoto il fatto che l’Italia sia totalmente interessata da due catene montuose che si chiamano Alpi e Appennini e la “zolla” africana preme inesorabilmente verso nord. Per ciò Napoli si trova più a sud di Bari); le sistematiche, annunciate alluvioni metodicamente dimenticate; i crolli dei nostri monumenti abbandonati al degrado; l’elicottero del 118 precipitato a Campo Felice (sei vittime fra cui lo sciatore soccorso); le scontate “passerelle” dei politici che in tali circostanze assumono tutti la medesima espressione affranta; le relative promesse di “ricostruzione” disattese con inusitato impegno; i notiziari, le puntate di “approfondimento”, i collegamenti TV in diretta, gli inviti a “non è il momento di innescare diatribe”, l’informazione arrivata a livelli di servilismo verso “politici” e “politicanti” mai riscontrati neppure nelle dittature, la “cautela” dei giornalisti che riempiono spazi cartacei in “punta” di feltro per non disturbare neanche il collega della scrivania a fianco e quando si esprimono dal video pare stiano confessandosi guardinghi; le inutili quanto intempestive e inappropriate interviste ai “sopravissuti”, le domande ebeti dei cronisti con divieto assoluto di riferire opinioni proprie, le facce sempre sorridenti (avete notato?) degli affittuari i Palazzi del Potere con contratto a tempo indeterminato sono, a mio modesto avviso, una gigantesca, immonda slavina di melma che ormai ha travolto questo Paese.
Quanto accaduto in provincia di Pescara, Comune di Farindola è il fascio di raggi luminosi, paralleli, senza angolazione alcuna, capovolti nella loro direzione, che rimbalzano da uno specchio piano inviandoci le autentiche sembianze della travagliata Penisola. Forse non tutti sanno che l’immagine percepita non è invertita destra/sinistra come ordinariamente creduto. Rimangono infatti inalterate esattamente come nell’assetto generale insediatosi nel nostro Parlamento la cui cortina fumogena di bla, bla, bla fa sembrare una leggera nebbia il “fungo” di lapilli, lussi piroclastici, valanghe di gas surriscaldati, ceneri e detriti che il 10 aprile del 1815 vennero espulsi dal vulcano indonesiano Tambora con una violenza venti volte superiore a quella che distrusse Pompei.
Stabilito quindi il ribaltamento alto/basso e fronte/retro dell’Hotel che oggi ci viene riproposto dalla superficie riflettente, esso appare ancora in piedi ed ulteriormente ampliato rispetto ai precedenti sviluppi più o meno regolari che, dal capanno quale era in origine, l’hanno portato ad essere una struttura ricettiva e ricreativa di alto livello. Come per magia nel “Resort” di lusso vi stazionano Palazzo Montecitorio con i suoi 630 deputati, palazzo Madama con 320 senatori (di cui 5 a vita), Palazzo del Viminale sede della Presidenza del Consiglio, Palazzo della Farnesina sede del Ministero degli Affari Esteri (da notare che quest’ultimo, prevedendo più di 1300 stanze su 9 piani con una facciata lunga 169 metri ed alta 51, da solo copre una superficie di 120 mila metri quadrati e un volume costruito di 720 mila metri cubi per cui, insieme alla Reggia di Caserta, è uno degli edifici più voluminosi presenti in Italia). Dell’intero complesso fanno pure parte il Palazzo delle Finanze, sede attuale del Ministero dell’Economia e Palazzo del Quirinale, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana, uno dei più importanti edifici della capitale alla cui costruzione e decorazione lavorarono insigni maestri dell’arte italiana (anche se tutti gli altri non sono da meno).
Oltre ai “professionisti della politica” i cui stipendi medi annui si aggirano intorto ad €uro/anno 144 mila circa, i più alti in Europa essendo gli austriaci secondi in graduatoria con 106 mila, a seguire gli 86 mila degli olandesi, 84 mila i tedeschi, 82 mila gli inglesi, ecc. in queste strutture trovano ragione di vita, indirizzata al relax ed alla vacanza di lusso più sfrenata, pure uscieri da 11 mila €uro/mese, commessi da 9 mila €uro/mese, barbieri da 10 mila €uro/mese, un numero imprecisato di persone ingaggiate a coadiuvare coloro che sono impegnati a salvare le sorti della Nazione. Moltissimi addetti alla sicurezza, addirittura esorbitanti gli amministrativi, tecnici, dirigenti, segretari, sottosegretari, portavoce, portaborse, assistenti, fattorini, commessi, uscieri, medici, infermieri, addetti alle buvette, baristi, postini, camerieri, autisti, cuochi, elettricisti, giardinieri, idraulici, tappezzieri e via di questo passo fino agli incaricati alla ricarica degli orologi a pendolo. Tutti con contratti e stipendi vertiginosamente “atipici” (verso l’alto) rispetto ai loro omologhi lavoratori italiani.
Senza tenere in alcun conto gli oltre 8.500 Comuni, le 107 Province, 20 Regioni, i rappresentanti al Parlamento Europeo, i sindacati (i cui “reggenti” guadagnano cifre spropositate) ormai ridotti a notai del Potere, le Città Metropolitane, il numero madornale di Enti inutili mai aboliti, e chissà che altro ancora, ciascuno provvisto di Sindaci, vice sindaco, direttori, dirigenti, vari “governatori”, segretari, impiegati, esperti, meno esperti che non compaiono nell’immagine virtuale riflessa dallo specchio della verità.
Qui giunto non mi sembra difficile comprendere quanto questo enorme peso “meccanico” ed “economico” possa incidere sui detriti di varia natura, compresi i depositi accumulatisi nel tempo per valanghe avvenute in epoca recente, ovvero le fondamenta costituite dai modesti laboriosi cittadini “normali”, oggi rappresentanti non solo delle fasce così dette “deboli” ma pure delle “classi” media e medio alta sulle quali si regge la mastodontica, multiforme struttura di cui sopra. Oppressi e “torchiati” senza soluzione di continuità dal sovrastante enorme peso di cui le opere murarie sono un’inezia. Invero il fardello è rappresentato dall’esercito di “persone” dedicate a “fare politica”. Non solo coloro che vi abitano ma pure quelli “occulti”, che “non si vedono”, famigliari, parenti, affini, amici e amici degli amici fra i quali, bontà loro, il tasso di disoccupazione è 0 (zero). E non è che qualcuno di questi abbia trovato lavoro nel corpo dei vigili del fuoco che per 1.200 €uro al mese si infilano in tunnel claustrofobici per salvare una sola vita umana, perfino tre cuccioli di pastore. No! I congiunti della Casta ricoprono tutti incarichi di responsabilità, hanno la carriera spianata per sostituire genitori, zii, nonni e bisnonni. Veri e propri scienziati di cui non potremmo mai fare a meno.
“Nell’ambito del sistema pensionistico rimangono forti iniquità, differenze di trattamento MACROSCOPICHE anche in seno alla stessa generazione sulle quali fin qui non si è intervenuti”. Così ha recentemente dichiarato Tito Boeri, presidente Inps, al convegno “Tutto pensioni” organizzato da “Il Sole 24 ore” a proposito della manovra contenuta nell’ultima legge di bilancio.
Questo galantuomo, che ha sostituito Mastrapasqua (colui che ricopriva 25 “poltrone” contemporaneamente, l’uomo dalle 50 chiappe arrestato l’anno scorso in un parco pubblico per colonizzazione di panchine), già nei primi giorni del suo insediamento denunciò gravi problemi legati ai “vitalizi” che, dopo quattro anni, sei mesi e un giorno di legislatura, percepiscono i nostri parlamentari. Ma non è finita qui poiché per “loro”, gli “onorevoli”, la reversibilità è totale. Tanto per fare un esempio se nella nostra immagine virtuale dell’Hotel di Rigopiano piovesse un ipotetico meteorite (da scongiurare assolutamente per carità), mogli, mariti e congiunti proseguirebbero a succhiare lo Stato per “grazia ricevuta”.
– “Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più furbo del reame?”
“Il futuro, prima o poi, torna” risponde a Renzi Matteo l’immagine riflessa senza rendersi conto che, avendo rivolto la domanda alla parte convessa del suo vecchio cucchiaio da campo sempre lucidato a dovere da scrupoloso boy scout quale lui è, essa viene distorta come il suo pensare.
Fu così che ridiscese in campo con lo spirito guerriero di “Doc” Emmett L. Brown interpretato da Christopher Lloyd nel famoso “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis.
Che genio!

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata: René Magritte

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LA VILTÀ È SEMPRE ALL’OMBRA?

LA VILTÀ È SEMPRE ALL’OMBRA?

Gentiloni telefona a Poletti senior:
“Solidarietà per vili minacce al figlio”
Il sottoscritto si associa alle parole del Primo Ministro che ha sostituito Renzi Matteo, sarebbe davvero il colmo giustificare azioni di tale portata, il metodo usato e la spregevolezza di agire nell’ombra.
Il fatto: Solita lettera anonima contenente gli usuali tre proiettili accompagnati da un supporto, immagino cartaceo, sul quale campeggia la consueta minaccia: “ti ammazziamo, guardati alle spalle”. Destinatario il rampollo del Ministro Poletti.
Ahimè! Questo povero Mondo è sempre più infestato da ignobili persone di tutti i tipi, razza, stirpe, provenienza e collocazione sociale. Occorre rimediare in qualche modo.
Ma come? Beh! Così, tanto per azzardare un’ipotesi tesa a migliorare la situazione, comincerei con il chiedere al signor Manuel (soggetto nonché vittima della scelleratezza perpetrata e direttore del settimanale “Setteserequi-Notizie dalla Romagna”) come si sia espresso nei giorni scorsi in merito ai giovani italiani costretti ad emigrare all’estero e l’abietta sortita del di lui padre. Eccola:
Conosco gente che è andata via e che è bene stia dove è, perché questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi.
In poche parole mi piacerebbe che il signor Manuel circoscrivesse il legittimo disappunto soffermandosi anche alla “causa” che ha prodotto il disgustoso “effetto” a suo danno. Leggere invece dichiarazioni (e giustificazioni) rilasciate a “La Zanzara” su “Radio 24” sottolineando:
“Noi rispettiamo la legge. Il fondo pubblico è uno strumento per garantire la democrazia con più testate sul territorio. Esiste in molti Paesi europei. E danno più soldi che da noi. E’ previsto dalla Costituzione”
…potrebbe solo farmi incazzare (ripeto: potrebbe solo farmi incazzare) visto che il sindaco PD (omissis) del Comune di (omissis) ha esortato i commercianti a non sponsorizzare più la testata (omissis), tiratura oltre 10.000 copie, sulla quale il sottoscritto esternava ogni tanto le proprie idee.
Venire poi a sapere dallo stesso Poletti Miguel che l’organo di informazione (tiratura 5.000 copie) dal medesimo diretto avrebbe usufruito di 500 mila €uro di contributi pubblici ebbene mi reincazzo (ripeto: mi reincazzo) pensando che il sopra citato prezioso mensile (omissis) da lustri stava fornendo un eccellente contributo “…per garantire la democrazia con più testate sul territorio…” e, ATTENZIONE! Senza finanziamenti dello Stato.
Concludendo:
Ministro Gentiloni Paolo! Per quale motivo non ha preteso che il suo collaboratore Poletti Giuliano togliesse immediatamente il disturbo? Secondo lei è giustificale un’azione verbale di tale portata? Il metodo usato? Sprezzante! E la consapevolezza di agire al sole della sua posizione privilegiata? Non le sembra viltà?
Signor Poletti Miguel! Da giornalista cosa ne pensa di papà suo?
Essendo il tragico fenomeno dell’analfabetismo funzionale e di ritorno arrivato a sfiorare in Italia il 70% della popolazione teniamo conto che tale percentuale (matematica e statistica pura) viene spalmata andando ad investire ogni categoria di persone, politici compresi, ed è mia opinione che molti governanti “dovrebbero andare via, sarebbe un bene liberassero le poltrone che occupano, perché questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi.” Dei nostri figli aggiungo!
Mi ero ripromesso di non occuparmi di politica fino alle agognate elezioni. Comunque credo non sia stato inutile questo mio ripensamento, perdere un tre quarti d’ora e dedicarli all’increscioso episodio. Evidente che analfabetismo uguale ignoranza e sottosviluppo, vivai di sconsiderate teste calde quando va bene. Ciò detto abbiamo se non altro stabilito che il “vile” agisce sia nell’ombra dell’anonimato che alla luce solare del Potere. In quest’ultimo caso, opinione strettamente personale, ancora più “VILE”.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web: Poletti Miguel

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QUALORA FOSSI ELETTO PRESIDENTE…

QUALORA FOSSI ELETTO PRESIDENTE…

IN PAROLE POVERE QUALORA FOSSI ELETTO PRESIDENTE NON LO SAREI PER I 950 FRA DEPUTATI E SENATORI PRESENTI IN PARLAMENTO, MOLTI COLPEVOLI DI “INCAPACITÀ” CONGENITA (PER ESSERE GENEROSI), GLI ALTRI IGNAVIA. INVITEREI GLI ORGANI COMPETENTI AFFINCHÉ ENTRO NON OLTRE DUE MESI ELABORINO UNA LEGGE ELETTORALE INTELLIGENTE, QUINDI INDIREI NUOVE VOTAZIONI DANDO INDICAZIONI PRECISE CIRCA LE PRIME SEI RIFORME CHE IL NUOVO ESECUTIVO DOVRÀ PROMULGARE ENTRO I PRIMI FAMOSI 100 GIORNI:
1) CHI NON DOVESSE RAGGIUNGERE IL 10% SCIOGLIMENTO DEL PARTITO E FUORI, A LAVORARE (OBIETTIVO RIDUZIONE NUMERO DI AGGLOMERATI IDEOLOGICI)
2) DIMEZZARE IL NUMERO DI PARLAMENTARI, GLI ECCEDENTI SEGUIRANNO I PRIMI (SEMPRE A LAVORARE)
3) STIPENDIO MASSIMO DEI PARLAMENTARI €uro 5.000/MESE OMNICOMPRENSIVI.
4) PENSIONAMENTO DEI PARLAMENTARI SECONDO LA NORMATIVA VIGENTE PER QUALSIASI LAVORARATORE ITALIANO
5) RIDUZIONE DRASTICA DEL PERSONALE PRESENTE A PALAZZO CHIGI, MADAMA, MONTECITORO, VIMINALE, FARNESINA, QUIRINALE E STIPENDI EQUIPARATI AI LORO OMOLOGHI SUL TERRITORIO NAZIONALE
6) ABOLIZIONE RETROATTIVA DI TUTTI I VITALIZI (DA DISCUTERE LA RESTITUZIONE IN PARTE O MENO DI QUANTO GIÀ PERCEPITO) E VERIFICA SE POTESSERO O MENO ESSERCI I PRESUPPOSTI DI ILLECITO O REATO PER ESSERSI AUTOGRATIFICATI LEGIFERANDO A VANVERA A PROPRIO FAVORE (RISALIRE ALLA FONTE DI TALE IGNOMINIA).
DAL 101mo (CENTOUNESIMO) GIORNO VERE RIFORME PER GIOVANI, SANITÀ, ANZIANI, SCUOLE PUBBLICHE, PENSIONI, ABOLIZIONE LEGGE FORNERO E RESTITUZIONE DEL MALTOLTO, RISTRUTTURAZIONE INPS (SEPARAZIONE FRA CONTRIBUZIONE E ASSISTENZA), RIFORMA DEL LAVORO, RIPRISTINO ARTICOLO 18, CONCENTRAZIONE DELLA “TRIADE” IN UN SOLO SINDACATO LAVORATORI (E VERIFICA DEGLI STIPENDI CHE PERCEPISCONO GLI ATTUALI “CAPOCCIONI”), ecc.

QUALORA FOSSI ELETTO PRESIDENTE… SAREI POPULISTA?

Mauro Giovanelli – Genova
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PICCON DAGGHE CIANIN (dal dialetto genovese: “PICCONE PICCHIA PIÙ PIANO”)

PICCON DAGGHE CIANIN
(dal dialetto genovese: “PICCONE PICCHIA PIÙ PIANO”)

C’ERANO LE CASE DEI MIEI NONNI, ULTIMO PIANO CON ABBAINI CHE, COME PERISCOPI, TRAGUARDAVANO I TETTI DI GENOVA PER FARTI RAGGIUNGERE IL MARE.
QUANDO MAMMA E PAPÀ ANDAVANO A TEATRO O AL CINEMA ERA LÌ CHE CON GIOIA IMMENSA MIA SORELLA ED IO TRASCORREVAMO LA NOTTE E PARTE DEL GIORNO SUCCESSIVO.
ANCHE GENOVA E L’ITALIA INTERA PARTORISCONO IGNOBILI TERRORISTI CHE HANNO DISTRUTTO E TUTT’ORA ANNIENTANO PREZIOSI, IRRIPETIBILI MONUMENTI, INTERI QUARTIERI STORICI, RINNEGANDO STORIA, CULTURA E MEMORIA PER FAR POSTO ALLA LORO IMMENSA IGNORANZA.
I NOMI DEI “GOVERNANTI” DE “LA SUPERBA”, INCISI NEL MARMO, POTRETE LEGGERLI SULLA “COLONNA INFAME” ERETTA DAI GENOVESI NELLA ZONA DI “SARZANO”.

Mauro Giovanelli – Genova
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PICCON DAGGHE CIANIN (in genovese e italiano)

Fra i moin de Piccaprïa che fan stramûo
ghe n’ëa de casa donde son nasciûo
ghe son passòu pe caxo stamattin
ma forse o chêu o guidava o mae cammin
chi l’é de Zena ou sa perché ‘n magon
o m’ha impedïo de dî quest’orassion

Piccon dagghe cianin
mi son nasciûo chi sotta ‘sto camin
son muage che m’han visto co-o röbin
arreguelâme in gïo co-o careghin

Piccon dagghe cianin
sovia ‘sta ciappa rotta a tocchettin
i compiti gh’ho faeto de latin
e gh’ho mangiòu trenette e menestroin

Ma zà ti stae cacciando zû o barcon
ti veddi ghe a Madonna da Paiscion
l’ha faeta o mae baccan trent’anni fa
pe grassia riçevua in mezo a-o mâ

Piccon dagghe cianin
son tutti corpi daeti in scio mae chêu
se propio fâne a meno ti no pêu
piccon dagghe cianin

Creddeime poche votte ho ciento gente
no m’emoscionn-o troppo façilmente
ma quande ho visto cazze a picconae
a stansa dove gh’é nasciuo mae moae
me se affermòu quarcosa propio chi
ho ciento e ho pregòu cosci

Piccon dagghe cianin
son tutti corpi daeti in scio mae chêu
se propio fâne a meno ti no pêu
piccon dagghe cianin

Fermite un pö piccon t’arrobo un mon
un tocco de poexia do cian de Picca….pria
PICCONE PICCHIA PIÙ PIANO

Fra i mattoni di Piccapietra che fan trasloco
ce ne sono della casa dove sono nato,
ci sono passato per caso stamattina
ma forse il cuore guidava il mio cammino.
Chi è di Genova lo sa perché un nodo in gola
mi ha impedito di recitare questa “preghiera”

Piccone batti più piano
Io sono nato qui sotto questo camino
sono muri che mi hanno visto piccolino
andare in giro tirandomi dietro il seggiolino

Piccone batti più piano
Su questo pezzo di pietra rotta a pezzettini
ho fatto i compiti di latino
ed ho mangiato trenette e minestroni

Ma stai già abbattendo il balcone
Guarda: C’è la Madonna della Passione!
L’ha costruita il mio “capo” trent’anni fa
per una grazia ricevuta in mezzo al mare

Piccone batti più piano
sono tutti colpi dati sul mio cuore
se proprio non puoi farne a meno
almeno batti più piano

Credetemi, poche volte, gente, ho pianto,
non mi emoziono tanto facilmente
ma quando ho visto cadere a picconate
la stanza dove era nata mia madre,
mi si è fermato qualcosa proprio qui
ho pianto ed ho pregato così

Piccone, batti più dolcemente,
son tutti colpi dati sul mio cuore,
se proprio non ne puoi fare a meno,
piccone, batti più piano, pianino

Fermati un po’, piccone, ti rubo un mattone,
un pezzo di poesia del piano di Picca…pietra


“Ma se ghe penso…”, “Piccon dagghe cianìn”, “A Seissento”, “A cansun da Cheullia”, “Ave Maria zeneize”, “La partenza da Parigi”, canzone principe del repertorio delle squadre di canto (trallalero), e “Lanterna de Zena”, uno dei più antichi canti tradizionali genovesi, dedicata alla storia di una fioraia del Settecento, annoverano tra i numerosi autori il paroliere Costanzo Carbone e il compositore Attilio Margutti iniziatori della canzone genovese negli anni Venti, e nel dopoguerra Luigi Anselmi paroliere sia di molte canzoni che di molti testi comici per Giuseppe Marzari nonché il maestro Agostino Dodero autore per cantanti e per squadre di canto, spesso con il paroliere Piero Bozzo. Il primo grande interprete degli anni Venti e Trenta è il tenore Mario Cappello. Sono suoi epigoni melodici Emilio Fossati, Carlo Cinelli, Gino Villa, Mario Bertorello, il sestrese Baldìn. Seguono gli interpreti del folk-revival Piero Parodi e Franca Lai, i cantanti di ispirazione goliardica in primis Giuseppe Marzari e il Trio Universal, e poi Franco Paladini, Bunni, i Trilli, sino ai più recenti Bob Quadrelli (vincitore di una Targa Tenco), Binduli, Buio Pesto. La produzione di testi in genovese è abbastanza ampia, ma anche cantanti come Natalino Otto, Bruno Lauzi, Joe Sentieri, Gino Paoli e Fabrizio De André, quest’ultimo l’unico che sia riuscito ad imporre alle classifiche nazionali un intero album in genovese, “Crêuza de mä), conquistando un disco d’oro.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Genova, quartiere Portoria, “La porta d’oro” – Piccapietra

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SIC TRANSIT GLORIA MUNDI (Poletti e altre creature leggendarie…)

SIC TRANSIT GLORIA MUNDI
(Poletti e altre creature leggendarie…)

Per non “disturbare” i più remoti mi rivolgo agli “Onorevoli” Componenti cinque Esecutivi della XVI Legislatura Italiana che hanno attraversato questi sette anni circa (stiamo entrando nell’ottavo). Gli ultimi quattro raccogliendo la “campanella” dai precedenti per nomina del Presidente della Repubblica (*) (escluso quindi il Berlusconi IV). Il punto è che hanno guidato questa splendida Penisola ridotta ad un “sito” reso quasi inguardabile da chi vi è nato, invivibile per coloro che lo amano, repulsivo per i giovani da essi deprivati di cultura, senso morale, speranza, sogni; insopportabile agli anziani ai quali è stato estirpato potere di acquisto, ricordi, serenità, senso di appartenenza… ebbene desidero informarVi che il sottoscritto, al contrario di Voi che di certo officerete riti solenni, cerimonie pubbliche, celebrazioni e pranzi ufficiali, non intende farvi gli auguri di Natale, altresì respinge i Vostri. Due sono i motivi: in primis per una sua propria concezione di quella che ormai è diventata mera e ripetitiva farsa, concentrato di tutte le ipocrisie cosmiche, in secundis (poco usato n.d.a.) perché ritengo di potervi insegnare a muovervi, riflettere, leggere, scrivere, parlare, ponderare, pensare, meditare e finanche tacere.
Non desidero includere il Capo dello Stato verso cui devo mostrare “doverosa” e “obbligatoria” deferenza ma credo non sia disdicevole fargli sapere che i discorsi formali dai quali la “nostra” Nazione viene sommersa (sono in trepida attesa della notte di S. Silvestro) il sottoscritto li farebbe “a braccio” senza neppure prepararli, nessun foglietto leggerei o sbircerei, neppure il “palmare” sottobanco come usa fare Renzi pure credendo, spremendosi in chissà che (?), di declamare in Argentina una poesia del grande Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo. Sarebbero il cuore, l’anima (o qualunque cosa essa sia) la mente a formulare le sincere e appropriate proposizioni, mettermi le giuste, leali e spontanee parole in bocca che si articolerebbero automaticamente in asserzioni ed enunciati nutriti da autentico sentimento, sofferti per la convinzione di traguardare al giusto, senza gesticolare ma osservando bene gli interlocutori, testa alta, occhi piantati sulla platea.
Però al Poletti (quello che già affermò che con 320 o 400 €uro/mese una famiglia potrebbe vivere dignitosamente) desidero ficcargli bene nel cranio che la sua ultima sortita: “Giovani italiani vanno all’estero? Alcuni meglio non averli tra i piedi…” neanche è degna di una carogna. È un di più precisare che il tasso di disoccupazione tra i figli dell’intero esercito di politicanti è 0 (zero) e la maggior parte di essi occupano posti di alto prestigio percependo “idonei” compensi, fra loro essendoci di certo (statistica alla mano) dei “pistola” (termine da lui adottato nella “nobile” esternazione).
Il Poletti non si permetta mai più di proferire alcunché riguardo ai miei figli né a quelli di coloro che condivideranno o meno questo articolo.
Al “talento” del PD che ha elaborato il concetto “Si è scusato (il Poletti n.d.a.), non si deve dimettere…” dico, e concludo, che dovrebbe accomiatarsi pure lui essendo impossibile fargli capire che “persone” di cotanto “ingegno” ce l’hanno dentro il mostro e… non si può estirpare.
Pensare che sono un uomo di tale riserbo… Adesso la parola ai giornalisti “veri”, i professionisti della carta stampata, conduttori TV, direttori di telegiornali, “Ottoemezzisti”, “Mezzoristi” e compagnia cantando.
Mauro Giovanelli – Genova
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© Copyright 2016 Mauro Giovanelli

(*) Immagine in evidenza: In senso orario da sinistra in alto Governo Berlusconi IV (sessantesimo Esecutivo della Repubblica Italiana, primo della XVI legislatura insediatosi il 8 maggio 2008 dopo le ultime elezioni tenutesi nel Paese) a seguire Monti, Letta, Renzi (nominati dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, oggi “Emerito” con una pensione di 880 mila €uro/anno più annessi e connessi) ed infine Esecutivo Gentiloni (nominato dall’attuale Presidente della Repubblica Sergio Mattarella).

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POLETTI Uno sciocco con la faccia da sciocco

POLETTI

Uno sciocco con la faccia da sciocco e il taglio di barba che di solito usano portare gli sciocchi per coprire una minima parte della fisionomia tipica dello sciocco. Anche la pettinatura è quella di uno sciocco. Pure il nodo della cravatta, osservatelo bene. È o non è da… sciocco?
Bravo Gentiloni! A questo individuo, la Boschi e tanti altri hai pensato bene di fare in modo che possano continuare a romperci i coglioni. Forse ignori che il peggior nemico del popolo è uno sciocco arrivato a ricoprire incarichi di responsabilità tali da fargli erroneamente pensare di non essere più sciocco.
Comunque grazie anche agli sciocchi che lo hanno tenuto in considerazione. Del resto come sarebbe possibile che un “grumo” di sciocchi possano o meno individuare altri sciocchi?
Fossero almeno consentiti due sonori ceffoni agli sciocchi che governano, come si usa fare nel “primo intervento” di soccorso in mare, pensate che lui, Renzi, la Boschi, Lorenzin, Madia, ecc. potrebbero… riprendersi?

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web: Primo piano di uno dei tanti sciocchi del “nuovo” governo Gentiloni

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MAURO GIOVANELLI – Opere

MAURO GIOVANELLI

si possono acquistare: • Solo in tutte le librerie Feltrinelli (su ordinazione) • On-line sul sito: www.ilmiolibro.it (consigliabile) • On-line sul sito: www.lafeltrinelli.it

PUBBLICATI DALL’AUTORE:

▪ “Ecco perché Juanita” – codice ISBN (momentaneamente fuori commercio, in fase di rielaborazione per ristampa – riedizione entro marzo 2017)

▪ “Il leggìo a nove posizioni” – codice ISBN 9788892306882

TRACCE NEL DESERTO

▪ “A destra di nessuna sinistra” – codice ISBN 9788891095022
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/117343/a-destra-di-nessuna-sinistra/

▪ “Destra e… manca” – codice ISBN 9788892306271

TRACCE NEL DESERTO

▪ “Barra a manca!Timone a dritta!In breve tutto a destra!”- codice ISBN 9788892319479
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/poesia/301297/barra-a-manca-timone-a-dritta-in-breve-tutto-a-destra/

▪ “Tracce nel deserto” – codice ISBN 9788891038302

TRACCE NEL DESERTO

▪ “Forse è poesia…” – codice ISBN 9788892319806

FORSE È POESIA…


DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE:

“Asso alla quinta”

▪ “Ecco perché Juanita” – Prima edizione 2012
(momentaneamente fuori commercio, in fase di rielaborazione per ristampa – riedizione entro marzo 2017)

Ecco perché… Juanita (spagnolo: Momia Juanita) è il nome di una bella bambina che tra il 1440 ed il 1450 d. C. venne sacrificata dai sacerdoti Inca al Dio Apu Illapu (conosciuto anche come Illapa, Ilyap’a, Katoylla) che era il dispensatore della pioggia e del tuono. Un Dio molto importante e venerato dalla gente dato che la pioggia era fondamentale per la vita. Al Museo Santuarios Andinos dell’Universidad Catòlica Santa Maria in Arequipa (Perù), mentre osservavo la mummia della piccola Juanita, conservata in una teca climatizzata, e ascoltavo la spiegazione asettica che la guida dava del suo dramma, ho finalmente avuto l’ispirazione per il titolo da dare a questo mio “componimento”. Ci stavo lavorando da diverso tempo. Potrebbe essere un buon trattato, una cosa insensata, una tesi, un delirante “intreccio”, anche una favola. Comunque credo che l’idea possa essere interessante. Non è un libro nel senso stretto del termine cioè, tanto per restare nel tema del racconto, la “creazione” nata dalla congettura buttata giù dall’estro di una persona che vuole raccontare una storia. Neppure lo classificherei un saggio anche se gli somiglia. Lo definirei piuttosto un “arabesco” inteso come “mescolanza” dei pensieri di diversi autori che, a mio avviso, hanno affrontato l’unico vero tema dell’umanità le cui ramificazioni si intrecciano con la lotta tra il Bene e il Male, la ricerca del destino dell’uomo quindi il significato della sua presenza in questo immenso spazio, l’enigma del fine ultimo, il rapporto con le Chiese e religioni imperanti, la follia umana. C’erano una volta quattro grandissimi scrittori che…
Mauro Giovanelli – Genova

▪ “Il leggìo a nove posizioni” – codice ISBN 9788892306882

TRACCE NEL DESERTO

Presentazione
Yuzaf non è asceso al cielo come ci viene raccontato. In cerca di una risposta impossibile, almeno quanto lo sarebbe stato il dubbio che lo avrebbe colto durante il supplizio, lamentando l’abbandono del Padre, ha invece continuato a vagare tra le dimensioni del reale e del fantastico. Questa la sua missione, la croce alla quale sembra condannato dalla stessa natura di cui è composto, che gli fa incontrare altri “inverosimili” come lui: Corto, Srinivasa, Ramòn, Judex, dando vita a una ratatouille filosofica in salsa spirituale, insaporita con un melting pot delle migliori spezie antropologiche, raccolte dall’Autore ai crocevia della vicenda umana, nella sua mente, lungo le sconfinate praterie dell’investigazione fantastica…
Bene e Male, Divino e Umano, sono le invisibili sbarre della gabbia di Mānī che imprigionano il pensiero di Yuzaf nella speculazione dell’Oltre, lo costringono a surreali dialoghi con personaggi della storia e della fantasia che cucineranno a fuoco lento le convinzioni del lettore fino a dissolverle con la sola spiegazione alla nostra portata. Le molecole letterarie dell’opera sembrano formate da atomi privi di legami, gli elettroni saltano dall’orbita di un nucleo all’altro, collidono, rilasciano quanti di energia che riempono di tracce luminose l’etere della narrazione: preziose indicazioni che, per il lettore attento e motivato dalla ricerca terrena e spirituale, rappresentano la segnaletica del sentiero che conduce a concepire l’inspiegabile.
La ricostruzione storica e filosofica della religione sotto l’aspetto di “urgenza esistenziale” è accurata, onesta, priva d’intenzionalità alcuna di negare o affermarne l’esattezza, lasciandoci liberi di manovrare il leggìo a nostro piacimento per interpretare i manoscritti che su esso via via si alternano e incrociare lo sguardo del topo al fine di rispondere come possiamo a una domanda priva di senso: “qual è la verità?”
Alessandro Arvigo scrittore – Palermo

Premessa
Questo racconto è la naturale prosecuzione di “Ecco perché Juanita”, un’antologia elaborata nel 2012 decisamente originale nella composizione al punto che non trovavo termini adatti a definirla. Per descriverne la “costruzione” decisi di utilizzare il verbo “comporre” vale a dire “mettere insieme varie parti allo scopo di costituire un tutto organico”1 e “produrre, realizzare un’opera di carattere letterario o artistico in generale”2. Invece conclusi che il termine più adeguato a designarla fosse proprio “libro” intendendosi con tale parola “volume di fogli cuciti tra loro, scritti, stampati o bianchi”3. Desidero ricordare che, con tutto il rispetto, la parola Bibbia significa insieme di generi letterari diversi. Non è casuale che “biblia”, dal greco biblos, la corteccia interna del papiro che cresce sul delta del Nilo, utilizzata per produrre materiale scrittoio, sia un plurale che indica l’insieme di opere scritte e narrate (nella Chiesa greca dell’epoca di Giovanni Crisostomo4 si cominciò ad usare l’espressione “Ta Biblìa”, che significa “I libri”). Infatti il Vecchio e Nuovo Testamento sono insiemi di elaborati vari per origine, genere, compilazione, lingua e datazione, prodotti in un lasso di tempo abbastanza ampio, preceduti da una tradizione orale più o meno lunga e comunque difficile da identificare, racchiusi in un canone stabilito a partire dagli inizi della nostra era. In parole povere la prima grande raccolta, copiatura e forse pure sofisticazione della storia.
Tornando a “Juanita” dico che l’idea della sua realizzazione si insinuò nella mia mente quando decisi di riunire diversi e preziosi frammenti della letteratura (sottotitolo “arabesco letterario”) di circa cinquanta autori e un centinaio di brani e citazioni disponendoli all’interno di una narrazione secondo il mio gusto. Occorreva solo una base di appoggio. Quale migliore “cronologia” potrebbero regalarci altri capolavori che non siano “Il Vangelo secondo Gesù Cristo” del grande Saramago, seguito da “Il Maestro e Margherita” di Bulgakov per agganciarlo a “Il Procuratore della Giudea” di France e concludere con “Il Grande Inquisitore” di Dostoevskij? Nessuno! Un’avventura lunga 1700 anni.
Saramago descrive la vita di Gesù con una autenticità da lasciare senza fiato, ineguagliabili lo stile e la prosa. Nel suo Vangelo neppure viene sfiorata la personalità di Ponzio Pilato in quanto marginale al messaggio che l’autore ci ha compiutamente trasmesso. Per approfondirne la figura siamo quindi costretti ad immergerci nelle strabilianti pagine di Bulgakov dove il procuratore della Giudea viene assalito dal rimorso per una condanna decretata suo malgrado; la collera verso sé stesso lo dilania, realizza di essere entrato nel mito dalla porta sbagliata e la sua propria ignavia (qui ci sarebbe da discutere) lo inchioderà per sempre nella penombra del porticato, dietro la brocca del servitore che versa l’acqua sulle sue mani sudate. Che ne sarà di lui? Allora lo seguiamo nell’epico “Il procuratore della Giudea” di Anatole France dove, vecchio e dolorante, si reca ai Campi Flegrei per curare la gotta che lo tormenta. I tempi del fasto e del potere li ricorda con il fedele e ritrovato Lamia che, riferendosi al Cristo, gli chiede: “Ponzio, ti ricordi di quest’uomo?” ed egli risponde: “Gesù? Gesù il Nazareno? No, non ricordo”5. Non ricordo… perché? Amnesia senile? Inconscia rimozione di una rievocazione ostica? Menzogna? Indulgenza divina? Non lo sapremo e il Gesù de “I fratelli Karamazov” di Dostoevskji6, che chiude il mio saggio, non dice alcunché in proposito. Essendo stato vano il sacrificio estremo, Egli torna in questo mondo per riparare l’errore senonchè, riconosciuto e incarcerato dal Grande Inquisitore, non pronuncia una sillaba durante l’eccitazione verbale dell’aguzzino che a sera si reca nella cella per comunicargli la condanna al rogo. Il confronto tra i due si trasforma in un delirante monologo del prelato. Cosa rappresenta l’unica risposta del Nazareno, il bacio sulle labbra del suo persecutore con cui suggella il loro incontro? Quali potrebbero essere stati i pensieri di Yuzaf nel momento in cui, graziato per tale gesto, si diresse verso nuovi orizzonti? Dove sarà andato? Che panorami gli si apriranno? Come esplorerà l’intrico che custodisce l’oggetto della sua ricerca?
La reinterpretazione delle Scritture? Il leggìo a nove posizioni?
Mauro Giovanelli – Genova

▪ “A destra di nessuna sinistra” – codice ISBN 9788891095022
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/117343/a-destra-di-nessuna-sinistra/

Premessa e presentazione
Non saprei collocare l’inizio di questa specie di diario, di certo è alla fine del 2012 che decisi di raccogliere e conservare i miei articoli, due anni nel corso dei quali abbiamo assistito al passaggio del nefasto governo Monti abbattutosi sulla nostra Penisola come un vento calamitoso. Poi siamo stati invitati, nostro malgrado, alla soporifera veglia dell’esecutivo Letta sulle macerie lasciate dai “bocconiani” fino ad arrivare al colpo di mano del “leale” e ratto Matteo Renzi che ci ha condotto alla fantasticheria pura. La necessità di fissare in immagini scritte un percorso così “virtuoso” è stata pertanto irresistibile. Ammetto di aver nutrito l’illusione di giungere a compimento della mia eterogenea raccolta con un segnale positivo, non ho mai smesso di confidare nella fatidica “svolta”, immaginavo che alla fine il buon senso avrebbe prevalso. Chiedo scusa, errore grossolano e imperdonabile anche perché quando vidi il rottamatore fiorentino sedersi ai piedi del trono, alla destra di Napolitano, la fioca luce del mio miraggio fu assorbita dalla vampata di niente dei suoi discorsi e il vuoto dello sgangherato programma forgiato nella penombra del Nazareno la spensero del tutto.
Da osservatore furente del susseguirsi di figure istituzionali sono pertanto passato ad una sorta di nichilismo che per un po’ mi ha allontanato dalle vicende del Palazzo portandomi a rinvangare il passato con una buona dose, lo ammetto, di auto compiacimento. Ho quindi inserito nell’album vari ricordi, sensazioni, confronti, sogni, spezzoni di vita, qualche poesia a fare da condimento ai ritratti dei nostri governanti e loro adulatori. Tali riflessioni mi hanno aiutato a ritrovare la calma, perciò solo apparentemente potrebbero sembrare estranee al contesto.
Le “larghe intese” sono, a mio avviso, il vuoto pneumatico di una classe dirigente improponibile, persone poco raccomandabili, arroganti, e le onde di fango che flagellano il nostro Paese da almeno quattro lustri mi auguro siano gli ultimi rigurgiti degli stomaci voraci di questa accozzaglia di opportunisti. Se tutto ciò viene tollerato dall’Europa ho ragione di dubitare possa anche esserci un disegno più grande i cui tratteggi mi sfuggono.
Nel leggere i frammenti che propongo spero vi possiate quanto meno rincuorare, è bello avvertire di non essere soli, a tratti di sicuro troverete spunti spassosi perché alla fin fine rimane la satira a farci sentire vivi, partecipi, attenti, consentendoci così di scoprire dove sta il trucco e smascherare gli illusionisti della politica.

▪ “Destra e… manca” – codice ISBN 9788892306271

TRACCE NEL DESERTO

Abbiamo assistito al nefasto passaggio del governo Monti che si è abbattuto come uno sciame di locuste sulla nostra Penisola. Rapido e micidiale. La soporifera veglia dell’esecutivo Letta al capezzale delle macerie lasciate dai “bocconiani” ci ha anestetizzati così da condurci, quasi inconsapevoli, al colpo di mano della leale guida scout Renzi Matteo. Tutto concentrato in quattro anni durante i quali ho scattato diverse istantanee. Avendo utilizzato una macchina fotografica vecchio modello mi ero ritrovato nel 2014 con la pellicola stracolma di sensazioni, spezzoni di vita vissuta, ricordi, confronti, qualche poesia, finanche sogni in senso stretto che avevo inserito in “A destra di nessuna sinistra”. Ho quindi proseguito con un nuovo rullino fissando altri frammenti che ho collocato in questo nuovo volume sempre senza trascurare i ritratti confezionati per le “signore” e i “signori” della politica di casa nostra, soggetti improbabili al punto da sfuggire perfino ad una sana critica, volgari e grottesche caricature dei peggiori difetti degli italiani che indegnamente pretenderebbero di rappresentare.
Ammetto di aver nutrito la speranza di giungere a compimento di questa seconda collezione dandovi notizia del segnale positivo che da lustri attendiamo, la “svolta” che riporti il Paese alla normalità, cosa non riuscita già l’anno scorso. Chiedo scusa, ho di nuovo sbagliato, nessun regalo neppure per l’imminente Natale, sarà per il 2016. Nel frattempo mi auguro che quanto scritto possa almeno contribuire ad addolcirvi più di una serata, confido che a tratti il mio diario riesca pure a divertirvi, di sicuro vi farà sentire meno soli. A me ha tenuto compagnia.

▪ “Barra a manca!Timone a dritta!In breve tutto a destra!”- codice ISBN 9788892319479
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/poesia/301297/barra-a-manca-timone-a-dritta-in-breve-tutto-a-destra/

Premessa e presentazione
Concludo la traversata! Dal Nefasto Esecutivo Monti insediatosi come uno sciame di voraci locuste, la veglia del Governo Letta al capezzale delle macerie “bocconiane”, il subentro per grazia ricevuta della guida scout, giungo con questo volume al tentato colpo di mano del Premier Renzi che oggi, 4 dicembre 2016, con la sconfitta nel referendum si è giocata la poltrona. E’ il caso di dire che la sua alterigia è adesso prona. Tutto in quasi tre orribili anni durante i quali, a corredo dei precedenti “A destra di nessuna sinistra” e “Destra e manca…” ho terminato di raccogliere in quest’ultimo volume sensazioni e nitide immagini dei “bamboccioni” seduti in Parlamento. Con “Barra a manca! Timone a dritta! In breve tutto a destra” chiudo infatti la mia trilogia abbondantemente infarcita di poesie, aforismi e riflessioni così da metabolizzare l’amaro che obtorto collo abbiamo dovuto ingoiare. Grande gioia poter festeggiare la “tenuta” della nostra Costituzione dall’assalto dei barbari.

▪ “Tracce nel deserto” – codice ISBN 9788891038302

TRACCE NEL DESERTO

Premessa e presentazione
Poesie, prosa, Pasolini, commenti, riflessioni, articoli, critica, arte, satira, appunti. Un’amica scrittrice ha recentemente composto i seguenti versi che potranno dire qualcosa di più:

Questa è per te Mauro
Ti vedo, mi vedo./ Troppi fogli sparsi/ in questo minuscolo tavolino,/ pagine sfumate dai giorni della tua vita,/ colori vibranti dal sapore d’oriente,/ pezzi di carta profumati di storia,/ ricamati da poesie,/ impregnati dall’odore/ del sapere./ Sotto il tavolino scorgo le tue gambe accavallate,/ lento è il movimento del piede inguainato dal mocassino./ Tra le mie dita gioca una sigaretta,/ il fumo lento si dilegua verso l’alto,/ amalgamandosi all’aroma forte del caffè./ Come in un riavvolgere ricordi/ vedo l’uomo a me di fronte/ che muta d’aspetto,/ faccio mia la tua vita/ e ti succhio emozioni e sensazioni.
Troppi fogli sparsi/ in questo minuscolo tavolino,/ pagine bianche che devo riempire/ come lunghe vie vuote/ ancora da percorrere,/ fogli sfitti/ scritti da pennini/ intrisi di lacrime trasparenti.
Ora siamo seduti al bar/ a raccontare di vita,/ a parlare di ragnatele e fili invisibili,/ a menzionare
quel che ci manca,/ sia esso sogno o realtà,/ desiderio o nostalgia.
Ed ora raccattiamo i fogli,/ c ‘è poco spazio qui/ e godiamoci noi due, perdiamoci nel fondo degli occhi,/ nel roco della voce,/ mentre il vento bizzoso ci spettina i capelli/ e ci fa tornare a sorridere,/
ci fa tornar bambini.
Donatella Vescovi

▪ “Forse è poesia…” – codice ISBN 9788892319806

FORSE È POESIA…

Presentazione
Prof. (lui ama chiamarmi così e, pur avendone titolo, preferirei più semplicemente Mauro. Fa parte della nostra amicizia – n.d.a.) sei proprio una cara persona, ricca di risorse e di sorprese, come non volerti bene! Il tuo magma intellettuale si auto produce senza pause in gran profusione e così accade che la tua copiosa messe venga giù come un fiume carsico che filtra in ogni dove e che non conosce ostacoli. In questo tuo precipuo tratto ti vedo, se me lo concedi, molto somigliante nell’impeto nel volume nel massivo impatto e nella “follia” al geniale padre di Zarathustra, novello Nietzsche postmoderno, anche alquanto nichilista ed esistenziale, con il quale condividi la gran Virtù di scrivere argomentare e produrre Senso anche “senza pensare” come confessava alla sua rigorosa Coscienza il gran pensatore di Röcken. Ma non sarò di certo io a censurarti nella tua iperattività caro amico mio, perché noi siamo involontari complici nell’aggressione totale ai Saperi ed alla Conoscenza! Siamo troppo simili per non sostenerci a vicenda sino all’ultima strenua parola immagine o pensiero! Anche se il Filosofo asseriva che NESSUNO E’ PERFEZIONE, noi tendiamo sovente a quella, la lambiamo pericolosamente e siamo costantemente molestati dal suo pensiero. Ma non per nutrire scioccamente i nostri rispettivi Ego, giammai potremmo essere vanagloriosi o peggio narcisi, ma solo per rendere più fruibile ed allettante la nostra produzione e per sopravvivere a noi stessi provando a vincere la Caducità dell’Essere, del Vivere e delle Cose tutte attraverso la Ricerca senza tregua della Bellezza, della Verità e della Conoscenza Universale, che da Forma incolore senza consistenza quale oggi noi siamo si traduca in Essenza primigenia di ogni inizio, a dispetto di quel Dio troppo assente nella drammatica Vicenda Umana…
Dario Rossi Speranza

Premessa
Prosa, lirica, brani e… chi se ne frega! Con queste parole non è mia intenzione apparire anticonformista, tanto meno “stravagante” ma le prefazioni, postfazioni, biografie, ecc. incominciano a stancarmi in quanto, alla fin fine, se non sono altri a comporle diventano la parte più pesante del lavoro e si cade facilmente nella ripetitività. Leggete! Non vuole essere un imperativo, piuttosto l’esortazione affinché voi stessi verifichiate il valore di questo volume in cui ritengo siano contenuti poesie, brani, critiche d’arte, commenti di rara bellezza e originalità. Sono certo di ciò, anzi direi unici, coinvolgenti, veri alla faccia della metrica, strofe, assonanze, capoversi, regole che a tutto guardano eccetto il contenuto. Ciò che ho sempre scritto e tutt’ora compongo, di qualsiasi genere, derivazione e argomento, potrebbe definirsi un insieme di poesie riflessioni, tesi, componimenti, favole, articoli, romanzi “ad libitum”. Comunque la necessità di elaborare manoscritti scaturisce da una esigenza che risale all’infanzia e mi risulta difficile spiegarne la ragione. Però tre cause ritengo di individuarle, quanto basta immagino: Esigenza di esprimere ciò che penso, affascinato dalla matematica, fisica, arte, amore sviscerato per letteratura e filosofia, memoria eccellente per ciò che trovo interessante. Strumento i grandi autori, miei fedeli amici che ovunque e da sempre mi accompagnano. Il merito è di sicuro l’educazione ricevuta da mamma, papà, la sorella maggiore. Quindi da “Pinocchio”, “Un capitano di quindici anni” o “Il corsaro nero” piuttosto che “Il barone di Munchausen” e “Il tesoro della Sierra Madre” sono precocemente saltato, usando i punti di appoggio dei Cronin, Vicki Baum e l’indimenticabile “Il villaggio sepolto nell’oblio” di Theodor Kròger, ai Melville, Cervantes, “La saga dei Forsyte” poi ancora “L’amante di lady Chatterley” e tanti altri della famosa superba collana Omnibus Mondadori. Quanto ero attratto dalle illustrazioni delle copertine! Approdare poi, in breve tempo, ai Calvino, Cassola, Moravia, Pratolini, Fenoglio, Pavese e… Pasolini… seguire le tracce di Hemingway e Caldwell per passare ai “maledetti americani” del calibro dei Ginsberg, Burroughs e Kerouac è stato facile perché inevitabile. I dissociati da questi ultimi, o “seconda generazione”, quelli del tipo Bukovski, Henry Miller, John Fante tanto per intenderci, hanno avuto un particolare irresistibile fascino, la mia personalità ne è stata influenzata non poco. Sbarcare sui classici russi, i francesi Camus, Malraux e Sartre, i tedeschi tipo Gunter Grass, il portoghese Fernando Pessoa, i latino-americani della statura di Márquez, Borges, gli ebrei americani alla Philip Roth, i Cormac McCarthy, e… continuo? È stato utile per sfociare infine nella filosofia alla ricerca di risposte impossibili. Per quelli della mia generazione Marcuse è stata una tappa obbligata. Se aggiungo che il 27 febbraio 1945 sono nato a Genova dove risiedo, sposato, due figlie, due splendide nipotine. Che nel mio percorso mi sono stati affidati diversi lavori “importanti” che ho ottimamente concluso con afflizione mentale (a me parevano inutili) e nel frattempo scrivevo, leggevo… Mi sono stati assegnati incarichi e mansioni di responsabilità che non avrei voluto avere, ho viaggiato molto e, a parte una certa predisposizione per “L’apparato umano” femminile (ho adottato il titolo dell’unico libro edito da Jep Gambardella ne “La grande Bellezza”) che non è il caso di approfondire… intanto leggevo, scrivevo, scrivo… Ecco completata la mia biografia.
Mauro Giovanelli

DI PROSSIMA PUBBLICAZIONE:
“Asso alla quinta”

Mauro Giovanelli – Genova
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I SEI GIORNI DEL CONDOR – MA PERA… DOVE ERA?

I SEI GIORNI DEL CONDOR
MA PERA… DOVE ERA?

Tra i nomi alternativi che circolavano c’erano quelli del Ministro per le Infrastrutture Delrio Graziano, del Tesoro Padoan Pier Carlo nonché si ventilava la possibilità di un reincarico a Renzi Matteo il quale ha ribadito non essere disponibile (altissimo, vertiginoso “senso di responsabilità” n.d.a.). In ogni caso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha seduta stante convocato al Palazzo del Quirinale l’onorevole Gentiloni Paolo ex Ministro degli Esteri del fu (ma non proprio n.d.a.) premier. Chiuse le consultazioni alla velocità della luce gli affidò l’incarico di formare il “nuovo” Governo e la sera stessa, sempre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, avvertì l’esigenza di ottemperare alla pura formalità di informare gli italiani (chi sono questi impiccioni o “piccioni” a loro scelta? n.d.a.):
“Ho registrato con attenzione e rispetto le opinioni dei vari partiti… (i movimenti?, Gruppi misti? Associazioni? CL? DEM? Transfughi? Esponenti vari?) nelle prossime ore valuterò quanto emerso dai colloqui e prenderò le iniziative necessarie per la soluzione della crisi… Il nostro Paese (Nostro? Di chi?) ha bisogno in tempi brevi di un governo nella pienezza delle sue funzioni… impegni e scadenze da rispettare… adempimenti di carattere interno, europeo e internazionale… è “emersa” come prioritaria un’esigenza generale di armonizzazione delle due leggi per l’elezione di Camera e Senato (Ma va!) condizione indispensabile (Perché? Prima no?) per andare a elezioni (Quando? Di grazia…). Vorrei ribadire che tra i punti in primo piano c’è anche il sostegno ai cittadini colpiti dal sisma e la ricostruzione dei loro paesi (Prima non c’era?) Mi auguro che il clima politico possa articolarsi e svolgersi in un rapporto dialettico (Per la miseria! Belle parole) ma sereno e costruttivo (Il massimo!)”.

Reazioni:

Il PD “Ci rimettiamo al Presidente” (Che fegato! Grandi…).
NCD e ALFANO ANGELINO avrebbero voluto rilanciare il Renzi bis (Esauditi in toto!) proferendo egli la più geniale delle frasi ad effetto “Il governo non è uno yogurt, non nasce con una scadenza” – aggiungendo – “al pronunciamento della Consulta, il 24 gennaio cominceremo a lavorare (sarebbe l’ora!) sulla modifica della legge elettorale (Acutissimo! Fuuurbooo! Ci vorranno tre lustri buoni…).
BERLUSCONI: “FI non sosterrà un governo di larghe intese (Tradotto: Solo accordi con lui).
Le così dette OPPOSIZIONI (Che non sono un “fronte”) impalate su “Il grande rifiuto” (Esauditi pure loro!).
M5S: “Al voto subito dopo la Consulta!” ha enunciato la delegazione M5S al termine dell’incontro al Colle. “Oggi in Italia abbiamo due leggi elettorali diverse che danno vita a paralisi istituzionale dolosa generata (E non creata…) dalla irresponsabilità della classe politica guidata da Renzi e dal PD. Per questo abbiamo chiesto di garantire il percorso istituzionale più rapido per andare al voto con la legge elettorale che sarà certificata dalla Corte costituzionale. In attesa della Consulta il governo dimissionario deve limitarsi ad esser mero strumento regolamentare del Parlamento. Qualsiasi altra soluzione sarà un tradimento della volontà popolare, va rispettata la volontà dei cittadini e non violata” Direi ipotesi sensata ma chi ascolta, in Italia, il “Movimento” che a mio avviso potrebbe avere oggi la maggioranza relativa con il 40% dei voti?
SI e SEL: “Assolutamente no. Siamo molto chiari e netti. Discontinuità vuol dire discontinuità (Cazzo! Non l’avrei mai pensato!), non è solo Renzi ma anche chi per lui può dare lo stesso di tipo di impronta e continuità… Siamo stati molto chiari, serve un governo per poter permettere che il Parlamento possa liberamente e con il più ampio consenso fare una legge elettorale e subito dopo andare al voto… Abbiamo rappresentato a Mattarella la nostra principale preoccupazione. Dalla fotografia del voto emerge infatti una questione sociale che consegna alla politica l’obbligo morale di ridurre la frattura aperta nella società”. (Come? Che dite? Parlate più forte! Non si sente alcunché…)
DEM (minoranza PD): “Qualora il Pd facesse finta di non vedere la lezione arrivata dal voto si sconnetterà definitivamente dal suo popolo. Oltre ad una legge elettorale capace di superare le storture dell’Italicum, serve una svolta su alcune questioni sociali fondamentali, inclusa una più generale discontinuità nella quotidiana gestione del potere a cui siamo apparsi in questi mesi troppo legati” (Eroismo puro! Dobbiamo ammetterlo, che cervelli! E che Fegato… Legati a che?)
VERDINI DENIS: “Siamo disponibili a ogni formula che Mattarella intende(a) adottare, da un governo Renzi-bis a un esecutivo di altro tipo, l’importante è che il Paese esca dall’impasse (Ma guarda! Altruismo all’ennesima potenza!). “Abbiamo dato a Mattarella la disponibilità, non possiamo né chiedere né avanzare e, nel caso, ne parleremo con il premier incaricato”

MATTARELLA: “Serve Governo con pieni poteri!” (Chiaro? O no? “Così è se vi pare” L.P.)
Il segretario generale del Quirinale: “Gentiloni Paolo ha sciolto la riserva e ha accettato l’incarico di formare il nuovo governo”. Il presidente del Consiglio incaricato è quindi salito al Quirinale per presentare la lista dei ministri del nuovo governo che nascerà sotto la sua guida. Ieri sera alle 20 (lunedì 12 dicembre il “nuovo” Esecutivo ha prestato giuramento e subito dopo la Cerimonia della Campanella. Considerando la conclusione dello scrutinio, spoglio delle schede, avere il dato certo, ufficiale, della bastonata (morale) presa da Renzi, i tempi delle sue dimissioni, l’autenticazione… sono cinque, massimo sei giorni netti. Da Guinness dei primati (Non nel senso dell’ordine di Mammiferi Euteri, per la maggior parte adattati alla vita arboricola, quasi tutti ad attività diurna, viventi per lo più nelle zone calde del globo, plantigradi, pentadattili e unguicolati…).
Ecco la soluzione:

▪ Primo Ministro: GENTILONI PAOLO

MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO:

▪ FINOCCHIARO ANNA – Rapporti col Parlamento (Renziana, Renzista)
▪ MADIA MARIANNA – confermata “Semplificazione e PA” (Ex Renzi, Renziana, Renzista, Renzinomane)
▪ COSTA ENRICO ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie nel Governo Renzi ed ora nel Governo Gentiloni (Ex Renzi, Renziano, Renzista, Renzinomane)
▪ DE VINCENTI CLAUDIO ex Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, sottosegretario uscente alla presidenza del Consiglio ora Ministro “Coesione territoriale e Mezzogiorno” (Ex Renzi, Renziano, Renzista, Renzinomane)
▪ LOTTI LUCA (A volte ritornano!) Fedelissimi di Renzi Matteo era sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione, Comunicazione del Governo, all’Editoria, alla Pianificazione, preparazione e organizzazione degli interventi connessi alle Commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale, Promozione e svolgimento di iniziative per le Celebrazioni del 70° anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione ora ricopre il Dicastero dello Sport con delega all’Editoria e al Cipe (Ex Renzi, Renziano, Renzista, Renzinomane)

MINISTRI CON PORTAFOGLIO:

▪ ALFANO ANGELINO Ministro degli Esteri (Ex Ministro Renzi, Berlusconiano, Montiano, Lettiano, Renziano).
PADOAN PIER CARLO confermato all’Economia (Ex Renzi, Renziano).
▪MINNITI DOMENICO sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio (Governo D’Alema I e II), sottosegretario al Ministero della Difesa (Governo Amato II), Vice Ministro dell’Interno (Governo Prodi II), Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega ai servizi segreti nel Governo Letta dal 17 maggio 2013 al 22 febbraio 2014 e nel Governo Renzi dal 28 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016. Nominato da Gentiloni Ministro dell’interno (dove c’era Alfano).
▪ ORLANDO ANDREA dal 22 febbraio 2014 Ministro della giustizia nel Governo Renzi riconfermato in carica da Gentiloni (Ex Renzi, Renziano).
▪ PINOTTI ROBERTA Ministro della difesa dal 22 febbraio 2014 nel Governo Renzi riconfermata in carica da Gentiloni (Ex Renzi, Renziana, Renzista, Renzinomane).
▪ CALENDA CARLO dal 10 maggio c.a. Ministro dello Sviluppo economico nel Governo Renzi riconfermato da Gentiloni (Renziano).
▪ MARTINA MAURIZIO dal 22 febbraio 2014 Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con delega ad Expo, nel Governo Renzi riconfermato da Gentiloni.
▪ GALLETTI GIAN LUCA dal 22 febbraio 2014 Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare nel Governo Renzi, riconfermato da Gentiloni.
▪ DELRIO GRAZIANO riconfermato alle Infrastrutture (Ex Renzi, Renziano, Renzista, Renziomane)
▪ POLETTI GIULIANO dal 22 febbraio 2014 Ministro del lavoro e delle politiche sociali nel Governo Renzi riconfermato da Gentiloni (Ex Renzi, Renziano)
▪ FEDELI VALERIA sindacalista e politica italiana nominata Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel Governo Gentiloni.
▪ FRANCESCHINI DARIO dal 22 febbraio 2014 Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo nel governo Renzi riconfermato da Gentiloni (Ex Renzi, Renziano, Renzista, Renzidipendente)
▪ LORENZIN BEATRICE dal 28 aprile 2013 Ministro della salute nel Governo Letta, successivamente riconfermata da Renzi ed ora da Gentiloni (Ex Renzi, Lettiana, Renziana, Renzista)

In nuce:

▪ BOSCHI MARIA ELENA promossa sottosegretario alla presidenza del Consiglio (Ex Renzi, Renziana, Renzista, Renzinomane, Renzidipendente o viceversa).

Novità: FEDELI VALERIA (Mi auguro sia una donna molto in gamba!)

Nessuna intenzione di mancare di rispetto al Capo dello Stato nell’esprimere che il suo incedere, la postura, direi eleganza, pacatezza mi ricordano il volo dei condor. Io li ho visti in Perù, nel Canyon del Colca, un abisso profondo oltre tremila metri che sommati agli altri tremila di salita per raggiungere il “picco” fanno seimila, molto di più del Grand Canyon USA, e se non mastichi foglie di coca… Siamo nel cuore del Paese, fra vulcani, antiche tombe inca e, appunto, questa specie appartenente agli avvoltoi, che volano liberi in cieli che grandi così non li avete mai pensati, quando planano passano talmente vicini che hai l’impressione ti sfiorino la testa, avverti un brivido provocato dall’ombra che proiettano, come un’eclissi, posterò immagini di questa stupenda avventura.
Per il resto stamattina ho deciso di farmi tagliare i capelli e, come potete constatare dalle immagini in evidenza del “prima” (a sinistra), e il “dopo” (a destra) poco o nulla è cambiato a parte il sorriso disincantato e spontaneo del mio amico e “coiffeur” di fiducia. Un consiglio: Eccellente Paese il Perù per viverci.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza c. s. d.

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POLITICA ITALIANA, PROPRIETÀ COMMUTATIVA, FUNZIONI TRASCENDENTI, QUARTO GOVERNO NOMINATO

POLITICA ITALIANA, PROPRIETÀ COMMUTATIVA, FUNZIONI TRASCENDENTI, QUARTO GOVERNO NOMINATO

Non c’è alcunché da fare, ogni sforzo è vano, si sono fermati ai fondamentali, in ogni loro azione, pensiero, agire non riescono ad andare oltre quel tanto che gli consenta l’agiata sopravvivenza cui i loro agganci e furbizia, virtù servile, li hanno condotti. Gli altri si fottano! Divieto assoluto di evoluzione. Con l’incarico che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito all’ex Ministro Affari Esteri del defunto (si fa per dire) Esecutivo Renzi per formare il QUARTO Governo senza consultare i cittadini ci viene offerta prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, che per “loro” è impossibile superare la “proprietà commutativa”, uno dei tanti concetti base dell’aritmetica da cui partire per volare alto. “Invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia”. Valida solo per due delle quattro operazioni, ossia addizione e moltiplicazione, è la massima quota.
Figuriamoci le altre proprietà tipo invariantiva, distributiva, associativa e dissociativa fino alle funzioni trascendenti arrivando al superamento del “quinto postulato” di Euclide che nella sua geniale elementarità potrebbe interpretare l’essenza divina. Su codesto assioma poggiano le leggi di un Universo fulgido, delizioso, elegante. Tuttavia il suo artefice non riuscì mai a confermarlo pertanto il genio fu privato della soddisfazione di vederlo assurgere al rango di teorema, cosa fortunatamente impossibile, infatti giace in eterno nel limbo dell’enunciato. Per lui e tutti gli esseri viventi ciò avrebbe rivestito enorme importanza, la chiave di volta sulla quale concentrare il peso del suo mondo perfetto. Ventidue secoli dopo due signori(*), indipendentemente uno dall’altro, ne dimostrarono l’indimostrabilità rafforzando la grandezza del grande matematico greco attivo ad Alessandria (d’Egitto) durante il regno di Tolomeo I (323-283 a.C.) e spalancando la porta a due altre geometrie, l’ellittica e l’iperbolica, e chissà che altro ancora nell’estensione siderale.
Adesso, all’istante, mi accorgo di divagare, come al solito da una constatazione imbocco bizzarri itinerari, tuttavia… sorgono in me, spero pure per voi, infinite domande. Chi comanda in Italia? È sovrano il popolo? SÌ o NO? Se SÌ come agire per far valere tale diritto? Nell’ipotesi si dovesse pervenire alla certezza dell’impossibilità di non poterne usufruire, che fare? Come muoversi affinché si spalanchino altri orizzonti, crocevia, scorciatoie impensate che ci permettano di intravedere nuovi approdi dove DEMOCRAZIA e GIUSTIZIA ci vengano offerte? Perfino in diverse configurazioni?
Avvilito prendo atto di quanto sta succedendo nel mio splendido ma oltraggiato Paese, desidero solo rilassarmi, avverto la necessità di bere un caffè e fare due tiri, perciò mi avvio subito ad accendere un bel fuoco con la pietra focaia.
Alla prossima care amiche e amici, tornate pure alle vostre consuete attività, andate, questa è l’ora del congedo.

Mauro Giovanelli – Genova
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(*) Nikolaj Ivanovič Lobačevskij (in russo: Николай Иванович Лобачевский; 20 novembre 1792 – 12 febbraio 1856 del calendario giuliano; Nižnij Novgorod, 1 dicembre 1792 – Kazan’, 24 febbraio 1856) è stato un matematico e scienziato russo, ben noto per i suoi contributi all’introduzione delle geometrie non euclidee.
János Bolyai (Cluj-Napoca, 15 dicembre 1802 – Târgu Mureș, 27 gennaio 1860) è stato un matematico ungherese, noto per il suo contributo nel campo delle geometrie non euclidee.

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FURBIZIA VIRTÙ SERVILE – Le regole del Potere

FURBIZIA VIRTÙ SERVILE
Le regole del Potere

La “furbizia”, virtù servile, tipica del politico di mestiere, oggi ha raggiunto il massimo livello percentuale nei Palazzi del Potere, anche di imbecillità, al punto che nel senso dell’aforisma di Leonardo Sciascia “…quando fra gli imbecilli ed i furbi si stabilisce un’alleanza fate attenzione, il fascismo è alle porte…” costoro potrebbero non essere pericolosi poiché una volta raggiunto il loro meschino obiettivo si sono dimenticati, hanno perso memoria della funzione che dovrebbero svolgere, quindi svuotati di ogni reazione.
Il vero incubo potrebbe materializzarsi nella marea di analoghi replicanti presenti fra noi, tapini confusi nella popolazione, soddisfatti dei miseri “risultati” conseguiti con la squallida esistenza che conducono. Una polveriera.

MAURO GIOVANELLI – GENOVA
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Immagine in evidenza ricavata dal web gruppo “Cielo Drive” – Scena da “Qualcuno volò sul nido del cuculo” – 1975 – Regia: Milos Forman (Stati Uniti d’America) – La ribellione al Potere

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