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DJ FABO

RIPOSA IN PACE AMICO FABO, SEI ANDATO IN UN MONDO MIGLIORE, QUALUNQUE ESSO SIA.

Cosa dovrei pensare? Mi viene chiesto ogni volta che accedo alla pagina. Rifletto su un lutto che ha colpito il nostro Paese, le coscienze, o qualsivoglia cosa possano essere, i vili politici che ci “governano”, gli “integralisti” a qualunque confessione appartengano, monoteismi o presunti tali in primis, pure i “fedeli”, i pasciuti vescovi della CEI, gli appartenenti ad ogni congregazione che si richiami a ridicole “verità”, ai tanti servi del Potere…
“Fabo è morto alle 11,40 del 27 febbraio 2017, ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo”.
Vergognatevi Italiani! Tutti. Compreso il sottoscritto. Anche i cittadini dello “Stato del Vaticano”, nessuno escluso.
E chiedo anche il suicidio assistito. Cazzo!
“Quod scripsi, scripsi”

Mauro Giovanelli – Genova
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ITALIA… POLITICA PROVERBIALE!

ITALIA…
POLITICA PROVERBIALE!

“Non ci sono più le mezze stagioni”. Vero! Per gli armadi dei cittadini comuni che impiegano e riciclano di continuo gli stessi “capi”, come in Parlamento. L’affermazione “Chi troppo velocemente in alto sale cade sovente precipitevolissimevolmente” (vedi Renzi) oggi non trova più consensi essendo verificato che “[non] è l’abito a fare il monaco” (vedi Renzi). Sono pure scomparsi, o meglio si confondono tra la folla, coloro che “parlano da soli” (vedi Renzi) naufragati nelle caterve di auricolari (e maree di guardie del corpo). Vige sempre “una mano lava l’altra e tutt’e due lavano il viso” (vedi Renzi-Boschi-Etruria) sebbene “chi la fa, l’aspetti” (vedi Renzi-Letta) potrebbe essere invertita in “chi la fa non l’aspetti” (vedi Letta-Renzi).
“Mala tempora currunt”! “Stiamo attraversando epoche buie” e ciò che deriva dai saggi latini è inoppugnabile. Perfino “una rondine [non] fa [più] primavera” è priva di senso, quasi tutte migrano in altri “lidi”. Effettivamente l’aria è diventata irrespirabile, vero è che “quando la merda sale sullo scranno o fa puzza o fa danno” e qui, nei Palazzi del Potere e dei Partiti (vedi Renzi & C.), ce ne sono a strafottere. Neppure possiamo più dire che “il mattino ha l’oro in bocca”, finanche quello ci hanno tolto (vedi Monti-Fornero, Letta-Letta, Renzi-Padoan-Boschi, Gentiloni) i seguaci della massima “Il tempo è denaro” (per i soliti noti, sé medesimi) e, se “gallina vecchia fa buon brodo”… né la Bindi, tantomeno il suo “clone” Serracchiani, potrebbero rendersi utili a qualsivoglia… voglia di ragionare. Bene! “Il primo amore non si scorda mai” (vedi Renzi-Berlusconi) ma non sempre “chi va con lo zoppo impara a zoppicare” (vedi Renzi-Boschi, Boschi-Renzi, Renzi-Boschi…) sebbene in tal senso sia estremamente arduo distinguere insegnanti ed allievi nel guazzabuglio della politica italiana dove risulta assurdo “chi pecora si fa, lupo lo mangia” dato che tutti arraffano mentre gli ovini stanno a guardare. Del resto Poletti sostiene “aiutati che il ciel ti aiuta” nel considerare “pirla” tutti i giovani costretti a trovare lavoro all’estero mentre quel genio di suo figlio dirige un “mensile” con cinquemila copie di tiratura (meno dei “contatti” di molti frequentatori dei “social”) ricevendo il finanziamento pubblico di 500 mila €uro. Quindi nel caso specifico papà è il “ciel” così come ogni appartenente la “casta” nonché eredi, mogli, amanti, affini (vedi… quasi tutti. Anche Fini). Eh… si! Stai attento caro lettore, “non fare di tutta l’erba un fascio” tanto il “fieno che avevi messo in cascina” te l’hanno fatto fuori le Banche, “Etruria” compresa, per cui “chi ben comincia è a metà dell’opera” si ritrova invece al punto di partenza. Neppure in slip succinti del vigile che, così abbigliato, superbe infradito, timbra il cartellino per tornare al dovere coniugale. Dunque? Che fare? Vero è che “Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio” ma… se vengono a mancare i presupposti neppure puoi evitare di negare credito… i quattrini te li prendono alla fonte con accise, IVA, ticket, bolli, tasse, contributi, imposte, sovvenzioni, “una tantum”, “una semper”. Che Paese! “Il buon giorno si vede dal mattino” ti catapulta come una freccia ne “la notte porta consiglio” (non dei Ministri) ma lo fanno per il tuo bene essendo indiscutibile che “chi dorme non piglia pesci”. Meglio quindi stare svegli a pensare come sbarcare il lunario. Anche i bambini sono consci de “la speranza è l’ultima a morire” (vedi Speranza), “tentar non nuoce” (vedi Orlando ed Emiliano) però “chi si accontenta gode” non ha più un “chi”. Nei Palazzi vogliono solo godere, alla grande pure, sono smodati, spudorati, impudenti… l’unico a compiacersi devi essere tu, gli 80 €uro della guida scout mica sono uno scherzo… Napolitano ne prende solo 880 mila, all’anno però, con carrozza privata delle FS, auto e autista, appartamento credo… almeno mi risulta ciò e non è il solo. Chetati dunque! “Con il fieno e con la paglia maturano le nespole”! Almeno questo dovrebbe esserti noto. Il fieno l’hanno tolto dalla tua cascina e la paglia è stata utilizzata per alimentare innumerevoli… “fuochi di paglia” appunto in modo che tu possa godere appieno, in cortile, del “rosso di sera buon tempo si spera”. Credevi fossero egoisti a tal punto? Privarti anche di questo? La tua mogliettina aspetta stravolta in cucina, rassettato ha le stoviglie, siete tranquilli, consci che alcuno disattenderà il motto “fra moglie e marito non mettere il dito”. Infatti costoro sono solo in attesa della serena dipartita di uno dei due per una “reversibile” dimezzata, o quasi, tenendo conto del “doppio” reddito che si ritrova il superstite su cui precipitano tasse a pioggia. Poi… doveste suicidarvi dalla disperazione… di certo il commento affranto di un “loro” rappresentante non vi sarà negato. Anche i direttori dei TG nazionali, di striscio, fra un taciuto bombardamento a Mosul e l’approfondimento dell’ennesima “seduta” del Congresso PD, un due parole di cordoglio ve le dedicherebbero. Intanto a Boeri, presidente dell’INPS, quello che “chi troppo vuole nulla stringe”, solo per il fatto di aver denunciato la crisi dell’Istituto per gli aberranti, stratosferici, innumerevoli ed eterni vitalizi dei politici… non resta che strofinarsi le mani… “meglio di niente”. “Piove Governo ladro”. E nevica sui terremotati che avrebbero dovuto essere “sistemati” entro un mese, anche quelli dei decenni scorsi. Dove viviamo? “Le bugie hanno le gambe corte”. O no? Mi pare che Renzi, al di là del suo essere brutto… ma brutto brutto, abbia una discreta taglia. Da quando è passato dalla bicicletta all’aereo di Stato è anche imbolsito e “stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che ho detto la mia” si riferisce alla “stretta finanziaria”, ulteriore “tirare la cinghia” per le fasce deboli mentre “via” è il suo “girovita”, sempre del Matteo parlo, alle soglie di un 54/56. No! È dotato di arti inferiori atti alla corsa nel caso subodorassero quanto sia untuoso. Al suo confronto un’anguilla spalmata di grasso è cartavetro per cui, caro lettore, non recitare il rosario masticando fra i denti, pregando, anelando “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”. Attento a lui! “Nelle botti piccole c’è il vino buono” è una panzana. Guarda Brunetta! A questo punto:
“Si salvi chi può”

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Collezione privata dell’Autore

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SiO2 – Biossido di Silicio

SiO2
Biossido di Silicio

Fra quanto raccolto in giro per il mondo, adesso sparso fra sinapsi, neuroni e ovunque nel mio studio, su una delle scrivanie tengo ampolle di sabbia raccolta nei deserti attraversati. Due in particolare mi fanno riflettere molto. La breve pausa, tra una sigaretta e la scelta del vocabolo appropriato allo stato d’animo del momento, viene colmata dall’attenta considerazione di questi mondi. Senza dubbio sono rimasto bambino perché ritorno nel profondo Sahara, l’Akakus, la memoria viene risucchiata dagli anfratti in cui si ascoltano graffiti di civiltà lontane. Per il nostro tempo.
Nel dare notizia che a 39 a.l. (anni luce) di distanza la NASA abbia individuato un “sistema solare” simile al nostro, quindi probabilmente con forme di vita sul Pianeta che, per caratteristiche intrinseche ed estrinseche dovrebbe essere gemello del nostro, la cronista ha sottolineato con enfasi l’eccezionale avvenimento aggiungendo che siamo arrivati in un’altra galassia. Niente di più sbagliato cara signora anzi sono stupito e incredulo dell’intervallo di “spazio” così corto in termini astronomici, direi dietro l’angolo. La galassia in cui ci troviamo, denominata Via Lattea, è del tipo a spirale barrata, fa parte della Costellazione Sagittario, la sua estensione massima è 100 mila a.l. (anni luce) ossia per attraversarla alla velocità dell’onda elettromagnetica, ovvero 299.792.458 m/s che, tradotto ed arrotondato, trattasi di 300 mila Km al secondo, si impiegherebbero 100 mila anni. Perfino lei adesso capirà, cara signora, come tale sistema solare non solo si trovi nella stessa galassia che abitiamo, ma ci è accanto. Per meglio raffigurare la cosa ed al fine di illustrare il palcoscenico in cui ci agitiamo inizio col dire che lei ed io, persone, siamo meno di un solo granello di sabbia rispetto al Sahara. Prendendo a riferimento proprio quest’area desertica, anche il nostro pianeta, la Terra, è meno di un granello di sabbia e, le sembrerà strano, pure il sistema solare in cui ruotiamo, compreso quello di cui stiamo parlando, insieme sono più piccoli di un granello di sabbia nel Sahara. L’Akakus, che ne fa parte, mica si è accorto dell’ampolla di granelli che gli ho sottratto e contarli, sempre quelli che ho di fronte in questo istante ovviamente, già sarebbe impresa ardua, mi creda. Forse impossibile. Rifletta sul fatto, cara signora, che finanche la Galassia a spirale barrata chiamata Via Lattea è meno di un granello di SiO2, biossido di silicio signora, sta alla base della materia inorganica come il carbonio di quella organica, vivente, cioè noi cara signora, lei ed io, il gatto che sta osservandoci con compassione, la pianta che tiene in terrazzo. Così potremmo procedere all’infinito. “Ma… allora?” sono certo stia obiettando. Sì cara signora, siamo nulla, meno di nulla. Ci sono… il nostro pensare, agire, emozionarsi, amare e soffrire che mi portano a… meditare.
Adesso, d’impulso mi domando di che avranno parlato i vescovi della CEI radunatisi poiché scandalizzati che il “Gemelli” di Roma abbia assunto, come giusto e conformemente alla legge, due ginecologi “non” obiettori di coscienza. Chi gli permette di interferire nelle questioni del nostro Paese, Stato laico, multietnico e indipendente? A costoro interessano solo i feti italiani? Romani in particolare? Sapranno che secondo una delle versioni della mitologia greca Zeus (Giove) scelse di generare con la saggia Alcmena (umana) un figlio tanto forte da impedire lo sterminio di uomini e Déi? Dopo la nascita il concepito, Eracle (Ercole), fu abbandonato dalla madre che temeva l’ira di Era (Giunone), legittima moglie del Dio ma Atena (Minerva), su ordine dello stesso Zeus, condusse Era fuori dalle mura di Tebe, dove il bambino fu abbandonato. Era vide il piccolo essere indifeso, piangente, gli si avvicinò, porse il seno per allattarlo e il bambino succhiò così forte il latte da spargerlo ovunque anche per il dolore al capezzolo che la Dea avvertì sottraendosi alla presa e sprizzandone altro. Da allora Eracle divenne immortale e nel cielo fu visibile la Via Lattea.
Stiamo andando fuori tema cara signora ed al sottoscritto capita spesso. Mi perdoni! Concludo. In ultimo… nelle strutture pubbliche non dovrebbe comparire alcun simbolo religioso, di qualsivoglia confessione. Abolirei pure l’ora di religione trasformandola in materia d’esame vera e propria. Visto il guazzabuglio in cui ci troviamo (più di 8 mila confessioni esistenti) forse diverrebbe l’argomento principe: “Teologia e storia delle religioni” (docente assolutamente laico).
Chi dovesse avvertire la necessità di pregare in un Tempio vada in Chiesa, o nelle Sinagoghe, moschee e quant’altro. Cazzo!

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Particolare dello studio dell’Autore. Sabbia del Sahara, Akakus in ampolle – Vecchio cucchiaio con iscrizioni arabe rinvenuto nel deserto – Leggìo di Khiva (Uzbekistan)

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TURPILOQUIO MAI! (la presente è da ritenersi “prima stesura”)

TURPILOQUIO MAI!
(la presente è da ritenersi “prima stesura”)

Perché “veda” sig. Presidente, a chi scrive e pensa non risulta così drammatico passare, senza accorgersene, dalla “classe” medio alta alla borghesia, povertà, indigenza fino allo stato di “barbone”, meglio “clochard”, in particolare non avendo mai dato importanza al denaro essendoselo “sputtanato”, perdoni il termine, in viaggi, gioco d’azzardo, donne (solo per amore e passione), auto, abiti firmati, ecc. Al contrario la nuova dimensione lo arricchisce. Ad esempio personalmente non sapevo che rifare un paio di tacchi alle scarpe costasse sette €uro, dal calzolaio marocchino che, pur avendo una buona clientela, qualche mese fa preferì ritornare al proprio Paese. Mai sarei arrivato a constatare, questo vale per tutti, che le calzature si consumano più velocemente da una parte. Nel mio caso la destra, forse per le simpatie di sinistra. Eh… sì! Sig. Presidente siamo bipedi, pure lei qualora non ci avesse riflettuto, quindi procediamo, deambuliamo fra un “disequilibrio” e l’altro, nel camminare mai siamo “assestati”. Perfettamente sistemati, “assettati” siete voi, mi consenta sig. Presidente, ben radicati sulle vostre quadrupede poltrone, Luigi XV, barocche a quanto mi è dato vedere, intarsiate e dipinte a “foglia d’oro”. Credo siano pure un po’ nostre, quantomeno paghiamo manutenzione e restauro. Poi “veda” sig. Presidente, al degrado sociale si associano inevitabilmente arretramento nell’eloquio, lo scrivere, tanto è vero che sono indeciso se inviarle questa mia oppure farla correggere da uno qualunque appartenente alla pletora di scribacchini al vostro servizio. Che so! De “La Repubblica”, “Corriere della Sera” ed altre grandi “testate”, quelli che parlano degli Istituti di Credito fatti fallire da “manager” ladri e incompetenti di cui mai fanno cenno se non per soprassedere. A denti stretti menzionano i nomi delle Banche meno la “Etruria” sig. Presidente, quella del Boschi Vicepresidente, il padre di Maria Elena, dove il di lei fratello era o è direttore generale e la cognata qualcos’altro. La “faccia da schiaffi” appena citata… mi scusi sig. Presidente, oltre “i diti” mi si attorcigliano pure lingua e terminazioni nervose. Stavo dicendo che questa Maria Elena era ministro di non so che del “fallito” governo scout Renzi, ora promossa alla vicepresidenza dell’Esecutivo Gentiloni o “Renziloni”. Sia indulgente sig. Presidente, mi è scappata. “Veda” che significa passare dalle stelle alle stalle? Non si prendono più le cose sul serio, sorta di autodifesa, filosofia e matematica sostengono chi ne conosce “limiti” e “sconfinamento” ed in questo caso chi non ce l’ha se la può dare, aveva torto il Manzoni. Per abituarmi passo ore a parlare con i miei nuovi amici, tanti, dormono all’addiaccio in scatole di cartone, proprio sotto casa mia, quartiere residenziale. Quanto sto imparando! “Che vergogna!” Dicono con la bocca a “culo di gallina” le “signore” impellicciate.. Ancora chiedo venia sig. Presidente, penso ignori tale termine usato ed abusato in quello che sta diventando il mio habitat. Comunque avrei voluto dire “strette”, per mostrare indignazione, proprio come il “culo della gallina”. Quando non fa l’uovo naturalmente. Ho potuto nottetempo ammirarlo nell’inseguirne una insieme allo “storpio” e “mianda” (mutande in genovese), simpatici e colti compagni di sventura. Loro mi chiamano “intruso” ma accettano di buon grado la mia presenza inoltre qualche spicciolo da dividere, almeno per le sigarette, posso ancora permettermelo.
Però arrivo al dunque sig. Presidente. Già sono in pochi a leggermi, immagini se mi dilungo… Sig. Presidente desidero domandarle una cosa semplice, semplice: “Non vi vergognate? Un tantino?” Vede che ho scritto “tantino”, come “minutino”, “attimino”, così si usa da noi, sottoproletari perché neppure in grado di “proletariare”… ehm “riprodurci”… No! Chiedo remissione per l’insulsaggine: “figliare”. Mica da impotenza, sia ben chiaro, è che abbiamo una morale NOI, che a VOI non serve. Non teniamo “pecunia” per mantenerli. “Homo sine pecunia imago mortis”. Un uomo senza soldi è immagine della morte sig. Presidente. Concludo sig. Presidente, tanto per completare al fine di avere una Sua graditissima risposta:
“Provate o no un minimo di imbarazzo? Voi politici intendo”. Ci state comprimendo come lamierino sotto una pressa idraulica. Palazzo Montecitorio con i suoi 630 deputati, palazzo Madama 320 senatori (di cui 5 a vita), Palazzo del Viminale sede della Presidenza del Consiglio, Palazzo della Farnesina sede del Ministero degli Affari Esteri. Dell’intero complesso fanno pure parte il Palazzo delle Finanze, sede attuale del Ministero dell’Economia e Palazzo del Quirinale, sua residenza ufficiale sig. Presidente, uno dei più importanti edifici della capitale alla cui costruzione e decorazione lavorarono insigni maestri dell’arte italiana (anche se tutti gli altri non sono da meno). Oltre ai “professionisti della politica” i cui stipendi medi annui si aggirano intorto ad €uro/anno 144 mila circa, i più alti in Europa, forse del Mondo, in queste strutture trovano ragione di vita pure uscieri da 11 mila €uro/mese, commessi da 9 mila €uro/mese, barbieri da 10 mila €uro/mese, un numero imprecisato di persone ingaggiate a coadiuvare coloro che sono impegnati a salvare le sorti della Nazione. Moltissimi addetti alla sicurezza, addirittura esorbitanti gli amministrativi, tecnici, dirigenti, segretari, sottosegretari, portavoce, portaborse, assistenti, fattorini, commessi, uscieri, medici, infermieri, addetti alle buvette, baristi, postini, camerieri, autisti, cuochi, elettricisti, giardinieri, idraulici, tappezzieri e via di questo passo fino agli incaricati alla ricarica degli orologi a pendolo. Tutti con contratti e stipendi vertiginosamente “atipici” (verso l’alto) rispetto ai loro omologhi lavoratori italiani. Senza tenere in alcun conto gli oltre 8.500 Comuni, le 107 Province, 20 Regioni, i rappresentanti al Parlamento Europeo, i sindacati (i cui “reggenti” guadagnano cifre spropositate) ormai ridotti a notai del Potere, le Città Metropolitane, il numero madornale di Enti inutili mai aboliti, e chissà che altro ancora, ciascuno provvisto di Sindaci, vice sindaco, direttori, dirigenti, vari “governatori”, segretari, impiegati, esperti, meno esperti. Un esercito sig. Presidente. Una Nazione nello Stato italiano. Cosa ne pensa sig. Presidente? Qui giunto non mi sembra difficile comprendere quanto la mastodontica, multiforme struttura che Le ho evidenziato, mi corregga se sbaglio, questo enorme peso “meccanico” ed “economico” possa incidere sulla popolazione. Oppressi e “torchiati” senza soluzione di continuità dallo smisurato peso di cui le opere murarie sono un’inezia. Siete ormai un fardello immisurabile di “persone” dedicate a “fare politica”. Il Casini si è testé inventato il partito “Moderati per l’Europa” come non bastassero quelli che ci sono. Che faccia! Probabile che il PD si scinda. Sig. Presidente! Lei non si accorge che ci stanno prendendo per il “culo”… perdinci ancora questa parolaccia, non ho parole per giustificarmi sig. Presidente, mi cospargo il capo di cenere del resto piove di tutto sotto il cavalcavia dell’autostrada e fa un freddo… a Genova c’è il vento sig. Presidente. Dove ero rimasto? Ah! Sì. Ci prendono in giro. Non solo coloro che abitano nei Vostri Palazzi, uffici, Dipendenze, Segreterie… pure quelli “occulti”, che “non si vedono”, famigliari, parenti, affini, amici e amici degli amici fra i quali, bontà loro, il tasso di disoccupazione è 0 (zero). E non è che qualcuno di questi abbia trovato lavoro nel corpo dei vigili del fuoco che per 1.200 €uro al mese si infilano in tunnel claustrofobici per salvare una sola vita umana, perfino tre cuccioli di pastore. No! I congiunti della “congrega”… Ehm! Casta va bene? Ricoprono tutti incarichi di responsabilità, hanno la carriera spianata per sostituire genitori, zii, nonni e bisnonni. Veri e propri scienziati di cui non potremmo mai fare a meno. “Nell’ambito del sistema pensionistico rimangono forti iniquità, differenze di trattamento MACROSCOPICHE anche in seno alla stessa generazione sulle quali fin qui non si è intervenuti”. Così Tito Boeri, presidente Inps, ha recentemente dichiarato al convegno “Tutto pensioni” organizzato da “Il Sole 24 ore” a proposito della manovra contenuta nell’ultima legge di bilancio. Già nei primi giorni del suo insediamento questo galantuomo denunciò gravi complicazioni legate ai “vitalizi” che percepite sig. Presidente, dopo quattro anni, sei mesi e un giorno di legislatura per la precisione. Il suo pari grado “onorario” Napolitano Giorgio ha una “pensione” di 880 mila €uro all’anno oltre ad appartamento, auto, scorta, autista, e non paga un cazzo… oddio mi sono lasciato andare. Neppure gli costano i viaggi in treno avendo una carrozza privata a disposizione. E non è l’unico, neppure ho finito sig. Presidente poiché per “Voi onorevoli”, la reversibilità è totale, ossia mogli, mariti e congiunti proseguirebbero a succhiare lo Stato. “Grazia ricevuta e dovuta”.
Ho concluso sig. Presidente. Non spedirò questa missiva, la considero una “bozza”, devo meditare, forse qualche “taglio” è necessario. In ogni caso il finale della “bella copia” che redigerò quando mi si scongeleranno le mani, depurata di ogni sillogismo, sarà più o meno questo:
“Lei che ne pensa sig. Presidente? Ho ragione? O NO?”
Grazie.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata dal web “The dark side of the soul”

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RIFLESSI DA UNO SPECCHIO RIGOPIANO

RIFLESSI DA UNO SPECCHIO RIGOPIANO

La tragedia che si è consumata in Abruzzo (29 vittime), l’inevitabile confronto con i terremotati dell’Aquila, Amatrice e altre precedenti regolari catastrofi da movimenti tellurici imprevedibili ma incombenti e certi (forse è ignoto il fatto che l’Italia sia totalmente interessata da due catene montuose che si chiamano Alpi e Appennini e la “zolla” africana preme inesorabilmente verso nord. Per ciò Napoli si trova più a sud di Bari); le sistematiche, annunciate alluvioni metodicamente dimenticate; i crolli dei nostri monumenti abbandonati al degrado; l’elicottero del 118 precipitato a Campo Felice (sei vittime fra cui lo sciatore soccorso); le scontate “passerelle” dei politici che in tali circostanze assumono tutti la medesima espressione affranta; le relative promesse di “ricostruzione” disattese con inusitato impegno; i notiziari, le puntate di “approfondimento”, i collegamenti TV in diretta, gli inviti a “non è il momento di innescare diatribe”, l’informazione arrivata a livelli di servilismo verso “politici” e “politicanti” mai riscontrati neppure nelle dittature, la “cautela” dei giornalisti che riempiono spazi cartacei in “punta” di feltro per non disturbare neanche il collega della scrivania a fianco e quando si esprimono dal video pare stiano confessandosi guardinghi; le inutili quanto intempestive e inappropriate interviste ai “sopravissuti”, le domande ebeti dei cronisti con divieto assoluto di riferire opinioni proprie, le facce sempre sorridenti (avete notato?) degli affittuari i Palazzi del Potere con contratto a tempo indeterminato sono, a mio modesto avviso, una gigantesca, immonda slavina di melma che ormai ha travolto questo Paese.
Quanto accaduto in provincia di Pescara, Comune di Farindola è il fascio di raggi luminosi, paralleli, senza angolazione alcuna, capovolti nella loro direzione, che rimbalzano da uno specchio piano inviandoci le autentiche sembianze della travagliata Penisola. Forse non tutti sanno che l’immagine percepita non è invertita destra/sinistra come ordinariamente creduto. Rimangono infatti inalterate esattamente come nell’assetto generale insediatosi nel nostro Parlamento la cui cortina fumogena di bla, bla, bla fa sembrare una leggera nebbia il “fungo” di lapilli, lussi piroclastici, valanghe di gas surriscaldati, ceneri e detriti che il 10 aprile del 1815 vennero espulsi dal vulcano indonesiano Tambora con una violenza venti volte superiore a quella che distrusse Pompei.
Stabilito quindi il ribaltamento alto/basso e fronte/retro dell’Hotel che oggi ci viene riproposto dalla superficie riflettente, esso appare ancora in piedi ed ulteriormente ampliato rispetto ai precedenti sviluppi più o meno regolari che, dal capanno quale era in origine, l’hanno portato ad essere una struttura ricettiva e ricreativa di alto livello. Come per magia nel “Resort” di lusso vi stazionano Palazzo Montecitorio con i suoi 630 deputati, palazzo Madama con 320 senatori (di cui 5 a vita), Palazzo del Viminale sede della Presidenza del Consiglio, Palazzo della Farnesina sede del Ministero degli Affari Esteri (da notare che quest’ultimo, prevedendo più di 1300 stanze su 9 piani con una facciata lunga 169 metri ed alta 51, da solo copre una superficie di 120 mila metri quadrati e un volume costruito di 720 mila metri cubi per cui, insieme alla Reggia di Caserta, è uno degli edifici più voluminosi presenti in Italia). Dell’intero complesso fanno pure parte il Palazzo delle Finanze, sede attuale del Ministero dell’Economia e Palazzo del Quirinale, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica Italiana, uno dei più importanti edifici della capitale alla cui costruzione e decorazione lavorarono insigni maestri dell’arte italiana (anche se tutti gli altri non sono da meno).
Oltre ai “professionisti della politica” i cui stipendi medi annui si aggirano intorto ad €uro/anno 144 mila circa, i più alti in Europa essendo gli austriaci secondi in graduatoria con 106 mila, a seguire gli 86 mila degli olandesi, 84 mila i tedeschi, 82 mila gli inglesi, ecc. in queste strutture trovano ragione di vita, indirizzata al relax ed alla vacanza di lusso più sfrenata, pure uscieri da 11 mila €uro/mese, commessi da 9 mila €uro/mese, barbieri da 10 mila €uro/mese, un numero imprecisato di persone ingaggiate a coadiuvare coloro che sono impegnati a salvare le sorti della Nazione. Moltissimi addetti alla sicurezza, addirittura esorbitanti gli amministrativi, tecnici, dirigenti, segretari, sottosegretari, portavoce, portaborse, assistenti, fattorini, commessi, uscieri, medici, infermieri, addetti alle buvette, baristi, postini, camerieri, autisti, cuochi, elettricisti, giardinieri, idraulici, tappezzieri e via di questo passo fino agli incaricati alla ricarica degli orologi a pendolo. Tutti con contratti e stipendi vertiginosamente “atipici” (verso l’alto) rispetto ai loro omologhi lavoratori italiani.
Senza tenere in alcun conto gli oltre 8.500 Comuni, le 107 Province, 20 Regioni, i rappresentanti al Parlamento Europeo, i sindacati (i cui “reggenti” guadagnano cifre spropositate) ormai ridotti a notai del Potere, le Città Metropolitane, il numero madornale di Enti inutili mai aboliti, e chissà che altro ancora, ciascuno provvisto di Sindaci, vice sindaco, direttori, dirigenti, vari “governatori”, segretari, impiegati, esperti, meno esperti che non compaiono nell’immagine virtuale riflessa dallo specchio della verità.
Qui giunto non mi sembra difficile comprendere quanto questo enorme peso “meccanico” ed “economico” possa incidere sui detriti di varia natura, compresi i depositi accumulatisi nel tempo per valanghe avvenute in epoca recente, ovvero le fondamenta costituite dai modesti laboriosi cittadini “normali”, oggi rappresentanti non solo delle fasce così dette “deboli” ma pure delle “classi” media e medio alta sulle quali si regge la mastodontica, multiforme struttura di cui sopra. Oppressi e “torchiati” senza soluzione di continuità dal sovrastante enorme peso di cui le opere murarie sono un’inezia. Invero il fardello è rappresentato dall’esercito di “persone” dedicate a “fare politica”. Non solo coloro che vi abitano ma pure quelli “occulti”, che “non si vedono”, famigliari, parenti, affini, amici e amici degli amici fra i quali, bontà loro, il tasso di disoccupazione è 0 (zero). E non è che qualcuno di questi abbia trovato lavoro nel corpo dei vigili del fuoco che per 1.200 €uro al mese si infilano in tunnel claustrofobici per salvare una sola vita umana, perfino tre cuccioli di pastore. No! I congiunti della Casta ricoprono tutti incarichi di responsabilità, hanno la carriera spianata per sostituire genitori, zii, nonni e bisnonni. Veri e propri scienziati di cui non potremmo mai fare a meno.
“Nell’ambito del sistema pensionistico rimangono forti iniquità, differenze di trattamento MACROSCOPICHE anche in seno alla stessa generazione sulle quali fin qui non si è intervenuti”. Così ha recentemente dichiarato Tito Boeri, presidente Inps, al convegno “Tutto pensioni” organizzato da “Il Sole 24 ore” a proposito della manovra contenuta nell’ultima legge di bilancio.
Questo galantuomo, che ha sostituito Mastrapasqua (colui che ricopriva 25 “poltrone” contemporaneamente, l’uomo dalle 50 chiappe arrestato l’anno scorso in un parco pubblico per colonizzazione di panchine), già nei primi giorni del suo insediamento denunciò gravi problemi legati ai “vitalizi” che, dopo quattro anni, sei mesi e un giorno di legislatura, percepiscono i nostri parlamentari. Ma non è finita qui poiché per “loro”, gli “onorevoli”, la reversibilità è totale. Tanto per fare un esempio se nella nostra immagine virtuale dell’Hotel di Rigopiano piovesse un ipotetico meteorite (da scongiurare assolutamente per carità), mogli, mariti e congiunti proseguirebbero a succhiare lo Stato per “grazia ricevuta”.
– “Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più furbo del reame?”
“Il futuro, prima o poi, torna” risponde a Renzi Matteo l’immagine riflessa senza rendersi conto che, avendo rivolto la domanda alla parte convessa del suo vecchio cucchiaio da campo sempre lucidato a dovere da scrupoloso boy scout quale lui è, essa viene distorta come il suo pensare.
Fu così che ridiscese in campo con lo spirito guerriero di “Doc” Emmett L. Brown interpretato da Christopher Lloyd nel famoso “Ritorno al futuro” di Robert Zemeckis.
Che genio!

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza ricavata: René Magritte

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– Però questa non è male…
– Allora regalagli questa!
– È anche vero che il blu si intona con il grigio perla del maglione.
– Infatti preferisco la camicia blu.
– Non saprei, sono indecisa.
– A me questa non piace.
– Perché?
– Preferisco la blu.
– Andrà bene la media o la large?
– La large!
– Non è mica grasso!
– Neppure magro.

– Signora! Mi scusi… non gli andasse bene si può cambiare?
– Basta che venga con lo scontrino.

– Dunque quale prendo?
– La blu large.
– E il maglione?
– Quello grigio perla.
– Ci sarebbe anche rosso bordeaux…
– Non mi piace.
– Perché?
– Preferisco il grigio perla… e la camicia blu large.

– Signora! Potrebbe farmi un pacchetto regalo?
– Certamente! Camicia e maglione?
– Sì! direi che vanno bene. Lei che ne pensa?
– Ottima scelta! Non dicevo alcunché ma pure io preferisco questo
abbinamento!

– Qui c’è la carta di credito. Aspetto fuori.
– Perché?
– Ho voglia di fumare.
– Che vizio! Lei fuma signora?
– Per carità di Dio!

Aria! Cielo minaccioso, nuvole grevi, umidità, ottimo per le cartine, si incollano meglio e il tabacco rolla che è un piacere. Ma… voi siete mai stati venti giorni nel Sahara? Lì si riesce a pensare con più forza che la gente muore, bambini di ogni età, donne, anziani, ogni giorno, ora, minuto, secondo, frazione di secondo… lasciamo perdere le equazioni trascendenti, la filosofia. Per carità di Dio!

Mauro Giovanelli – Genova
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LA VILTÀ È SEMPRE ALL’OMBRA?

LA VILTÀ È SEMPRE ALL’OMBRA?

Gentiloni telefona a Poletti senior:
“Solidarietà per vili minacce al figlio”
Il sottoscritto si associa alle parole del Primo Ministro che ha sostituito Renzi Matteo, sarebbe davvero il colmo giustificare azioni di tale portata, il metodo usato e la spregevolezza di agire nell’ombra.
Il fatto: Solita lettera anonima contenente gli usuali tre proiettili accompagnati da un supporto, immagino cartaceo, sul quale campeggia la consueta minaccia: “ti ammazziamo, guardati alle spalle”. Destinatario il rampollo del Ministro Poletti.
Ahimè! Questo povero Mondo è sempre più infestato da ignobili persone di tutti i tipi, razza, stirpe, provenienza e collocazione sociale. Occorre rimediare in qualche modo.
Ma come? Beh! Così, tanto per azzardare un’ipotesi tesa a migliorare la situazione, comincerei con il chiedere al signor Manuel (soggetto nonché vittima della scelleratezza perpetrata e direttore del settimanale “Setteserequi-Notizie dalla Romagna”) come si sia espresso nei giorni scorsi in merito ai giovani italiani costretti ad emigrare all’estero e l’abietta sortita del di lui padre. Eccola:
Conosco gente che è andata via e che è bene stia dove è, perché questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi.
In poche parole mi piacerebbe che il signor Manuel circoscrivesse il legittimo disappunto soffermandosi anche alla “causa” che ha prodotto il disgustoso “effetto” a suo danno. Leggere invece dichiarazioni (e giustificazioni) rilasciate a “La Zanzara” su “Radio 24” sottolineando:
“Noi rispettiamo la legge. Il fondo pubblico è uno strumento per garantire la democrazia con più testate sul territorio. Esiste in molti Paesi europei. E danno più soldi che da noi. E’ previsto dalla Costituzione”
…potrebbe solo farmi incazzare (ripeto: potrebbe solo farmi incazzare) visto che il sindaco PD (omissis) del Comune di (omissis) ha esortato i commercianti a non sponsorizzare più la testata (omissis), tiratura oltre 10.000 copie, sulla quale il sottoscritto esternava ogni tanto le proprie idee.
Venire poi a sapere dallo stesso Poletti Miguel che l’organo di informazione (tiratura 5.000 copie) dal medesimo diretto avrebbe usufruito di 500 mila €uro di contributi pubblici ebbene mi reincazzo (ripeto: mi reincazzo) pensando che il sopra citato prezioso mensile (omissis) da lustri stava fornendo un eccellente contributo “…per garantire la democrazia con più testate sul territorio…” e, ATTENZIONE! Senza finanziamenti dello Stato.
Concludendo:
Ministro Gentiloni Paolo! Per quale motivo non ha preteso che il suo collaboratore Poletti Giuliano togliesse immediatamente il disturbo? Secondo lei è giustificale un’azione verbale di tale portata? Il metodo usato? Sprezzante! E la consapevolezza di agire al sole della sua posizione privilegiata? Non le sembra viltà?
Signor Poletti Miguel! Da giornalista cosa ne pensa di papà suo?
Essendo il tragico fenomeno dell’analfabetismo funzionale e di ritorno arrivato a sfiorare in Italia il 70% della popolazione teniamo conto che tale percentuale (matematica e statistica pura) viene spalmata andando ad investire ogni categoria di persone, politici compresi, ed è mia opinione che molti governanti “dovrebbero andare via, sarebbe un bene liberassero le poltrone che occupano, perché questo Paese non soffrirà a non averli più fra i piedi.” Dei nostri figli aggiungo!
Mi ero ripromesso di non occuparmi di politica fino alle agognate elezioni. Comunque credo non sia stato inutile questo mio ripensamento, perdere un tre quarti d’ora e dedicarli all’increscioso episodio. Evidente che analfabetismo uguale ignoranza e sottosviluppo, vivai di sconsiderate teste calde quando va bene. Ciò detto abbiamo se non altro stabilito che il “vile” agisce sia nell’ombra dell’anonimato che alla luce solare del Potere. In quest’ultimo caso, opinione strettamente personale, ancora più “VILE”.

Mauro Giovanelli – Genova
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QUALORA FOSSI ELETTO PRESIDENTE…

QUALORA FOSSI ELETTO PRESIDENTE…

IN PAROLE POVERE QUALORA FOSSI ELETTO PRESIDENTE NON LO SAREI PER I 950 FRA DEPUTATI E SENATORI PRESENTI IN PARLAMENTO, MOLTI COLPEVOLI DI “INCAPACITÀ” CONGENITA (PER ESSERE GENEROSI), GLI ALTRI IGNAVIA. INVITEREI GLI ORGANI COMPETENTI AFFINCHÉ ENTRO NON OLTRE DUE MESI ELABORINO UNA LEGGE ELETTORALE INTELLIGENTE, QUINDI INDIREI NUOVE VOTAZIONI DANDO INDICAZIONI PRECISE CIRCA LE PRIME SEI RIFORME CHE IL NUOVO ESECUTIVO DOVRÀ PROMULGARE ENTRO I PRIMI FAMOSI 100 GIORNI:
1) CHI NON DOVESSE RAGGIUNGERE IL 10% SCIOGLIMENTO DEL PARTITO E FUORI, A LAVORARE (OBIETTIVO RIDUZIONE NUMERO DI AGGLOMERATI IDEOLOGICI)
2) DIMEZZARE IL NUMERO DI PARLAMENTARI, GLI ECCEDENTI SEGUIRANNO I PRIMI (SEMPRE A LAVORARE)
3) STIPENDIO MASSIMO DEI PARLAMENTARI €uro 5.000/MESE OMNICOMPRENSIVI.
4) PENSIONAMENTO DEI PARLAMENTARI SECONDO LA NORMATIVA VIGENTE PER QUALSIASI LAVORARATORE ITALIANO
5) RIDUZIONE DRASTICA DEL PERSONALE PRESENTE A PALAZZO CHIGI, MADAMA, MONTECITORO, VIMINALE, FARNESINA, QUIRINALE E STIPENDI EQUIPARATI AI LORO OMOLOGHI SUL TERRITORIO NAZIONALE
6) ABOLIZIONE RETROATTIVA DI TUTTI I VITALIZI (DA DISCUTERE LA RESTITUZIONE IN PARTE O MENO DI QUANTO GIÀ PERCEPITO) E VERIFICA SE POTESSERO O MENO ESSERCI I PRESUPPOSTI DI ILLECITO O REATO PER ESSERSI AUTOGRATIFICATI LEGIFERANDO A VANVERA A PROPRIO FAVORE (RISALIRE ALLA FONTE DI TALE IGNOMINIA).
DAL 101mo (CENTOUNESIMO) GIORNO VERE RIFORME PER GIOVANI, SANITÀ, ANZIANI, SCUOLE PUBBLICHE, PENSIONI, ABOLIZIONE LEGGE FORNERO E RESTITUZIONE DEL MALTOLTO, RISTRUTTURAZIONE INPS (SEPARAZIONE FRA CONTRIBUZIONE E ASSISTENZA), RIFORMA DEL LAVORO, RIPRISTINO ARTICOLO 18, CONCENTRAZIONE DELLA “TRIADE” IN UN SOLO SINDACATO LAVORATORI (E VERIFICA DEGLI STIPENDI CHE PERCEPISCONO GLI ATTUALI “CAPOCCIONI”), ecc.

QUALORA FOSSI ELETTO PRESIDENTE… SAREI POPULISTA?

Mauro Giovanelli – Genova
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PICCON DAGGHE CIANIN (dal dialetto genovese: “PICCONE PICCHIA PIÙ PIANO”)

PICCON DAGGHE CIANIN
(dal dialetto genovese: “PICCONE PICCHIA PIÙ PIANO”)

C’ERANO LE CASE DEI MIEI NONNI, ULTIMO PIANO CON ABBAINI CHE, COME PERISCOPI, TRAGUARDAVANO I TETTI DI GENOVA PER FARTI RAGGIUNGERE IL MARE.
QUANDO MAMMA E PAPÀ ANDAVANO A TEATRO O AL CINEMA ERA LÌ CHE CON GIOIA IMMENSA MIA SORELLA ED IO TRASCORREVAMO LA NOTTE E PARTE DEL GIORNO SUCCESSIVO.
ANCHE GENOVA E L’ITALIA INTERA PARTORISCONO IGNOBILI TERRORISTI CHE HANNO DISTRUTTO E TUTT’ORA ANNIENTANO PREZIOSI, IRRIPETIBILI MONUMENTI, INTERI QUARTIERI STORICI, RINNEGANDO STORIA, CULTURA E MEMORIA PER FAR POSTO ALLA LORO IMMENSA IGNORANZA.
I NOMI DEI “GOVERNANTI” DE “LA SUPERBA”, INCISI NEL MARMO, POTRETE LEGGERLI SULLA “COLONNA INFAME” ERETTA DAI GENOVESI NELLA ZONA DI “SARZANO”.

Mauro Giovanelli – Genova
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PICCON DAGGHE CIANIN (in genovese e italiano)

Fra i moin de Piccaprïa che fan stramûo
ghe n’ëa de casa donde son nasciûo
ghe son passòu pe caxo stamattin
ma forse o chêu o guidava o mae cammin
chi l’é de Zena ou sa perché ‘n magon
o m’ha impedïo de dî quest’orassion

Piccon dagghe cianin
mi son nasciûo chi sotta ‘sto camin
son muage che m’han visto co-o röbin
arreguelâme in gïo co-o careghin

Piccon dagghe cianin
sovia ‘sta ciappa rotta a tocchettin
i compiti gh’ho faeto de latin
e gh’ho mangiòu trenette e menestroin

Ma zà ti stae cacciando zû o barcon
ti veddi ghe a Madonna da Paiscion
l’ha faeta o mae baccan trent’anni fa
pe grassia riçevua in mezo a-o mâ

Piccon dagghe cianin
son tutti corpi daeti in scio mae chêu
se propio fâne a meno ti no pêu
piccon dagghe cianin

Creddeime poche votte ho ciento gente
no m’emoscionn-o troppo façilmente
ma quande ho visto cazze a picconae
a stansa dove gh’é nasciuo mae moae
me se affermòu quarcosa propio chi
ho ciento e ho pregòu cosci

Piccon dagghe cianin
son tutti corpi daeti in scio mae chêu
se propio fâne a meno ti no pêu
piccon dagghe cianin

Fermite un pö piccon t’arrobo un mon
un tocco de poexia do cian de Picca….pria
PICCONE PICCHIA PIÙ PIANO

Fra i mattoni di Piccapietra che fan trasloco
ce ne sono della casa dove sono nato,
ci sono passato per caso stamattina
ma forse il cuore guidava il mio cammino.
Chi è di Genova lo sa perché un nodo in gola
mi ha impedito di recitare questa “preghiera”

Piccone batti più piano
Io sono nato qui sotto questo camino
sono muri che mi hanno visto piccolino
andare in giro tirandomi dietro il seggiolino

Piccone batti più piano
Su questo pezzo di pietra rotta a pezzettini
ho fatto i compiti di latino
ed ho mangiato trenette e minestroni

Ma stai già abbattendo il balcone
Guarda: C’è la Madonna della Passione!
L’ha costruita il mio “capo” trent’anni fa
per una grazia ricevuta in mezzo al mare

Piccone batti più piano
sono tutti colpi dati sul mio cuore
se proprio non puoi farne a meno
almeno batti più piano

Credetemi, poche volte, gente, ho pianto,
non mi emoziono tanto facilmente
ma quando ho visto cadere a picconate
la stanza dove era nata mia madre,
mi si è fermato qualcosa proprio qui
ho pianto ed ho pregato così

Piccone, batti più dolcemente,
son tutti colpi dati sul mio cuore,
se proprio non ne puoi fare a meno,
piccone, batti più piano, pianino

Fermati un po’, piccone, ti rubo un mattone,
un pezzo di poesia del piano di Picca…pietra


“Ma se ghe penso…”, “Piccon dagghe cianìn”, “A Seissento”, “A cansun da Cheullia”, “Ave Maria zeneize”, “La partenza da Parigi”, canzone principe del repertorio delle squadre di canto (trallalero), e “Lanterna de Zena”, uno dei più antichi canti tradizionali genovesi, dedicata alla storia di una fioraia del Settecento, annoverano tra i numerosi autori il paroliere Costanzo Carbone e il compositore Attilio Margutti iniziatori della canzone genovese negli anni Venti, e nel dopoguerra Luigi Anselmi paroliere sia di molte canzoni che di molti testi comici per Giuseppe Marzari nonché il maestro Agostino Dodero autore per cantanti e per squadre di canto, spesso con il paroliere Piero Bozzo. Il primo grande interprete degli anni Venti e Trenta è il tenore Mario Cappello. Sono suoi epigoni melodici Emilio Fossati, Carlo Cinelli, Gino Villa, Mario Bertorello, il sestrese Baldìn. Seguono gli interpreti del folk-revival Piero Parodi e Franca Lai, i cantanti di ispirazione goliardica in primis Giuseppe Marzari e il Trio Universal, e poi Franco Paladini, Bunni, i Trilli, sino ai più recenti Bob Quadrelli (vincitore di una Targa Tenco), Binduli, Buio Pesto. La produzione di testi in genovese è abbastanza ampia, ma anche cantanti come Natalino Otto, Bruno Lauzi, Joe Sentieri, Gino Paoli e Fabrizio De André, quest’ultimo l’unico che sia riuscito ad imporre alle classifiche nazionali un intero album in genovese, “Crêuza de mä), conquistando un disco d’oro.

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Genova, quartiere Portoria, “La porta d’oro” – Piccapietra

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NATALE 2016 – LETTERA DI PAOLO FARINELLA PRETE

NATALE 2016

Come di consueto ricevo la seguente lettera dal caro amico Paola Farinella, prete (come desidera essere chiamato e si firma) giornalista, scrittore, saggista, corsivista de “la Repubblica”, filosofo, teologo, parroco della splendida Chiesa di San Torpete in Genova (la Superba), umanista e tante altre cose.
Quale personale augurio di buon “fine settimana lungo” voglio condividerla tramite Messenger con i “contatti” per i quali ritengo che il termine “amicizia” in uso su questo social possa avere un senso. Se mi dovessi dimenticare di qualcuno si faccia vivo qualora lo desiderasse ritenendo di averne titolo.

P. S.
È sufficiente un “mi piace” per dimostrare gradimento evitando sciami di “auguri” e bla, bla, bla… (ma a chi la invio impossibile possa avvenire ciò. La precisazione riguarda eventuali “clandestini”)
Un saluto affettuoso a tutti.
Mauro Giovanelli – Genova
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LETTERA DI PAOLO FARINELLA PRETE

alle Amiche e agli Amici

Genova 22-12-2016

Non c’è niente da fare, a Natale la frenesia è come l’influenza: prende tutti e non risparmia alcuno e ciascuno è rassegnato. Come a Nennillo, figlio di Luca/Eduardo de Filippo: «Il presepio non mi piace!» (Natale in casa Cupiello). Ad essere sincero non mi piace il Natale nel suo complesso con annessi e connessi e se dipendesse da me l’abolirei e chiuderei le chiese che sono complici stupefacenti (nel vero senso della parola e dell’incenso che si brucia a chili) dell’assuefazione a un rito che «si deve fare» perché a Natale si fanno i regali, a Natale bisogna essere buoni, a Natale bisogna mangiare, a Natale bisogna buttare via cibo per un terzo di quanto si è comprato, a Natale bisogna fare quello che non faremmo mai in tempi normali: magari andare a trovare parenti che strozzeresti con le tue stesse mani, ma a Natale si fa una tregua umanitaria e si rimanda il parenticidio a dopo le feste.

Natale è una finzione. I preti dicono le solite cose: Gesù di qua, Gesù bambino di là. I cattocattolici che vanno in chiesa, magari solo quella sera, si mettono a posto la coscienza, pagano dazio e pedaggio una volta l’anno, così anche «dio», se per caso ci fosse – non si sa mai – è messo a posto. Zampogne, zampone, cotechino, lenticchie, salmone, pastori e pastorelli, il bue e l’asinello, oche e ruscelli, fabbro e contadino, che bello! Eppure «A me u presepe nun me piace».

La notte di Natale, molti, moltissimi di quelli che vanno a vedere nascere il Bambino Gesù, non sanno, fanno finta di non sapere o lo sanno e fanno sul serio per apparire coloro che non sanno:

– Natale è un’invenzione del secolo IV per contrastare il culto del dio Mitra, importato a Roma dall’esercito romano e tra di esso molto diffuso, celebrato nel solstizio d’inverno.

– Natale riguarda un bambino che è appena nato ed è un delinquente perché è ricercato dalla polizia per essere ucciso. Per la Legge Bossi/Fini, ancora in vigore in Italia, Gesù sarebbe un clandestino.

– Natale è un bambino, appena nato, profugo, costretto a lasciare il suo Paese e a chiedere asilo in Egitto che lo concede perché non appartiene a una nazione cristiana, rovinata da 21 secoli di Cristianesimo e di politiche di governi popolati da cristiani e protestanti.

– Natale non è certamente nelle chiese scintillanti di luci e nenie strappalacrime che nemmeno Barbara D’Urso o Bruno Vespa riescono a superare, anche con modellino a pronta spiegazione.

Natale, se Dio esiste, e se vuole provare a fare sul serio, quest’anno è morto tra le vittime di Aleppo e delle altre città bombardate da ogni lato perché ormai i civili inermi sono il bersaglio preferito dei militari in guerra in oriente e altrove. Natale, se Dio continua a volere esistere e se ci riesce, è morto in mezzo al mare Mediterrano, tra gli esodati affondati, scomparsi, senza nome e senza più futuro.

Natale, se proprio Dio vuole fare uno sforzo, è in Turchia a vedere come il dittatore Ergogan sta spendendo i sei miliardi che l’Europa gli dà per fare morire di fame e freddo i Gesù bambini che scappano dalle case loro che nemmeno hanno perché oppressi da fame e sete e voglia di vivere.

Natale è tra i poveri, migranti, genovesi e italiani, che accompagniamo come Associazione «Ludovica Robotti-San Torpete» e che sono troppi, sempre più troppi e sempre più poveri e affamati.

Natale è tra i disperati del Monte dei Pacchi di Siena che hanno visto bruciare i loro risparmi di una intera vita, garanzia per il futuro dei propri figli, per colpa di amministratori e politici corrotti che da almeno 20 anni hanno ballato e danzato a spese dei poveri.

Natale è dove c’è un portatore di handicap bloccato perché una macchina di un bene educato e civile individuo si è messo di traverso o ha occupato il posto riservato o usa un contrassegno falso.

Natale è il bambino che porta un giocattolo nuovo per un altro bambino che nemmeno conosce. Natale è la persona, donna o uomo, che fa una dichiarazione d’amore con cuore limpido e senza condizioni, a perdere, solo per amore senza chiedere in cambio nulla.

Natale è ri-nascere, uscendo dal chiuso stantio del proprio egoismo perché «io-io-io» è la negazione di Natale e del suo protagonista che ha detto: Ama il prossimo tuo come se fossi tu stesso.

Natale è RIVOLUZIONE di comportamenti, rispetto dell’ambiente, della condivisione, del pluralismo e della convivenza dei popoli e le singole persone perché tutti hanno diritto di spezzare il pane ed essere riscaldati dal bue e dall’asinello, altrimenti Natale si trasforma in una condanna senza appello. E a Natale Dio, se c’è, o almeno se si sforza di esserci, non può nascere perché è da sempre.

Natale è solo l’occasione per noi di rinascere e diventare adulti, uomini e donne civili, veri e forse anche credenti, persone senza luoghi comuni, democratiche e rispettose della legalità e del diritto per sé e per gli altri, specialmente per i migranti che sono i più indifesi.

Insomma, Natale, se proprio lo voglio, lo devo fare sul serio. Al mio altare porto tutti voi insieme alle persone che amate e che abitano la vostra esistenza. Non chiedo nulla, solo che si compia “il miracolo” di Natale. Etimologicamente parlando, naturalmente!

Paolo Farinella, prete

Mauro Giovanelli – Genova
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Immagine in evidenza: Frontale della Chiesa di San Torpete in Genova

LETTERA PERSONALE – RIPRODUZIONE RISERVATA